Famolo strano: 8 birre da tutto il mondo contro l’ansia da lockdown

Famolo strano: 8 birre da tutto il mondo contro l’ansia da lockdown

di Samantha Vitaletti e Emanuele Giannone

Care concittadine, cari concittadini,

No. Così sa troppo di conferenze stampa delle diciotto. Proviamo così:

Care e cari paisà,

Voi, che in tempo di confinamento gli specchi hanno rivelato neandertaliani e proclivi ad accidie che percolano in livori e bestemmie all’indirizzo dei vicini, della PlayStation, della spesa a domicilio, dei corrieri Amazon, degli spacciatori di fútbol che non spacciano più, degli elettrodomestici che non parlano la vostra lingua e dei filippini e daci che la parlano assai meglio di voi. Noi contemplavamo con straniamento pari al vostro le file per insalata e peroncino fuori dal bangladino, il fiorir del tarassaco e del matricale in mezzo alla Tangenziale, l’improvvisa scomparsa delle passeggiatrici dalle consolari e degli opinionisti sportivi dalle reti nazionali, l’inedita grazia stilnovista degli autisti dell’ATAC. Le sparute uscite vedevano anche noi restar come basiti per la trasecolata spettralità della città che fino a ieri si coloriva notte e dì dei familiari mortacci laziommerda romammerda eccetera. Per dirla come gli Stones, sempre al passo coi tempi, Living in a Ghost Town. Almeno da noi, però, a casa tutto è filato liscio come prima. Stavamo e stiamo allegri. Si è mangiato e bevuto e letto anche più di prima, la noia non ci ha toccati. Però riuscivamo a capirvi, voi che vi lamentavate: anche noi, in verità, in qualche occasione abbiamo ceduto al demone flaccido della noia, al malessere della routine che deprime la fantasia. Sapete che cosa ci è successo? Quello che succede a qualunque paisà annoiato nel chiuso del focolare, al riparo dallo sguardo vigile e conformista di convenzioni e dirimpettai: ci siamo fissati negli occhi, intensamente, finché nel buio della noia è scoccata quella torbida scintilla. E ce lo siamo detto: «O famo strano?» E l’abbiamo fatto. La nostra prima volta. Il nostro primo ordine da un e-commerce brassicolo. È stato divertente. Il goffo risultato di quest’imbranata prima volta è stato questo.

– WAR OLEW RUSSIAN IMPERIAL STOUT
Un capolavoro come questo non poteva che provenire dalla Grande Madre Russia. Questa sferzata ritemprante di energia, questo colpo di cannone, questo trionfale concerto per fanfare, questo entusiastico incedere a passo di marcia a riempire di gloria tutta la Prospettiva Nevskij, solo qui poteva nascere.

(Ma, veramente …)

Taci, sovversivo! Non avverti tu la ricca cremosità di questa saporosa schiuma al caffè? E’ il famoso caffè della steppa che la generosa prosperità della terra sovietica riscaldata dal sole dell’avvenire ci offre a piene mani.

(Sì, certo, ma volevo solo puntualizzare che…)

Non provarti in alcun modo a sminuire la grandiosità di questo prodotto brassicolo, così opulento da superare qualunque nobile vino, qualunque elegante distillato, qualunque bevanda di qualunque genere. Nulla di meno ci si poteva aspettare dalla gloriosa produzione di questa eroica terra.

(Sì, ma hai capito che la fabbrica sta a Cassina de Pecchi, cioè più o meno a Milano?)

“Espandi il mio cervello, succo dell’apprendimento!” (Homer Simpson)

SALUTE!

– OATMEAL STOUT – BROWAR STU MOSTòW
Dalla splendida Breslavia, nel sud della Polonia, arriva fino al nostro desco questa gustosissima birra che sa di Irish Coffee, di biscotto di pan di zenzero, di spezie, di anice, di pastiglie alla violetta. Conforta e appaga e rende piacevole persino “L’Italiano vero” che tutti i giorni alle 18:00 parte dal balcone dirimpetto. Lascia la bocca pulita e soprattutto pronta ad accoglierne un’altra mezza litrata in scioltezza.

