Il tappo a vite è la chiusura definitiva per qualsiasi bottiglia di vino?

di Alessandro Morichetti

Questa immagine distruggerà per sempre i luoghi comuni sul tappo a vite. Sono 14 bottiglie di Clare Valley Semillon 1999 di Leasingham Estate con differenti tappature, dal sintetico al sughero allo screw cap, cioè tappo a vite. L’esperimento di tenuta (si apre un pdf) condotto da Old Bridge Cellars Australian Wine Research Institute è durato 125 mesi – 10 anni e 5 mesi – e le foto scattate durante il test valgono più di mille parole.

Giusto per capirsi, quello nero sulla sinistra è lo screw cap (comunemente chiamato Stelvin, dal brand più famoso) e in sequenza troviamo immagini dopo 28, 63 e 125 mesi: conservazione perfetta, nessuna ossidazione prematura, praticità e zero sentore di tappo o seccumi inaspettati. Sigillare è la parola d’ordine forte e chiara che viene dal Nuovo Mondo del vino e il tappo a vite sarebbe una garanzia per produttori e consumatori. I tappi sintetici hanno ceduto dopo 28 mesi, gli altri a seguire. Il dott. Jamie Goode, giornalista inglese e degustatore di fama, ha seguito l’esperimento da esterno confermando come l’assaggio del vino tappato a vite sia stato migliore degli altri.

Io amo questi tappi perché sono sicuri, di grande praticità ed esteticamente fighi. Ora aspetto solo che qualcuno intervenga a dire che, si, gli screw cap vanno bene per vini giovani ma con etichette da invecchiamento è tutta un’altra storia. Salvo poi, un giorno, ravvedersi: “Ragazzi, sul tappo di sughero ci siamo sbagliati. L’ossigeno per invecchiare bene sta già tutto sotto al tappo”.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

116 Commenti

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Matteo Magnapane

circa 13 anni fa - Link

ora al posto del cavatappi useremo lo svitol...

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francesco pane

circa 12 anni fa - Link

Aoooo me stai a magna! bella battuta... -.-

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Luca Ruoppolo

circa 11 anni fa - Link

Il punto e' come noi tutti cosideriamo il vino. A mio parere il vino non e' semplicemente una spremuta d'uva, il vino e' Filosofia e come tale deve essere rispettato. Questo nuovo sistema a vite, dissacra l'identita del vino, e' la stessa differenza che c'e' fra mandare una e-mail di auguri ad un amico, o spedirgli una lettera, l'intensita il corpo ed il cuore nella e-mail non si avvertono. in paesi come gli USA bevono il caffe schiacciando un bottone, io mi faccio il caffe preparando la mia macchinetta espresso con cura, attendo con anzia che fuoriesca e aggiungo una precisa dose di zucchero, ci metto la mia anima, in questa vi e' la differenza fra un tappo a vite ed un tappo di sughero. Un bel giorno vedrete una bella lattina di vino modello Cocacola. Saluti a tutti

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Sergio

circa 10 anni fa - Link

Capisco il romanticismo, ma si tratta di un falso scopo. Le "chiusure" delle bottiglie servono essenzialmente per conservare, e questo è certamente il punto più importante. Il fatto che i tappi in sughero siano impiegati da molto tempo non significa che siano i migliori e i più belli; oltretutto interessa a nessuno godere dell'apertura di una bottiglia tappata in sughero, quando il vino contenuto "sa di tappo", e ciò non accade così poco frequentemente...

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Doriano Pozzetta

circa 9 anni fa - Link

Bravo Luca, andando avanti di questo passo, ad un appuntamento galante ci andremo con il libretto sanitario e la tessera dei vaccini. Ed i libri di poesia non serviranno nemmeno più, perchè useremo gli Smiles del cellulare. Poveri noi

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Marian Timofti

circa 2 anni fa - Link

Ha perfettamente ragione. Ma il vino a dose di alluminio è arrivato. "Coca Cola" di qualunque uva e già sul mercato....

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Luigi Molinelli

circa 9 anni fa - Link

uso il tappo a vite sui miei vini dal 2005 .............. eccezionale, la mia decisione e' stata motivata da misurazioni effettuate sull'O2 del vino, non dai soliti "empirismi" che girano a proposito del vino. .........d'altronde in Italia oltre al vino si vende molta aria fritta. il problema di questi Soloni e' che parlano molto ma bevono poco saluti Luigi Molinelli La Celata

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kenray

circa 13 anni fa - Link

ora che sono diventato una autorità in fatto di tappi a vite rispondo in modo categorico e definitivo si evviva il tappo vitesco a special thank to Armin Kobler

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gianpaolo paglia

circa 13 anni fa - Link

il punto non e' tanto se sui grandi vini da invecchiamento sia migliore usare il tappo a vite o il tappo in sughero, ma semmai il fatto che almeno il 95% dei vini prodotti, che non sono vini da invecchiamento, potrebbero senza dubbio andare in tappo a vite. Anzi, moltissimi potrebbero andare in bag in box o tetrapak.

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Armando Castagno

circa 13 anni fa - Link

C'è la facile obiezione, caro Giampaolo, che non invecchiano bene solo i "vini da invecchiamento", che tra l'altro io non comprendo cosa esattamente siano e come distinguerli "ex ante", a parte quattro o cinque denominazioni famose per questo. A mio parere, invecchiano bene TUTTI i vini, se organoletticamente equilibrati e se prodotti - su questo la mia modesta esperienza non ha conosciuto eccezioni - in modo rispettoso, senza forzature enologiche o "turboenologiche". Si può assaggiare ad esempio la Schiava Gschleier 1975 o 1976 di Cantina Cornaiano, per dire; o il Fiorano Semillon 1962, con tappo di tre centimetri, vetro trasparente e affinamento brevissimo. O il Teroldego Rotaliano 1968 di Barone de Cles. O i Carema "annata", non riserva, degli anni 70 della Cantina Produttori. Persino un Cesanese del Piglio "base" (Etichetta blu" 1970 della Cantina Sociale era non meno che magnifico, qualche anno fa; ci trovammo in cinque a fissare sta bottiglia in circolo, sembravamo il bue, Melchiorre Re, un pastore con la pecora a tracolla, Gasparre Re e l'asinello; mancavano solo Baldassarre e quello che si scalda con il lumino a olio. Era favoloso; era stato conservato avendo cura di non fare assolutamente nulla di tutto quello che andrebbe fatto. In Francia, saggiamente, la distinzione non esiste; la "longue garde" è appannaggio potenziale di quasi tutti i vini a denominazione di origine, compresi i Marsannay Rosé, i Muscadet o i Rully Blanc (Fabio Rizzari può testimoniare, quando vorrà). Ammetto infine come su un punto io abbia completamente cambiato idea, in una decina d'anni; ho notato che nelle zone della Francia che ho avuto modo di frequentare l'ambizione al lunghissimo invecchiamento non coincide affatto con una concia pluriennale in azienda "da disciplinare" (parlo della sosta nei legni dei vini di vertice, in relazione a quella dei vini meno ambiziosi della stessa cantina); ma piuttosto nel contrario, nella preoccupazione di immettere il vino in bottiglia non sfibrato, in perfetto e armonico equilibrio per quanto possibile. Le più emozionanti sorprese della mia vita di assaggiatore sono venute del resto da vini per i quali nessuno, quando sono nati, avrebbe speso il termine "da invecchiamento": che so, un Sancerre "annata", un Muscadet de Sèvre et Maine Sur Lie di trent'anni, un Boca prodotto non si sa come ed affinato Dio solo sa con quale approssimazione, i vini sopra citati in ordine sparso, un Trebbiano Spoletino di quindici anni conservato a membro di segugio; e così via. Dimenticavo: tutti i vini nominati, niuno escluso, erano tappati con sughero naturale; probabilmente, concedo, di una qualità che oggi è difficile ritrovare. Di più nin zo.

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Armando Castagno

circa 13 anni fa - Link

A proposito, sulla longevità di una MEZZINA di Rully Blanc anche un altro frequentatore di questi lidi, anche lui a nome Fabio, forse può dire qualcosa.

