Il vino a luci rosse (e blu)

di Antonio Tomacelli

Immagine 7La settimana scorsa ci ha regalato due o tre ricerche sul vino davvero interessanti. Fa bene ai denti, fa male alle donne e se spumeggia fa bene al cuore, tutta roba di cui avremmo fatto volentieri a meno. In attesa dei puntuali contrordini (gli scienziati amano smentirsi tra loro) registriamo una ricerca che invece ci piace assai. Sentite questa: la luce rossa o blu influisce sulla degustazione. Gli strizzacervelli tedeschi dicono che un ambiente illuminato da questi colori fa sembrare il vino più buono. La luce rossa influirebbe anche sui punteggi, risultati più alti che con qualsiasi altra luce.

Lampadine bianche o verdi ottengono invece l’effetto contrario e sono da sconsigliare durante degustazioni e, aggiungo io, redazione di guide. Ma la conclusione più pericolosa alla quale sono arrivati gli scienziati è un’altra: la luce calda e soffusa influisce anche sulle nostre tasche. In pratica, con l’illuminazione giusta pagheremmo qualsiasi cifra per un vino modesto e questa reazione spiega molte cose. Io per esempio ho finalmente capito perchè in certi ristoranti ti fanno mangiare e bere praticamente al buio. Lo volete un consiglio? Evitateli e state lontani anche dai winebar a luci rosse: il conto potrebbe essere caldo, molto caldo.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

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