Eleonora Guerini, un carattere e il suo libro

Eleonora Guerini, un carattere e il suo libro

di Tommaso Ciuffoletti

Eleonora Guerini
Confesso di aver tenuto per lungo tempo una sola immagine mentale di lei. Anzi, per meglio dire un suono: una risata che fece durante una serata di degustazioni ad un Sicilia en Primeur di tanti anni fa. Una di quelle serate dove poi, tra un buffet ed il tavolone dei vini, ci si mescola tra grandi produttori, grandi giornalisti e semplici sguatteri (quale io degnamente ero) a bere, tra qualche imbarazzo, l’istinto a intrupparsi solo fra conoscenti o consimili e il solito modo delle ritualità sociali in contesti confusi (perché sì, si era in Sicilia, terra dove le ritualità hanno ancora valore, ma in un’occasione dove erano presenti anche tanti “stranieri”). Ricordo pertanto una divanata di giornalisti ed una risata. Forte, o meglio forzata, acuta, eccessiva, a rompere il brusio di sottofondo. Era la risata di una donna con un braccio tatuato, che mi colpì per il tono, e soprattutto per come suonò da argine all’avvicinarsi d’altri che non fossero ammessi al divano delle grandi firme. Come dovesse segnare il territorio. Riuscendoci peraltro molto bene.

Assistere a quella scena mi insegnò due cose. La prima, che quella era Eleonora Guerini, dato che incuriosito chiesi informazioni alla persona che avevo accanto, la seconda che si trattava di una donna con un carattere. Senza dubbio con un carattere.

Ai tempi curatrice della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, Eleonora Guerini è oggi Direttore Ricerca & Sviluppo prodotto/Marketing strategico (così riporta Linkedin) per Terra Moretti.

I grandi libri illustrati del vino
A fine 2016 la casa editrice torinese EDT ha pubblicato “Il grande libro illustrato del vino – Giro del mondo in 110 bottiglie”. Un libro che ho acquistato appena uscito e che è stata una lettura piacevolissima e che consiglio. Le schede-racconto delle bottiglie sono firmate Steingrímur Sigurgeirsson, scrittore e consulente di vino islandese, e ciascuna è impreziosita dalle illustrazioni elegantissime di Silvia Flygenring, Lòa Hjalmtysdottir, anche loro islandesi. Un’idea semplice realizzata con grande finezza, una scrittura spigliata e fresca, con poco spazio ai tecnicismi e a quel vocabolario da sommelier che accetto durante una degustazione, ma che è incapace di reggere il peso di una pubblicazione che non sia per addetti ai lavori.

Di recente è uscito, sempre per la EDT di Torino, “Il grande libro illustrato del vino italiano in 100 etichette per brindare tutto l’anno”. A firmarlo è Eleonora Guerini, ad impreziosirlo con illustrazioni elegantissime Beppe Conti e Rebecca Valente, designer e grafici italiani, e Fernando Cobelo, venezuelano. Prezzo di copertina: 35€.

Il primo approccio
A vederlo arrivare in libreria mi è tornata in mente quella risata, poi – durante una presentazione a cui ho assistito solo ad intermittenza – ho sorriso ad alcune affermazioni che confermavano ciò che avevo imparato quando l’avevo sentita. Eleonora Guerini ha carattere. “Il Chianti Classico è una zona che mi assomiglia” e non è certo un’affermazione di chi soffre per carenza di ego. Ma come tutti noi è anche attraversata da curiose contraddizioni “A me il titolo Il grande libro illustrato … pareva fin troppo esagerato [ah!], ma in fondo si trattava dell’eredità di una pubblicazione precedente di un autore scandinavo” [anche se l’Islanda non è esattamente Scandinavia].

Ma a parte queste note a margine, ho imparato durante quella presentazione che Eleonora Guerini sa essere divertente e diretta. Ama sedurre, come quasi tutti coloro che hanno un ego importante (ed è il motivo per cui prima ancora di parlare del libro, sono tanto a parlare di lei), ma non in modo ruffiano. “Quando mi vedevano arrivare con Cernilli mi guardavano e io lo sapevo che dietro quegli sguardi in diversi pensavano questa gliela dà” (in realtà ha usato un’espressione più colorita, ma la sostanza cambia di poco).

Quando ho aperto il libro sono andato a caso e ho trovato le pagine dedicate a:

. Planeta: “Quando ho incontrato per la prima volta Francesca Planeta ho pensato che l’avrei voluta sposare. Poi ho conosciuto Alessio e Santi ed è stato un pasticcio, perché li avrei voluti sposare tutti e tre e tutto si è complicato”.

. Istine: “Angela Fronti. Mi sono innamorata prima di lei o dei suoi vini? Difficile dirlo”.

. Il Guercio: “Sean era sempre lui, pungente e sarcastico, bellissimo”.

Una certa esuberanza, non c’è che dire. A me piace. Anche perché è giocata in modo sfrontato e, appunto, diretto e divertente. Del resto ci vuole un carattere simile per dedicare una scheda, forse la più divertente del libro, come quella dedicata al Campitello di Monteraponi, il cui titolo è tutto un programma “Così buono, così antipatico”.

La lettura
Gli ingredienti per un libro da comprare e leggere mi pare ci siano tutti. Una pubblicazione elegante, un’autrice con un carattere, un tono diretto e divertente.

Sì, ma non basta per chiuderla qui, perché c’è da dire la cosa più importante che vale al di là di tutto e, per quanto mi riguarda, sopra a tutto: è un libro scritto bene e che si legge con piacere. Quella di Eleonora Guerini è una scrittura che sa raccontare gli aneddoti in modo spigliato, senza avere andamenti eccessivamente sincopati o asciutti, per poi dilatarsi sulle descrizioni, che spesso richiamano suggestioni personali più che tecnicismi, e chiude con giudizi che filano dritti.

Non mi convincono mai troppo quei paralleli tra lo stile di un vino e il carattere di chi lo produce. Troppi “altri” concorrono alla realizzazione di un vino. Ma per un libro il parallelo può funzionare? Forse. O forse no. Di certo c’è che pur non conoscendo né Sigurgeirsson né Eleonora Guerini, credo si possa azzardare che due libri così simili, difficilmente potrebbero essere più diversi. Uno più grazioso, l’altro più vivace. Uno più attento, l’altro più disinvolto (e con una sezione dedicata ai Pussy wines). E potremmo andare avanti.

Ma sia quel che sia, se vi piacciono le cose fatte bene, questo libro è per voi.

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Tommaso Ciuffoletti

Ha fatto la sua prima vendemmia a 8 anni nella vigna di famiglia, ha scritto di mercato agricolo per un quotidiano economico nazionale, fatto l'editorialista per la spalla toscana del Corriere della Sera, curato per anni la comunicazione di un importante gruppo vinicolo, superato il terzo livello del Wset e scritto qualcos'altro qua e là. Oggi è content manager di una società che pianta alberi in giro per il mondo, scrive per alcune riviste, insegna alla Syracuse University e produce vino in una zona bellissima e sperduta della Toscana.

2 Commenti

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Giacomo

circa 4 anni fa - Link

Con questi chiari di luna sarà bene iniziare a fare risate il più possibile inclusive, che il tempo dell'esclusività e dell'autoreferenzialità volge al tramonto.

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Massimiliano

circa 4 anni fa - Link

Bella, mi è piaciuta!

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