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gianpaolo

circa 13 anni fa - Link

Alla giusta tua nota sulla tenuta di vini, chiamiamoli come ci pare, che non erano in teoria "da invecchiamento", si puo' senz'altro parzialmente opporre il fatto che tutti quelli da te citati non rientrano comunque nel 95% di cui parlavo. In quel 95% ci va tutto il vino che oggettivamente non ha nessuna speranza di invecchiare (Jacob's Creek 1964 anyone?), e nemmeno la volonta'. Volendo dividere i vini tra quelli da "industria" e quelli di "fattoria", altra opinabile classificazione mi rendo conto, i primi sono molto di piu' dei secondi e a loro non interessa di arrivare alla distanza, ma alla prossima settimana. Tutti quelli che partono dal Cile in cisterna, per essere messi in bottiglia a Bristol, o quelli che sono stati pompati, osmosizzati, pastorizzati, e poi messi in bottiglia con un bel tappo in sugheraccio per dargli un po di dignita'. Il tuo punto pero' era diverso, mi e' piaciuto e l'ho compreso.

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Armando Castagno

circa 13 anni fa - Link

Anch'io il tuo, e idem.

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Cristiano

circa 13 anni fa - Link

Il problema del tappo di sughero non è tanto il tappo in se quanto il fatto di beccare la partita buona e purtroppo non è così matematicamente scontata ottenerla: tappi delle migliori scelte, delle lunghezze più dotate possono deludere alla prova del tempo. Ovviamente i bianchi freschi conservano il loro fruttato più a lungo con il tappo a vite ma tutto sommato è un non problema visto che molti vanno venduti presto quindi meglio il tappo tecnico tipo birondellato che costa molto meno (per me). D'altra parte i bianchi da invecchiamento che non necessitano conservare il loro fruttato in maniera così determinante per essere apprezzati, anzi, necessitano quasi al pari un rosso di un certo grado di terziarizzazione per me stanno meglio con un tappo tradizionale. Quindi rimangono i bianchi fruttati e/o aromatici di fascia più elevata che sicuramente beneficiano di un'ambiente più riducente e quindi pare beneficiare di un tappo a vite, ma mi sembra una fascia decisamente minoritaria. Quanto dice Armando francamente mi lascia perplesso.Certo tutto sta nel definire "forzature enologiche, turbomoderniste e organoletticamente equilibrati, però mi sembrerebbe alquanto azzardato dire che tutti i vini equilibrati"prodotti in maniera rispettosa" possono reggere l'invecchiamento, anzi direi che spesso certi"leggeri" squilibri vedi acidità elevate e/o tannini esuberanti in gioventù possono essere migliore garanzia di "buon invecchiamento"rispetto ad un vino "troppo" equilibrato in gioventù- ma dipende, ripeto, cosa si intende per equilibrio.Certo molto dipende anche dai gusti, e non metto in discussione che i vini citati fossero davvero sorperendenti ma mi sembrerebbe che i casi che hai riportato, che sono poi quelle bottiglie che emozionano di più, proprio perchè rappresentano le eccezioni alla regola essendo appunto tali.

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Armando Castagno

circa 13 anni fa - Link

Tutto comprensibile. Forse la mia posizione nasce anche dal mio aver sempre considerato le eccezioni come smentite alla regola, non come conferme.

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Cristiano

circa 13 anni fa - Link

:-)

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Rizzo Fabiari

circa 13 anni fa - Link

Rispondo con qualche difficoltà informatica dalle plaghe della "Costa di Notte" borgognona, e confermo in pieno le parole castagnesche, in generale e in particolare: il Rully che Armando mi ha fatto assaggiare qualche settimana fa, di età veneranda, era sorprendente per nitidezza aromatica, intensità e vitalità interna.

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Luca Risso

circa 13 anni fa - Link

Sui bianchi non ho mai avuto dubbi. Sul 99% dei rossi nemmeno. C'è quell'1% di vini che dopo dieci anni dici che bisognava aspettare ancora un po'; ecco non vorrei che con il tappo a vite gli anni diventassero 50! Luk

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Roberto Anesi

circa 13 anni fa - Link

Ciao Alessandro. Credo fortemente anche io in questo tipo di chiusura ed a testimonianza ricordo una cena interessantissima con Franz Haas al mio fianco che mi raccontava di aver bevuto il suo Lagrein Kretzer imbottogliato tantissimi anni prima ancora in forma smagliante, qualche altra discussione al riguardo con Mario Pojer ma soprattutto esperienze personali che mi hanno portato a privilegiare, ove possibile, queste bottiglie "diverse" da mettere nella mia cantina. L'unica accortezza è quella di avere quei 10 minuti di pazienza nell'attendere che il vino riesca a riprendere confidenza con l'ossigeno ma tutto il resto lo ascriverei alla voce "vantaggi". Il futuro andrà inesorabilmente in questa direzione con chiusure "stelvin" sulla maggior parte delle bottiglie e tappi di sughero su quelle grandissime ma a prezzi molto più alti. Ecco.... sui vini rossi ancora non mi sono fatto un'idea precisa. Conosco pochissimi vini nelle nostre zone con chiusura alternativa ma quelli che ho assaggiato erano tutti perfetti da Kobler ad Haas. Salutoni

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Stefano

circa 13 anni fa - Link

Ma, la seconda bottiglia, quella di fianco alla stelvin, con cosa è tappata? sembra conservata altrettanto bene.

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Ma...fatemi capire. Io, da quello che ho letto, traggo conclusioni opposte. Cioà che il tappo di sughero sarebbe meglio per vini da bere nel giro di poco tempo, in modo che anche se bevuti in tre anni, troviamo riscontro di una loro evoluzione nel tempo. Mentre per i vini dai lunghi invecchiamenti si dovrebbe preferire il tappo a vite, che consente una conservazione migliore. Con un dubbio finale. Che senso avrà, se il tappo a vite dovesse sostituire il sughero definitivamente, parlare di vini che reggono nel tempo, quando la durata sarà semplicemente il risultato della mancanza di ossigeno e non una virtù del cino stesso?

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alvaro pavan

circa 13 anni fa - Link

Dalla foto sembrerebbe che la seconda bottiglia sia inequivocabilmente tappata a sughero e oltre a presentarsi in forma smagliante abbia la spalla perfetta, a differenza di quella a vite che è, mi sembra, la più bassa di tutte. Detto questo, permango dell'idea, ottusamente e cocciutamente, che il sughero sia la migliore soluzione possibile su qualsiasi vino. Questione di compatibilità ed affinità elettiva. Vino e sughero hanno in comune una vita linfatica trasmessa per via radicale. Sono due elementi vivi e complessi che interagiscono, evolvono, invecchiano e decadono, come tutti gli organismi in natura, umani compresi. La qualità di un vino risiede nella sua capacità di evolvere non di restare mummificato nel tempo. Per carità, semplice opinione personale. Cordialmente, Alvaro Pavan

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Fabio Giavedoni

circa 13 anni fa - Link

ciao Alessandro la diatriba tappo di sughero/tappo a vite mi appassiona da tempo. Ci sono due approcci alla questione, entrambi degni della stessa attenzione e dello stesso peso: c'è chi è affettivamente legato al tappo in sughero (anche all'immagine e ai rituali che questo si porta dietro) e sostiene il fantastico e imperscrutabile processo vitale e dialettico che si crea tra i due soggetti - vino e tappo - e c'è chi invece privilegia, almeno per il 90% dei vini presenti sul mercato, il concetto della buona conservabilità e delle garanzie per il consumatore. Non so che parti prendere, so solo che ho avuto la fortuna, da un paio di anni a questa parte, di fare assaggi di vini bianchi italiani chiusi sia con il sughero che a vite. In particolare l'esperienza con qualche produttore di ottimi bianchi friulani - Livio Felluga in primis - mi ha dato la possibilità di verificare che con il tappo a vite i risultati sono di gran lunga migliori che con quello di sughero, nel breve, medio e lungo periodo (stessi vini con alle spalle dai 2 agli 8-10 anni di vita). Bisogna solo dare la vino qualche minuto per esprimersi nel bicchiere, e poi invece che "appassire" si apre in maniera meravigliosa. Disastrose invece le esperienze con i vari tappi sintetici. Per i vini rossi da medio-lungo invecchiamento invece è tutta un'altra faccenda. Non sostengo una tesi, riporto solo esperienze vissute: però se dovessi comprare oggi una bottiglia di vino bianco - prodotto con una filosofia riduttiva, di scuola tedesca, per capirci - da tenere in cantina per qualche anno la comprerei senza dubbio con il tappo a vite.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

"Per i vini rossi da medio-lungo invecchiamento invece è tutta un’altra faccenda." senza essere polemico, cosa ti fa pensare a ciò?

