Il Salone del Gusto 2016 in bilico tra “si stava meglio quando si stava peggio” e “chi non fa non sbaglia”

Il Salone del Gusto 2016 in bilico tra “si stava meglio quando si stava peggio” e “chi non fa non sbaglia”

di Antonio Tomacelli

Domanda a bruciapelo: vi è piaciuto il nuovo format del Salone del Gusto di Slow Food? Certo, se siete stati dei semplici visitatori la formula no tickets vi è piaciuta assai e, oltre ai soldi del biglietto, vi siete risparmiati un bel po’ di code alle biglietterie, ma come la mettiamo con le file interminabili agli stand in attesa di una fetta di salame? Un delirio, ci dicono, e tanti espositori hanno dovuto esporre il cartello sold out diverse ore prima della chiusura. Nonostante tutto la location diffusa di Torino è piaciuta molto e quel gioiellino del Parco del Valentino ha fatto la sua parte. “E se fosse piovuto?”, si è chiesto un produttore sui social? Chi ha pagato per uno stand certe domande se le fa, il rischio di investire migliaia di euro e ritrovarsi sotto un diluvio è reale, visto che siamo in Piemonte e non in Sicilia.

Insomma. è andato tutto bene, ma non sempre puoi avere Giove Pluvio dalla tua parte. E il capitolo business? Difficile da quantificare a caldo, e in molti si lamentano: tanti assaggi a pagamento ma pochi operatori professionali, il Lingotto era più selettivo e via discorrendo.

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L’impressione generale è che si sia passati dal “Salone” al “Mercatino del Gusto”, sulla falsariga della manifestazione che si svolge ogni anno in quel di Maglie, nel cuore del Salento. Per inciso, il Mercatino del Gusto nacque proprio con l’approvazione di Slow Food che però, negli ultimi anni, si è defilata dall’organizzazione per motivi a noi sconosciuti.

Indecisi sulla svolta chiediamo a voi, operatori e visitatori vi è piaciuto il nuovo Salone del Gusto o era meglio il Lingotto?

R.S.V.P.!

(foto: Slow Food)

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

25 Commenti

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Matteo

circa 7 anni fa - Link

Che gli operatori avrebbero "stretto" sugli assaggi era più che ovvio: una città intera più altre persone da fuori avrebbero sbancato gli stand in 2 ore, più che altro è venuta forse a mancare l'istruzione in merito ai prodotti: è stata una processione in coda per sperare/provare ad assaggiare qualcosa che non si sa neanche bene cosa sia.

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Vittorio Cavaliere

circa 7 anni fa - Link

Ritengo che il Mercatino del Gusto ha un senso per esistere , di un Mercatone del Gusto non si sentiva la necessità , ormai S.F. riesce molto bene a creare confusione in un comparto dove è sempre più facile imbattersi in imbonitori e predicatori del nulla , non tutti quelli che portano il baffo hanno fatto molto bene all'umanità.

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Spanna

circa 7 anni fa - Link

Per me il salone del gusto rappresenta soprattutto la possibilità di partecipare ai laboratori sul vino. Ho partecipato a 4 laboratori e almeno 3 sono stati di livello altissimo sia per esclusività dei vini assaggiati ( trebbiano e moltepulciano di Valentini in annate vecchie; 6 annate del Crichet Pajè di Roagna) che per scoperta da parte mia di un territorio sconosciuto ( Rossese di Dolceacqua). Per il resto la calca è stata asfissiante nelle giornate di Sabato e Domenica ma c'era da aspettarselo in evento aperto al pubblico. Lunedì pomeriggio molti espositori erano seduti davanti al banco vuoto ma non sembravano scontenti :-) Ma sul vino al salone Intravino non ha nulla da dire?

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Claudio Pistocchi

circa 7 anni fa - Link

Beh, il successo dei laboratori sul vino fa anche piacere... ma il Salone non credo sia o debba essere solo questo no?

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Matteo

circa 7 anni fa - Link

ho partecipato a 2 laboratori (domenica sui vignerons portoghesi e i vini della Catalogna francese) e li ho trovati un po' "a batteria": l'ingresso all'ultimo secondo nella sala adibita che però comportava un ritardo dell'inizio della degustazione per poi correre mi è parso veramente "italiano" come problema.

