Il 1914 è stata un’ottima annata per lo Champagne Pol Roger

di Leonardo Romanelli

“Maison familiare”, ovvero ancora appartenente agli eredi della famiglia che l’ha fondata: nel mondo non ce ne sono mica tante, Antinori, San Guido Torres ma in Champagne sono gli unici, ovvero la Pol Roger, un nome che diventa un cognome per celebrare l’idea geniale del fondatore, quel Pol Roger che a 18 anni, nel 1849, fa nascere la sua “Maison de Negoce”. Quando muore, nel 1899, l’azenda è già popolare ed organizzata, i vini sono “atipici, delicati e generosi”, fatti cioè ad immagine del titolare. Il cambio del nome avviene allora, la fama internazionale arriva fra le due guerre, ma in Inghilterra il successo arriva grazie all’amicizia di Odette Pol-Roger con Winston Churchill; il primo ministro inglese non visiterà mai la sede d Epernay, ma rimarrà sempre un solido estimatore, tant’è che dieci anni dopo la morte, viene creata una cuvée che porta il suo nome, la “Winston Churchill”. Ma la sorpresa, visitando l’azienda, è che la dimensione media, né gigantesca come i marchi che producono decine di milioni di bottiglie, né microscopica da recoltant, permette di conservare qualcosa di antico: i rémuer, ad esempio, che girano a mano le bottiglie invece di usare le macchine, o la sboccatura a mano delle doppie magnum. Definire lo stile aziendale: elegante e fine ma non povero al gusto. In una verticale si comprende meglio gli elementi che ricorrono, come ad esempio la mineralità. Assolutamente fuori concorso il millesimato 1914,  presentato come testimonianza del tempo che fu, ma vivo e arzillo come non mai!

BLANC DES BLANCS 2002 (Sboccatura primavera 2012)
Paglierino con riflessi verdognoli. Naso molto intenso,floreale, frutti bianchi, albicocca, ribes bianco, nocciola. Cenni vegetali, complesso ma fine. Bocca ricca, buona avvolgenza, succosa, larga, buona persistenza non immensa ma gradevole. Finale con ritorno fruttato. 91 Molto fresco, giovane, ancora da formarsi

BLANC DES BLANCS 2000 (Sboccatura 11/10/2010)
Paglierino con maggiore intensità. Naso piacevolmente maturo, burroso, pesca bianca, note minerali., anche tostate, poi salmastro, iodio. Ingresso caldo, avvolgente cenni di fresca vivacità acida. Finale succoso, buona persistenza. 90 Complesso ma in stato avanzato di maturità

BLANC DES BLANCS 1999 (Sboccatura 23/07/2009)
Paglierino, con riflessi verdognoli. Note fresche, erbe aromatiche, fiori bianchi, pera. Bocca succosa, divertente, citrina, retrogusto limone, cremosa, anche sapido sul finale, equilibrio perfetto, non troppo complesso. Finale in grande crescendo. 92 Il più equilibrato ad ora, molto gradevole

BLANC DES BLANCS 1998 (Sboccatura 14/09/2006)
Paglierino più intenso, mantiene la parte verdognola. Naso molto intenso, ma maturo, frutta tropicale, lychees, tostato, arachidi, anche burro di arachidi. Bocca duretta, secca ma aggressiva, non si distende, tende a rimanere molto  sulle sue. Finale non lunghissimo. 89 Non riesce a rilassarsi

BLANC DES BLANCS 1996 (Sboccatura 7/4/2004)
Paglierino chiaro, ancora verde. Profumi rilassati, frutti di mare, iodio, poi mela, susina. Buon ingresso, avvolgente, cremoso, densità appropriata. Ritorno di limone ben supportato, sapidità non invadente, gustoso, intrigante. Finale in crescendo. 93 In ottima forma

BLANC DES BLANCS 1990 (Sboccatura 26/05/1999)
Paglierino abbastanza scarico. Naso non completamente espresso, frutto evoluto, pesca e albicocca matura, cenni di sali minerali, mandorle. Bocca viva, forte, limonosa, sapida, di buona succosità, elegante. Finale saporito. 90 Penalizzato dal naso non enome, ma in bocca recupera molto

BLANC DES BLANCS 1988 (Sboccatura 1/12/1997)
Paglierino abbastanza intenso. Naso evoluto, tè, camomilla, cenni di burro, frutto tropicale. Bocca tostata, tabacco, fumo, saporito, pieno. Finale in crescendo, potente, lungo e succoso. 91 Lascia perplessi all’inizio, ma poi la bocca prende il sopravvento

BLANC DES BLANCS 1986 (Sboccatura 14/11/1994)
Paglierino molto carico, naso iodato, frutti di mare, vaniglia, burro fuso, note minerali, funghi, terroso, muschio. Bocca atipica, ferrosa, piena, succosa, non abituale. Finale in crescendo gustativo. 94 Molto particolare, non per tutti

FUORI QUOTA

CUVEE’ DE RESERVE BRUT 1973
Dorato lieve, ancora brillante come luminosità. Al naso elementi di maturità non eccessiva, come albicocche e pesche essiccate, ma anche pera e cenni minerali ben equilibrati. In bocca: ricco senza essere eccessivo, presente come consistenza ma non ridondante, bel finale prolungato. 91 Assolutamente vero, vitale, con capacità ulteriore di conservazione

CUVEE’ DE RESERVE BRUT 1914
Colore sul dorato non troppo pesante. Al naso la complessità è soprendente: nocciole tostate, tabacco, cenni di cuoio, poi vaniglia, frutti essiccati, erbe aromatiche come la salvia, anche accenni di scorza di arancio. Vivo in bocca, ancora effervescente, ampio, con nerbo acido gustoso. Persistente molto ben equilibrato, con cenni sapidi che lo rendono appetitoso. SV Come si fa a dare un voto ad un monumento? Comunque non si beve solo la storia, è ancora un vino serbevolissimo

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

7 Commenti

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Francesco Annibali

circa 12 anni fa - Link

il 14 era ancora sui lieviti?

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Totò

circa 12 anni fa - Link

Scorza d'arancio intesa come corteccia dell'albero?

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

peccato non ci fosse il 1928... (e ne hanno, eh)

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Leonardo Romanelli

circa 12 anni fa - Link

@fabio se è per questo hanno anche il 1865, il 1874...;-)

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Vittorio Vezzola

circa 12 anni fa - Link

Gli assemblaggi Pol Roger sono a predominanza Pinot nero, scelta singolare quella di fare una verticale di blanc de blancs.

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Luca Santini

circa 12 anni fa - Link

Ciao Vittorio, non è proprio così, in verità. Sul WS, sì, certo, ma non sulla cuvée Reserve, nè sul Pure; il Vintage, sì, ma poi c'è il Blanc de Blancs (unico 100/100 di Juhlin su 4000 Champagne....., '59 o '61, non ricordo ora).... Tenendo conto che la maggior parte della produzione è appunto in Cuvée Reserve NV, direi che non è vero che hanno maggioranza di Champagne a predominanza PN; in più, la quota di 33% di Chardonnay nelle cuvée NV è alta rispetto al 29% di superficie totale piantata a Chardonnay nella Champagne.. Alla luce di questo, forse ha senso presentare una verticale di BdB (io mi sarei allargato spudoratamente sul '96, ad esempio, veramente strepitoso per me). :D

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

il famoso 100/100 di RJ è proprio il 1928 di cui sopra, se ben ricordo. E, sempre se ben ricordo, sboccato appositamente per la degustazione.

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