Fiato alle vuvuzelas: chi vincerà il primo “campionato italiano dei vini bianchi”?
di Antonio TomacelliChe senso hanno i mondiali di calcio senza Quagliarella? E Wimbledon senza Federer? Dio che tristezza, sono rimasto solo con la mia muta vuvuzela e se non trovo subito una sfida eccitante, mi toccherà passare l’estate a spiaccicare zanzare sul muro. Idea: e se organizzassimo il primo “Campionato Italiano dei Vini Bianchi”? Massì dai, Intravino meglio della Fifa e senza pagare gabella a Sky! Scendano dunque in campo le squadre e fiato alle vuvuzelas: chi vincerà il trofeo in palio?
Chardonnay contro resto degli Autoctoni – Ok, è ufficiale: da oggi lo chardonnay è come Zidane: persona sgradita sul territorio italiano. Essì che le abbiamo provate tutte, ma niente, il bastardo sui campi italiani non si impegna: è pesante, legnoso e decisamente fuori forma. Tra le prime regioni tornate all’autoctono c’è la Puglia che, disperata per la posizione in classifica, ha riesumato un vecchio cadavere di origini incerte: il Fiano minutolo. Ma i talenti locali si sprecano e in ogni angolo d’Italia i produttori fanno leva sul vivaio, riscoprendo autentiche perle. Qualche nome? Arciprete, Cococciòla e Minnella: segnatevi i nomi, ne sentiremo parlare.
Regno delle due Sicilie contro Impero Austro-Ungarico – Se da un lato la terronia ha fatto passi da gigante per tecnica e stile (alla base del successo la preparazione atletica: allenamenti in altura sull’Etna e session defaticanti in spiaggia a San Vito Lo Capo), dall’altro l’avanzata del crucco-sounding risulta difficile da arrestare, vista la possibilità di schierare in campo i soliti Panzer. Forse meglio sotterrare l’ascia di guerra e concordare un bel 1-1 a tavolino. Invece dei gagliardetti si prevedono copiosi scambi di Zibibbo e Goldmuskateller, Carricante e Veltliner. Durante il terzo tempo preparatevi ad ingollare – senza soluzione di continuità – canederli e arancini, Grauekase e Piacentino di Enna. D’altronde paese che vai usanza che trovi.
Franciacorta contro Prosecco – La crisi batte dove il dente duole e la Franciacorta è nei guai fino al collo. Dopo aver sbaragliato le squadre francesi più quotate, ora deve affrontare una squadra operaia fatta di giovani prosecchisti che gioca e diverte con poca spesa. Certo, i lombardi praticano un gioco raffinato e in campo hanno brio e scioltezza, ma basteranno queste qualità per vincere in tempi tanto grami? Intanto il Prosecco sfodera questo nuovo acquisto francese, tale Sur Lie, che si sta comportando benissimo. I suoi cross da fondo campo sono già leggenda e in più regala alla squadra quel tocco internescional che non guasta.
Fiano contro Falanghina contro Greco – un derby a tre potevano giocarselo solo in Campania, terra di grandi vini e contraddizioni. Diciamo subito che il Fiano ha classe da vendere e si vede: passaggi lunghi, buona tenuta e una preparazione atletica di tutto rispetto ne fanno il candidato ideale alla vittoria. Non sottovalutate la Falanghina però che, pur leggera a centro-bocca, rapisce per facilità di gioco e di beva. Più misterioso il Greco, squadra ostica e impenetrabile, capace di grandi exploit e di rovinose cadute che la tengono fissa a metà classifica. Occhio comunque alle squadre campane che, in pochi anni, hanno conquistato posizioni e mercati fino a ieri impensabili, togliendo spazio a formazioni più blasonate e con maggiore esperienza.
4 Commenti
Franco Ziliani
circa 14 anni fa - LinkFranciacorta contro Prosecco, caro Anto'é una gara che non esiste, che non ha senso, che non é proponibile. Prodotti assolutamente e totalmente diversi, per vitigni, metodo di produzione, caratteristiche dei vini, prezzo, modalità di utilizzo, storia. Ad essere franchi hanno in comune una sola cosa: le bollicine. La gara, semmai, é tra Prosecco e Cava, tra Prosecco e spumanti generici. In Italia la Franciacorta ha un solo competitor: il Trento Classico. Il resto.. é Cruasé...
RispondiAndrea Fontana
circa 14 anni fa - LinkSono perfettamente d'accordo. Il problema è che non lo sono i consumatori! Per loro Franciacorta e Prosecco pari sono, e visto che i bresciani si fanno pagare molto più cari, tanto vale premiare i veneti. O i friulani, i piemontesi e tutti gli altri che chiamano prosecco qualsiasi bottiglia di vino spumante indipendentemente da quello che c'è dentro. Tanto chissenefrega da dove viene e che uva è. Basta che mi diano assieme un bel pò di fritti, qualche oliva e qualche patatina (e non parlo necessariamente del tubero). Che tristezza. Forza Cruasé!!!
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - Linkcomplimenti, articolo molto divertente
RispondiElisabeth Babinska-Poletti
circa 14 anni fa - LinkIncredibile! Pensavo di essere sola a combattere questa guerra che sembrasse contro i mulini a vento! Gia' chi scrive che lo Champagne e' paragonabile a Franciacorta mi fa rimanere perplessa. Ora pero' mi sembra di non credere di sentire un paragone con il Prosecco! Ma gli veri esperti del vino oltre ad uno, due che qui esprimono la loro protesta non osano a pronunciarsi!? Sto portando il Francicorta oltre i confini ed e' un lavoro non facile. Ma almeno qui(in Italia), no me l'aspettavo che potesse entrare in discussione... Forse qualcuno continui?! :-) Elisabeth Babinska Poletti
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