È nato il sommelier della birra. Non vi abbandonate ai facili entusiasmi

di Antonio Tomacelli

Non avrà lo stesso valore di una laurea comprata in Albania ma, credetemi, con il titolo di Cicerone la pagnotta è assicurata. Certo, spiegare alla mamma che non siete una guida turistica sarà difficile anche se, a ripensarci, meglio non chiarire l’equivoco: mica vorrete stroncarla spiegandogli che il “Cicerone” è, in realtà, il sommelier della birra, vero? Perchè poi gli americani abbiano scelto questo curioso appellativo per distinguere chi serve le bionde da chi mesce il vino resta un mistero ma, datemi retta, abituatevi all’idea che possa esistere l’equivalente di un sommelier.

L’inventore del Master è il sig. Ray Daniels e in America i corsi hanno diplomato dal 2008 400 Ciceroni e circa 1.400 certified beer servers, segno che il processo di vinificazione della birra si è tristemente compiuto. Presto arriveranno anche i primi diplomati in Gran Bretagna e la situazione si fa complicata: il master inglese è più restaurant-oriented e si profilano sanguinose lotte tra sommelier che lavorano nello stesso locale. Già m’immagino la scena dei due pinguini che si beccano: con le salsicce si abbina meglio il vino o la birra? Chi dei due ha più titolo per consigliare il cliente nei casi tipicamente border line?

Noi, che nel vino ci sguazziamo, abbiamo sempre visto quelli della birra con simpatia, invidiando la rilassatezza dei costumi tipica degli sbevazzoni no frills ma, in cuor nostro, sapevamo che non sarebbe durata. Troppi i segnali d’allarme che arrivavano dai pub ma la certezza l’abbiamo avuta quando i talebani al luppolo hanno iniziato a sproloquiare di birre da invecchiamento e lieviti indigeni. Insomma, il classico armamentario linguistico degli enofighetti. Per loro è stato il classico point of no return e ora, impietriti, assistiamo alla nascita di una nuova specie di pinguini. Al doppio malto, però.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

78 Commenti

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Alfiero Martelli

circa 12 anni fa - Link

Non ho niente contro la birra, ma sinceramente volerla per forza paragonare al vino, con degli pseudo esperti che ti vogliono spiegare chissà cosa di una birra che magari è anche torba e lascia la fondata (come mi è capitato in una degustazione a cui ho partecipato) detto questo, credo che la birra stia bene con la pizza oppure al pub con gli amici, ma non la trova affatto una bevanda a tutto pasto, anche perché gonfia e mi appesantisce.

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SR

circa 12 anni fa - Link

quoto Alfiero la birra va valutata solo rispetto ai decibel dei rutti che produce

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Eccome no? ;)

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Luca Parisi

circa 12 anni fa - Link

ma se non sapete nemmeno di cosa state parlando potreste evitare commenti inutili come la birra va valutata solo per i decibel dei rutti o idiozie del genere come tante tra queste che leggo... E soprattutto nessuno vuole paragonarla al vino, semplicemente è una realtà che alcune birre sono adatte e migliorano con l'invecchiamento come lo è l utilizzo dei lieviti spontaneti o indigeni. Su una cosa vi do ragione però..L'invidia che si ha del clima di rilassatezza della birra, sia nei pub che nelle degustazioni..

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cicciopasticcio

circa 12 anni fa - Link

Prevedibile tentativo di alzare il flame. Fallito.

