Impresa del giorno | Leggere la Top 100 2010 di Wine Spectator senza vomitare

di Alessandro Morichetti

Sparare sulla Croce Rossa è da codardi. Leggere i primi 10 piazzamenti nell’annuale classifica dell’influente rivista americana Wine Spectator aveva sconvolto me e buona parte dei lettori di questo blog. Sfogliare tutti e 100 i vini segnalati aumenta esponenzialmente la carogna che mi cova dentro quando si parla di premi e riviste. Se questi fossero davvero i 100 migliori vini del mondo, mi darei all’ippica piuttosto che girare per assaggi, cantine e fiere. Giusto per capire di cosa parliamo, scorrete un attimo la lista completa.

Per rispetto degli esclusi, non menziono neanche i pochi vini italiani presenti. Faccio solo una considerazione. Qualsiasi classifica esprime un giudizio critico, suggerisce un’interpretazione. Accetto di essere provinciale ma sapere che informazioni del genere abbiano un peso anche piccolo sui mercati e sul gusto mondiali mi terrorizza. L’impressione è che la Top 100 serva solo a vendere la rivista con annessi e connessi, le tecniche di branding usate non hanno eguali al mondo. Sapere che qualcuno creda davvero a quell’analisi è dramma puro. Mi congedo con le parole del “franco tiratore” polacco Marek Bienczyk, segnalateci dal commentatore Mario Crosta. Sono del 2004 ma sembrano attualissime: “Si tratta del modo riduttivo di parlare del vino, del quale Wine Spectator è diventato impareggiabile maestro e che si impone come modello alle altre riviste. Quando nelle diverse manifestazioni vinicole converso con i giornalisti e i produttori, mi informo di una moltitudine di cose interessanti: la gente ha tanto da dire, tanto si può sapere da loro, imparare, da ciò tante polemiche e discussioni. Tutto questo poi dove si perde? Perchè si ottiene così poco dalle colonne delle riviste, perchè lisciano il loro vero volto e si spalmano di vaselina innocentemente come il proverbiale culetto dei neonati?“.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

27 Commenti

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gianpaolo

circa 13 anni fa - Link

Prendiamola per quello che e' e per quello che vale. Ma il punto secondo me, da produttore, e' un altro. La scarsa considerazione, al limte della sciatteria, di cui gode il vino italiano su quelle pagine e' per forza un riflesso di quel poco che siamo riusciti a fare come nazione vinicola per imporre all'attenzione mondiale i nostri buoni vini. L'impressione e' che a livello internazionale l'Italia non pesi per quello che dovrebbe pesare. L'abbiamo gia' sentita altre volte questa storia, vero? All'ONU, nella FIFA, nella UEFA, e in qualsiasi altro consesso internazionale siamo oggettivamente poco "pesanti". La colpa non puo' essere che nostra, di come ci poniamo a livello internazionale, ovvero tutti in ordine sparso e Dio vedra'. Mai una politica degna di questo nome con la quale presentarsi verso l'esterno. Enti, istituzioni, organismi pubblici con lo stesso livello di spesa di altri paesi importanti, come Francia e UK, ma con risultati infinitesimalmente inferiori. Ridiamo, giustamente, di queste classifiche, ma riflettiamo sulle implicazioni.

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Davide Buongiorno

circa 13 anni fa - Link

Caro produttore...è tutto vero quello che dici ma il problema è alla base!Voi produttori vi odiate/invidiate tutti alla base...l'unico vero esempio di esportazione e di unione nel mondo del vino è/era quella di Langa in...dopo di loro il nulla cosmico. In Toscana/Veneto le 2 regioni + importanti nel mondo del vino che conta vedo produttori che si fanno la guerra, non si parlano e se possono si sputtanano! BASTA! Unitevi e considerate solo una cosa...la Francia sarà sempre più avanti...imparate da loro la storia e la tradizione!

