La bottiglia di carta è il contenitore ideale per l’acqua colorata

di Elena Di Luigi

NEW YORK POST. Un coraggioso settantenne di Brooklyn, Joseph Mariano, coltiva dal 1994 un vigneto a poca distanza dal Gowanus Canal, considerato uno dei corsi d’acqua più inquinati della zona. Il vino si chiama Vinum Nostrum e come ogni vino che si rispetti, esprime il suo terroir al naso con deciso profumo di albicocche e pesca. Il signor Mariano che è un ex programmatore di computer oggi in pensione, non teme conseguenze per la salute anche perchè racconta che una volta è caduto nel canale senza conseguenze di nessun genere. Dell’annata 2010 gli è rimasta solo una bottiglie di rosé che stapperà in famiglia al pranzo di Thanksgiving.

DAILY MAIL. Si chiama Greenbottle, bottiglia verde, ed è la prima bottiglia al mondo interamente fatta di carta, biodegradabile in una settimana e con un’impronta carbonica pari al 10% di una bottiglia di vetro. É stata realizzata in GB e presto verrà proposta nei supermercati. Gerard Basset, vincitore del World’s Best Sommelier nel 2010, dice di non avere riserve per una bottiglia che fa risparmiare tempo, soldi e può aiutare l’ambiente.

THE STANDARD. La settimana scorsa abbiamo letto la notizia di 10,000 bottiglie di vino rosso di diversa nazionalità, lasciate per le strade della città cinese To Kwa Wan. Fino ad oggi solo il consolato cileno a nome dei suoi produttori importatori nel paese, ha chiesto alle autorità dei campioni da sottoporre ad analisi di laboratorio. I risultati dicono che il contenuto delle 2,000 bottiglie “cilene” è acqua colorata.

STAR NEWS. Dopo vari tentativi l’australiano Peter Preuss è riuscito a produrre il suo primo vino Uhudler ed è ora alla ricerca di un nome con cui marketizzarlo. Infatti trattandosi di una denominazione austriaca, le autorità non gli permettono di mettere il nome dell’uva sull’etichetta. Eppure quella di Preuss è la storia di una grande passione per una varietà che in vari modi ha provato a importare dall’Europa, ma senza risultati. Poi un giorno la madre gli parlò di un signore austriaco che da circa 40 anni coltivava un vigneto dietro casa e che secondo lei valeva la pena conoscere. Alla visita però Preuss dovette constatare che non solo il signore era deceduto ma anche che la moglie si era liberata della vite. Senza disperarsi ha provato a recuperare le radici rimaste nel terreno da cui poi ha ricavato il suo primo vigneto di Uhudler. Tra i nomi che Preuss sta valutando per il suo vino c’è Yarhoodler che suona come uno yodel e Broodler che ricorda il tedesco “fratello”.

Nella foto (Reuters): “Se non mi dai l’uvetta ti butto nella fontana”. È il senso della Raisin Monday Celebration che si tiene ogni anno nel college Scozzese di St. Andrews. Col tempo il vino ha sostituito l’uvetta e la schiuma la fontana: tutti i particolari qui.

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