Intravino risponde | Quali vini per la temibile grigliata di Ferragosto?

di Antonio Tomacelli

Avviso ai lettori: le immagini a corredo del post sono adatte ad un pubblico adulto e nessun sommelier è stato maltrattato durante la scelta dei vini. Fatti gli opportuni disclaimer entriamo subito in argomento: l’irrinunciabile grigliata di Ferragosto. Leggo il manuale del perfetto grillista a pag. 2: “Gli elementi necessari per la grigliata di ferragosto sono tre: carne (tanta) o pesce, infradito ai piedi e vino ghiacciato”. Le infradito le abbiamo tutti e non richiedono paricolari abbinamenti ma tutto il resto sì e dunque infiliamoci dritti nel ginepraio, avvalendoci dei preziosi consigli del migliore dei nostri editor (tra quelli non in vacanza, ovvio) Alessio Pietrobattista, uno che sta al vino come Franco Califano sta ai quartetti di Mozart.

Il Porco, questo conosciuto
Puntine, salsicce, capocollo e pancetta strappano l’applauso facile e sono la base di una grigliata di successo. La percentuale di grasso è di quelle che danno i brividi alle arterie ma la carne è bianca, delicata, per cui Intravino consiglia:
Alezio doc Rosato Mjère 2010 – Michele Calò e figli

“Trovo la carne di maiale una delle più versatili per gli abbinamenti, sia a livello di condimento che di vino. Per la griglia, soprattutto ferragostana, i rosati secondo me si comportano a meraviglia. In particolare quelli dotati di buona struttura senza rinunciare alla freschezza e il Mière 2010 di Michele Calò corrisponde pienamente all’identikit: al naso visciola, lampone, rosa con il bonus dell’incontro speziato tra Negroamaro e Malvasia nera che trovano al sorso freschezza e struttura, rendendo coinvolgente la beva. Servire fresco a 12°”

Bistecche senza frontiere
Angus, fassona o fiorentina? Complichiamoci la vita: un bel filetto al sangue no? L’opzione vitel flambè non è tra le mie preferite e poi qui al sud circolano certe bistecche di bufalo che diosolosa! Trattandosi di animali di un certo peso la nostra scelta non può che adeguarsi e quindi consigliamo:
Toscana Igt Pian del Ciampolo 2009 – Montevertine
“Che il Sangiovese sia un vero animale da tavola non lo scopro certo io. Allo stesso modo, che si comporti egregiamente con la carne bovina è un dato di fatto. Con la calura rinuncio volentieri a strutture mastodontiche e tannini decisi in favore della freschezza e della facilità di beva. Il Pian del Ciampolo 2009 di Montevertine da questo punto di vista non è secondo a nessuno, con l’accattivante olfatto floreale e fruttato giocato su toni chiari di ciliegia, rosa e i consueti tocchi sanguigni, immancabili per il sangiovese di razza. Bocca filante, snella senza essere scarna per un vino la cui bontà si misura in secondi di durata della bottiglia. Servire tra i 12° e i 14°”

L’agnello da dio
Costine come se piovesse e, mi raccomando, spolpate rigorosamente a mano. La carne d’agnello ha quel tocco di selvatico che piace ma per una vera esperienza lisergica consiglio il capretto, ordinato in macelleria, ahimè, con mesi di anticipo. Animale transumante per eccellenza, trova il suo abbinamento ideale tra le colline di chi la transumanza l’ha praticata per secoli.
Montepulciano d’Abruzzo doc Malandrino 2009 – Cataldi Madonna
“Il Montepulciano d’Abruzzo è, per me, il re della griglia. Quando la brace arde il pensiero va subito a questo vitigno, soprattutto se a cuocere è una gustosa carne ovina. Quindi, anche se il termometro ne sconsiglierebbe l’apertura, non ci rinuncio, a maggior ragione nelle versioni più succose e meno spinte. Ecco perchè scelgo il Malandrino 2009 di Cataldi Madonna, Montepulciano piacevole senza essere piacione, in costante equilibrio tra frutto scuro polposo e tocchi selvatici: prugna, mora, cassis e belle note di cuoio e animali a impreziosire. Tannini levigati, gentili e buona freschezza non lasciano alcun dubbio: la scelta è quella giusta! Servire tra i 14° e i 16°”