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Marco Lugli

circa 13 anni fa - Link

Per me non lo vedremo mai affermarsi se non per i vini base come avviene in Germania nei Riesling. Soprattutto per una questione estetica di servizio, ormai incosciamente si è instaurata nel nostro cervello l'equazione sughero=qualità e rituale della stappatura. Dal punto di vista tecnico a mio avviso è proponibile solo per i vini di pronta beva nei quali il gusto e il profilo aromatico non migliorano nel tempo a contatto con l'ossigeno, per motivi che possono dipendere dalla varietà di uva, dalla modalità di coltivazione o dal tipo di vinificazione effettuata. E innegabile d'altro canto che molti vini nascono con una grandissima struttura, alti tenori in tannini e forte riduzione iniziale; ecco questi vini per migliorare obbliegatoriamente devono entrare in contatto con l'O2 per mesi o anni, la riduzione deve scomparire e i tannini devono combinarsi con le sostanze proteiche per formare complessi tanno-proteici non più astringenti ma "rotondi ed eleganti" come piacciono tanto ai Sommelier. Lo stelvin entrerà nel mercato ma il sughero non scomparirà MAI.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

la leggenda metropolitana del vino che deve respirare ripetuta per la 162.789sima volta. rispetto anche se non le condivido, i motivi di tipo enofolcloristico come la ceremonia di apertura davanti al cliente, l'obbligatorio assaggio da parte sua, ecc. però bisogna capire finalmente che i fenomeni di "maturazione" in senso positivo sono molteplici e solo in minima parte legati all'ossigeno. infatti le qualità di sughero che si sono viste le migliori nel tempo erano sempre quelle con la tenuta più stagna possibile. e se pensiamo che con le chiusure alternative valide (al momento non ancora la plastica) evitiamo i danni consistenti di sapore di tappo, evidente e meno, è evidente che proprio i vini più preziosi devono evitare il sughero.

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Marco Lugli

circa 13 anni fa - Link

non sono poche le aziende che credono che i vini debbano "respirare". Il fatto che non l'ultima arrivata Bollinger lo usi sia per i vini di riserva che sur lattes può far riflettere.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

appunto: "credono".

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

E' vero. La seconda da sinistra è la meglio conservata. Credo che questo presunto "esperimento" sia una bufala. C'è un notaio o un organismo che ha certificato il corretto svolgimento dell'esperimento? Altra domanda. Quelli in foto sono vini bianchi. Il tappo a vite è riuscito a far sopravvivere un bianco in ottime condizioni per 10 anni?

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gianpaolo

circa 13 anni fa - Link

i notai nei paesi anglosassoni non esistono, stupidi che sono, eh?

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

I paesi anglosassoni sono quelli capaci di certificare meglio gli eventi ;-) Le sperimentazioni non si devono basare sulla fiducia. Devono essere certificate. Altrimenti è troppo facile...

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gianpaolo

circa 13 anni fa - Link

c'e' una piccola imprecisione del Morichetti, l'esperimento non lo ha fatto un commerciante (Old Brige Cellar), ma l'Australian Wine Research Institute, che ha una credibilita ben diversa.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Mai dire "Fontana non berrò della tua acqua", nonostante si stia parlando di vino il proverbio mi sembra appropriato. Per come rapidamente il tappo a vite si stia affermando mi sembra plausibile che in un futuro anche prossimo ci saranno preziose bottiglie di vini "da invecchiamento" fornite di questo sistema di chiusura. Noi dinosauri lotteremo strenuamente per difendere l'amato sughero per tanti Barolo, Brunello, Amarone, Bordeaux Grand Cru, ecc.. Lo stesso amato sughero che ci ha mandato in malora bottiglie messe da parte in attesa del momento perfetto per la beva. Grazie anche al fatto che i tappi non sono più come quelli di una volta, quando erano prodotti in quantità molto minore e con sugheri acconciamente invecchiati e selezionati. Sul nostro cadavere ammetteremo che la chiusura con il tappo a vite sia altrettanto valida se non migliore del sughero. Ma i dinosauri sono vocati all'estinzione, ed io sono fra questi. Bisogna affrontare lucidamente la realtà che mi pare dia ragione più alla validità del tappo a vite che alla sua impossibilità di donare ad un vino quelle qualità che lo rendono sempre migliore dopo anni in bottiglia. Perché la capacità di tenuta e di invecchiamento é nel vino non nel tappo.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Con tutti gli incendi che hanno distrutto negli ultimi anni le sugherete in particolare nel sud del Portogallo, c'e' molto meno sughero sano a disposizione e ce n'e' tanto in giro di malato. Ricordo che la corteccia va tolta ad una certa distanza dal terreno e dai primi rami per evitare malattie fungine: questa distanza la rispettano soltanto i volontari della qualita', inatti ho visto purtroppo cortecce tolte gia' a mezzo metro ("tanto poi le trattano"...). Percio' sette anni fa scrissi un articolo in Polonia sui tappi a vite, portando l'esempio di un Sauvignon della Nuova Zelanda che era il vino bianco piu' caro di quel momento sul mercato e che aveva il tappo a vite. Conservata in piedi la bottiglia, l'ho bevuto ancora l'estate scorsa. Ottimo! Il vino tappato col sughero invece non puo' esser conservato a lungo in una bottiglia tenuta in piedi, perche' il tappo poi secca e fa filtrare molto piu' ossigeno, anche se ricordo di aver bevuto un Lessona tirato giu' dopo vent'anni da un posto caldissimo, sopra il bancone di un bar ed era perfetto (casi strani della vita, eh? Tutto il contrario di quel he ti aspetteresti da io' che la teoria insegna...). Ma aveva una capsula di quelle di una volta, che si toglievano soltanto con il coltellaccio! La tenuta l'aveva fatta la capsula piu' che il tappo, o no? Di metallo, la capsula, stagno puro e spesso. E poi in orizzontale il vino assorbe dal tappo, con gli anni, non solo quel po' di ossigeno che lo affina in invecchiamento. Comunque appena trovo un rosso da invecchiamento (Barbaresco, Barolo, Brunello, Chianti o Valpolicella di quelli ...bboni, ecc. ecc.) tappato a vite provo a mettermene in casa qualche bottiglia di ottima annata accanto allo stesso vino tappato col sughero e così mio figlio, quando lo berra', sapra' se e' meglio l'una o l'altra soluzione. Oppure dovro' fidarmi di chi quest'esperimento l'avra' gia' fatto. Una domanda a chi ha esteso l'articolo: erano conservate in piedi o in orizzontale tutte quelle bottiglie della foto?

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

a geisenheim c'è un ricercatore che per ben 15 anni non si è occupato di altro che delle diverse forme di chiusura e del loro comportamento. in una prova questo professor jung ha confrontato bottiglie tappate di sughero in posizione orizontale, verticale e quelle dove la poszione veniva cambiata ad intervalli fissi. naturalmente ciò con più qualità di sughero, vini e tante ripetizioni. risultati: nessuna differenza per le proprietà organolettiche tra coricato ed in piedi, peggioramento per la tesi della posizione alternata.