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gianpaolo

circa 13 anni fa - Link

C'e' una crescita culturale da compiere, non solo nel vino ma in tutti i settori o quasi. Ma non e' proprio come dici tu che ci odiamo tutti. Io ho fatto moltissime cose insieme a molti miei colleghi e non ho l'abitudine di sparlare male di nessuno. Pero' va stimolata una visione piu' ampia e organica. La Francia....non credere che li' non ci siano i campanilismi, le invidie, ecc. ci ho vissuto e la conosco bene. La Francia e' un paese molto burocratico e centralista, come l'Italia, ma almeno li' la burocrazia funziona.

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Davide Bonucci

circa 13 anni fa - Link

Non è vero che tutti i produttori si odiano. E' vero che ci sono delle rivalità, ma ci sono anche splendidi esempi di colaborazione. Non farei un discorso di zone (anche se conosco aree toscane virtuose, in questo senso), ragionerei soprattutto delle qualità umane dei prodotti, delle volte i vini sono conseguenza della qualità dell'uomo. Difficile che un imprenditore che si inventa produttore con l'unico intento di fare quattrini facili possa essere un valido produttore. Non tutti hanno la giusta pazienza per poter ben lavorare in agricoltura. Ecco, di questo parlerei. Il ragionamento sulle invidie è un po' troppo generico...

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daniela

circa 13 anni fa - Link

Commento saggio....... c'è verità quando si dice delle lotte fra produttori, che alcuni lavorino insieme è bello....ma sono rari, purtroppo

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Davide Buongiorno

circa 13 anni fa - Link

La Classifica di WS fa sorridere come ogni anno ma è un classifica che si basa su reperibilità del prodotto (in US si parla in numero di casse non poche centinaia di bottiglie), prezzo, punteggio e fattore emozione. Ma i più importanti sono i primi 3 perciò il gioco è fatto. Non possiamo pensare di trovare tra i top 100 L'U bacan (faccio un esempio banale) di cui ci sono poche migliaia di bottiglie o lo Chardonnay di Anselmet...è paradossale. Se volessimo fare un classifica assoluta del vino più al mondo...bhé forse non tutti se lo potrebbero permettere e non tutti riuscirebbero a trovarlo o sbaglio. Non ho memoria di aver mai visto un Monfortino o un Romanee Conti (sempre banali esempi) in classifica!

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Riccardo Meazzini

circa 13 anni fa - Link

Mi permetto di ripubblicare il commento di Paolo75 nel post dell'argeomnto primi 10 WS : "Numero 3 prodotto in 2100 casse….pochine direi…costo US$ 85…non poco Numero 2 australiano prodotto in 2400 casse…probabilmente in America ne arrivano a dir tanto 500….sempre pochine….costo US$55 non proprio da every day…. Numero 1 prodotto in 950 casse…probabilmente conoscendo Saxum di cui il 70% vendute tramite mailing list….costo US$ 67(di release, quindi su gli scaffali considerando la scarsa reperibilita’ probabilmente viaggiamo su i 150…)" Siamo prorpio sicuri che prezzo e reperibilita' siano alla base delle valutazioni??...mah

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paolo75

circa 13 anni fa - Link

Ed adesso che la classifica e' piu' completa e' chiarissimo che reperibilita' e rapporto qualita' prezzo non sono certo i parametri di valutazione, almeno per quest'anno..... Il punto su cui tutti siamo d'accordo e' che questi 100 vini non rappresentano certo il meglio mondiale, anche partendo sempre dal presupposto che queste classifiche sono veramente inutili e fine a se stesse...tutte, non solo quella di WS. Da li' a dire che non si riesce a leggere la lista senza vomitare ce ne corre....sono convinto che chi ha scritto questo articolo su Intravino probabilmente non avra' "grandissima" esperienza su questi vini...quindi a che pro fare certe affermazioni? E quali mercati secondo te questa classifica influenzera' massicciamente??? A mio avviso solo quello americani....io ho una grande curiosita' su i vini di oltreoceano e ad oggi ne ho provati qualcuno che mi ha veramente impressionato....poi e' ovvio che sono un'eccezione e preferisco di gran lunga bermi i vini italiani e francesi di territori che conosco e che hanno una gran tradizione....ma perche' gli americani non dovrebbero fare lo stesso privilegiando e classificando di conseguenza i vini californiani, della zona di Washington ecc...... onestamente non capisco questo accanimento talebano contro WS....mah, si vede che non abitando piu' in Italia da qualche anno ho perso un po' il tipico atteggiamento italiano di dover fare polemica a tutti i costi...

