Fornacelle e il Bolgheri sempre più franc

Fornacelle e il Bolgheri sempre più franc

di Andrea Gori

A Bolgheri si sta entrando finalmente nella seconda fase di sviluppo del territorio. Dopo i fasti e le celebrazioni per i venticinque anni (un nonnulla per il mondo del vino), si moltiplicano le iniziative di approfondimento del suolo e del microclima così speciale che ha reso questo lembo di costa toscana un paradiso per gli amanti dei vitigni bordolesi in Italia ma, soprattutto, che ha saputo sviluppare un gusto originale e personale.

In questo contesto Silvia Menicagli e Stefano Billi portano avanti il lavoro a Fornacelle che come azienda agricola nasce alla fine dell’Ottocento, quando in zona vi erano numerose ed antiche fornaci. Sui 15 ettari a conduzione familiare da quattro generazioni la svolta inizia nel 1998 con  Stefano Billi che comincia un reimpianto con criteri moderni e seguendo una accurata mappatura dei suoli aziendali insieme alla gestione più razionale di un oliveto di circa 1000 piante e altre coltivazioni ortofrutticole.

Siamo per lo più in pianura, a 50 metri s.l.m. e il vigneto copre 8 degli ettari totali suddiviso tra merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc, vermentino, sauvignon blanc, sémillon, fiano coltivati su terreni in genere di medio impasto con presenza di scheletro, sassoso, franco-sabbioso e ghiaioso. Possono sembrare tanti i vini prodotti ma in realtà è la sintesi di un lavoro molto approfondito, davvero “bordolese” per dettaglio e sfumature in termini di assemblaggio. Insomma l’emergere del cabernet franc è stato qui un processo naturale e non un accodarsi alla grande moda dei tanti 100% franc che stanno nascendo in Toscana negli ultimi anni. Di questo e di tanto altro abbiamo parlato nell’incontro online su FB andato in onda lo scorso dicembre e che potete rivivere insieme agli assaggi dei vini.

 


Fornacelle Zizzolo Bolgheri DOC 2018
Il vino di ingresso e più rappresentativo della DOC è ben curato e ricco di sfumature: ribes rosso e nero, sapido, distinto e intensamente fruttato e floreale, mostra una particolare acidità verdastra sul finale che si fa scura e pepata, mirtillo e prugna in confettura. Traccia di lavanda e incenso che soddisfa e incuriosisce, scoda sul finale ma ingresso e naso sono croccanti e vividi. 88

Fornacelle Guardaboschi Bolgheri DOC Superiore 2016
Un vino pieno, ricco, scuro e deciso in pieno stile flamboyant bolgherese, rimandi di amarene, mirtilli, cassis e ribes nero, visciole, mirto alloro e tanta macchia mediterranea solare ed energetica. Sorso con legno e vaniglia molto presenti ancora. La struttura è importante, in bocca è preciso, ritmato, succoso e denso con ancora materia da dipanare nel tempo. Tannino pronto, ricco e deciso da soddisfazioni nel lungo periodo 92+

Fornacelle Foglia38 Bolgheri Superiore DOC 2016 Cabernet franc 100%
Ribes rosso e nero, senape, tapenade, macchia mediterranea, peperoni abbrustoliti, pepe nero, liquirizia e toni appena amaricanti nel finale, rivela un trama tannica non banale fitta e distinta che esalta la polpa e l’amarena ricchissima che emerge in ogni frangente. Finale lungo e carnoso, ritorni balsamici e pepati molto nitidi e stimolanti la beva. 93

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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