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Bruce

circa 12 anni fa - Link

L'ignoranza sua e del redattore riguardo la bevanda di Cerere è qualcosa di talmente abissale da far persino perdere il desiderio di spiegare l'argomento a "profani" come voi. Che birra e vino siano due mondi distinti è vero, che entrambi trovino la possibilità di essere abbinate al pasto lo è altrettanto (se solo vi foste informati un minimo sapreste che in paesi con una cultura brassicola più importante della nostra non è tuttaltro che raro trovare piatti che vedono l'impiego della birra nella loro realizzazione). Che la birra abbia un sedimento è altrettanto comune (sebbene comprenda che per gente abituata ai corsi sulla birra dell'AIS che vede l'utilizzo di birre industriali sia qualcosa di lontano anni luce) ma per non trovarselo nel bicchiere basta saperla versare. Per ciò che riguarda le birre con capacità di invecchiamento ed evoluzione spiace dovervi informare che ne esiste una buona gamma (barley wine e lambic su tutti). Non sono favorevole a prescindere sul conferimento del titolo di esperto, probabilmente (anzi sono quasi sicuro a riguardo)nei paesi in cui si conferiscono questi titoli si seguono corsi seri tenuti da docenti qualificati, in Italia al più si può sperare in alcuni esperti molto qualificati ma non "titolati" e in alcuni cialtroni buoni solo a spillar soli per far degustare birre prese dallo scaffale di un supermercato. Magari la prossima volta informatevi meglio sull'argomento. Sicuro che pubblicherete questa mia, vi porgo i miei più distinti saluti.

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antonio tomacelli

circa 12 anni fa - Link

Cosa distingue un affettuoso sfottò dall'ignoranza? Forse il fatto che tra i primi a parlare delle birre da invecchiamento c'eravamo noi? http://www.intravino.com/assaggi/birra-is-the-new-wine-le-birre-da-invecchiamento/

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Bruce

circa 12 anni fa - Link

ah certo.....perché le fermentazioni spontanee le ha scoperte lei, guardi che a Roma si bevono da almeno 6 anni. Lo stesso dicasi per i barley wine. Dove sarebbe lo sfottò??? Forse nella frase "talebani al luppolo hanno iniziato a sproloquiare di birre da invecchiamento e lieviti indigeni"? Forse non lo sa ma le birre a fermentazione spontanea esistono da ben prima che in italia si iniziasse a fare vini di qualità. Mi pare di ravvisare semmai una certa spocchia che rende il pezzo una sorta di piece tragicomica che però non suscita le risa di nessuno.

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Colonna

circa 12 anni fa - Link

Bruse rilassati, ti stai inacidendo... Macchettefrega??? Aò, lo sai però che hai preso a scrivere bene? Dopo gli "esperti" di Scattidegusto potresti proporti tu a raddrizzare le sorti birricole di questo sito, io ti avvallo...

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Bruce

circa 12 anni fa - Link

Manu guarda che sono rilassatissimo, però è vero che con l'età inizio ad essere troppo intollerante....vorrà dire che come fioretto per il 2013 mi impegnerò nel tentativo di esserlo meno...

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Luca

circa 12 anni fa - Link

Bruce, non perdere tempo. E' tanto palese la mancanza di cultura che qualsiasi argomentazione finisce al livello di tifo calcistico. Ho invitato un mastro birraio produttore di birre artigianali ed un enologo di livello a confrontarsi davanti ai reciproci prodotti. Sono finiti l'uno con il bicchiere dell'altro in mano a scambiarsi elogi per i prodotti presentati. Ecco, questa è la risposta. Saluti

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Colonna

circa 12 anni fa - Link

Antonio, ma che minchia di articolo hai scritto??? Occhio che ora Scattidigusto con la sua gente reclutata tra i cancelli dell'Oktoberfest rischia di essere più autorevole di voi parlando di birra...:-)

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SR

circa 12 anni fa - Link

Manuè, ma lo sai quanto accessi si fa anche solo con flame di bassa qualità come questo? son qua a mietere contatti e rivenderseli agli inserzionisti, mica altro con queste fregnacce Tomacelli, la questione delle birre invecchiate è più fuori moda che non si può, non se ne parla da almeno 5 anni e tutti sanno che tranne pochi stili e pochissime etichette l'invecchiamento può soltanto peggiorare una birra. i lieviti indigeni invece esistono solo nel suo immaginario e spero girino arma di lancia e frecce e vestiti di pelle di leopardo dia retta a uno che sa, si aggiorni un attimo e si butti sui veri flame contemporanei: gipsy brewers e collaboration beers. ci fa almeno 5 volte gli accessi di questo post stitico