“Tutti noi abbiamo bisogno di credere in qualcosa: io credo che tra un attimo mi farò una birra.” (Homer Simpson)

NA ZDROWIE!

– OPPIGÅRDS THURBO STOUT
Il bello della birra è che, al costo di un biglietto aereo low cost, è possibile fare un giretto niente male. Così, lasciato l’hinterland sovietico-meneghino e poi le terre polacche, stappiamo la Svezia. Nel bicchiere questa american stout che sa di toffee, di cioccolato fondente, di caffè d’orzo ed erbe amare, dalla trama tannica diffusa e soffusa. Per fortuna la morbidezza è bilanciata dalla forte amarezza di quasi tutti i sentori, così da non risultare stucchevole già al secondo litro.

“Se uomo ama donna più di birra gelata davanti a TV con finale di Champions, forse vero amore, ma non vero uomo.” (Vujadin Boskov)

SKÅL!

– LINDEMANS GEUZE LAMBIC BEER
Prossima stazione: Belgio. Adesso nel nostro miserabile bicchiere da acqua c’è una vera perla, una delizia che sa di brodo di papera, di pesca sciroppata e di biscotti al burro, il tutto infuso in un gustosissimo amnio vinoso. È acidula senza diventar stridula, tesa ma non isterica, una Red Bull con più senso di una Red Bull.

“Conoscere i luoghi, vicini o lontani, non vale la pena, non è che teoria. Saper dove meglio si spini la birra è pratica, è vera geografia!” (Goethe)

PROOST!

– LA TRAPPE WITTE TRAPPIST ABDIJ O.L.V. KONINGSHOEVEN
Dall’Olanda con candore. Lievito e pan di spezie e poco altro. Silenziosa come un frate. Ottima per reintegrare i liquidi dopo l’ora di cyclette o, meglio ancora, come sostitutivo della limonata per depurare il fegato.

“Hey, Homer, sono preoccupato per la scorta di birra. Dopo questa cassa e l’altra cassa di birra nel frigo, è rimasta solo una cassa di birra!” (Barney)

– BUFFALO BITTER BELGIUM ALE
Uva, maraschino e pan di spezie con foglia di basilico fresco sul finale. Un mix di agrodolce, sottaceti e salsa di soia che, come si suol dire a Roma, “se ripropone” e fa precipitare irrimediabilmente la bottiglia in zona retrocessione.

“La Nausea non è in me: io la sento laggiù sul muro, sulle bretelle, dappertutto attorno a me. Fa tutt’uno col caffè, son io che sono in essa.” (J.P.Sartre)

LITHA BLANCHE IL MASTIO
Ecco gli ingredienti perfetti per una merenda estiva: limone, agrumi, basilico. Dalle Marche con splendore, 5,2 gradi alcolici, disseta con gusto e riparti di slancio, se non hai comprato il fusto.

“Nel vino c’è la saggezza, nella birra c’è la forza, nell’acqua ci sono i batteri” (Proverbio tedesco)

– TSING TAO
Dopo candore e splendore, finalmente ci possiamo liberare: dalla Cina con furore! Se c’è una birra che a casa nostra fa tanto sindrome della capanna eccola, è proprio lei! Chissenefrega che è industriale, è gustosa, saporita e amante perfetta dei ravioli di gamberi al vapore, del riso alla cantonese ma anche di un semplice ajo ojo e peperoncino che fa casa, confort e svacco in ciabatte. Sono belli i tacchi a spillo ma vuoi mettere il benessere della ciabatta? W Mao Tsing Tao e salute a tutti!

“Un vaso vale quello che può contenere” (Proverbio cinese)

Nessun Commento

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.