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Claudio Pistocchi

circa 7 anni fa - Link

Partecipo al Salone del Gusto da Visitatore prima dell'edizione Zero, da Espositore da poco dopo, quindi ad occhio e croce 12 o 14 anni... Ricordo con nostalgia i Saloni con il giovedi aperto SOLO per gli operatori, il resto anche per il Pubblico, con tanti Operatori, Giornalisti, Addetti ai lavori, Appassionati, e Consumatori finali, anche. Pubblico in generale colto, motivato, curioso, avido di notizie e di prodotti. NON prendetemi per snob, sono tutto meno che questo... Il nuovo corso onestamente ci ha spiazzati. Un enorme Mercato allo stesso costo del Salone ma senza buona parte dei suoi servizi (anche quelli igienici... non bere per non andare in bagno è abbastanza frustrante no? ma i bagni era meglio evitarli, ammesso che li trovavi). Totale mancanza della oramai famosa e abituale "comunicazione di Slow Food" che con i suoi cartelli è stata copiata da mezzo mondo, nulla di nulla... La logistica è andata in tilt 2 ore dopo l'inizio degli allestimenti, conosco colleghi che hanno ricevuto le merci allo stand solo il giorno dopo... I costi purtroppo non sono diminuiti, anzi... tenuto presente che per "tutelarmi" da possibili variazioni climatiche ho dovuto pure noleggiare due vetrine extra (il divieto di accedere agli stand con i furgoni, poi in parte aggirato, ci ha costretti a non portare le nostre). Ma tutto questo potrebbe anche essere un "semplice" difetto di una nuova edizione non ancora rodata e da mettere a punto, e magari in una prossima edizione potrebbe essere corretto... Il vero problema resta il Mercato all'aperto... all'aria di Dio... con le sue mosche, le sue cimici, le sue api... la sua polvere che con il cibo magari sarebbe meglio non avere... ed i rischi del tempo (meteo) già citati (se pioveva c'era da ridere, ma anche 5 gradi in più sarebbero stati un bel problema... Cosi come è stato concepito porta un enorme afflusso di persone, tutte giustamente alla ricerca di "assaggini"... ma spesso poco interessate a cosa stanno mettendo in bocca , in una specie di roulette russa che li vede masticare una fetta di salame, arreggendo un oliva in una mano, un tarallo nell'altra e bramando un cubetto di cioccolata da buttar nel calderone... NON me ne vogliano gli Organizzatori, ma il "Salone del Gusto" è/era un altra cosa... E che peccato per quel puzzo di vanillina (finta, fintissima!!!) che il vento portava da sud... ma non era proibito portare prodotti contenenti simili nefandezze vendute a camionate? Sugli assaggi è dura... Pensare che Artigiani di prodotti particolari (concedetemi un pizzico di orgoglio per averci sempre partecipato, speranzoso che sia stato anche per merito delle cose che produco) possano dare in assaggio gratuito migliaia, decine di migliaia di "pezzetti" dei loro prodotti è davvero anacronistico, e pure sbagliato! Ma nonostante questo io l'ho fatto... ma non posso biasimare chi se li è fatti pagare... Giovedi, venerdi, sabato, domenica e lunedi... circa 12.000 (DODICIMILA) cubetti di torta di cioccolato in assaggio gratuito. Spesso però (troppo spesso in verità) solo a gente che nemmeno sapeva cosa assaggiava nonostante i cartelli e le spiegazioni, che si gettava sugli assaggi in condizioni perfino pericolose per la pubblica incolumità (ironico ma nemmeno troppo). Abbiamo anche venduto? Si, certo, magari perfino più delle passate edizioni... ma... i Contatti...? i Buyers...? gli Addetti ai lavori...? Più che altro sembrava l'assedio a Forte Apache... lo avevo scritto... Perchè davvero i Produttori che venivano al Salone "solo" per vendere credo fossero davvero pochi eh... e quando un Produttore si lamenta di questo non credete valga la pena esser curiosi? Mi fa molto piacere che sia stata una bella festa, che in Città le altre iniziative siano state eccellenti... cosi ci dicono e non ne dubitiamo. Di certo il Mercato ha avuto i suoi seri problemi, pur se nella splendida cornice del Parco del Valentino. Speriamo che queste nostre doglianze siano accolte con il giusto spirito, costruttivamente... SE invece la direzione in cui si vorrà andare è questa, allora preghiamo di farcelo sapere, certi che ci sarà una lunga lista di Aziende pronte a sostituirci. Con un pizzico di nostalgia, Claudio Pistocchi

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anna wood

circa 7 anni fa - Link

Claudio, anche io ricordo quei saloni del gusto! poterci partecipare con il biglietto regalato sottobanco era una chicca e roba per pochi eletti. quello di questi giorni a TORINO era peggio della sagra della porchetta era una tamarrata e basta dove a nessuno fregava del cibo se non per mangiarlo GRATIS

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Franco

circa 7 anni fa - Link

Purtroppo c'è ben poco da dire, la direzione intrapresa da SF è fin troppo chiara: esaurita la missione (pionieristica, in effetti), si passa all'incasso. Con logiche, oltretutto, che più italiane non si può: leggasi clientelismo e favori elargiti a chi è vicino al fu Partito, ora sempre più Corporation.

