La Casa di Carta in quarantena
di Alberto MuscolinoIt.: Professore… professore… che sta succedendo??! Non abbiamo sue notizie da giorni, la situazione ci sta sfuggendo di mano!
Professore: calmati It.! Fai un bel respiro e stammi a sentire. Mi sono dovuto muovere continuamente, le protezioni non sono bastate e quasi ci rimettevo le penne. Qua fuori è un inferno, ma non possiamo permetterci di mollare. Dobbiamo mantenere il controllo e lo faremo tutti insieme, attenendoci al piano.
It.: professore qui abbiamo rischiato un ammutinamento, gli ostaggi sono allo stremo delle forze, è già la quinta settimana che cerchiamo di distrarli facendogli impastare quintali di pane, pizza e pasta all’uovo. E’ quasi finito il lievito, e la farina di semola ormai è un lontano ricordo. Bisogna fare qualcosa cazzo!
Professore: ok…ho capito… è arrivato il momento… organizza la squadra, passiamo al protocollo “ebbrezza totale”. Quante munizioni vi sono rimaste?
It.: 5 casse di rifermentati atomici, 3 di macerati estremi, 2 di rossi da appassimento incontrollato, una di lambrusco di sorbara e una di bianco trentino.
Professore: molto bene! Usatele tutte, sai cosa fare, ma lascia le ultime 2 per dopo.
It.: ma che sta dicendo maledizione?! Dopo quando??! Non sappiamo nemmeno se arriveremo a stasera, questa è una fottuta gabbia, una quarantena forzata, non usciremo mai da qui!!!
Professore: adesso basta! Ti ho detto che tutto andrà bene, ma dovete fidarvi di me! Resistete, mantenete i nervi saldi e continuate a seguire il piano. Uscirete molto presto e una volta fuori ci riabbracceremo e avremo bisogno di festeggiare e ballare e stappare come non abbiamo mai fatto prima.”
Fino a poco tempo fa nessuno avrebbe confuso il confine tra la serie televisiva e la realtà, ma adesso le differenze si sono fatte sempre più sfumate e siamo più vicini che mai ai personaggi della Casa di Carta. Anche noi reclusi, al limite delle nostre risorse psicologiche, ci affidiamo ai piani del Professore e speriamo che finisca presto. Nel frattempo possiamo optare per una versione light del protocollo “ebbrezza totale” che chiamerei “ebbrezza distillata”. Una goccia al giorno o un calice se preferite, e visto che quelle due casse le ho conservate anch’io vi dico di che si tratta e comincio a prenderne qualche bottiglia:
il più beverino e “temibile” è il sorbara 2015 metodo classico Rosè brut di Cantina della Volta. L’annata lo ha reso così equilibrato e succoso che una bottiglia finirà prima ancora di capire che cosa si sta bevendo. Il lambrusco, così, può arrivare molto lontano…
Il bianco trentino è il Maso Franch di Cantina Lavis, incrocio manzoni e chardonnay, acciaio e legno. Tanta sostanza, frutta, idrocarburi, sale e miele (e un leggerissimo residuo zuccherino). E’ uno di quei vini da piccoli sorsi e tanti pensieri, seduti sul divano, comodamente. La bottiglia si berrà lentamente, ma non c’è nessun pericolo a lasciarla per l’indomani, sarà ancora più buona.
Manteniamo la calma, beviamo bene e restiamo a casa. Andrà tutto a meraviglia.
3 Commenti
vinogodi
circa 4 anni fa - Link... aggiungi un Pelaverga di Burlotto bello freddo e un Phermento di Ermete Medici , armi di distruzione di massa...
Rispondivinogodi
circa 4 anni fa - Link...anzi ... di "distrazione" di massa ...
RispondiSancho P
circa 4 anni fa - LinkSto cominciando la quarta stagione, e la sto vedendo assieme alle mie figlie. Non sarà True detective o the Killing, ma bella. Spezieri Col d'Orcia, vino dalla beva pericolosa come direbbe Cernilli, costa una manciata di euro e si abbina a quasi tutto. Piacevole come la serie di cui sopra.
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