Enocinefili uniti | A Dogliani, il primo festival del cinema del vino

di Francesca Ciancio

Sono una enocinefila, amo cinema e vino soprattutto quando vanno insieme. Non tradirei mai uno per l’altro. Parliamoci chiaro, niente a che vedere “Il profumo del mosto selvatico” o “Un’ottima annata”. Semmai, apro una grande bottiglia guardando Marlon Brando in “Ultimo tango a Parigi”; nella versione maschile, si potrebbero abbinare il pornazzo di Belen e Santa Cristina (forse per il nome). Diciamo così: io e quelli come me il prossimo week saremo in Paradiso. A Dogliani va in scena DOCG, Dogliani Dolcetto e Corti (Garantiti), il primo festival del cinema del vino. Da venerdì 11 a domenica 13 novembre, una full immersion mai vista. Regalare agli enocinefili in ascolto una presentazione dei film scovati per la tre giorni doglianese è il nostro personalissimo invito ad accorrere numerosi.

La Géorgie pour l’amour du vin di Pierre Goetschel (2009, GEORGIA – 53’) documentario
Da due anni, Mosca ha decretato l’embargo sul vino georgiano. Da questa situazione difficile e attraverso la cronaca di tre cantine, quella di un vecchio contadino, quella di una cooperativa di viticoltori e quella di un’azienda “di successo”, il film tesse la trama di un paese in piena metamorfosi, tra tradizione millenaria, eredità sovietica e passaggio rapido ad una economia di mercato. Perché  il vino è profondamente legato alla storia del paese. Qui non si domanda “come sta la famiglia?” ma “come stanno le vigne?”.

Il vino Immigrante di Paula Prandini (2008, BRASILE – 46’) documentario
Il Brasile è il più giovane produttore di vino del Nuovo Mondo. Nel giro di un breve periodo il paese è passato da una produzione rustica e locale, importata dagli immigrati provenienti dall’Europa, ad ambizioni di industria su larga scala. La ricerca del terroir brasiliano è stata cancellata dalle grandi aziende prima ancora di avere l’opportunità di definirsi. Eppure, c’è chi non si è rassegnato all’ineluttabilità delle leggi di mercato: una giovane coppia porta avanti una strenua battaglia per l’identità del vino brasiliano, che, a conti fatti, corrisponde anche alla ricerca di un’identità nazionale.

Mondovino – La serie: “Et tu Brute” di Jonathan Nossiter (2004, FRANCIA – 55’) documentario
È il nono dei dieci episodi montati con il girato di Mondovino. Il titolo riprende la famosa frase pronunciata durante le Idi di Marzo da Cesare, quando si scoprì tradito da Bruto, che lui considerava come un figlio (e che forse lo era davvero). Un titolo quindi non casuale, dato che in questo episodio Nossiter si sofferma sui retroscena dell’aristocratica famiglia Antinori e di quello che egli considera un tradimento perpetrato dalla dinastia nei confronti del mondo vitivinicolo italiano a vantaggio dei legami con la famiglia Mondavi.

La Clef du Terroir di Guillame Bodin (2011, FRANCIA – 1h 22’) documentario
All’inizio del XX secolo un filosofo, Rudolf Steiner, ha fatto delle ipotesi sull’avvenire dell’agricoltura: per lui il sistema in essere era destinato al fallimento. L’agricoltura deve essere pensata come parte integrante di sistemi agricoli complessi, dove ci siano animali e colture diverse e in totale armonia con la natura. Ha chiamato questo sistema “agricoltura biodinamica”. Il mondo del vino, prima di altre realtà produttive, ha capito che la nozione di terroir poteva essere salvaguardata da questa nuova visione dell’agricoltura.  Questo documentario “La clef des terroirs” tenta di spiegare la biodinamica attraverso il nettare degli dei.

Un año en pago de los Capellanes di Javier Rodero (2010, SPAGNA – 13’) documentario
La vigna è esposta al flusso naturale delle cose. Trae beneficio dal buon clima e patisce le sue inclemenze. Tuttavia cresce. L’ambiente forgia il carattere della vigna, lasciando la sua impronta anche nel vino. Nel film “Un año en pago de los Capellanes” ci si concentra sulla vigna e il suo habitat. La Ribera del Duero (la riva del Duero). Con lo scorrere delle stagioni, la pianta e il suo frutto evolvono, dal riposo invernale fino alla maturazione che viene raggiunta in autunno. Un anno di silenzio, di acqua, di ghiaccio, di vento, di calma, di furia, di terra, di calore, di colore, dicambiamento. Tutto cambia con il trascorrere del tempo. Uno sguardo proiettato su un paesaggio che seduce i nostri sensi in ogni istante.

The key to reserva di Martin Scorsese (2007, SPAGNA – 9’) spot promozionale
Ogni Natale, in Spagna, Freixenet Carta Nevada esce con l’unico messaggio pubblicitario dell’anno sulle tv commerciali. Nel 2007, dopo più di 30 anni, era necessario un cambiamento: l’intenzione era quella di spostare l’attenzione dalle Tv verso una forma di espressione nuova. La scelta è caduta sul cinema e su un suo grande autore, Martin Scorsese. Il risultato è un piccolo film di circa 10 minuti, ampiamente ispirato a due maestri del regista italo americano,  Alfred Hitchcock e Bernard Hermmann. Un noir a cui non manca nulla: dagli attori con la brillantina, alla bella bionda in stile Grace Kelly. Fiato sospeso fino alla fine. La bottiglia di Freixenet porta con sé un importante segreto…

Le bois du vin di Romain Guélat (2007, FRANCIA – 23’) documentario
Intimamente legate, la vigna e la “tonnellerie” (la bottega del bottaio) esaltano creatività e genialità dell’uomo. Non è forse sul fondo delle botti che giacciono i più grandi segreti del vino? In un bellissimo reportage impregnato di poesia, Roman Guélat ci invita a condividere la passione di questi artigiani che ha incontrato in Borgogna e nel cantone svizzero di Neuchatel. Nel cuore di questa zona incontriamo Franz, uno degli ultimi bottai della Svizzera francofona, che ci spiega come il vino respira attraverso il legno e perché il suo mestiere è soprattutto una storia di acqua e fuoco. Finezza, forza, abilità sono le qualità che coltiva Frédéric. La “tonnellerie” di famiglia che lui dirige a St-Romain, in Borgogna, fornisce di botti aziende vinicole di tutto il mondo.