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Hey Ricci, non sei di primo pelo e attaccare con la solfa dei contatti per diventare milionari è più sfiancante che leggere di lieviti indigeni e masturbazione. Conveniamo che non sia il post del secolo ma sparare all'autore sbattendosene dell'argomento - che, ripeto, sono i Master di alta professionalizzazione in Usa e Uk, non stili, altre pippe o la Peroni nel frigo di Antonio - è il modo peggiore per gettare benzina sui flame piuttosto che ricondurli a una discussione interessante per tutti e non astiosa. Devi solo deciderti, perché il paternalismo sfotticchiante stufa molto velocemente ;-).

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Colonna

circa 12 anni fa - Link

No Ale, non c'è assolutamente niente di interessante in questo articolo e non c'è da discuterne nulla, l'impressione di SR è condivisibile...Cioè, si da fiato alle ditine per raccontare ai propri lettori un punto di vista assolutamente privo di cognizione sul mondo birra...Ma che te dovrei risponde? I commenti al seguito spero siano scritti solo per scherzo o per continuare la provocazione, perchè non credo sia possibile in un momento dove trovi birre di qualità (o pseudo tali) pure dal giornalaro, arrivare ad esprimere ste cose... Cioè, non c'è niente de male, tutti dovrebbero sapere quanto è bello e liberatorio spararsi 2 Beck's a gargarozzo e poi urlare "Alessandro Morichetti!" ruttando :-)...Ma mò se dobbiamo pure commentare quest'articolo e prenderlo come uno scherzo (e se non lo prendi come tale diventi pure un rosicone) mi pare troppo. Quoto SR, dai, andrà meglio la prossima...

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Per me la notizia è curiosa, nel mondo professionalizzano tutto e noi? Antonio ha solo colorito la cosa e TUTTI siete partiti in tromba. Commentare non è un dovere, anzitutto. Se uno viene a leggere e commenta solo per rompere il cacchio si assume la stessa responsabilità di chi scrive. Commenti come quello di Fabio sotto so' cento volte peggio di una battuta che può non piacere. Ma cento volte! Perché noi siamo scemi e lui evidentemente capisce tutto. Noi siamo pseudoamanti di qualcosa mentre in lui c'è il sacro fuoco. A casa mia, poi, la "bassa osteria" è un luogo nobile e somiglia molto ai cessi del Macche. A me è il modo di interagire di gente come Fabio che schifa proprio. Perché in Antonio c'è fottuta ironia, e perché da queste parti di birra a modo se n'è parlato e se ne parlerà ancora: di cose "serie" parla Tyrser, non io o lui. Mentre in chi ha quell'approccio c'è saccenza e basta. E con il mondo della birra di cui è bello parlare - inteso come socialità - non c'azzecca proprio una cippa. E' solo una degenerazione tale e quale a quella che, giustamente, spesso rimproverate all'enofighetto di turno.

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SR

circa 12 anni fa - Link

Anche tu non sei di primo pelo e dovresti quindi imparare a non mettere in bocca parole che non sono state dette. Io ho parlato di contatti, non di milioni, che uno lavori aggratise o per farsi il Porche non è affar mio, affar mio è che uno lavori con un minimo di criterio e cognizione di causa, in questo caso latitanti. Io non me ne sono sbattuto dell'argomento, semplicemente perché nell'accoglia di amenità non sono riuscito a trovarlo. I contenuti non sono "hey, esiste il corso di Ciceroni di birra!" (ma una bel chissene?) ma fare un'analisi e riportare se questi DAVVERO lavorano, se DAVVERO sono competenti e cosa questo significhi per quella realtà. Tutte cose che poco, pochissimo (facciamo nulla va) c'entrano col parallelo finale. Dove invece svetta invece il neretto (dici che è un typo?). Mi è stato più facile trovarlo dei suddetti argomenti. Facile trarre le ovvie conclusioni sull'operazione. Niente di male eh! Basta saperlo, mi sono premurato solo di farlo notare anche a chi ci legge qua nei commenti.

