Olive Tree | La carta dei vini migliore d’Inghilterra ha 24 pagine

di Alessandro Morichetti

Se dicessi Good Food Guide nessuno tranne 2 gatti e Gianpaolo Paglia di Poggioargentiera penserebbe che sto parlando della guida ai ristoranti più venduta nel Regno Unito. Giunta alla 60esima edizione, ne ho ignorato l’esistenza fino ad oggi, giorno di uscita dell’edizione 2011. Che poi al top ci sia il tristellato The Fat Duck di Heston Blumenthal ci interessa zero. Tutt’altro discorso per un premio goloso che suona all’incirca “miglior carta dei vini Uk”: se lo aggiudica il ristorante Olive tree (L’Olivo) di Bath ed è liberamente consultabile qui. Vediamo.

Non li conosco ma Laurence & Helen Beere, coppia al timone dell’Olivo, mi conquistano in un istante:

Costruendo la carta dei vini, abbiamo voluto bilanciare in maniera versatile tradizione e novità, serietà e spasso. Ci siamo divertiti e speriamo lo stesso sia per voi bevendo le etichette che abbiamo scelto.

A questo punto dovrei concludere con “segue tomo da 160 pagine con copertina in pelle umana” mentre la carta, in realtà, ha 24 pagine e una suddivisione insolita ed interessante. Bianchi aromatici, odori esotici, fragole e lamponi (per i pinot noir da tutto il mondo), caldi e speziati sono solo alcune delle voci dell’indice. Non convenzionale, converrete.

35 vini al bicchiere, a spanne sulle 400 etichette con un assortimento che spazia dal Frascati Superiore ad annate storiche di Bordeaux grandiosi, ordinato in ciascuna categoria per prezzo – dalle bottiglie più abbordabili a salire. Per tutti i gusti e tutte le tasche, una carta affatto anonima. Certo, mancano 14 annate di Sassicaia, Solaia e Cervaro della Sala, per non parlare poi dell’aver osato mettere un Prosecco di Valdobbiadene nella stessa “famiglia” degli Champagne (sacrilegio!). Roba che da noi il più ignobile dei franciacortini ti fulminerebbe con lo sguardo, e invece ‘sti rozzi inglese ci danno pure un premio mica da ridere.  

L’assortimento è magnifico, aperto a 360° sull’enografia mondiale mentre le note di degustazione sono riservate alla categoria “classic claret, great years!”, e trattandosi di roba tipo Chateau Leoville Las Cases 1989 il motivo è chiaro. Se dicessi di non conoscere il 90% dei vini in carta farei una pessima figura, quindi non lo dirò ma una cosa mi piace chiederla: in Italia, quale carta dei vini potremmo premiare per agilità, simpatia, personalità ed ampiezza a costi umani (ben gradito qualsiasi link per consultarla, chiaro)? E di questa lista dell’Olivo, che ve ne pare?

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

18 Commenti

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Conosco l'Olive Tree, si mangia anche bene. Il loro tipo di ristorante e di carta dei vini non é che uno dei tanti esempi di come nella provincia inglese l'aria sia totalmente cambiata negli ultimi dieci anni. Sarà che gli inglesi a casa loro preferiscono non mangiare (o meglio, non cucinare) ma io tutti i ristoranti che ho visitato li ho sempre visti pieni. La scelta dei vini che ti sembra così ben fatta é anche merito di una squadra di rappresentanti professionisti (i soliti Rappr) che sanno cosa vendono e spesso collaborano con i stessi proprietari gestori per la compilazione delle liste di vini. Ho dato una scorsa alla lista e potrei citare almeno due importatori e molti prodotti del loro portafoglio, ma ci sono anche delle scelte indipendenti che giustificano il riconoscimento. Grazie per averci proposto questo post, ci libera da un po' di stereotipi, compreso quello che per mangiare e bere bene in Inghilterra non c'é bisogno di andare al Fat Duck.

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

c'e' anche lo stereotipo che gli inglesi a casa non cucinano/non sanno cucinare... ;)

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Mica sei il solo ad aver sposato un inglese... diciamo che i pezzi meglio si orientano per un partner italiano così imparano ad apprezzare e cucinare, più altri dettagli su cui preferisco sorvolare per non incorrere nella robusta censura di Intravino.

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kenray

circa 14 anni fa - Link

in italia ti mettono la lista (questo ristorante da me frequentato è un esempio) http://www.ristorantestradafacendo.it/vini.php?IDFamily=27 ma mettere i prezzi...mai! burinaggine! o semplice paura del confronto vai a sapere..

