Io quelli che investono in vino anziché berselo li piglierei a calci nel sedere

di Cristiana Lauro

Consigli per gli acquisti. Leggete un po’ che bella analisi ha riportato sul Venerdì di Repubblica Loretta Napoleoni. L’indice dei vini, che viene calcolato sui migliori del mondo, nell’ultimo anno è sceso del 27,3 %. Tenete conto che, nel periodo d’oro dal 2005 al 2008, era salito del 152%. E’ evidente che questo dato sia diretta conseguenza della crisi economica che stiamo attraversando che, a quanto pare, ha ridotto la domanda cinese. Inoltre il rischio della contraffazione penalizza le obbligazioni.

Il vino è diventato una commodity, come il petrolio e il grano, ma con evidenti complicazioni per fissarne il prezzo vista la varietà e la mancanza di una vera Borsa valori. Manca un mercato che renda possibile la definizione di un prezzo certo e la liquidabilità del “bene” vino, dominato da variabili come annata, conservazione, tempo di vita residuo, non facilitano l’attribuzione di un valore di scambio. Ecco perché la commodity vino non ha mai attratto investitori istituzionali in grado di applicare gli strumenti della finanza di settore. Qualcuno in realtà lo fa, come Arvi, la banca del vino in Svizzera, ma è molto piccolo. Insomma, la sostanza è che il mercato subisce il prezzo delle grandi aste.

Guardando al passato, il quadro si chiarisce. Una volta c’erano i wine merchant inglesi che compravano tutto il Porto, il Madeira e i vini di Bordeaux, ma oggi non ci sono più. Taylor comprava Porto e lo imbottigliava. I veneziani acquistavano in blocco la vendemmia della malvasia di Candia (Creta). Erano mondi più globali di quello di oggi, a pensarci bene. Non sono un’esperta di economia e finanza, ma credo che una previsione futura debba analizzare l’andamento del trend di crescita del numero di milionari nel mondo in parallelo alla discesa del dato che ci riporta Napoleoni. Comunque sia, ho sempre avuto un certo fiuto per gli affari e il vino che ho comprato me lo sono bevuto tutto, anzi, cerco tuttora di berne più che posso. Alla faccia della borsa valori, tié!

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Cristiana Lauro

Cantante e attrice di formazione ma fortemente a disagio nell’ambiente dello spettacolo, che ha abbandonato per dedicarsi al vino, sua più grande passione dopo la musica. Lauro è una delle degustatrici più esperte d’Italia e con fierezza si dichiara allieva di palati eccellenti, Daniele Cernilli su tutti. Il suo sogno è un blog monotematico su Christian Louboutin e Renèe Caovilla, benchè una rubrica foodies dal titolo “Uomini e camion” sarebbe più nelle sue corde. Specialista di marketing e comunicazione per aziende di vino è, in pratica, una venditrice di sogni (dice).

11 Commenti

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FG

circa 12 anni fa - Link

Io trovo ad un buon prezzo il Masseto e sinceramente non me la sento di bermi tranquillamente un vino valutato dai 400 agli 800 euro (in base ai punteggi di Wine Advocate o Wine Spectator). Il mio stipendio mensile corrisponde circa ad 1/6 o ad 1/3 della valutazione della bottiglia quindi capirete che per quanto buono tale vino non può scorrermi serenamente lungo le cavità orali. Cosa lo compri a fare vi chiederete giustamente voi ?? Visto che lo trovo ad buon prezzo appena esce in commercio quando a dicembre escono i punteggi delle guide americane posso tranquillamente scambiarlo con un buon numero di bottiglie di ottima qualità ma di minore valore commerciale. Prendetemi pure a calci nel sedere :-)

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Pietro

circa 12 anni fa - Link

Il problema crescente è lo spread tra il Masseto e il Riesling della Mosella.