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Augusto Colombini

circa 12 anni fa - Link

Ma dai! Birre da invecchiamanto, non siamo ridicoli signori, la birra è una bevanda da camionisti, non certo da servire in delle ottime tavole. Credo che questi signori massimi esperti di birra si vogliono dare solo delle arie, forse perché non riescono a parlare di vino.

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Luca

circa 12 anni fa - Link

Basta wikipedia per iniziare a informarsi? (lo faccio solo per comodità di copia incolla) E stiamo parlando di "semplici" Stout. Saluti Oyster stout Le ostriche (in inglese oyster) sono state abbinate a lungo alla stout. Quando si diffusero le prime stout, nel XVIII secolo, le ostriche erano un alimento molto diffuso, spesso servito nei pub e nelle taverne. Il primo ad aver abbinato ostriche e Guinness si dice sia stato Benjamin Disraeli nel XIX secolo. Tuttavia con l'avvento del XX secolo il mercato delle ostriche era in declino e le stout furono soppiantate dalle pale ale. Le prime notizie riguardo l'utilizzo di ostriche durante un processo produttivo della birra risalgono al 1929 in Nuova Zelanda, e in seguito dal birrificio Hammerton di Londra nel 1938.[14]

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Daniele

circa 12 anni fa - Link

Ti prego dimmi che stai scherzando...perchè se non è così stiamo messi veramente male. Chi conosce il vino ed è quindi in grado di fare un analisi organolettica NON può dire cose simili.

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Simone e Zeta

circa 12 anni fa - Link

Daremo un(a) kriek e solleveró il mondo.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Levità, minchia, levità. Levate di scudi per un pizzicotto? Emmaronna che pesantoni! Ma come, la birra non è il mondo lieve in cui un rutto ci seppellirà? Il ditino puntato verso commentatore e "redattore" sa ben poco di pub o gomiti alzati e molto più di professorini e matita rossoblu. Tacciare qualcuno di spocchia con quel tono ultraspocchioso ha risvolti comici, insomma. Antonio Tomacelli non voleva fare l'espertone ma solo infiocchettare la notizia - un master negli Usa ecc ecc - con un po' di colore senza pretesa di scientificità: i post che parlano di tecnica, stili e gusti sono altri e lo capisce anche mia nonna. Insomma, la frecciatina sui "talebani al luppolo" andava presa come buffetto ma convengo che l'assenza di sottotesto possa aver tratto in inganno il Bruce di turno. Che è appassionato e prezioso in quanto tale, se solo non se la prendesse per nulla. Se uno dice "la birra è una bevanda da camionisti" io sorrido, mica m'incazzo. Magari cerco di raccontargli perché dice un'inesattezza. E comunque, per aver menzionato Scazzi disgusto senza finire in moderazione, Manuele ci deve a tutti una pinta :-D. ps: Tyrser io ti sdogo! Dopo Master Chef sei diventato una femminuccia! Altro che gara di rutti.

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Bruce

circa 12 anni fa - Link

Mi spiace caro Alessandro ma qui di comico c'è solo la maniera approssimativa in cui è stato preparato un articolo che non dice un bel nulla se non un cumulo di ovvietà tipiche di chi non conosce nulla di questo movimento. Mi piace pensare che chi scrive un articolo lo faccia per dare un'informazione (e qui ne vedo poca) e delle opinioni attinenti. Dopo di che anche a me piace tanto il Barolo Villero 2007 di Fenocchio, tanto da averne una discreta scorta insieme a qualche altra bottiglia di buon livello. Ma non mi permetto di sbertucciare un movimento e chi ne fa parte con un fare da professore. Poi a voi sta bene proseguire su questa via? La ritenete una buona linea editoriale? Proseguite e buona vita a voi e i vostri lettori. P.S. Tyrser lo conosco e rispetto profondamente, tanto da credere che neanche lui sia rimasto insensibile ad un aricolo del genere. Tirarlo in mezzo per questioni di bottega mi sembra un colpo un pochino basso. Con questo concludo le trasmissioni Bruce

