Il Lambrusco nasce a Roma (o poco più a nord)
di Andrea TroianiSono stato a Casale Cento Corvi dove ho capito che il lambrusco è nato nel Lazio. Lo so, lo so, sembra strano anche a me, che di lambruschi sono un feticista, ma ora vi racconto tutto.
Sin dai tempi delle scuole elementari (un ricordo patetico in effetti) ho sempre amato la storia. Sarà stata la capacità della maestra Filippetto o una semplice inclinazione personale, ma le vicende del passato e il susseguirsi degli eventi che ci ha portato a oggi ha sempre catturato la mia, seppur, all’epoca, puerile, curiosità.
Non è un caso che la passione per il vino sia spesso passione per la storia e che la vitis vinifera abbia accompagnato l’umanità, con le sue vicende più o meno da quando è stata inventata la forma scritta. Si dice che le legioni romane avanzassero alla conquista di nuovi territori portando un tralcio di vite. La vite è una pianta che dà i suoi frutti dopo qualche anno, e se la pianti nel terreno il segnale è molto chiaro: sei arrivato per restare.
Per farla breve, evitando di tediare ulteriormente i lettori, possiamo dire con buona certezza, e comprovate fonti storiche, che la vite viene domesticata e coltivata in Italia centrale dagli Etruschi fin dall’VIII secolo a.C. e prima di loro dai Villanoviani fin dal IX secolo a.c, prima età del ferro, e quindi ben prima del contatto con le civiltà elleniche. E indovinate un po’ come si chiamano quelle coltivazioni tipiche del confine tra Lazio e Toscana? Lambruscaie. Toh!
E sì, tutto sembra partire dall’Etruria.
Oggi questo vino è stato ripreso e riscoperto dai fratelli Giorgia e Costantino Collacciani, rispettivamente enologa e agronomo nonché titolari di Casale Cento Corvi. Giacchè 2015 è lo storico nome di questo vino che nasce “contadino” per essere poi recuperato e nobilitato proprio nella bella cantina di Cerveteri.
Io l’ho bevuto in un pomeriggio agostano particolarmente torrido mentre sudavo nella mia camicia di lino, quindi non proprio le condizioni ideali per godersi appieno la degustazione. Molto piacevole ed elegante nei profumi, bello rotondo in bocca con quella sensazione di tannino sferzante, ancora adolescente, che rinfresca il palato. Ne avrei bevuto volentieri ancora, ma tra Cerveteri e Roma la strada non è poi così breve.
Costantino è agronomo illuminato e curioso, grazie a lui la fase sperimentale non termina mai qui a Cerveteri. Dopo aver dedicato attenzione e una parte della vigna anche alla biodinamica, seguendo strettamente le indicazioni steineriane, ha prodotto un bel vino rosso La nostra scelta. Grande freschezza e una bottiglia da conservare in cantina per essere apprezzata tra qualche anno.
Piacevolissima sorpresa il Trebbiano coltivato su terreno vulcanico non lontano dal mare, capace qui di diventare elegante, di salire sullo scranno alto dei vini “importanti” pur conservando la sua natura di vino gradevole e bevibilissimo. Qui è Giorgia che si è “scordata” il vino nel legno piccolo, e lo ha ritrovato in grandissima forma, il nome Lo scordato non è affatto casuale (il prezzo a scaffale inoltre è da Guinnes dei primati).
19 Commenti
Gigi
circa 6 anni fa - LinkBene. Da abitante delle Terre da Lambrusco, scoprirò che pure questa varietà viene meglio in altri suoli e altri climi
RispondiMichelangelo F.
circa 6 anni fa - LinkForse uno dei primi vini del lazio ad avere riconoscimenti massimi (da almeno 10 anni...). Gran bel vino, concettualmente e gustativamente molto lontano dal Lambrusco. Forse per questo che la recente scoperta della "parantela" sorprende tanto.