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Wood

circa 7 anni fa - Link

Prima cosa far pagare un biglietto Visto che più che il salone del gusto e' stato il salone del disgusto nel vedere orde di Tartari cercare di mangiare gratis agli stand, fiumi di gente senza la minima idea del significato di qiesta manifestazione. La sagra della porchetta sono sicura e' più elegante. Gli unici luoghi visitabili piazzale valdo fusi, piazzetta reale e piazza Castello. .. ovvio negli stand se volevi mangiare o bere dovevi pagare. Capitolo a parte la strada del gelato che uno s'immaginava chissà cosa invece mezzo isolato occupato da 4 carretti dove la gente stava in coda per assaggiare 2 gusti , ma non era meglio andare da FIORI li di fronte a farsi un bel cono? Non si può più fare al lingotto perché costa troppo ?? Facciamolo a torino esposizioni o al palazzo del lavoro ma perfavore non sta tamarrata.

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Marlena

circa 7 anni fa - Link

Torino esposizioni non è abbastanza grosso e il palazzo del lavoro non è agibile, per la cronaca.

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sergio

circa 7 anni fa - Link

Franco: "Purtroppo c'è ben poco da dire". Condivido ma alla massa non interessa. E' un mega evento, uno dei tanti, da consumare.

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Giulia

circa 7 anni fa - Link

Io ho partecipato per la prima volta al Salone quest'anno, da operatrice. Ero al Parco del Valentino: più che un salone mi è parso la sagra biennale dello scrocca-e-magna, ma sono di base una polemica e mi pare che, almeno dove ero io, tutto sia trapelato fuorché lo spirito su cui si basa il movimento Slow Food.

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luis

circa 7 anni fa - Link

Grazie Tomacelli per aver posto una questione che mi sta molto a cuore. Ho partecipato da visitatore a tutte le edizioni del Salone del Gusto (ad esclusione della primissima del 1996 che si svolse a ranghi ridotti negli edifici di Torino Esposizioni, se non ricordo male) ed ho avuto modo di apprezzare nel corso degli anni l'evoluzione di un evento che ha portato a Torino milioni di visitatori ed ha dato a Slow Food lustro internazionale. Da "semplice" mercato-esposizione dell'eccellenza gastronomica italiana si è passati nel corso degli anni ad una manifestazione grandiosa che ha portato l'appassionato ad apprezzare le sue varie anime: i Presidi, i Laboratori, le Conferenze, gli Incontri con i grandi della ristorazione e tanto altro fino ad arrivare a Terra Madre ed i suoi meravigliosi delegati di tutto il Mondo. Come non fare un plauso a Slow Food per averci dato un'occasione unica di conoscenza! Bene, questa volta ho deciso di starmene a casa. Perché? Semplice, perché un salone concepito come un'enorme piazza dove far affluire più gente possibile non è più un salone, ma diventa una gigantesca sagra della porchetta (con tutto il rispetto di quella originale di Ariccia). Io a scannarmi con centinaia di persone per un assaggino non ci tengo. Attenzione, non è che al Salone del Lingotto non ci fosse sovraffollamento nelle ore di punta e qualche coda ai punti di ristorazione capitava di farla, ma la verità è che un biglietto di ingresso fa la differenza tra la massa e l'invasione dei barbari. Inoltre, per quanto grande, permetteva di passare da un evento ad un altro, sempre avendo a portata il mercato, la ristorazione e tutto il resto, senza attraversare una città ed con una ottimizzazione delle tempistiche. Poi, e lo dico in polemica con un'associazione della quale ho la tessera da quasi vent'anni, perché Slow Food non ci spiega le vere ragioni (economiche?) che l'hanno portata ad abbandonare la struttura del Lingotto? Infine due appunti finali: 1) e se veramente avesse piovuto? Magari per più giorni?!? 2) nelle precedenti edizioni i Laboratori del Gusto prevedevano la vendita on line dell'80 % dei biglietti con il restante 20% venduto alle biglietterie, questa volta la diponibilità on line copriva il 100% dei posti con il risultato che molti Laboratori sono andati sold out quando ancora molti erano in ferie. Svegliarsi prima, direte voi. Tutti, maledetti e subito (i soldi, se non si fosse capito), dico io. In ultimo ancora una domanda (fisco permettendo) agli espositori: avete incassato di più con questa formula del Salone o gli affari erano andati meglio le altre volte? E non tirate in ballo la crisi perché almeno rispetto a due anni fa la situazione economica è più o meno la stessa. Se qualcuno ha qualcosa da dire, ben contento.