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

C'era ironia e non l'hai colta, magari non era immediata, ma prendere un post e pontificare di linea editoriale va ben al di là del seminato, se permetti. Quanto ai professorini, se vuoi ci mettiamo a contare tutti quelli intervenuti e poi ne riparliamo. Basta rendersene conto. Sai cosa penso? Che finite per dare ragione all'autore. Quella che era una banalissima provocazione ha animato il peggio: brutto segno, non dell'incompetenza di chi scrive ma della ipersensibilità di chi legge ai confini del proprio orticello. Antonio non ha elucubrato con saccenza di ibu e ph di Cantillona ma solo detto: ora che nascono questi corsi, vuoi vedere che il mondo della birra sorpassa quello del vino quanto a "serietà" e lessico settoriale? NIENT'ALTRO! Vi siete fatti un film spiegando a Tomacelli quanto è ignorante, profano, saccente e tutto il resto. E chi legge si farà un'opinione anche di questo, abbi pazienza. ps: Ma di che colpo basso parli? Per tua informazione, Tyrser qui ci scrive e infatti ci manca. Chissà se ci vuole ancora bene adesso :D.

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Bruce

circa 12 anni fa - Link

A me sembra più sarcasmo che ironia (immagino tu conosca la differenza). Corsi qualificanti e professionalizzanti (non solo di degustazione) ve ne sono in tutti i paesi con una cultura brassicola più importante della nostra (Belgio, U.S.A., Repubblica Ceca per esempio). Poi come lettore credo di aver titolo per potermi dissociare da un articolo che non condivido e che ritengo pieno di inesattezze e banalità (ergo critico e discetto di linea editoriale). "Il Bruce di turno" come mi hai definito è un appassionato, è vero, però come tanti altri lavoro anche nel settore e cerco nel mio piccolo di educare ed introdurre a questo mondo persone che ne sono totalmente estranee e che possiedono la curiosa aspirazione di volerne sapere qualcosa di più. Da voi che siete opinion maker mi aspetto maggiore serietà visto il seguito che avete, ma forse è pura utopia. Il colpo basso sta nel nascondersi dietro Tyrser e il suo scrivere in questo blog per poter giustificare un articolo del genere dicendo che (cito testualmente): "in Antonio c’è fottuta ironia, e perché da queste parti di birra a modo se n’è parlato e se ne parlerà ancora: di cose “serie” parla Tyrser, non io o lui" e ancora "i post che parlano di tecnica, stili e gusti sono altri e lo capisce anche mia nonna" (non credo di doverti ricordare l'autore). Visto che ti diletti (ma immagino non sia solo diletto) nello scrivere dovresti sapere, tu come il signor Tomacelli che le parole (tutte le parole) hanno un senso ed un valore, non è questione di essere ipersensibili ma di non voler accettare che in un blog che si propone di fare informazione si possa spacciare come tale un post di questo tenore degno più di "Gusto" o di Benedetta Parodi. Vabbé ora vado a decidere cosa bere, se un Domaine Maxime Chomel Crozes-Hermitage 2007 o una Cantillon Lou Pepe Kriek 2007...

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Le parole tutte hanno un senso ma dipende da come lo prendi e tutti sti pipponi erano evitabilissimi. Non dobbiamo nasconderci proprio dietro nessuno e credo nella tua buona fede sperando tu creda alla nostra. Io beve Lou Pepe Kriek 2004 così facciamo pace ;-).

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antonio tomacelli

circa 12 anni fa - Link

Il sito "che si propone di fare informazione" ogni tanto ama rilassarsi e prendere le cose della vita con un po' di leggerezza. Dobbiamo chiedere il permesso a te che bevi per farti una cultura? A.

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Bruce e SR, ma prendersi un po' meno sul serio no? Anche voi andate in bagno come gli altri, vorrei precisare.

