Gli ineluttabili vini per San Valentino

Gli ineluttabili vini per San Valentino

di Sabrina Somigli

Dai giochiamo, testa o cuore?

San Valentino si avvicina e con lui la catena di articoli con i consigli vinosi per il giorno degli innamorati. Poteva Intravino sottrarsi a tale vana consuetudine?

Certo che no, e consapevoli dell’inutilità di tutto ciò, abbiamo scelto una single a dispensare qualche suggerimento vinicolo alla coppia. Il successo è certo! Cioè sull’amore eterno non garantiamo, ma sul godimento immediato al sorso ci giochiamo la testa e “anche l’ultimo frammento di cuore”*.

E dato che l’amore è un gioco, e la scelta della bottiglia anche, giochiamo a testa o cuore con qualche vino assaggiato di recente che ci (mi) ha fatto friggere l’uno o l’altra a seconda del caso. In realtà sarebbe compito vostro oggi far friggere cuore e testa, ma in caso di difficoltà aiutatevi col vino.

Colle Onorato Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore La Giostra 2018: il nome già è presagio di una possibile conseguente giostra dell’amore, fatta di sguardi e complicità. L’etichetta riporta il disegno di un pavone, signori devo aggiungere altro? Ah si, potenzialmente pericoloso perché ti frigge il naso oltre al cuore, tra menta, cenni fumé e citrino, a tratti ricorda la perfezione dell’acqua di colonia, che visto il tema San Valentino, resta tra le fragranze più sexy sempre. Ma il sorso è tagliente, una lama affilata di acidità che ti trafigge e ti scatena un’acquolina in bocca a fontane. Vino perfetto per gettarsi sul piatto in arrivo o sulla preda. Fate vobis.

Cuore e lingua. Non intendevo le frattaglie

Frascole Pinot Nero 2016: si sa che tra le fresche frascole amor può sbocciare e lassù quasi in vetta al colle che guarda dall’alto Dicomano e dal basso il Falterona, il pinot nero trova una forza e una gentilezza pari a pochi altri nell’Appennino Toscano. E se il pinot nero è scelta scontata per far colpo, beh, datemi retta, questa non lo è affatto.

Cuore

Tenuta del Travale Eleuteria 2016: nerello mascalese Calabria IGP. Dream of Calabrifornication con gli RHCP in terra di peperoncini rossi piccanti.

Ciliegia sotto spirito, fumo e rosa canina; trasparente con cenni granata è quel colore del vino che fa andare via di testa, per lo meno me. Tannino importante con cenni verdi ma non amari, forse dovuti a un passaggio in tonneaux di castagno. Resina e muschio, sembra di passeggiare in montagna. Mano nella mano per restare in tema.

Testa

Ma quale ametista, quale smeraldo, regalatele un Lapazio 2018 di Francesca Fiasco, l’originalità premia. Sorso ricco, prezioso, erbe aromatiche, note di nocciola e burro fuso. In bocca è denso e avvolgente sempre rinvigorito dalla sensazione tonica di mentuccia romana e dragoncello. Spiegate al vostro/a partner che il Lapazio è un’erba spontanea che cresce in alcune zone del Cilento, profumata e rara e che è più chic sfoggiare un coda di volpe vivo che un collo di volpe morto.

Testa e capriole

Montebernardi Chianti Classico Riserva 2016. Le mode passano e il Classico resta, come dar torto allo slogan del Consorzio. Che poi il Montebernardi non è affatto il più classico tra i Classici, ma è di sicuro il classico contemporaneo, bello e divertente, che sprizza gioia ed energia ad ogni sorso. Il sangiovese sanguigno che fa sangue, capace di friggere testa e cuore. Un Gallo Nero che somiglia a Jonny Depp con giacca e cravatta. Della serie fai di me ciò che vuoi.

Testa e cuore

Finora eran tutti vini e buoi dei paesi tuoi, e già mi sento il marchio a fuoco della “suocera di Intravino”. Ecco due stranieri da testacoda, altro che testa o cuore!

Cahors Clos de Gamot 2016: mannaggia al malbec, deve essere dei Gemelli, perché questo vino ha duplice faccia. Occhio ai segni e agli ascendenti mi raccomando! Si è presentato così, come semplice, quasi bonaccione e poi si è rivelato complesso, di frutti neri, pepe, profondo, con tannino fitto ma vellutato. E poi ingannevole con quella etichetta a primo impatto demodé e invece fascinosamente retrò. Quelli di cui ti innamori senza accorgertene e poi è tardi.

Testa. Ce l’ho battuta frontale, ma ora lo porto nel cuore

Greywacke Wild Sauvignon 2016: io questo vino di Marlborough l’ho bevuto esattamente un anno fa e ce l’ho in mente come fosse ieri. Cari innamorati questo è l’esempio del tenere vivo l’amore come fosse il primo giorno. Ricordo profumi totalmente inaspettati e difficili da ricondurre ai sauvignon che conosco. Un naso davvero meraviglioso e a me sconosciuto. Non parlavamo la stessa lingua ma alla fine ci siamo capiti tra timo, origano, friggitello, talco mentolato, salamoia e poi dolcezze..bah. Speriamo che vi capiti una cosa così stasera!

Testa. Tanta testa, head-to-head in pratica un ottimo heads-up

Ops mi sono accorta di non aver consigliato alcuna bollicina. Vi avevo avvertito che non ero affidabile.

* E se vale la pena rischiare io mi gioco anche l’ultimo frammento di cuore. L’ha detto il Che Guevara non io.

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Sabrina Somigli

Chiantigiana di nascita, microbiologa di formazione, poi sommelier e ristoratrice per vocazione. Raccolgo erbe spontanee e non è colpa della laurea in scienze agrarie; amo il vermouth liscio e il brodo caldo ma non per questo so sferruzzare a maglia. Mi sono appassionata al vino più o meno vent'anni fa, quando lavoravo in Tasmania; ci rido ancora pure io, tranquilli. Credo nel bevi e lascia bere e raccontane se vuoi, ma sii breve.

3 Commenti

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Francesco Santini

circa 3 anni fa - Link

La citazione del Consorzio di Tutela Chianti Classico per il vino di Montebernardi mi pare fuori logo dal momento che propio quello che sarebbe dovuto essere Chianti Classico RIserva MOntebernardi 2016 è stato bocciato dal Consosrzio per carenza di colore e adesso è sul mercato come IGT e non appunto come Chianti Classico RIserva, a meno che non si riferisca al Sa'etta.

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sabrina somigli

circa 3 anni fa - Link

Hai ragione sulla 2016 che è uscita come IGT. Per me Montebernardi resta all'altezza di riserva sempre; lo scorso anno è stata tra le bevute migliori in chianti classico. Però hai fatto bene a segnalare la precisazione

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Francesco Santini

circa 3 anni fa - Link

L'ho segnalato non per didistima del vino, al contrario, ma per sottolineare il cattivo operato del Consorzio che in mano agli imbottigliatori sta lentamente facendo scivolare il disciplinare di produzione verso vini sempre meno tipici.

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