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fabrizio

circa 7 anni fa - Link

Insomma ha fatto la fine della passerella sul Lago d'Iseo? Siccome era gratis dentro tutti... con quale ricaduta sul territorio? Quanti si saranno ricordati e fatto un'opinione degli assaggi vari? Il gratuito non va assolutamente bene, come certe degustazioni di vini che si riempiono di beveroni o aperitivisti, le cose di valore non sono mai gratis.

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maurizio mortani

circa 7 anni fa - Link

Ciao Antonio ...questa edizione a detta di molti è stata fantastica....io fortunatamente ho amici come Claudio Pistocchi che solitamente non racconta balle o inventa storie per spirito polemico ma trovo sia sempre realista su ciò che dice....sentendolo ho capito di aver fatto la giusta scelta a non partecipare all'esposizione del 2016 in quanto la location non mi ispirava per nulla e come si è dimostrato ha portato solo orde di gente che pur di mangiare a scrocco era disposta a calpestarsi....beh se l'intento dell'organizzazione era di creare una bolgia infernale dove, ne operatori del settore ne giornalisti etc etc potessero fermarsi allo stand degli artigiani per far due chiacchere e capire le loro storie, ...direi che ci sono riusciti..con mio grande rammarico e nostalgia per tutti quelli passati in cui c'eravamo ho capito che in effetti se la direzione del salone è questa...molti di noi forse non ne faranno più parte ma sarà tutto cibo di strada(a pagamento però)...e altri tipi di espositori...senza offesa per nessuno

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Claudio Pistocchi

circa 7 anni fa - Link

Vorrei precisare alcune cose... IO spero vivamente che il risultato di questa edizione sia solo il frutto di gravi errori di organizzazione e valutazione e non sia invece voluto (nel senso che quel che abbiamo visto è quel che era stato preventivato). SE cosi non fosse viene davvero meno ogni significato (per un artigiano come me) del parteciparvi... Mercati li faccio anche io, ma certo non spendo la cifra enorme che ho speso per partecipare a questo (più di quando era al Lingotto, con zero servizi e all'aria aperta). Sarebbe anche bastato avvertici prima che l'impostazione sarebbe stata questa, lo avrei trovato più onesto... ma spero (ancora) sia solo l'errore di valutazione cui ho scritto. Ma... leggendo alcuni proclami dei vertici mi viene la paura che cosi non sia... sento troppi discorsi sul "portare il cibo alla portata di tutti..." si... tutto bello... bellissimo... ma dovrebbero farsene carico gli Artigiani come me? Davvero si pensa che i cibi particolari siano davvero per tutti? E magari a gratis? Attenzione... il rischio che noi si debba smettere e che si venga rimpiazzati da industriali è assai reale... Lo devo spiegare io? Non credo, no?

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Matteo

circa 7 anni fa - Link

mi ritrovo quasi completamente in quanto detto da Luis. Iscritto a slow food da miliardi di anni mi spiace vedere che il Salone sia stato trasformato in una gigantesca sagra. Alla fine i protagonisti sono diventati i cibi di strada, che detto tra noi hanno anche scassato la uallera, e nulla è più sbagliato di dire "abbiamo portato il messaggio sf tra la gggente", visto che in realtà il messaggio che è stato portato è stato invece svalutare sf. Già c'era l'abbraccio "mortale" di eataly, con il "nuovo salone" c'è la fine di sf, il suo svilimento. Ad essere elitari non c'è nulla di male, se si traccia una via (come in effetti è stato, ed è stato meritorio). Confondere la massificazione con la democratizzazione... anche perchè 25 euro per entrare a un salone sono il prezzo di una partita di calcio. Spero in conclusione che l'idea di continuare su questa strada cambi, perché altrimenti molti produttori di eccellenza non verranno nel 2018, e saranno rimpiazzati da carrettini che vogliono vendere 10.000 panini. Purtroppo credo che si continuerà con il Salone Omeopatico del Gusto.