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SR

circa 12 anni fa - Link

@Tommaso ti rimando al mio primo commento, tipico di chi si prende sul serio che poi i vinofili preferiscano continuare a supporre una neofighetteria del mondo birrofilo invece di alzare il culo, mollare un w.end l'amato barolo e andare a qualche festival birrario a vedere che succede davvero... ma mi rendo conto che renda di più in termini di audience pontificare sul nulla. poi, sottolineare come ci siano modi più "onesti" (notare le virgolette) di aumentare i contatti di un sito non mi pare un delitto, o no? io per esempio non seguo più Intravino perché non apprezzo la linea editoriale, seguivo giusto Marco Pion che oramai non scrive più. se altri 500 facessero come me la linea editoriale cambierebbe. si chiama MERCATO, dovresti apprezzare no? e poi diciamocelo francamente: mentre alzano indignati il sopracciglio, Tomacelli e Morichetti sbirciano Google Analitycs e si fregano le mani. si può dirlo vero? e manco un grazie :P

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Ma sì, il primo commento che appare qui è risibile, voglio sperare che Alfiero fosse almeno un po' ironico, sennò sarebbe fermo a una concezione birraria quantomeno sorpassata e imbarazzante. Perfino un amico come il Pezzuti una volta ha scritto roba che ritengo veramente assurda, anch'essa secondo il canovaccio della superiorità del vino sempre e comunque, e della birra come bevanda senza tradizione. Meglio se i tedeschi o i fiamminghi (e i valloni) non lo sentono. Parole sante, le parole sono importanti! Solo che mi era parso che il registro dell'articolo fosse più divertito e scanzonato. Nient'altro. Poi le inesattezze nello scrivere di birra sono purtroppo all'ordine del giorno. A giugno tra l'altro torno in Baviera, magari riesco a scrivere qualcosa, sarà gradito un commento tuo! ;)

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SR

circa 12 anni fa - Link

Tommaso, viviamo un epoca in cui i dettagli sono più importanti dell'insieme. questo è un articolo sul nulla scritto con la mano sinistra mentre si è in fila alla posta siccome si sa che i birrofili sono suscettibili (in realtà sono semplicemente amanti della cagnara, tutto qua) si è pensato "ma perché non stuzzicarli un po', ci scappa un bel flame e facciamo un po' di strascichi e di contatti in questo w.end uggioso" io mi ci sono prestato solo perché vorrei che ai lettori sia chiaro tutto questo, sai chemmefrega di flammare con Alfiero che è più finto della tolla quello che chiedo a Tomacelli per il prossimo flame è solo un po' più di impegno, di dedizione, di ingegno, non quella rozza conclusione, quell'amo da abbocco senza nemmeno il verme infilzato sopra ben bene per celarlo. i birrofili sono flammatori generosi, ma esigenti :P ps: sulla Germania ahimé ho gravi lacune che toccherà colmare non appena si troverà un'occasione di viaggio con qualche compagno di merende. buone bevute!

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Bruce

circa 12 anni fa - Link

@ Antonio Tomacelli, bene ora che le abbiamo regalato un post con una trentina di commenti (che il blog non vede da un pochino) e si è guadagnato i famosi 15 minuti può tornare a palare seriamente di qualcosa....sempre che abbia qualcosa di cui parlare. Della mia cultura non si curi, sarebbe sorpreso di scoprire quante cose potrebbe imparare da un grezzo bevitore come me. @ Tommaso Farina, la ringrazio per così tanta premura riguardo la mia regolarità intestinale. Tuttavia la vorrei rincuorare a riguardo, quando parlo o scrivo lo faccio con riguardo per quelle che sono le mie conoscenze e competenze. Ciò mi mette a riparo in genere dal fare magre figure e qualora commetta errori almeno ho l'onestà intellettuale di ammetterlo.