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Una volta tanto non me la sentirei di dare la colpa di tale classifica all'incapacità di fare gruppo di noi italiani, ciò esiste da sempre e negli anni passati abbiamo raggiunto ben altri risultati con la stessa identica mancanza di supporto. Per me una classifica del genere vuol dire da parte del Wine Spectator - facciamo quadrato per i nostri produttori domestici californiani, che sono quelli che finanziano la rivista e ci pagana il mutuo. Il vino californiano é in grande sofferenza, non solo quello italiano.Per cui WS si deve dare una mossa, sono calati gli investimenti pubblicitari e rischia di andare a picco. - diamo spazio ai grandi gruppi di importatori/distributori. Guarda caso Ruffino é importato dalla Constellation, Frescobaldi dalla Folio di Tim Mondavi e Zonin dal suo stesso gruppo che da anni dispendia molti soldi e molte energie negli USA. - Facciamo anche contenti un manciatino di altri, Terrasole é un'aziendina di Montalcino il cui proprietario é uno svizzero-americano, molto simpatico e assolutamente innocuo commercialmente parlando. Zenato é importato dalla Winbows di Leonardo Lo Cascio, che non si capisce mai se se la passa bene o no, ma comunque ha un portafoglio italiano estesissimo e un contentino anche a lui bisogna darlo. - Chi ci rimane di italiano? un Pinot Grigio scelto fra quelli meno costosi e con il nome giusto. Il Chianti Classico Viticcio, anche qui un Chianti a casaccio fra quelli che rientravano nella lista del non-compianto James Succkling. Non importa se questi vini siano effettivamente superiori agli altri della loro categoria. Fanno contente le rispettive denominazioni i cui nomi sono conosciuti in America anche dai camerieri dei più infimi ristoranti. - Il vinsanto di Avignonesi é un monumento, ne fa così poco che non da fastidio a nessuno se si premia e poi é una categoria a sé che non ha concorrenti in altre zone importanti nel mondo. - Infine il Flaccianello, vino che adoro così come amo Giovanni Manetti proprietario di Fontodi ce ne fosserò di più, per onestà, passione, costanza, modestia e anche, perché no, venustà. Però qualcosa mi dice che forse il team di WS ha di nuovo giocato sicuro senza tante controprove e ha pigliato il primo che gli é capitato fra quelli dell'anno scorso (vedi due voci sopra). se non sono stata abbastanza cattiva aggiungo, é forse un caso che tolto di mezzo James Suckling dalla sua postazione europea nella lista non compaiono la marea di toscani dell'anno scorso e manco un mezzo bordolese a parte un generico Médoc alla postazione nr. 96? Allora Mr. "I am here" come la mettiamo? Adesso che te ne sei andato alla ricerca di te stesso siamo noi produttori italiani in toto che dobbiamo pagare la tua sfrontata parzialità di tutti gli anni scorsi?

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Gabriele

circa 13 anni fa - Link

Non ho mai capito perchè in mezzo a tante ciofeche ci piazzano sempre un paio di perle tipo il Silex o Hommage à Jacques Perrin, per far vedere che i vini da loro "scoperti" sono a quelle altezze?

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fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

Questi non sono i migliori vini del mondo secondo WS, sono una classifica dei consigli per gli acquisti, che tengono conto della reperibilità sul mercato di riferimento USA. Se di un vino ne vengono importate meno di un certo numero di casse è automaticamente escluso dalla lista . E sono messi in ordine decrescente in base a un rapporto matematico strettamente legato principalmente ma non solo al rapporto tra punteggio in degustazione e prezzo. E' difficile trovare vini sopra i 200 dollari, e la maggiorparte sono sotto i sessanta infatti. Detto questo ......non so che dire ... non ho mai bevuto moltissimi di questi vini... magari sono molto buoni per quello che costano. Uscirà la classifica assoluta, che tiene conto dei soli punteggi (i primi 100 sono tutti tra i 98/100 e i 100/100), e li magari ne parliamo.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Mi pemetto di dissentire sulla valutazione fatta in base alla reperibilità e al prezzo. Domaine de Beaucastel a $535 e Puligny-Montrachet Domaine Leflaive a $145 non sono tanto economici e non si trovano a tutti gli angoli di strada, per citare un paio di francesi In quanto a reperibilità e quantità prodotte di quelli italiani, ho dei dubbi sul vinsanto Avignonesi e il Brunello di Montalcino Riserva 2004 Terralsole, a meno che non sia avvenuto un altro miracolo dei pani e dei pesci. Ho guardato la classifica dell'anno scorso, ancora in era Suckling 18 vini italiani di cui 14 toscani 2 vini piemontesi 1 vino friulano 1 vino alto atesino leggetela come vi pare, ma non fasciatevi la testa con discorsi tipo "annate favorevoli" "reperibilità, casse prodotte e prezzi", qui si tratta di mercato e convenienza.