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Gabriele Succi

circa 13 anni fa - Link

Armin, grazie di questo tuo commento, questo è molto interessante per decidere la posizione delle bottiglie una volta confezionate. Secondo me dovresti scrivere più spesso..... Poi una domanda: se al tempo dell'invenzione delle chiusure per il vino si avesse avuto la possibilità di usare il tappo a vite, o paradossalmente, quello a corona; credete che i romani o i greci o chi per loro si sarebbero messi a scortecciare le querce?

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

ma i famosi GRANDI VINI (ognuno dia al termine il significato che preferisce) tappati col sugero successivamente ricoperto di ceralacca??? se poi mi si dicesse che la ceralacca ha un lieve potere traspirante.... ammetterei la mia ignoranza

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

E mia zia che metteva la vaselina (mezza pastiglia, perche' tutta intera era uno spreco) prima di tappare le damigiane? E chi oggi spruzza l'azoto prima di tappare le bottiglie?

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Cristiano

circa 13 anni fa - Link

Le pasticche di "vasellina" contengono isolfocianato di allile, un conservante.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Beh dai Mario.... coprire il tappo con ceralacca e mettere la vasellina o spruzzare azoto.... dai, non sono la stessa cosa ;-)

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Tommaso Farina

circa 13 anni fa - Link

Moda.

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Angelo Di Costanzo

circa 13 anni fa - Link

Fermo restando che non credo alle foto del pezzo - se ci buttate attentamente l'occhio nella seconda sequenza parrebbe adirittura che le prime due bottiglie abbiano un ritorno alla verginità piuttosto che una evoluzione - sono seriamente pro alla chiusura a vite e libero, oggi, da ogni preconcetto. Sulla teatralità del servizio, ce ne faremo una ragione...

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

vuoi che non riusciamo a inventarci una sequenza plastico-artistica anche nello svitare uno stelvin???? :-)

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Angelo Di Costanzo

circa 13 anni fa - Link

:-)

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Angelo Peretti

circa 13 anni fa - Link

Mi pare non si sia messo in luce un aspetto che gioca, secondo me, nettamente a favore della capsula a vite rispetto al sughero. E cioè che se compro una cassa da sei bottiglie di vino in sughero sarà del tutto probabile che dopo un anno o due mi trovi per le manio sei bottiglie di vini diversi l'uno dall'altro, magari anche solo leggermente, ma diversi, mentre con la chiusura a vite avrò sei bottiglie di vini tutti uguali. Prova già fatta, ripetutamente. E non mi pare cosa da poco.

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Angelo Peretti

circa 13 anni fa - Link

A proposito, ne avevo scritto qui: http://www.internetgourmet.it/2010/05/dieci-anni-di-ricerca-sulla-capsula.html

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luca

circa 13 anni fa - Link

infatti Angelo ricordavo di aver letto l'articolo un anno fa

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Il ragionamento è valido, ma relativo. Se è innegabile che le bottiglie successive saranno diverse, è altrettanto innegabile che potrebbero essere migliori. E io sono felice di andare incontro a questo rischio, anzi è proprio per questo che bevo vino...

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Angelo Peretti

circa 13 anni fa - Link

Saranno migliori? Provare per credere. E fortunatatmente provare si può, visto che qualche produttore che imbottiglia sia in sughero che in Stelvin in Italia c'è.

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Riccardo campinoti

circa 13 anni fa - Link

http://www.winewriting.com/Screwcaps.htm C'e' anche chi la pensa diversamente

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Francesco

circa 13 anni fa - Link

Saro' un inguaribile romantico, ma il fascino del tappo di sughero per me non si batte! Scoprire all'olfatto gli aromi, se sa di tappo, se ha preso troppa aria, ecc ecc è qualcosa di unico e affascinante, che con il tappo a vite si perderà. Si perderà anche la cerimonia elegante ed affascinante della strappatura della bottiglia, con il rischio di rottura del tappo... Certo è anche vero che se si stappa una "grande" bottiglia ed il vino non va bene a causa del tappo come minimo ci arrabbiamo, ma per un inguaribile romantico questo è un gioco che vale la candela!

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Completamente d'accordo! E poi come la mettiamo con le bollicine? Apriamo il Franciacorta come la Coca Cola?

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Tommaso Farina

circa 13 anni fa - Link

Mo' adesso si scopre che sono tutti per le magnifiche sorti e progressive di questi tappi.

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Mara

circa 13 anni fa - Link

Enologicamente, spero sia corretto il termine, sono nata negli anni 80 quando mio marito, l'allora "moroso", mi ci iniziò. Avevo 5 lustri. Non fate calcoli, ve lo dico io, sono prossima alla sessantina e dovrei essere ancorata come una muffa al sughero,anche perchè il mi marid fà il sommelier. Ma a costo di divorziare e di rendergli superfluo tutto il suo cerimoniale, mi schiero decisamente coi tappi a vite. Tanto prima o poi, come diceva mio babbo, se hai un dente cariato, te lo devi levare, allora meglio prima che poi. Un avolta superato l'aspetto culturale legato al sughero ( comunque morirà di morte naturale entro il millennio, lo so perchè è tra le profezie di Nostradamus) restano gli aspetti analitici che possiamo dividere in due rami: primo ramo=analisi di laboratorio che a me non interessano. Secondo ramo= analisi sensoriale: qui viene il bello, si sa che ogni bottiglia è diversa dalle altre anche se dello stesso lotto di imbottigliamento, che ogni palato e naso è diverso dall'altro,che il vissuto culturale di ogni individuo influenza l'analisi,che resta "soggettiva". A questo punto qualunque risultato ricavato da una comparazione protrattasi nel tempo, non sarà propriamente un campione di affidabilità. Le variabili mi sembrano troppe: ossidazione, qualità del singolo tappo, momento della degustazione, ecc,ecc. e sembrerebbero (uso il condizionale) di meno nel caso del tappo Stelvin. Domandina: qualcuno ha mai svolto in "parallelo" (10/20 annate)analisi sensoriali sui grand vin? son certo che esista costui: ebbene si faccia avanti e mi dica. p.s. da non trascurare il fatto che "te lo prendi nel gnebuz" se apri un grand vin e sa di tappo. Di questi tempi fa male.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

il sughero è un materiale biologico con un'ottima espandibilità molto migliore per esempio del tappo in plastica, ma da prodotto naturale è soggetto a tante variazioni intrinseche alla sua origine e alla fabbricazione semiindustriale. per questo, quando si vogliono fare comparazioni con una significatività minima, è necessario stappare almeno 10 bottiglie con il tappo in sughero. anche per questo comparazioni "casalinghe" sono da considerare casi singoli con risultati da non estrapolare sulla massa, rendendo impossibile un giudizio esatto. preparando tanti concorsi enologici ho degustato sempre più bottiglie prima dell'inizio e la variabilità tra bottiglia e bottiglia (senza odore di tappo) ci ha spaventato. quest'esperienza è stata uno dei motivi perchè non potevo mai accettare sughero per i miei vini.

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zakk

circa 13 anni fa - Link

importante azienda italiana ha fatto recentemente un esperimento simile, 5 chiusure diverse per lo stesso vino bianco (uno chardonnay) per almeno 60 mesi. Risultato: silicone, vetro e un altro materiale di cui non ricordo il nome bocciati inesorabilmente; sughero e stelvin hanno dato risultati ottimi con una differenza: il sughero ha permesso un'evoluzione dei sentori che da primari son passatia secondari, mentre lo stelvin ha immobilizzato il vino. Da qui poi è nata una discussione di tipo filosofico con due parti opposte: una che preferisce sentire l'evoluzione del vino e l'altra che preferisce (esperimento su un vino bianco in acciaio) avere sempre la freschezzadi un bainco appena imbottigliato. Come gia detto da qualcuno Franz Haas è entusiasta del tappo a vite che sta gia usando sui suoi bianchi (alcuni disponibili nelle due versioni, altri solamente in stelvin), sul pinot nero e esperimentando sul pinot nero schweizer. Kobler da quando produce ha sempre usato stelvin e i risultati a me sembrano soddisfacenti, soprattutto per i bianchi. Altri illustri alto atesini hanno ormai adottato lo stelvin anche per il riesling, vitigno che di certo può ben invecchiare. Come al solito sono sempre i più vicini all'Europa i primi a sposare il lato pratico e il progresso. Da un lato pratico immaginate la ragazza che si paga gli studi lavorando in un wine bar e che si trova a che fare con tappi da 50 mm durissimi da estrarre. Volete mettere che servizio veloce con lo stelvin? E mai un sentore di tappo. Ci si vede al vinitaly da Kobler e da Haas per un paio di testimonianze in diretta.