RispondiFederico
circa 6 anni fa - LinkEvidente la volontà del post, già dal titolo, di stuzzicare il commento del buon emiliano campanilista. Va beh, ci sta. Ma senza bolle che lambrusco è? Sarà altra cosa, da uva lambrusco, chiamatela come volete. ...che poi a forza di andare indietro non nasce tutto forse in lontane terre euro/asiatiche!? Si deve solo decidere quanto si viole andare indietro. Del resto abbiamo tutti avi africani 😁
RispondiFederico
circa 6 anni fa - LinkDimenticavo, Villanoviani = da Villanova di Castenaso, Bologna 😂 (molto più a nord)
RispondiAndrea Troiani
circa 6 anni fa - LinkCiao Federico, verissimo. La civiltà Villanoviana ha avuto un'area di influenza che parte proprio da li per poi scendere verso sud. E comunque Viva il lambrusco in tutte le sue forme e in tutte le regioni ;-)
RispondiSimone
circa 6 anni fa - LinkE questo il bello del lambrusco che e stato domesticato qua in Italia diversamente da tantissimi altri vitigli che hanno subito in senso buono l influenza medio orientale grazie ai Greci si parla infatti di domesticazione della vite silvestre
RispondiSimone
circa 6 anni fa - LinkGrazie ai Greci e altre popolazioni successive mi correggo
RispondiNomiecognomi
circa 6 anni fa - LinkGiorgia infilza gli acini con le unghie....evviva il lambrusco.....
Rispondinomiecognomi
circa 6 anni fa - LinkSbaglio o avete tagliato la foto dopo il mio commento?? ma dai ragazzi , che tristezza....
Rispondivalentino
circa 6 anni fa - Linkdovreste metterle le fonti. L'articolo è un guazzabuglio di informazioni discordanti (villanoviani, etruschi, emilia, toscana, etc.) e soprattutto una affinità lessicale non prova niente. O dovremmo pensare che gli antichi romani abbiano fondato Rome in Illinois?
RispondiAndrea Troiani
circa 6 anni fa - LinkSalve Valentino. Il suo appunto, seppur distonico, è ben posto. In effetti è sempre complesso trattare questioni storiche in un breve post divulgativo. In primis perché non sono uno storico, non ne avrei le capacità, e in secondo luogo perché non è questo l'ambito per affrontare con dovizia di particolari. Non è un caso che abbia fatto ricorso proprio al condizionale. Allo stesso tempo stesso questo genere di ricostruzione, seppur sommarie, credo possano dare un valore aggiunto e magari accendere la curiosità. Un po' come è successo con lei che ha avuto la voglia di rispondere chiedendo un maggior approfondimento e che, certamente, avrà trovato rapida risposta sul web. Certamente in ritardo le segnalo: Il libro: Archeologia della vite e del vino in Toscana e nel Lazio. Il pezzo dell'archeologo Corrado Re: http://www.academia.edu/5358728/Le_antiche_origini_del_lambrusco_e_della_vigna_alberata
RispondiSimone
circa 6 anni fa - LinkCon tutto il rispetto la domesticazione dei vitigni lambruschi e cominciata molto prima ci sono in Emilia reperti del neolitico lugo ra delleneolitico S ilario re ad opera dei paleoliguri e successivamente dei palafitticoli ci sono numerosi reperti che lo comprovano le tre fasi di domesticazione (forni 2009) raccoglitori viticoltura embrionale protoviticultura lode agli etruschi ma la domesticazione dei lambruschi e cominciata 2000 anni prima grazie
Rispondisimone
circa 6 anni fa - LinkGrazie per il libro Sig.Andrea
Rispondivalentino
circa 6 anni fa - Linkgrazie per la referenza.
Rispondisimone
circa 6 anni fa - LinkHo letto la pagina citata dal Sig Andrea , Valentino se legge attentamente le ultime righe l autore apre a studi biomolecolari che successivamente sono terminati e hanno dimostrato quello che l autore in parte presagiva e che dimostra che i lambruschi non li hanno portati gli Etruschi ma li hanno trovati li e hanno terminato la domesticazione e oltretutto e dimostrato che quasi tutti parlano di labrusca labrum margine orlo ruscum rovo ma invece parecchi studi hanno dimostrato che proviene da prima lab lap rupe rupestre si veda sempre il libro citato in precedenza piu "il paesaggio agrario protostorico e antico pag 49/50/51 tutti e due i libri sono gratis su internet quindi dobbiamo tantissimo agli Etruschi pero il lambrusco e nato molto molto piu a nord grazie a presto
RispondiOrst
circa 6 anni fa - LinkGrazie Simone! Approfondimento storico più utile dell'articolo. Che faranno adesso Riunite? :)
RispondiSimone
circa 6 anni fa - Linkcito il lambrusco storia di unvitigno di successo Mauro Catena
Rispondisimone
circa 6 anni fa - LinkViva il lambrusco
RispondiAndrea Troiani
circa 6 anni fa - LinkViva sempre i Lambruschi!
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