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Montosoli

circa 12 anni fa - Link

Cristiana tenga presente che con il passare degli anni come invecchiano i vini invecchiamo pure noi.....e se 10 anni fa andavo pazzo per il Brunello ora vado pazzo per il Barolo Benvengano le aste dove c'e la possibilita' di vendere e acquistare altro

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

Ma come no? Ci mancherebbe! Parlavo della difficolta' nel definire un prezzo certo, l'attribuzione di un vero e proprio valore di scambio. Se vogliamo considerare il vino una commodity, come credo sia diventato. Il problema e' proprio questo: non c'e' una borsa valori, quindi una finanza di settore. Le aste sono un'altra cosa e anch'io ho comprato alle aste ma per bere, non di certo per alzar quattrini. :-)

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Remo Pàntano

circa 12 anni fa - Link

...conosco un produttore di vini ottimi, venduti e bevuti in tutto il mondo che invece colleziona opere d'arte! Prosit...!

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maura pederiva

circa 12 anni fa - Link

Io penso che ci son collezionisti e collezionisti. Alcuni collezionano per vendere, per loro è un business, spesso passano le serate a parlare solo di vini e soldi, e va bene. Altri invece il loro vino vogliono berlo. Di quest'ultimi, invero non tanti, ho avuto la fortuna di conoscerne diversi, spesso son persone generose come poche. Un amico di Washington mi apre sempre Hermitage (adoro il syrah!) degli anni 60 e 70 quando sono da lui; ma molto del suo vino (due cantine stratosferiche) lo regala per scopi benefici. E sottolineo regala. Un altro amico a Roma fa lo stesso: di quattro cantine in giro per il mondo, una l'ha regalata anni fa a un ospedale USA per permettere un ingrandimento della sala giochi per i bambini malati. Ma nessuno lo sa, lo fa e basta. La cosa più bella è che son appassionati che rifiutano l'etichetta del "collezionista" e non ti fanno pesare mai la loro grande conoscenza o la loro ricchezza (in bottiglie: spesso trattasi di persone nemmeno benestanti ma che hanno cominciato a collezionare quando il vino costava ancora cifre ragionevoli). Del vino che ti aprono nemmeno parlan più di tanto, se ne stanno buoni in cucina a cucinare per gli amici che han invitato e il vino te lo lasciano scoprire da sola o insieme agli altri. Meno che mai parlano di soldi e di vendite, perché non ci pensano proprio. E con loro so che a volte berrò "solo" Rossese, Grignolino, Seyval, e Torrontes- buonissimi, di produttori mai sentiti nominare prima, altre una verticale di Haut Brion (come l'altro ieri sera a Roma, che sorpresona.... I. , sei un mitoooo!). E forse sarà anche vero che uno che ha appena regalato non so quanti Richebourg o Cros Parantoux di Jayer per un pranzo di beneficenza questo prossimo settembre a NY non avrà nemmeno tutte le rotelle a posto, ma si capisce che è una bellissima persona da tante cose,e preferisco pensare che abbia solo un grande cuore. Del resto uno che ti dice ridendo e scherzando che nella vita "l'importante è tracannare" è un portento. Ognuno sceglie come vivere la propria vita e la propria passione: io forse non arriverei a prendere le altre tipologie di collezionisti a calci (potrei farlo) ma certo preferisco coloro che sanno vivere il vino con leggerezza e con sentimento.

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luigi

circa 12 anni fa - Link

Bene e ora che sappiamo che questo tuo carissimo amico ha un cuore grande come la Borgogna? Codesti augelli?

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

Scusi Maura ma non la seguo. Non ho capito cosa c'entri col tema del post che forse non ha letto con attenzione. Ci sono tante persone che fanno beneficenza,per fortuna e sono comunque troppo poche. Pero' trovo di cattivo gusto parlarne. Vale la regola che si fa ma non si dice.

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MAurizio

circa 12 anni fa - Link

Oddio. Questa cosa che della beneficienza NON bisogna parlarne mi è sempre sembrata strana. Mi suona come se fosse "consigliato" da chi le mani in tasca per certe spese NON ce le mette mai

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

In questo caso invece e' consigliato da una che ce le mette eccome. Siamo decisamente fuori tema comunque. Il post parlava d'altro.

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Luigi

circa 12 anni fa - Link

Se uno vuole investire in bottiglie di vino non vedo che problemi ci siano. Saranno fatti suoi? Almeno non fa male a nessuno,sempre meglio di quelli che investono in ettari di terreno in Mozambico.

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