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Così torniamo ai blocchi di partenza: lo stelvin è ottimale per alcune tipologie di vini, il sughero per altre. E io sono d'accordissimo.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

ok, però adesso mi dici per quali va bene e per quali no e su che base possibilmente scientifica o di lunga esperienza si distinguono le due categorie.

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Angelo Peretti

circa 13 anni fa - Link

Condivido, Armin

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

No mi dispiace non ho verità scientifiche e nemmeno lunga esperienza, per dirla tutta. Credo si tratti di categorie soggettive e per questo sarebbe giusto dare la possibilità al consumatore di trovare sullo scaffale le due(o tre o quattro) tipologie, starà a lui scegliere.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

ok, anch'io sono per la scelta da parte del consumatore.

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zakk

circa 13 anni fa - Link

certo poter decidere cosa comprare è la cosa migliore, ma un noto produttore valdostano ha gia fatto trapelare che proporrà lo stesso vino sia in sughero che in stelvin, ma nel primo caso se ci sarà sentore di tappo non cambierà la bottiglia. Scelta forte che non condivido, ma che potrebbe dare un bello spintone in avanti allo stelvin.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

al vinitaly troverete aziende sudtirolesi con chiusure alternative: juval, falkenstein, tiefenbrunner, andreas berger (thurnhof), villscheider, haas, kränzel, pliger (kuenhof), reiterhof, ecc.

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

Ciao Armin, vorrei sapere il tuo pensiero sui tappi di vetro. ciao andrea

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

del tappo in vetro (che potrebbe essere benisssimo in qualsiasi materiale perchè è una guarnizione in materiale sintetico a chiudere, ma il vetro suona bene), non so tanto in quanto ho scartato abbastanza presto il pensiero di addottarlo. allora le macchine per utilizzarlo erano scarse, il prezzo altino e l'estetica a fungo non mi è mai piaciuta. era un'invenzione riuscita di una chiusura alternativa valida senza precedenti penali come ce li hanno il tappo a vite e a corona, ma la diffusione è limitata, secondo me anche calante, in quanto i consumatori sono più aperti di quanto si sperava allora. cmq non ho mai sentito dire male per quanto concerne le sue caratteristiche tecniche.

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zakk

circa 13 anni fa - Link

quindi kranzl torna a fare il vinitaly? Benissimo.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

spero di sì anche se non sono del tutto certo. di certo che ci sarà la "tav" a cui aderisce anche franz.

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Massimo D'Alma

circa 13 anni fa - Link

Tempo fa ho avuto modo di sentire Randall Grahm che parlava dei suoi vini (per chi non lo sapesse si tratta di un "pittoresco" produttore californiano che produce, tra gli altri, un blend rosso dei vitigni principali di Chateauneuf-du-Pape, Le cigare volant). Ci ha regalato una dispensa dove sono riportate alcune riflessioni interessanti su queste chiusure che lui utilizza da non molto tempo, precisamente dal 2001. Le avevo già tradotte e le riporto qui: Quando abbiamo iniziato ad utilizzare tappi a vite su tutti i nostri vini, nel 2001 tutto è cambiato ancora una volta. Non è stato facile capire come utilizzare correttamente questa potente tecnologia. La chimica è un po’ difficile da capire (e sicuramente anche da spiegare). In determinate condizioni, l’uso del tappo a vite può attribuire al vino sentore di ridotto per un breve periodo immediatamente dopo l’imbottigliamento.** Persone che non hanno dimestichezza con il fenomeno della “riduzione” dei vini a volte non capiscono che in realtà questo è un segno estremamente di buon auspicio di capacità d’invecchiamento e della presenza di una forte forza vitale del vino. Abbiamo commesso l’errore di mettere in commercio almeno un Cigare Volant (il brillante ’03) troppo presto, quando era particolarmente ridotto. Fu dunque frainteso all’epoca ,ahimè, ma ora è così magnificamente bevibile, che è difficile immaginare come sia stato possibile non amare per sempre questo vino. ** Questo fenomeno è principalmente dovuto alla trasformazione di una delle principali coppie di ossido-riduzione in una soluzione di vino, il disolfuro (non così facilmente rilevabile) ed il tiolo (aka mercaptano, abbastanza rilevabile alle concentrazioni 1/50esimo a 1/100esimo di disolfuro), poichè il potenziale dell’ossido-riduzione del vino cambia nel post-imbottigliamento, a causa dell’ambiente privo d’ossigeno creato dal tappo a vite. Col tempo, come il vino si riequilibra, il tiolo ritorna disolfuro ed “il problema” si risolve spontaneamente. Ognuno di noi può pensare a questo fenomeno come “problema” (rettificato spesso subito con l’utilizzo di un decanter, o con il semplice passare del tempo), o piuttosto, come segno che il vino è pieno di forza vitale ed è quindi capace di lungo invecchiamento.

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Marco Lugli

circa 13 anni fa - Link

certo la riduzione ci deve essere. Sbagliato però a mio avviso mettere in commercio un vino quanto è ancora troppo avvertibile la riduzione, piuttosto lascialo per più tempo in cantina o fai qualche travaso o microssigenazione(alla Rolland). Come dice d'Alma rimango del parere che l'ossido-riduzione di un vino sia un parametro da considerare sempre e comunque. Non si può generalizzare dicendo che tutti i vini debbano esistere in riduzione stretta con Stelvin. Tra l'altro la storia che i tedeschi usano lo Stelvin nei Riesling non è poi così significativa in quanto di norma passando agli Auslese, Spatlese e crescendo tornano al sughero quindi un motivo favorevole legato all'ossigenazione e durata del tappo in un arco 10-50 anni dalla vendemmia ci deve pur essere. Nemmeno Kobler mi devia dal mio pensiero :)

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

ogni tanto, sub altera specie, questo argomento ritorna... e io posto sempre la medesima intervista a pierre frick che usa i tappi a corona: Il tappo ermetico non impedisce al vino di evolversi ? - già da trent'anni Emile Peynaud ha dimostrato che nella bottiglia nessun vino assorbe l'ossigeno dell'aria quando questo è tappato da un eccellente sughero; è proprio perché l'impermeabilità al gas è variabile da un tappo all'altro, che alcuni viticultori mettono della cera sul collo e sul tappo della bottiglia; - le capsule di stagno non perforate, a copertura del tappo, assicurano una totale impermeabilità: dalle catene di imbottigliamento e di etichettatura escono qualche volta delle bottiglie con la capsula, ma senza tappo, che non lasciano uscire la minima goccia di vino; - gli champagne e i crémant maturano sur latte per anni in bottiglie tappate da capsule. La maturazione del vino è un processo fisico-chimico che non necessita di ossigeno dall'esterno. Perchè rimpiazzare un prodotto naturale con il polietilene? Il sughero non viene utilizzato nel suo stato naturale: il lavaggio non si fa più nel cloro, ma con prodotti e procedimenti diversi a seconda del sugherificio e i tappi non pieni subiscono un trattamento di riempimento al silicone, alla paraffina o alla miscela dei due. Il solo fatto di far scivolare il vino sulle tracce di paraffina o di silicone lasciate dal tappo sul collo della bottiglia, modifica il vino in confronto a quello estratto dalla stessa bottiglia con una pipetta. Questo fatto è particolarmente considerevole per i vini che contengono dei residui di zuccheri.

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Marco Lugli

circa 13 anni fa - Link

"gli champagne e i crémant maturano sur latte per anni in bottiglie tappate da capsule". ????? Se per capsula e tappo a corona allora intendiamo la stessa callora allora può darsi. Sul fatto che nessun vino assorbisca l'ossigeno vorrei spiegarmi allora il calo di livello per evaporazione??

