Il dilemma di Venturelli, il professore del Sorbara

Il dilemma di Venturelli, il professore del Sorbara

di Alessandro Morichetti

La questione ha una sua dignità non indifferente che chiamiamo “il dilemma di Venturelli“:

Data una denominazione viticola, il produttore di riferimento in termini organolettici è un hobbista, un garagista portato all’estremo, un amatore, un non professionista. In buona sostanza, uno che non può nemmeno comprare il vino finito da altri spacciandolo per proprio perché di così buono in giro non ce n’è.

Sono casi unici e non auspicabili ma non si può tacere che la produzione privata di Vincenzo Venturelli – ex professore di matematica, per tutti “il prof.” – sia unanimemente uno degli esiti più felici di una tipologia di vino, il Lambrusco di Sorbara (cioè quello rosa, trasparente, acidulo e dissetante), che parte dagli 1,99 euro in GDO per arrivare ai circa 20 di alcuni metodo classico decisamente significativi.

In mezzo, milioni e milioni di bottiglia spesso dozzinali ma anche nomi importanti da Chiarli a scendere e – soprattutto – quel monumentale cuore emiliano dal battito animale che è icona mondiale di godimento per tutti. Che terra di gioia popolare e a buon prezzo, l’Emilia con la sua gemella eterozigote Romagna.

Venturelli, dicevamo. Amato e odiato in pari misura, il prof. è croce e delizia di un vino speciale, il Sorbara rifermentato in bottiglia senza sboccatura, dal portamento esile e dall’equilibrio instabile: tra corpo lieve, colore chiaro e trasparente, leggiadria e acidità infiltrante, è facile, facilissimo non centrare la produzione di un Sorbara, ora troppo ossuto, ora addolcito, ora amaricante, ora finto, ora di tutto un po’.

Piaccia o no, Venturelli è un punto di riferimento per i sorbaristi di livello e i primi a rilevarlo sono alcuni tra i più informati osservatori del Lambrusco, tra cui Antonio Previdi (della chiocciolata Trattoria Entrà a Finale Emilia) e Filippo Marchi, agente ed esperto di vini. I suoi vini rifermentati, non il trebbiano sur lie né i metodo classico – sono prototipo di una precisa espressività senza sbavatura alcuna che centra il bersaglio come una freccia telecomandata: colore, acidità, materia a supporto, equilibrio debordante e facilità di sorso qui raggiungono un livello probabilmente non riscontrabile in altri campioni della tipologia e nessuno ce ne voglia.

La produzione professionale non industriale del Lambrusco di Sorbara conta nomi di spicco quali Paltrinieri (buon 90esimo compleanno) o la più recente Cantina della Volta (punto di riferimento per tutti, a ragione) e altri ma è curioso che sia il professor Venturelli, un artigiano modenese con la passione per il vino, ad offrire squarci folgoranti di espressività: il suo vino si distingue per originalità e carattere in qualsiasi batteria di vini mossi.

Il dilemma di Venturelli contiene non poche implicazioni problematiche (è un vino che non esiste, di fatto) e ne sono ben consapevole. Ad ogni modo, riflettiamoci.

 

[In foto, da sinistra: Massimo Zanichelli, Filippo Marchi, Vincenzo Venturelli]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

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