Intravino vi augura un fantastico 2019 in direzione ostinata e contraria

Intravino vi augura un fantastico 2019 in direzione ostinata e contraria

di Redazione

Come ogni anno, eccovi gli auguri di Capodanno della redazione di Intravino sotto forma di bevute consigliate. Il tema per il 2019 è “In direzione ostinata e contraria”, ché a seguire il consiglio di Faber si fatica il doppio, ma vuoi mettere il divertimento di essere unici?

“Moutard Champagne Brut Champ Persin e “buon anno ar secchio!” 100% chardonnay, questo Blanc de Blanc proviene da un singolo vigneto di 2 ettari, denominato “Champ Persin”. La particolarità sta nel fatto che questo champagne è realizzato senza fermentazione malolattica, al fine di preservare la freschezza del frutto e la sua vivacità. Le note di mela matura, pesca e guava fanno d’apripista, in questa versione succosa ma sostenuta da un’acidità appetitosa e da una sublime cremosità. Offre sentori di mandorla candita, zenzero e agrumi maturi. Per me è sì.” (Salvatore Agusta)

“Ho pensato e ripensato cosa scrivere, divisa tra la bevuta più strana o quella più appagante. Alla fine ho deciso per l’appagante: viviamo una vita già strana di suo, fatta di stenti e privazioni; almeno per l’anno nuovo bisogna sognare carichi di grandi aspettative. Dunque mi viene da segnalare Bruno “Bistecchina” Paillard, con il suo Assemblage 2008. Piccola percentuale di meunier, chardonnay e pinot noir in ugual misura. A me nello champagne intriga la capacità di ritrovare sapori distantissimi tra di loro eppur complementari, et voilà una bevuta tesa e dall’acidità ben definita ma equilibrata, dove l’ostrica pomicia allegramente con un vasetto di miele di acacia, mentre la nocciola spunta di tanto in tanto lasciando la scena a una carambola di agrumi canditi. Detta così sembra la sceneggiatura del prossimo film di Ozpetek, me ne scuso; il fatto è che la proporzione tra qualità della bevuta e prezzo a scaffale mi apre tutti i chakra, così quando posso lo acquisto senza troppi pensieri.” (Sara Boriosi)

“Auguri in una bolla di Moscato d’Asti. Quale che sia, purché sia. Perché era fuori moda e perché tutti ora lo fanno secco. Perché il Prosecco rischia una musata ancora più grossa e allora intanto beviamo alla salute di chi l’ha già presa. E poi perché alle nonne e alle zie il Moscato d’Asti piace sempre. E se piace a loro allora va bevuto e basta.” (Tommaso Ciuffoletti)

“Beh, io mi ostino a bere Champagne. E per finire l’anno con un po’ di cazzimma, butto lì La Grande Ruelle 2011 di Marguet: potenza di frutto, per chi non cerca eleganza, ma gourmandise. 100% pinot noir di Ambonnay, in sole 1818 bottiglie. Buonissimo.” (Lisa Foletti)

“Brut Non Dosé 2015 F. et J. Pinon. Nel 2019 i vini francesi furono banditi dalle enoteche del Regno in virtù della benemerita Legge per la Promozzione delle Produzzioni d’Eccellenza, meglio nota come “Legge Cojoni”, dal nome del relatore in Commissione. Prima di espatriare, avevo passato il 2018 bevendo solo bolle straniere, mentre i miei amici già si instagrammavano con prosecchi e sughi pronti Balilla. Questo fu il mio vino di San Silvestro, uno stroboscopico elisir di e per i frutti di mare, arricchito da cedri e renette, succosissimo.” (Emanuele Giannone)

“Genio Barzaghi e cuore Montagnani, il miglior pet-nat toscano è a San Gimignano: Co’ i Botti Igt Spumante. Da uve 50% Verdicchio e 50% Verdacchio (vecchio vitigno toscano ormai scomparso e ritrovato nelle vigne di nonno Montagnani). Macerazione in pressa delle uve per 12 ore, pressatura soffice, fermentazione e affinamento per 6 mesi in vasche di cemento, rifermentazione in bottiglia e affinamento sui propri lieviti.” (Andrea Gori)

“Alla fine, dopo mille pippe mentali, ho scelto un vino di pancia. Uno di quelli che appena lo nomini storcono il naso e quando lo bevono è una gioia contagiosa, che ti riconcilia con tutti e pure con te stesso. Per l’ultima bevuta dell’anno metto da parte ogni velleitaria aspirazione alla notte degli oscar e mi scolo un lambrusco di Denny Bini (alias Podere Cipolla), un Ponente 270, così mi ricordo che la bellezza sta anche nelle cose semplici, saporite e contagiose.” (Alberto Muscolino)