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

non ricordo birre tappate a corona, da lungo invecchiamento, caratterizzate da cali di livello x evaporazione. Mi sono permesso di citare il fatto per aggiungere un ulteriore arogmento di approfondimento. Ad ogni buon conto la mia era, ribadisco, "semplicemente" una citazione terstuale del pensiero di un produttore ( www.moonimport.it , pierre frick). Se le sue affermazioni ti suscitano dubbi mandagli una mail e ti saprà dare le risposte che richiedi :-)

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Marco Lugli

circa 13 anni fa - Link

è stata fatta troppa confusione. Gli champagne maturano sur latter con un tappo a corona che ovviamente non lascia passare aria e quindi zero cali di livello. Il calo di livello è evidenziabile conservando con il tappo in sughero in quanto a differenza di quanto sostiene Peynaud è poroso e permette il passaggio dell'ossigeno. Ad ogni modo anche lui di cose non proprio giuste ne ha scritte (basta leggere il trattato di enologia) anche se i suoi lavori sopracitati sul tappo in sughero non li ho mai letti quindi non mi esprimo in merito.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

non so se ci si sia incartati o no, mi pare che tu risponda solo in parte alla citazione da me proposta. La discussione era: sughero o stelvin? io ho voluto anche introdurre il tappo a corona perchè, come detto, lo ritenevo utile. Ora, esiste un produttore (uno solo???) che utilizza dal 2002 il tappo a corona. Le mie domande restano sempre le medesime dopo aver assaggiato i suoi bianchi "da affinamento" '04 (Riesling e Gewurztraminer C.P.): siamo davvero sicuri che serva lo scambio minimale di aria con l'esterno? Dopo una prova pratica come questa, sommando il ricordo di tanti grandi vini (alcuni prodotti anche oggi) ricoperti con la ceralacca rossa... a me qualche sospetto viene

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Marco Lugli

circa 13 anni fa - Link

No non ci si è incartati, abbiamo solo fatto un po' di chiarezza e ce n'era bisogno. Un altro produttore che usa solo tappo a corona che mi viene in mente è Camillo Donati sulle colline di Parma. Riguardo alla domanda se serva o meno lo scambio di aria al vino penso che in definitiva sia una questione di gusti personali. Chi preferisce i profumi primari dell'uva e secondari legati alla fermentazione e chi preferisce i sentori terziari legati all'invecchiamento/ossidazione. Non credo esista una legge assoluta che possa affermare meglio stelvin o sughero. Certo è che lo stelvin(come stato detto in precedenza)conferisce uniformità al lotto di produzione annullando la differenza tra una bottiglia e l'altra tipica del sughero; il problema è che non sono sicuro questo sia un bene per un certo tipo di mercato sempre più contrario alla globalizzazione e uniformità del gusto. Attenzione perchè la fascia di mercato rappresentata dagli enostrippati/mondovinisti/vinoveristi/biodinamicisti ecc. sta crescendo a vista d'occhio.

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Pop

circa 13 anni fa - Link

Escludo che basti leggere il suo trattato di enologia per scoprire che Peynaud abbia scritto cose non giuste. Almeno a me non è bastato. Poichè per me i libri blu e rosso sono la Bibbia, potresti darmi qualche indicazione sulle inesattezze che presentano? grazie in anticipo.

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roberto

circa 13 anni fa - Link

Ma 10 anni fa già si utilizzavano i tappi a vite?

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Cantinetta

circa 13 anni fa - Link

concordo pienamente con Marco Luigi

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Questo post è molto interessante. Ammetto di avere anch'io notevoli pregiudizi nei confronti del tappo a vite, e che la lettura dei commenti mi ha insegnato molte cose. Però credo che bisogna fare una puntualizzazione. Premesso che il tappo a vite può risultare migliore nella lunga conservazione, non è però vero quello che afferma Armin Kobler che l'ossigeno abbia minima o nulla importanza nell'evoluzione di un vino. Questo vale per i bianchi ma non per i rossi. L'ossigeno è assolutamente determinante nell'evoluzione dei rossi. Piccole componenti di ossigeno dterminano un lento fenomeno di ossido-riduzione che, attraverso la formazione intermedia di acetaldeide, determina importanti modificazioni nella composizione chimica di un rosso. La lenta ossidazione causa la polimerizzazione dei polifenoli (i tannini) e la polimerizzazione degli antociani monomeri tra loro e con i polifenoli. I polifenoli si legano con i glucosaminoglicani della saliva determinando la loro condensazione, e come effetto fisico, quella sensazione di astringenza, o addirittura di lieve pizzicore sulle mucose, a qualcuno sgradito. La polimerizzazione dei tannini comporta la progressiva saturazione dei doppi legami. Quindi la macro-molecola è meno "attiva", asciuga meno le secrezioni salivari. I tannini diventano più "rotondi" e "levigati", come dicono i sommelier. La polimerizzazione degli antociani, poi, determina il progressivo viraggio della colorazione verso il granato o l'aranciato, che indice di avvenuta "maturazione" del vino. Inoltre i processi di ossido-riduzione causano la progressiva neutralizzazione dell'acidità, contribuendo a rendere il vino più morbido. Per maggiori approfondimenti sui fattori che influenzano l'ossido-riduzione nell'affinamento del vino si può leggere questa bella tesi di laurea : www.confraternitavitevino.it/public/tesi/2009_2010/Tesi_Scollo.pdf Ora, i processi ossido-riduttivi si possono "pilotare" in cantina, mediante varie tecniche di micro-ossigenazione più o meno naturali (ed in questo la cantina rischia di diventare una sorta di "piccolo laboratorio chimico"), preparare un vino già pronto (al miglior punto di ossido-riduzione), tapparlo con uno stelvin, e farlo durare a tempo indefinito. Oppure si può produrre un vino naturalmente più acido e con tannini più ruvidi, e lasciare che la micro-ossigenazione naturale faccia il suo corso in bottiglie tappate con sughero. Credo che i problemi siano di due ordini. 1. La progressiva carenza di sughero (con consensuale incremento dei prezzi) e la progressiva diminuzione della qualità del sughero dei tappi. La maggiore variabilità inter-bottiglia si ha con sugheri di scarsa qualità. Il Romanée-Conti ha una variabilita inter-bottiglia veramente esigua (a parità di conservazione). 2. Fattori economici. I produttori vedono di buon occhio l'abbattimento dei costi grazie ai tappi a vite, così come vedono di buon occhio la produzione di vini già "pronti" al giusto grado di ossido-riduzione. Stabilità del prodotto, sia inter-bottiglia che nel tempo, a costi contenuti. Il sogno di ogni (piccolo) produttore. Questo però non è il mio sogno. Anzi potrebbe essere un incubo. Produrre un "vinino" al giusto punto di ossidazione e "cristallizzarlo" con uno stelvin può essere una scelta. Io però voglio (e vorrò sempre) il grande vino che per essere bevuto (e capito) necessita di 10 anni di invecchiamento. Non potrò mai dimenticare un esperienza di quest'estate in Borgogna. Un Pommard di Hubert De Montille del 1988, perfettamente equilibrato (anzi, un po' acido!) dopo ben 22 anni! Chi me lo ha aperto mi raccontava che i vini di Hubert De Montille all'imbottigliamento erano quasi imbevibili. Magari questo è un eccesso... per il resto mi affido ai vostri commenti.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Senor Montes, non é che sei adepto di qualche religione che accetta più mogli? Se non consorte mi andrebbe bene anche maggiordoma, considerando la tua esperienza borgognona qualcosa nella tua cantina dovrebbe essere rimasto... I tempi cambiano, i figli crescono e quello a cui ci eravamo abituati ed affezionati sta scomparendo, incluso il mito del tappo di sughero. Tutto quello che ho letto é molto interessante e racconta come il mondo del vino stia andando in una direzione che i nostri figli e nipoti considereranno normale, ma che per noi é spiazzante. L'ideale sarebbe che i tappi di sughero tornassero alla qualità di decenni fa. Mi ricordo dei "tappini" che Franco Biondi Santi mi fece vedere, dopo una delle tante risommature dei suoi vini. All'aspetto quasi ridicoli in confronto ai superdotati che andvano di moda negli anni ,80 e '90, però avevano tenuto egregiamente per più di trent'anni. Accettando il fatto che il sughero "non é più quello di una volta" e neanche il tempo di soggiorno di un vino di qualità in cantina (che a loro volta spesso sono ridotte ad un sottoscala) il tappo a vite mi sembra la migliore delle peggiori soluzioni. Si possonoo fare tutte le sperimentazioni, studi scientifici , dibattiti, degustazioni alla cieca, ma la verità assoluta non esiste e questo é un bene, perché il vino ed il suo apprezzamento dipendono da mille variabili. Di assoluto c'é solo il fatto che tu ti sei bevuto a più riprese Domaine de la Romanée Conti e Hubert de Villaine (sei mica il cognato di Nossiter?) e io no.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Se non sei Gori si può fare :-) E' vero, non ci sono verità, però io userei il tappo a vite per i bianchi (lo vedo bene per esempio sui Sauvignon Blanc, che dopo qualche anno cambiano in peggio, perdendo freschezza ed aromi primari e secondari), e per i vini rossi che non necessitano di ulteriore evoluzione terziaria (vini "pronti"). Riserverei il sughero (possibilmente di buona qualità) per vini che necessitano di ulteriore evoluzione terziaria (intesa come evoluzione ossido-riduttiva).