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carolina

circa 13 anni fa - Link

ma serve sta classifica? o si può vivere senza?

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Questa classifica non serve a noi italiani, trovo provinciale prenderla per i fondelli , come trovo provinciale prendere per i fondelli gli "amerregani" che intanto fanno blocco. Continuiamo a prenderli per il cXXo e a guardarci l'ombelico.... ce ne accorgeremo quando staremo a cantarcela e a suonarcela da soli.

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riccardo passoni

circa 13 anni fa - Link

Già dare un punteggio a dei vini porta a una distorsione perchè cambia la produzione di vino, almeno per alcuni, la trasforma in una gara al vino più complesso, corposo. Cosa sono disposti a fare certi produttori per qualche punto in più? Sicuramente piantare vitigni che piacciono alle giurie, magari internzazionali, rinunciare alla tipicità e territorialità di vitigni, sopraffarli con l'uso del legno. C'è da considerare inoltre che ogni palato è anarchico. Un altra domanda sarebbe da porsi, chi ci guadagna veramente con le guide? gli editori?alcuni grandi produttori o lobby del vino? O i migliori produttori e i consumatori finali?

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Vini&Cretini

circa 13 anni fa - Link

A me hanno raccontato (e la fonte è abbastanza affidabile..) che qualche hanno fa proprio WS aveva subito uno scherzetto da parte di un ex-collaboratore, premiando una carta vini (inviata in segreto al giornale da questo tizio) di un ipotetico ristorante di Milano (poi scoperto inesistente!) come miglior carta tra tutti i ristoranti Italiani e addirittura su questa carta erano intenzionalmente citati quasi tutti vini mai premiati da WS nella sua classifica. Insomma la dimostrazione palese che la competenza e la professionalità non alberga in quegli uffici... Cosa vogliamo farci?

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Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

è storia piuttosto nota: http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/esteri/finta-osteria/finta-osteria/finta-osteria.html

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Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

è piuttosto noto anche che repubblica (e anche tg5) copiarono la notizia (comprese alcune inessattezze) dall'allora mitico KelaBlu http://blog.gamberorosso.it/archiviokelablu/node/981

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kenray

circa 13 anni fa - Link

provinciale? no Alex sei un manicheo (comunista) dell'ultima ora. ma che ti frega di questi minchioni stars and stripes. ah già qualcuno deve rifilargli il "vino nostrum" e queste classifiche peggiorano i grafici di vendita (pardon) nel frattempo che dissertavate in questi giorni sui massimi sistemi ho ricevuto la splendiada guida ai vini di Altroconsumo 2011 in primo piano i bianchi sardi..rosicate

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Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

ken tu preparati per lunedì 29, ti voglio in prima fila alla degu del camartina a semplicemente uva.... http://www.semplicementeuva.it/evento_dettaglio.php?evento_id=16

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kenray

circa 13 anni fa - Link

Sommo Degustatore. è una settimana che sono influenzato e vado a tachifludec + latte e cognac nonostante questo lavoro e produco. tremonti ringrazia. aggiungi che uno dei miei pc è rotto e che devo andare a roma il 1° dicembre per tre giorni ad un convegno per pochi eletti e capirai, e mi scuserai, se non potrò essere presente. ma prima o poi a firenze passo. preparati. non sarà, per te, una giornata di sole.