“Brut Rosè La Palazzola (Stefano Grilli), scoperto recentissimamente grazie all’amico Marco di Terra Vino. Metodo ancestrale, realizzato con sangiovese, pinot nero e altre uve. Breve contatto con le bucce. È uno spumante irriverente che non guarda in faccia nessuno, con una freschezza nervosa di agrumi, visciola e succo di pomodoro. Punge, disseta e sgrassa via tutti bagordi delle feste, prima di lasciare in bocca una traccia splendida e selvaggia di terra e pietre.” (Graziano Nani)

“Io non leggo Intravino perché #nonsonounwineblogger (così vengo accusato dalla crew), ma ogni tanto sì: e allora capita che quando esco a pranzo con gli amici, quelli sadici, sapendo delle mie cattive frequentazioni, ti ficcano in mano senza preamboli la carta dei vini e – lo scegli tu il vino, che sei l’esperto, vero? – quindi devo millantare conoscenza e attaccarmi al tram in curva.
Così quest’estate per conciliare un improbabile menù arlecchino, mi è toccato diventare un funambolo in equilibrio sull’orlo del calice. Cosa meglio che scoprire in carta un D’Araprì Pas Dosé, sciùr Diretùr Tomacelli, e ricordare vagamente che ne avevi scritto? E mi è piaciuto così tanto che stanotte per pasteggiare a tutto pesce con altri amici meno sadici, gli propinerò proprio il frizzante dàuno. Prosit Neujahr! (Thomas Pennazzi)

“Vado in Francia idealmente per l’ultimo giorno dell’anno, non che mi non mi piacciano le bollicine italiane, tutt’altro, ma quest’anno la deriva è classicissima e non posso transigere sulla scelta: Champagne e senza nemmeno pensarci troppo André Beaufort.” (Leonardo Romanelli)

“Non so come butterà con gli investimenti immobiliari in cui mi sono imbarcato di recente (palafitte sull’Isola Pietro I). Per cui volo basso, certamente a sud della Champagne che rischia di trovarsi a breve molto a nord del mio conto in banca.
Ecco allora due birre artigianali di curiosa quanto pregevole fattura: Heracles, golden ale di Birrificio dell’Etna, con pistacchio verde di Bronte, e la salentina Malagrika di B94, craft ad alta fermentazione con confettura di mela cotogna. Confesso: appena ho letto ”pistacchio di Bronte” mi è venuto in mente questo mirabolante post di qualche anno fa. Tranquilli, niente di così estremo. Piuttosto che bere una birra aromatizzata con palle di toro, svendo le palafitte e mi vado a ubriacare a Reims.” (Gianluca Rossetti)

“Brinderò al nuovo anno con una bottiglia di Prosecco, ma non chiedetemi di che cantina. Sarà un Prosecco qualunque, fosse pure quello del Lidl, l’importante è che faccia il botto e sia frizzante. Berrò alla mia salute (scarsa) e alla imbecillità (tanta) dei due tenutari di questa bettola “deprosecchizzata”. Lo so, con l’età non posso più dare il cattivo esempio, ma posso sempre dare buoni consigli.” (Antonio Tomacelli)

“Trebbiano Romagnolo, inevitabilmente amichevole e frizzante. Indigeno di Ancarani è tutto quello che volete raccontare a Capodanno: naturale, effervescente, facile e simpaticamente verticale nella sua bellissima etichetta. Buon anno e viva la Romagna!” (Andrea Troiani)

“CUR 2012, Extra Brut Millesimato 2012 – Cantine Bambinuto. Perchè? Perché l’ho assaggiato in cantina quando andava ancora al nido e già prometteva carattere e profondità. L’ho bevuto di nuovo qualche sera fa e, adesso che va alle elementari, ha confermato le promesse. Lungo, profondo, deciso. È proprio il vino di mamma Marilena Aufiero, è una bellissima espressione tra le varie del suo greco, lingua che, a giudicare dalle bottiglie che spesso ho la fortuna di stappare, conosce molto bene.” (Samantha Vitaletti)

“Berrò il mio Prosecco col fondo preferito, anti-divo come chi lo produce e vade retro enofighetti. Perché mi soddisfa, è leggero e brillante oltre che frizzante, facile ma per niente scemo anzi a prova di scemo. Menu del cenone a base di pesce quindi il mix sarà a base di Verdicchio e Irpinia bianchista con l’immancabile Moscato d’Asti di pregevole fattura per gli auguri di Capodanno. E tutto nell’attesa dei tortellini alla panna del primo gennaio a pranzo, ma domani è un altro giorno.” (Alessandro Morichetti)

 

[Illustrazione di Lorenzo Tomacelli]

1 Commento

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Lanrgano

circa 5 anni fa - Link

Champagne Pierson Cuvelier pas dosè, Friulano Clivi Galea 2001, Nebbiolo (anzi Nebiolo...) di Cappellano 2013. Dopo cena abbiamo stappato un Timorasso San Leto 2012 etichetta blu. Buonissimo e il liquido più 'idrocarburico' in circolazione dopo il gasolio... :)

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