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Marco Lugli

circa 13 anni fa - Link

e pure sui Sauvignon potremmo aprire un parentesi non tonda, neanche quadra ma addirittura graffa. basta aver bevuto un Sancerre di Cotat per vedere come non solo quel Sauvignon non peggiora con gli anni ma addirittura migliora nella sua complessità olfattiva e persistenza minerale gustativa.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

E' vero. Ma io ho assaggiato un Silex del 2007 ed uno del 2005, e la differenza è sensibile. Il 2007 era splendido, vivo, floreale, erba verde, acido. Il 2005 era più "flat", meno acido, aromi vegetali meno presenti, più pastoso e "rotondo". I sauvignon cambiano se vendemmiati precocemente (fiori di bosso, o pipì di gatto che dir si voglia) o tardivamente (floreali e vegetali). Nel primo caso è bene farlo invecchiare, per smorzare gli aromi primari. Nel secondo caso è bene berlo entro 2-3 anni. Ma sei comunque daccordo sul meccanismo di ossidazione modificato dalla tappatura?

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Si... qualcosa nella mia cantina ancora c'è ;-) Ieri sera ho bevuto un Echezeaux Grand Cru :-)

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

A conferma di quello che ho scritto sopra si può leggere quest'altro esperimento dell' Australian Wine Research Institute: https://www.awri.com.au/information_services/publications/default.asp?action=details&searchSQL=SELECT+*+FROM+publications+WHERE+ID+LIKE+%27S%25%27+AND+ARTICLE_TITLE+LIKE+%27%25screw+cap%25%27+ORDER+BY+ARTICLE_TITLE&id=477 Liberamente scaricabile da questo sito: http://enologyaccess.org/EA2/index.php/venbriefsnav/wineproductionblog/352-the-impact-of-closures-including-screw-cap-with-three-different-headspace-volumes-on-the-composition-colour-and-sensory-properties-of-a-cabernet-sauvignon-wine-during-two-years-storage-.pdf Quì i tappi classici di sughero sono stati confrontati con tappi a vite nella conservazione di un Cabernet Sauvignon. Si può leggere chiaramente che per indurre un minimo di attività ossido-riduttiva nel vino è stato necessario lasciare 64 ml di aria sotto il tappo a vite (contro i normali 4 ml sotto un tappo di sughero).

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Armin? Sei vivo? O stai ancora studiando la tesi di laurea ;-)?

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

sono vivo e vegeto e repiro ancora. certo che leggherò i riferimenti, poi rispondo. un 'ultima volta però in quanto ho anche altro da fare. ;-)

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Fabio

circa 13 anni fa - Link

"per indurre un minimo di attività ossido-riduttiva nel vino è stato necessario lasciare 64 ml di aria sotto il tappo a vite (contro i normali 4 ml sotto un tappo di sughero)" 64 ml sono molti! Il consumatore accetterà di avere mezzo bicchiere di vino in meno allo stesso prezzo? O gli facciamo uno sconticino se adottiamo la chiusura a vite?

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zakk

circa 13 anni fa - Link

ma la differenza è data dal fatto che il sughero entra nel collo della bottiglia occupando volume internio, lo stelvin no, resta esterno al collo della bottiglia e quindi resta "libero" il volume che era del tappo sughero

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Mah, la sperimentazione che ho linkato dice che sono state preparate in laboratorio bottiglie con 4 ml, 16 ml e 64 ml di aria sotto il tappo a vite. Poi è stato fatto il confronto e le analisi.

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...qualche secolo (tanti) di tappo di sughero , qualcosa significheranno . Non si può dubitare sulle variabili che un tappo tradizionale può apportare ad un buon invecchiamento delle bocce a noi care . Ai fautori dello Stelvin che appongono la teoria che è troppo poco tempo che è in uso per valutare risultati negativi ... "oppongo" la mia del viceversa , cioè che è troppo poco tempo che si sperimenta per valutarne l'effetto positivo sui grandi vini "tradizionalmente" considerati di lungo invecchiamento . Ieri in degustazione in Bue House abbiamo aperto vini di trenta - quaranta - cinquant'anni ineccepibili con evoluzione da lacrima . Uno era tappato , amen . Gli altri emozione pura . Mò chiedo a Biondi Santi o Roberto (Conterno) o a Monsieur Latour ([img]http://www.vocinelweb.it/faccine/biggrin/02.gif[/img])se hanno qualche loro Riserva tappata a vite sufficientemente acconcia per poter fare un adeguato confronto ...

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...perchè poi , umilmente , non diamo un'occhiata di là dalle Alpi per imparare , una volta tanto , come si fa a comunicare "la qualità" del vino , caratteristica che abbiamo sempre invidiato ai nostri cugini di Marianna additandola come causa prima del loro successo anche a nostro discapito? Osserviamo come si muovono loro e regoliamoci di conseguenza , senza tante strategie improduttive che ci hanno sempre caratterizzato e penalizzato . Quando i grandi Chateau di Bordeaux o qualsiasi classification di Borgogna ( o Rodano o Loira o Champagne) comicerà , seppur timidamente , a commercializzare bottiglie con l'infernale chiusura ermetica di cui stiamo discutendo, direi quello sarà il momento di una ponderata riflessione ... altrimenti , son sicuro , comincerà il battage mondiale sulla scarsa qualità del vino italiano e via cantando , sull'onda dell'interesse dei franciosi che , giustamente , ci vedono come unico vero concorrente al vino di alta gamma o , comunque , di qualità accertata e universalemnte riconosciuta ...

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Gabriele Succi

circa 13 anni fa - Link

@ Armin Kobler Sai per caso per tua esperienza personale, o per studi in merito, se la SO2 da utilizzare all'imbottigliamento in caso di chiusura "stelvin" sia maggiore (non credo proprio), uguale, minore o molto minore di quella che si userebbe per un vino normalmente tappato con il sughero? In caso se ne potesse usare di meno, non sarebbe mica cosa da poco....o no? @ Vinogodi >…qualche secolo (tanti) di tappo di sughero , qualcosa significheranno.... Forse non hai letto la domanda che avevo posto più sopra, quindi la ripropongo: "se al tempo dell’invenzione delle chiusure per il vino si avesse avuto la possibilità di usare il tappo a vite, o paradossalmente, quello a corona; credete che i romani o i greci o chi per loro si sarebbero messi a scortecciare le querce?"

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire ;-) La "tua" idea sulle chiusure è cambiata dopo aver letto quello che ho pubblicato?