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M.Grazia

circa 14 anni fa - Link

@kernay, oltre che non mettere il prezzi, molto spesso le nostrane carte dei vini incorrono in errori macroscopici, imperdonabili se il sito del ristorante mette in bella mostra la foto d'un Sommelier. Da quando il Capitel Foscarino di Anselmi è divenuto Soave Classico Superiore? Anselmi è uscito dalla DOC Soave dal 2000, i suoi vini bianchi sono IGT Veneto. Questo è un errore ricorrente. MG

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gp

circa 14 anni fa - Link

Beh, dal punto di vista delle "papere" la carta premiata non scherza, anche perché in media gli inglesi sono notoriamente negati per le lingue che non siano ... l'inglese. Se andate a pagina 8 (MOUTHWATERING SWEET and SOUR REDS) dedicata quasi interamente ai vini italiani, trovate uno spassoso Chianti Classico, Fonterutoli, Mazzey (sic) e un misterioso Barbera d’Alba, Vigna Gallina, Piemonte, Italy, 2006 (non dice chi è il produttore, ma almeno dà un indizio). Ma la vera sfinge è questa: Valpolicella Superiore, Ripasso, Italy, 2004. 100 sterline a chi indovina! (per il ritiro del premio, rivolgersi al ristorante)

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

considerato che in carta ha due Zenato.... se tanto mi da tanto :-) p.s. uno dei tanti scempi della carta dei vini.

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kenray

circa 14 anni fa - Link

@m.grazia credo che per gli avventori come me, superficialotti e poco enomaniaci, siano dettagli insignificanti. per ora. ma a furia di frequentarvi qualcosa imparerò. quello che importa è non farsi spennare e avere qualità. tuttosommato questo ristorante è nella norma. se posso consigliare per i viandanti che passano da parma il ristorante le viole di baganzola. ottima cucina e cantinone a tre stelle. prezzi ok. nessuna guida al mondo lo segnalerà. purtroppo. (il miliore tra quelli di parma sicuramente) piscio sempre fuori dal vaso....

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antonio tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Ken...!

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Erica

circa 14 anni fa - Link

Se si tratta del ristorante Le Viole di strada nuova di castelnovo - poco fuori parma - è sulla guida del Gambero R. da vari anni e qualche anno fa era anche sull'Espresso, ora non so.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Tornando sul pezzo: la carta vini è molto simpatica ma, a prescindere dalla mancanza delle 16 annate di sassicaia o simili, il profilo non mi sembra particolarmente allettante. Non conoscoendo la possibilità di approvigionamento dei vini in Inghilterra sospendo il giudizio che, ripeto, non è entusiastico.... a partire dalla selezione di bollicine piusstosto "scolastica"

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Riletta tutta per tre volte..... annetto di non avere una vasta conoscenza di nuova zelanda e australia, per il resto le etichette sono proprio scolastiche.... e talvolte nemmeno molto aggiornate. In più vedere i Gran Cru di Bordeaux di metà anni ottanta mi fa pensare che la cantina non abbia "girato" molto.... Delusione :-(

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Fabio Cagnetti

circa 14 anni fa - Link

Secondo me è una buona carta. Ampia (anche se non nelle mie corde) selezione al bicchiere senza ricarico supplementare, originale (pur non essendo anche qui d'accordo con la scelta) divisione in categorie, ricarichi mediamente onesti con qualche affare, qualche chicca qua e là e un assortimento più che apprezzabile di vini pronti da bere. E' indubbiamente una carta con una sua personalità, cosa oggidì assai importante. La peggior carta dei vini è probabilmente quella che non fa altro che snocciolare come grani di rosario una teoria di vini pluripremiati, senza aggiungere nè togliere alcunché.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

facciamo così: cambieresti la sua carta con la tua? (io nemmeno morto... e credo nemmeno tu). non dimenticare che questa sarebbe stata insignita di un riconoscimento del genere “miglior carta dei vini Uk”... se in italia lo stessa carta fosse stata premiata avremmo gridato allo scandalo. Smettiamola di essere esterofili

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Fabio Cagnetti

circa 14 anni fa - Link

Ovvio che no, ci rimetterei non poco sia in qualità che in quantità :) comunque è ovvio come il premio sia all'idea, non alla selezione che comunque è più che accettabile (in Italia ci sono stellati con carte peggiori). Poi se andiamo sul personale io sono uno all'antica, amante dei tomi biblici, o almeno della carta a due velocità, selezione (confidenzialmente "la pillola") per il cliente ordinario e assortimento completo (inevitabilmente "la supposta") per quello che si distingue o vuole distinguersi per competenza.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

quot la definizione "supposta"... tres magnifique

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Angelo Di Costanzo

circa 14 anni fa - Link

Il libro per favore no, vade retro, soprattutto se a volumi (!). Rimango però dell'idea che non si può condensare in 24 pagine la migliore carta dei vini secondo una guida, a meno che si rispetti un certo tema o una certa visione dell'argomento. E aggiungo che "a prescindere dalla mancanza delle 16 annate di sassicaia", condivido in toto il "doppio" pensiero di Francesco... Ang

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Angelo Di Costanzo

circa 14 anni fa - Link

Chiedo scusa ma mi scappa: se una sera vi va il Chianti di Fonterutoli e siete in zona ricordatevi di cercalo tra i: "MOUTHWATERING SWEET and SOUR REDS Exciting reds with sweet & sour cherry and plum fruits with a herby bite to finish." Era un tantinello banale scrivere Toscana rossi... :-)

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