E se facessimo una bella moratoria per fermare gli studi sugli effetti del vino?

di Antonio Tomacelli

Lo avete notato? Una volta gli scienziati migliori si occupavano di ricerche fondamentali che cambiavano il corso dell’umanità. Gli assorbenti per il ciclo, ad esempio, non sono più gli stessi da quando la Nasa ha spostato i ricercatori presso la LinesAli. Vogliamo parlare dei dentifrici e di come siamo passati in un ventennio dalla Pasta-del-capitano al Colgate action against the tartar? Bei tempi! Oggi invece sono tutti impegnati ad analizzare gli effetti del vino sulla nostra psiche, sulle nostre performance sessuali e, penultima in ordine di arrivo, sulle nostre arterie. “Resveratrolo: dall’uva uno stop ad infarti, ictus, diabete”. Sai che novità: a casa mia ormai lo grattuggiamo sulle orecchiette!

Più interessanti, invece, i risultati di una ricerca che analizza gli effetti della musica sui nostri assaggi vinicoli e qui, cari i miei esperti, son dolori di fegato. Cos’hanno combinato questa volta i nostri scienziati? Hanno sequestrato 250 studenti, li hanno divisi in tre gruppi e gli hanno dato da bere un cabernet o uno chardonnay (vivisezione?). Mentre le cavie si ubriacavano, musica di sottofondo divisa per generi e gruppi: agli sfigati è toccato Tchaikovsky, ad altri i Carmina Burina (ehi, so come si scrive) e, per i più fortunati, Michael Brook. Alle poche cavie sopravvissute è stato chiesto di descrivere i vini e, surprise! corrispondevano al tipo di musica ascoltata. Con i Carmina Burina, ad esempio, il gruppo si è sintonizzato perfettamente e sul taccuino ha scritto che il vino, bianco o rosso, era powerful and heavy, pensa te che originali. Lo stesso vino bevuto da un altro gruppo che ascoltava un classico di Tchaikovsky, diventava misteriosamente subtle and refined.

Il resto della ricerca lo trovate qui, ma i risultati sono quelli che sono: la musica influenza il gusto, per cui alla prossima degu zitti e mosca. Oppure provate l’abbinamento Barolo-Gigi d’Alessio, per vedere di nascosto l’effetto che fa (cit.).

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

4 Commenti

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lurkerologo

circa 12 anni fa - Link

io che sono tra le altre cose un esperto comportamentale chiamo questi fenomeni "induzione emozionale pavloviana"

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Lucia La Gatta

circa 12 anni fa - Link

io voto a favore della moratoria!!

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esp

circa 12 anni fa - Link

Un pò tardi, no? Ormai hanno eletto pisamia

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oreste tombolini

circa 3 anni fa - Link

Beh! Anch'io ero scettico ma molti anni fa,era il 2010, un mio amico scienziato mi suggerì di diffondere in bottaia mediante un impianto stereo di tutto rispetto, dei canti gregoriani con i quali il mio vino si affina ancora oggi. Risultato: che ovviamente non è evidenza scientifica in quanto non è stato attuato nessun protocollo, i degustatori ufficiali di un noto e importante centro di ricerca, dopo aver fatto una degustazione alla cieca senza l'ausilio della musica diedero tutti la loro preferenza al vino sottoposto ai predetti canti. Dai test effettuati in laboratorio il vino trattato con questa musica risultò ancora più ricco di polifenoli (lo so che ciò non è scientificamente spiegabile). Si trattava di vino di tre annate diverse l'unica differenza consisteva nel fatto che il contenuto di una delle due bottiglie per annata era stata sottoposta a sei mesi di " musicoterapia". Con questo non voglio spiegare nulla riferisco solo la mia esperienza. Ma mi sono convinto di una cosa: gli effetti delle vibrazioni e dell'energia quantica della musica anche sul vino sono tutti da studiare.

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