Indiana Jones alla ricerca della roccia d’Alsazia
di Giorgio MichielettoSi sa che a livello geologico l’Alsazia è una delle regioni più complesse al mondo e sotto il sole che ti graffia a 37 gradi “l’arca perduta” è un riesling distillato di pietra, fossili e agrumi. A Hunawihr, nel paese-cartolina sotto la chiesa fortificata che domina i vigneti, Domaine Mittnacht Frères è una miniera di scoperte. Due riesling vanno dritti come una lancia al palato e al cuore. Esprit Libre! 2017, presentato come vino senza solfiti (minima quantità solo in imbottigliamento) al naso è quasi Sicilia: mare e limoni. Acidità tagliente, spremuta col ghiaccio: pompelmo, mela verde, fiori bianchi. La curiosità è tutta sull’evoluzione della bottiglia.
Lieu dit Muehlforst 2016 è un temporale d’estate in alta montagna dove ci sono solo erba e rocce. Producono due riesling grand cru (Osterberg e Rosacker) ma non esitano a definire questo il loro “più prestigioso terroir”. Il naso è già complesso: lime, scorzette d’arancia, finocchietto e anice. Un po’ di polvere da sparo. Bocca potente, piena, mai stancante. Finisce a mezzanotte (nomen omen).
Il Grand Cru Rosacker 2015 di Mittnacht Frères ha invece ancora bisogno di tempo per tirar fuori la mineralità; per ora è fermo sul frutto maturo, miele, albicocca e uno sbuffo affumicato. Ritroviamo invece la finezza di questo grand cru, uno dei più interessanti d’Alsazia (tra i 260 e i 330 metri d’altezza, est / sud-est, roccia madre di calcare di 245 milioni di anni, molto magnesio e calcio), al Domaine Agapè di Riquewihr il villaggio che ha ispirato i disegnatori di La Bella e la Bestia. L’Agapè Grand Cru Rosacker 2016 è un riesling bestiale, da favola: tutto giocato sui fiori di campo, gelsomino, cedro, pesca. Note verdi e di frutta gialla con un tocco di liquirizia e cera. Ancora giovane ma già entusiasmante: asciutto, sapidissimo. Potenza e finezza. Vincent Sipp, il produttore, è il fratello di Jacques del Domaine Sipp Mack di Hunawir (il suo Rosacker 2013 è da avere assolutamente in cantina) e nel 2007 ha deciso di prendere la propria strada.
Questo riesling è un suo calco in pietra: discreto, ma travolgente. Se Rosacker ha un’aura di leggenda (in questo grand cru nasce il mitico Clos Sainte Hune di Trimbach), Kanzlerberg invece è il gran cru più piccolo di Alsazia. Poco più di tre ettari al confine di Bergheim.
Solo due produttori, uno dei quali è Sylvie Spielmann che nella sua gamma di grandi (e potenti) classici produce anche una chicca per piccoli esploratori: GypsE Terroir Unique. Pinot bianco, pinot grigio e pinot nero piantati nel 2004 su una marna di gesso della vecchia cava di Bergheim: uve vendemmiate, pressate e vinificate tutte insieme, otto mesi sulle fecce. Col 2015 sul tavolo si può discutere, anzi litigare, su tutto: vino biodinamico, vino naturale, vitigni e terroir, terreni e mineralità, lieviti indigeni, acidità e residuo zuccherino.
Divide, spiazza, ma di sicuro ti fa sentire un po’ Dottor Jones con calice e cappello.
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