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nicola barbato

circa 7 anni fa - Link

mi è piaciuto molto, ovviamente riconoscendone i difetti. è un mercato, ma lo era già diventato da tempo. l'organizzazione è molto migliorabile [pochi servizi igienici, poco segnalati e mancavano indicazioni visibili per individuare i settori senza ricorrere alle cartine]. terra madre ha spazi sempre più limitati e gli operatori presenti sono gli stessi dell'ultima edizione. gli spazi per gli approfondimenti [i laboratori, etc.] ci sono, numerosi, e hanno riscosso successo. io non ho trovato posto in quelli che mi interessavano. tutto il resto è business, sì, ma anche stimolo per la curiosità di chi ha voglia di farsi stimolare. per gli altri non c'è formula che tenga. ovviamente slowfood non è più quella di un tempo, oggi è un'impresa. commerciale. insomma, un ottimo salone al passo con i tempi.

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luis

circa 7 anni fa - Link

Slow food si dichiara un'associazione no profit e come tale dovrebbe comportarsi...

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claudio pistocchi

circa 7 anni fa - Link

Nicola scusa ma dire che era già un mercato mi suona offensivo... Vero che in alcune passate edizioni qualche miglioramento poteva essere fatto, ma rimaneva un evento unico di slto livello... di mercati invece è pieno (dall'artigiano in fiera a calare). Solo Taste negli anni si è avvicinato sl livello del Salone, ma con il serio limite degli spazi che non possono crescere essendo già al limite

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nicola barbato

circa 7 anni fa - Link

non mi sembra che mercato sia una parolaccia, cludio. già il colpo d'occhio, con i banchi affiancati, è tipico dei mercati [due anni fa la cosa era ancora più evidente]. ma quando ti avvicini a un banco e non riesci a parlare con chi espone, non solo per via della calca, quando quell'espositore offre in degustazione i suoi prodotti esclusivamente a pagamento, beh, non trovo un aggettivo diverso. la mia non è una critica, in un evento così grande non si può pensare che gli operatori vengano per la gloria.

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Claudio Pistocchi

circa 7 anni fa - Link

Avevo letto la frase nella maniera sbagliata, è sempre stato chiamato Mercato anche quando non era un "mercato" in senso stretto ma l'area con i produttori dove si poteva anche acquistare (giro di parole ma spero si capisca). Già da due o tre edizioni qualche problema lo avevamo avuto, legato più che altro all'errata disposizione che vedeva stand "istituzionali" (le Regioni, i Consorzi e similia) "coprire" fisicamente le piccole bancarelle occludendo anche le corsie, ma le nostre doglianze erano sempre state accolte in maniera migliorativa. Gli operatori del Mercato vengono per far vedere e conoscere le proprie cose al Pubblico, ai Buyers, agli addetti ai lavori, ai giornalisti (la comunicazione pare sempre più importante), con la vendita si recuperava una parte delle spese, ma non è mai stato interesse primario, non per noi almeno, con anche tanti che addirittura non vendevano nemmeno...

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Marlena

circa 7 anni fa - Link

Chiare, comprensibili, legittime le critiche degli espositori insoddisfatte. Quale però le contro-proposte? Tornare al Lingotto? Cambiare città? Mettere a pagamento gli assaggi? Aspetto vostre, perché non sia solo polemica, ma qualcosa di costruttivo per tutti. Grazie

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claudio pistocchi

circa 7 anni fa - Link

Credo Marlena che il Lingotto e le aree adiacenti (Oval etc) sia la sede "storica" del Salone del Gusto e di Terra Madre. Ci sono spazi più che sufficienti per tutto e anche più di quel che serve... Il problema affitto non lo conosco ma temo sia più politica che pratica... Spostarlo a Milano (le voci dicono anche questo) secondo me sarebbe la pietra tombale... Ma ovviamente non mi sento depositario di nessuna verità.

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elle

circa 7 anni fa - Link

non ci sono stato, ma da quello che leggo l'impressione è che si voglia trasformare il salone del gusto in un evento aperto alla città, un po' come avviene per il salone del mobile a Milano dove però sono due eventi a convivere, il salone e il fuori salone. mi sembra ovviamente un concetto interessante per la città, per gli organizzatori e forse anche per il pubblico "generico"; non so - e leggendo in giro credo poco - quanto interessi agli espositori e al pubblico più esigente.

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