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Gabriele Succi

circa 13 anni fa - Link

Montes, non è questione di duri d'orecchie o no; è che purtroppo non ero riuscito a leggere i links da te postati a causa del mio CPU che va veloce come una caffettiera. Adesso sono riuscito ad aprirli ma non ho visto alcun dato di confronto con dei numeri precisi (almeno non ne ho trovati), vale a dire la libera presente nel vino prima della aggiunta pre imbottiliamento, il ph di quest'ultimo etc etc.... L'amico Armin, al quale era rivolta la domanda, qualcosa a mio avviso di molto interessante, ce lo ha detto: lui usa 10/15 mg di SO2 libera in meno con lo stelvin rispetto a quanto normalmente si utilizzerebbe con il sughero. Nel mio caso i valori di SO2 libera al momento dell'imbottigliamento si dimezzerebbero e quelli di SO2 totale calerebbero del 25%....mica poco eh! A questo punto non faremmo contento solo Morichetti..... Per tua informazione personale: per il mio vino uso solo sughero, ma farò delle prove con lo stelvin in un esiguo n. di bottiglie anche sulle riserve con lo stelvin. Poi dopo qualche anno farò le mie valutazioni personali dal punto di vista organolettico e sensoriale. Buona notte.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

@massimiliano: ho letto questi giorni i tuoi riferimenti ed anche altre cose che mi sono fatto mandare da geisenheim. leggere la tesi sull'ossidoriduzione era piacevole anche per il fatto che la tesista ha utilizzato il sistema di valutazione da me pubblicato nel 2008. ;-) comunque non penso che le conclusioni da trarre siano degli argomenti contro le chiusure a vite. infatti l'ossidoriduzione è importante, ma si sa che i maggior apporti (o non) di ossigeno si hanno in fasi di filtazione, travasi ed imbottigliamento e che lo scambio gassoso in bottiglia in confronto a ciò è minimo. perciò l'importanza della chiusura viene spesso sopravalutata nelle discussioni, dice chi fa ricerca e consulenza. interessante anche nella tesi leggere come le differenti intensità di ossidazione vengano percepite sui rossi in forma molto differenziata dai degustatori. in ogni caso è importante per me ribadire che non sono dell'opinione che il tappo stelvin sia per forza migliore di un tappo in sughero decente. non lo uso perchè i miei vini rimangano immutati (anche perchè nel bene e nel male vedo che evolvono), ma perchè voglio avere una chiusura che rispetta il vino nelle sue particolarità di vitigno e territorio e che non mi lascia mai questi dubbi che si hanno con le bottiglie a sughero ("proviamo una seconda bottiglia"). infine io lo intendo anche come un servizio per il consumatore garantendoli più sicurezza. forse qualcuno può apprezzare anche questo alla fine.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Ciao Armin, scusa la risposta in ritardo ma sono stato in terre calabre a degustare per qualche giorno ;-) Come premesso nel mio commento io non sono pregiudizialmente a favore di un sistema di tappatura o di un altro. Sono d'accordo con te e con chi pensa che il sughero abbia mille difetti. Ma non penso che la chiusura a vite sia il tappo del futuro. Credo che il sughero verrà progressivamente sostituito, inevitabilmente. Probabilmente con materiali sintetici ancora non sperimentati nel mondo del vino, materiali semi-porosi che hanno un coefficiente di permeabilità all'ossigeno noto e prevedibile, e che rispettino il vino senza indurne alterazioni. Credo che sia questa la strada del futuro: un sughero sintetico. P.S. mi invii la tua pubblicazione del 2008 (mmontes@infinito.it). Ciao e grazie.

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

ciao massimiliano, non ho detto che il sughero abbia mille diffetti, ne bastano due o tre. ;-) chissà da che cosa, appunto come dici te, saranno sostituiti il tappo a vite, quello in plastica, il tappo corona... tutto scorre... per chi è così masochista quì dentro ad interessarsi ancora dell'argomento rimando a questa tavola rotonda che avrà luogo il venerdì pomeriggio al vinitaly: http://www.kobler-margreid.com/download_blog/InvitoTavolaRotonda8aprile2011.pdf il lavoro sull'analisi sensoriale richiesto da te si trova invece quì: http://www.kobler-margreid.com/download_blog/enologo_analisisensoriale_2008.pdf

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

@gabriele: siccome la natura biologica del sughero comporta sempre delle variabilità circa lo scambio gassoso bisogna prendere riferimento al tappo meno stagno e andare per il sicuro. l'omogeneità maggiore della tappo a vite comporta che io ed altri colleghi imbottigliamo con 10 - 15 mg meno di so2 libera.

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Mirko

circa 13 anni fa - Link

Tu continua a fare il tuo VINELLO

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...io penso di si : scortecciare le querce è assai divertente...

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Mara

circa 13 anni fa - Link

Oh, accidenti! Non è più un blog per me. Ci sono troppi chimici in possesso di verità assolute e, quando non gli bastano le proprie, ti rilanciano nell'universo dei link. Troppo pochi i possibilisti e troppi gli assolutisti. Qualcuno suggerisce di aspettare e vedere cosa fanno i francesi e copiare. A me sembra un'idea altamente innovativa: rischio zero e poi in caso di successo mondiale si potrà sempre dire " noi ci avevamo pensato prima di loro e già in tempi non sospetti". Se invece dovesse fallire, si potrà additare les transalpins di voler uccidere le tradizioni, che sono il pilastro della nostra cultura. Non male eh? Lo propongo per il premio "nuove idee, nuove imprese" 2011. C'è una vecchia canzone che dice: ....le cork est mort, le cork est mort, Il ne dira plus co co di co co da Il ne dira plus co co di co co da.

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

..piuttosto che idee sceme come mettere il tappo a vite al Monfortino o al Monte Cà Paletta , preferisco il buon senso dei vignerons di Volnay o di Pommard ...

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Mara

circa 13 anni fa - Link

In un'epoca di follia, credersi immuni dalla follia, è una forma di follia. Citazione da Aspettando Stelvin (S.Beckett)

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

... un'idea scema rimane tale anche in regime di follia (citaz. Marco Manzoli)...

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Marilena Barbera

circa 13 anni fa - Link

Proprio oggi mi è arrivato un preventivo per un tappatore a vite da aggiungere alla mia imbottigliatrice. Costo complessivo 44.000 euro più IVA, più trasporto, più montaggio, più collaudo. Spero che i miei vini siano buoni subito, e piacevoli per altri 4-5 anni. Credo che me ne farò una ragione.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Lo comprerai? O ti farai una ragione per utilizzare altre tappature?

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armin kobler

circa 13 anni fa - Link

anche il nostro è costato qualchecosa giù di lì. cmq siccome 15 vignaioli si sono messi insieme in una cooperativa di imbottigliamento mobile imbottigliando peraltro anche per nonsoci le spese sono gestibili.

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MP

circa 12 anni fa - Link

Salve posso stappare le bottiglie che ho tappato un paio di mesi fa per tapparle con i tappi a vite? Grazie mille

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Jacopo Cossater

circa 12 anni fa - Link

In teoria di si. Pensa, addirittura so di persone che in presenza di tappi di sughero di bassa qualità (o addirittura sintetici) preferiscono sostituirli a casa propria con tappi migliori. La mia unica perplessità è però legata alla gestione dell'ossigeno, le linee di imbottigliamento per la vite operano in sua assenza quindi probabilmente non c'è un effettivo vantaggio nella sostituzione del sughero con un tappo a vite. A meno che tu non possa avvalerti di una linea professionale, chiaro.

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MP

circa 12 anni fa - Link

Beh posso sostituire i tappi con altri tappi di sughero simile. Il vino necessita di lunga conservazione. Trattasi di vino pregiato, non vorrei che si rovinasse per colpa dei tappi troppo corti. Grazie comunque per la risposta

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feCcOivnGu

circa 10 anni fa - Link

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ilaria

circa 4 anni fa - Link

Buongiorno, sarebbe possibile avere il pdf della ricerca australiana? perchè il link non si apre

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