Archevitis di Nereo Pederzolli (2011, ITALIA – 32’) documentario
Il documentario diretto da Nereo Pederzolli e prodotto da Sirio Film è un viaggio alle radici della vite, nei luoghi del Caucaso dove la vitis vinifera ha dato il via a tutte le moderne varietà. È l’incontro con una realtà antica, un territorio che ha dovuto proteggere la qualità dei vini durante la dominazione sovietica per poi trovare unanuova strada a partire dagli anni Novanta. In questa regione si lavora ancora in grosse anfore di terracotta interrate e i contadini vendemmiano arrampicati su lunghe scale a pioli. E’ così che si può ricostruire il percorso della vite, e in particolare dell’uva Marzemino, attraverso documentazione storica e scientifica, nelle tappe da Tbilisi a Isera.

Langhe Doc di Paolo Casalis (2011, ITALIA – 52’) documentario
Un pastore, un produttore di pasta artigianale, una produttrice di vino. Tre personaggi, tre eretici perché pensano e agiscono in modo diverso, tre storie per raccontare il degrado sociale, culturale e paesaggistico della nostra penisola, “l’Italia dei capannoni”, secondo la definizione data nel film da Giorgio Bocca. Quelle di Maria Teresa Mascarello, Silvio Pistone e Mauro Musso sono storie di chi ha intravisto un futuro che non gli piaceva e lo ha rifiutato. Piccole sfide in cui tuttavia è possibile intravedere una dimensione ben più ampia. Sfide ancora aperte, non ancora del tutto vinte e che forse non lo saranno mai: loro si muovono in una direzione, il mondo in un’altra, del tutto opposta.

A sense of place di Alex Porter (2010, NUOVA ZELANDA – 15’) docu-fiction
A Sense of Place è una visione del vino di qualità e dell’arte. Ambientato in Nuova Zelanda, racconta un vino pluripremiato, il Bellbird Spring Home Block White 2008. Con un occhio di riguardo al  “terroir”, il film esplora storia e territorio attraverso un montaggio particolare e dando voce a più soggetti, focalizzando le origini della viticoltura in Nuova Zelanda. A Sense of Place è un esperimento di stile, in cui diversi generi cinematografici (documentario, commedia, drammatico) si mischiano a quelli che sono i primordi della cinematografia europea. Il film si basa sulla narrazione della storia della bottiglia più famosa della famiglia Porter.

Quatre saisons de la Romanée-Conti di Thomas Maza (2009, FRANCIA – 52’) documentario
“Quando si sorseggia un Romanée Conti non si gusta solo un vino eccezionale, ma anche la geografia, la storia e, soprattutto, la mitologia” scrive il giornalista francese Bernard Pivot. Il vino della Romanée Conti è il più raro e il più ambito al mondo. Per la prima volta, una telecamera filma, per un anno intero, l’azienda di vino più schiva che c’è. Il film riprende l’impegno delle persone che ci lavorano, l’attenzione costante che vi ripongono per continuare a migliorarne la qualità. Ci svela anche il fascino esercitato da questo vino, attraverso le interviste a professionisti e appassionati conoscitori.

In programma ci sono anche altre pellicole. Di certo non hanno bisogno di presentazioni Mondovino di Jonathan Nossiter, Sideways di Alexander Payne e  Le rupi del vino di Emanno Olmi. Segnalo anche due video che di intravinesco hanno le autrici: la sottoscritta e Giulia Graglia. C’è solo da fare buio in sala e silenzio: lo spettacolo del vino sta per cominciare.

7 Commenti

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ludovica

circa 12 anni fa - Link

meraviglioso, grazie francesca. ho anche due sceneggiature pronte.. magari mi viene in mente con chi parlarne. con te per esempio?

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francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

ciao ludovica. parliamone. fciancio74@gmail.com ciao

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Mascio

circa 12 anni fa - Link

Bella ed interessante iniziativa. Tra l'altro, anch'io da enocinefilo, ho provveduto ad acquistare (e sostenere) sia "Senza Trucco" che "Langhe Doc". Peccato che Dogliani sia un po' troppo lontano dall'Abruzzo e, soprattutto, che i sottotitoli dei film stranieri, proiettati meritoriamente in lingua originale ma che costituiscono gran parte del programma, siano solo in inglese o francese. Lingue sulle quali, ahimè, avrei bisogno ancora di lavorarci un po' su...;-)

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Lido Vannucchi

circa 12 anni fa - Link

Francesca se hai bisogno di un direttore della fotografia, o un cameracanon hd fai un fischio ciao lido

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francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

io il fischio te lo faccio .....ma poi ti devo pagare!

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

Francesca, da quanto tempo è che ti sei lasciata il pizzetto?

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Adriano

circa 12 anni fa - Link

Bell'iniziativa. Vengo sicuramente sabato e ho già pubblicizzato:) http://visionifuorirotta.blogspot.com/2011/11/enocinefili-uniti-dogliani-il-primo.html

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