Il mostruoso spread che separa il mio portafoglio dall’asta dei vini di Ferran Adrià
di Antonio TomacelliVediamo se riesco a regalarvi un brivido sotto l’ombrellone: Ferran Adrià, lo chef spagnolo del defunto El Bulli, mette all’asta tutta la carta dei vini e, credetemi, a pensarla mi tremano i polsi. Parliamo di una carta enciclopedica, un volume di 139 pagine che potrebbe tranquillamente intitolarsi “Sogni bagnati di un enostrippato”. Le casse, in totale, sono 1.600 e contengono uno scibile enoico che copre il pianeta, con particolare predilezione per i vini francesi e spagnoli (10 annate di Torres’ Mas La Plana). Di solo Montrachet si contano 17 casse e, se vi garba Romanée-Conti, potete impossessarvi del millesimo 1999 per soli 5.300 euro.
I vini del ristorante, che ha servito l’ultimo pasto a luglio, verranno messi all’asta da Sotheby’s in autunno mentre il Magico Adrià è tutto preso nella creazione di una think-tank per la cucina d’avanguardia. El bulli, infatti, si trasformerà nel 2014 in fondazione che avrà tra i suoi scopi l’insegnamento e la divulgazione del verbo molecolare. Ma torniamo per un momento all’asta perché mi scappa la domandina finale: voi che leggete Intravino, ci avete mai partecipato? Le ritenete convenienti o utili per acquistare meraviglie introvabili o le considerate un pollaio per i tycoon russi e cinesi? Insomma, visto che siamo in tempo di crisi, c’è da risparmiare qualcosina su quel Romanée-Conti?
9 Commenti
Adriano Aiello
circa 12 anni fa - LinkUn uomo, un museo. Postumo in vita (cit.). vado a cercare un bancomat (aricit.)
RispondiCostanzo D'Angelo
circa 12 anni fa - LinkCerti posti chiudono anche per questo, credo. Capitali immensi fermi lì ad aspettare chissà cosa o chi... :-(
RispondiAndrea Capobianco
circa 12 anni fa - Linkgiustissimo
RispondiRryl
circa 12 anni fa - LinkAnche Christie's organizza almeno una volta al mese un'asta di vini rari o pregiati...certo questo è un signor catalogo, tuttavia proprio a causa del numero di parvenu che parteciperanno consiglio d'evitare la partecipazione, questo perché il "nome" di un vino spesso può far lievitare il prezzo in maniera del tutto innapropriata rispetto al reale valore (di qualità) di quella singola annata. Certi vini, seppur rari e pregiati, è meglio andarli a cercare direttamente dal produttore o dal ristorante in attività. Oppure, partecipare... sì, ma utilizzando la tecnica del cecchino, selezionando solo un paio di lotti e concentrarsi unicamente su quelli conservando le proprie quotazioni per la fase finale d'aggiudicamento...
RispondiIl Guardiano del Faro
circa 12 anni fa - LinkSpread enorme esistente anche tra quella tipologia di "cucina" e i grandissimi vini presenti in quella carta, ma così difficilmente abbinabili con quei... "piatti". E adesso è venuto il momento di realizzare qualcosa di concreto.
RispondiGaetano
circa 12 anni fa - LinkIo non sono molto "dentro" la questione, ma sentivo dire che il vate ha chiuso per banale "fallimento". Me lo confermate?
RispondiAntonio Tomacelli
circa 12 anni fa - LinkNon è un fallimento ma si chiude con i conti in rosso. Facile quando hai più personale che clienti in sala, nonostante il ristorante avesse una lista d'attesa di circa due anni.
Rispondisilvano brescianini
circa 12 anni fa - Linkho partecipato ad un asta a Hong Kong, con la "tecnica del cecchino", cercando vini "NON Parkerati", si possono fare affari, esempio: un grandissimo Apparita 97 snobbato dai cinesi!
Rispondiroberto bardelli
circa 12 anni fa - LinkPer me lo spread c'era anche con la mia idea di cucina,per carita' riconosco la valenza storica del vate,ma la chimica cosi' invadente non l'ho mai vista di buon occhio,come la tecnica deve essere uno strumento per esaltare il meglio della piu' straordinaria materia prima di un territorio. Quindi,cucina-spettacolo e conseguentemente carta dei vini-spettacolo,ma non credo che l'asta fosse un'occasione per i poveri mortali,meglio andare direttamente in Borgogna o altrove e scoprire i bravi e magari poco conosciuti produttori. Amen.
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