Pollo e i suoi fratelli
Stanchi del pollo in rosticceria, vero? Nonostante le precauzioni riservate al pennuto, il trgitto fino a casa si rivela quasi sempre fatale: è passato da profumato/croccante a molliccio/puteolente in un amen. L’unica è tentare la brace e il risultato, credetemi, è di quelli che riavvicinano i parenti più litigiosi. Se volete far pace con la suocera consiglio le alette, per zie e cugini riottosi andrà bene il pollo integrale. Il sommelier de noantri consiglia:
Malvasia del Lazio Igt Rumon 2010 – Conte Zandotti
“Può un vino proveniente dall’areale del Frascati, prodotto con il vero autoctono della zona, non essere un Frascati DOC (anzi, DOCG) ed essere allo stesso tempo più Frascati di molti altri prodotti con la fascetta in bella vista? Succede con la Malvasia Rumon 2010 di Conte Zandotti, Malvasia puntinata (o del Lazio) in purezza che amo abbinare al pollame grigliato. Un bianco con il pollo? Certo, perchè ha struttura e dote acida necessaria per abbinarsi al pennuto, con in più quella tipica dolcezza fruttata che siaccorda all’amaro della pelle grigliata (voi la scansate???). In più l’olfatto è giocato sui toni chiari di pesca, melone invernale, mandorla e tocchi gialli di albicocca e ginestra. Servire intorno ai 12°”

Come un pesce fuor d’acqua
Lo avevate giurato a voi stessi e finalmente quel giorno è arrivato: “Prima o poi faremo ANCHE la grigliata di pesce”. Vabbeh, contenti voi, il gran giorno è arrivato ma sappiate che, oltre ai gamberoni di prammatica, non è ammesso nient’altro che Sua  Maestà Il Sarago, possibilmente in pezzature imbarazzanti. Il vostro consulente bancario vi dirà come pagarlo e, visto che ci siete, allungate di qualche mese il mutuo e fate una scorta di:
Taburno Falanghina del Sannio dop 2011 – Fattoria la Rivolta
“Dotto’ je porto ‘na bella Falanghina?” è la frase tipica che si sente nella maggior parte dei ristoranti di pesce di dubbia qualità della Capitale. Ormai è diventata la prima opzione, un vino imprescindibile per accompagnare una grigliata di pesce. Tutto sommato non è sbagliato, basterebbe però sceglierne una degna di questo nome e la Falanghina 2011 della Fattoria La Rivolta lo è davvero. Il naso rieslingheggia ed è un marchio di fabbrica di questo vino che ha toni agrumati di limone e cedro, con un intreccio di mandorla e fiori bianchi. L’incedere acido e sapido del sorso rende davvero pericolosa la beva e ben si abbina alla grigliata marinara. Servire intorno ai 10°”

I consigli enogastronomici ve li forniti, per tutto il resto c’è Dissapore (qui) e la nostra sezione dei commenti: vogliamo un resoconto completo, mi raccomando.

[Crediti |Immagini: BBQ4All]

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

6 Commenti

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Adriano Aiello

circa 12 anni fa - Link

Orgogliosamente privo di infradito, con questo caldo tenterei il compromesso dei rosati

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Luca Miraglia

circa 12 anni fa - Link

Pienamente d'accordo, specialmente se provenienti dalla gloriosa terra di Puglia, che ne offre interpretazioni variegate e sempre ottime.

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Elena

circa 12 anni fa - Link

Mi associo ma siccome e' festa due bolle due non le consideriamo?

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

Certo che le consideriamo! Le bollicine sono sempre le benvenute, magari in attesa che la griglia compia il proprio dovere. Il difficile è trovarne una (italiana intendo) che abbia un buon compromesso tra qualità, reperibilità e che non sia troppo scontata. :-)

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Elena

circa 12 anni fa - Link

La mia scelta e' stata " il mattaglio brut" Cantina della Volta spero di non deludere le aspettative.

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GIORGIO SERPICA

circa 12 anni fa - Link

AGENTE-RAPPRESENTANTE DI COMMMERCIO INSERITO ANCHE NEL CANALE HO.RE.CA. (ristoranti-hotel- MEDIO ALTA )

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