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Davide Bonucci

circa 13 anni fa - Link

Impresa del giorno fallita :-(

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Lido Vannucchi

circa 13 anni fa - Link

Concordo con chi dice che Ws deve fare gli interessi dei Californiani, e degli AMERRIGANI è triste vedere una classifica del genere, io per mia curiosità e per lavoro molti di quei vini li conosco, alcuni sono fatti benino altri, bene, ma non andiamo oltre, tranne alcune eccezioni, vedi SILEX e soliti noti bravi, ma per il resto è poca roba, Bene ma in Italia, Lasciamo perdere la Politica o di come ci vedono all'estero, che li sprofondiamo, non siamo stati capaci di creare un rivista altrettanto autorevole, scusate altrettanto volevo dire solo AUTOREVOLE che faccia scuola che faccia opinione seria. Bene o male escluso cambiamenti climatici Siamo la culla ed il fulcro principale del Vino. Per geografia cultura storia tradizioni Vitigni Autoctoni, e sante iddio per Gusto. Ciao lido

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Davide Bonucci

circa 13 anni fa - Link

Per una volta voglio parlare bene dell'AIS, Fisar etc. Gli americani hanno le loro riviste patinate, catalogo per inserzionisti. Ma hanno scuole per sommelier altrettanto capillari ed efficienti? A giudicare dai loro gusti mediamente dozzinali, temo di no...

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Le hanno le scuole per sommelier sta tranquillo. Alcuni corsi sono a livello di Master of Wine. Non solo, ma la figura del sommeler professionista é presente in molti ristoranti ed é proprio quella responsabile della scelta dei vini, per cui personaggio chiave per tutti i produttori che si propongono attraverso la forza vendita locale. Anche una certa percentuale dei venditori ha almeno un diploma di sommelier/degustatore. Ti dirò di più, hanno a disposizione una fascia degustativa geograficamente più ampia di quella che viene presentata ai corsi Ais et similia, visto che il mercato americano assorbe esempi produttivi da tutto il mondo. Allora perché, dirai, questi gusti dozzinali espressi dalla classifica del WS? La risposta, le risposte, sono in quasi tutti gli interventi precedenti. Ognuno ha portato il suo contributo. Purtroppo non la soluzione.

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Mario Cruces

circa 13 anni fa - Link

Ragazzi, ma le classifiche cambiano a seconda di chi le fa, quando gli spagnoli fanno la classifica dei migliori ristoranti del mondo, ovviamente è piena di ristoranti spagnoli, quando gli italiani fanno quella dei migliori goal di tutti i tempi, ne troviamo un sacco della Serie A, è normale. Gli americani/australiani facciano la loro classifica e se la tengano, in Europa (o in Italia) dobbiamo prendere in considerazione altre classifiche fatte in casa, fatte seriamente, prendendo in considerazione i parametri giusti, oppure fare più classifiche in base ai diversi parametri: chi sarà il primo della classifica rapporto qualità prezzo (per chi non ha molti soldi da spendere in vino), probabilmente non sarà quello più reperibile o il migliore in senso assoluto (probabilmente per chi ha più soldi)... comunque se in Europa faremo la nostra classifica, gli americani/australiani ci diranno la stessa cosa, "ma ci sono soltanto (0-3) vini nostrani?".

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Davide Bonucci

circa 13 anni fa - Link

La conseguenza mediatica poi è questa. Aziende industriali, con vendemmie meccaniche, uso di fitofarmaci intensivi, passano per campioni di presidio rurale! http://www.libero-news.it/articolo.jsp?id=541576 E i veri produttori di presidio chiaramente si devono incazzare quotidianamente e in silenzio, nella più totale assenza del giornalismo VERO di settore (quindi non marchettaro) Giusto l'ultima vicenda, fresca fresca. Ovviamente sempre lontano dai riflettori dei media. E certo, bisogna parlare di Zonin, di Cecchi, "dei campioni della ruralità". O forse, semplicemente, dei campioni del budget di marketing? :-( http://paolocianferoni.caparsa.it/post/2010/11/29/Chianti-Classico-Collection-2010-1112-Febbraio-2011-ma-che-ci-azzeccano-gli-IGT.aspx#comment

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