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Bruce non ti offendere, ero faceto.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Ricci, dipingerci così cinici non ti fa onore ma non mi stupisco: se 500 lettori non fanno come te chieditene il perché. Rispettiamo il lettore e chiediamo pari rispetto, porta pazienza. Di persone come te e Bruce - che continua col tono saccente di sfida da campioncino di pulizia e cultura - questo blog può fare serenamente a meno. Anzi, ogni discussione può farne a meno. Ho il sospetto che in altri momenti sappiate essere più propensi al dialogo e a riconoscere anche le ragioni altrui - Internet in questo non aiuta a volte, è vero e lo sappiamo - ma non è questo il caso e vi siete montati un polemicone nelle mutande partendo da una riga ("i talebani al luppolo hanno iniziato a sproloquiare di birre da invecchiamento e lieviti indigeni") di cui si è travisato il senso, calcandolo di un dolo che proprio non c'è: perché dire peste e corna di Antonio, sotto al cui naso si è parlato SIA di birre da invecchiamento SIA di birre a fermentazione spontanea, inviterebbe chi ha tanto da insegnare a documentarsi meglio prima di parlare di LINEA EDITORIALE. Quindi, caro Bruce, se non hai capito il concetto te lo rispiego altre 100 volte perché il buon Ricci non è l'unico paladino dei diritti del lettore qui. Se invece non siete convinti possiamo tranquillamente trovarci al Macche e fare a cazzotti per bene finché non rimane in piedi solo uno: gli altri però non bevono per un mese :-D.

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SR

circa 12 anni fa - Link

il tuo cinismo lo tradisci proprio nella prima frase che scrivi, quella in cui dici di non essere cinico "se gli altri lettori non fanno così chiediti perchè" non vengo dalla foresta, ti stupirò: ho anche una risposta. perché la Linea Editoriale che avete scelto è quella che massimizza il numero di contatti ed io non sono l'utente mediano bravi. posso dire che io preferisco La7 a Studio Aperto? mi è concesso o vado fuori Linea Editoriale e turbo troppo i tuoi lettori? il restante tentativo di spegnere il flame che voi stessi avete propiziato (bravi! ci siete anche riusciti) è free climbing sui vetri. risparmiacelo il web funziona così: tu mi dici che queste discussioni sono assolutamente non necessaria. io, oltre a fregarmene bellamente di questa tua opinione, credo invece che siano importantissime e confido nel giudizio di chi ci legge, più che sul tuo il giudizio personale invece te lo quoto, ma purtroppo per te è OT

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Da sempre il nostro intento è un prodotto fruibile, alto e basso, con pezzi di approfondimento e altri, come questo, decisamente più easy. E se non rientri tra i lettori potenziali pace. Puoi dire quel che ti pare ma se argomenti permetti che ti si risponda. Quello che tu chiami free climbing è semplicemente una prospettiva diversa dalla tua e se non la condividi non muore nessuno: infatti il web funziona come dici, tu argomenti e io rispondo, chi legge si fa un'idea. Però tranquillo, per il prossimo flame ci organizzeremo meglio. Pensavamo, ad esempio, di parlare di riciclaggio delle lattine di birra. Dici che così può andar bene?

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SR

circa 12 anni fa - Link

"Puoi dire quel che ti pare ma se argomenti permetti che ti si risponda." posso dire che è abbastanza ridicolo che tu mi accusi delle cose che sei tu, non io, a fare? e chi ti ha detto che non puoi rispondere? sono io o sei tu ad aver scritto che su questo blog queste discussioni non sono necessarie e si può fare a meno di commentare? chiarisciti le idee con te stesso... poi se vuoi io sono qui, e mi guardo bene dal dirti se, cosa e quanto devi scrivere

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

"La birra va valutata solo rispetto ai decibel dei rutti che produce".... ho le lacrime agli occhi... vi prego! datemene altre mille di battute così su birra, vino, distillati o similia!!!!

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SR

circa 12 anni fa - Link

:D per citare le parole dell'estensore dell'articolo: "Insomma, il classico armamentario linguistico degli enofighetti."

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

;) Ma qui si chiamano ENOSTRIPPATI.

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Fabio

circa 12 anni fa - Link

Credo che oltre ad essere fuori tempo chi ha scritto l'articolo sia non solo poco preparato ed ignorante dell'argomento ma anche prevenuto , prima di parlare bisognerebbe conoscere cosa ancora più amplificata per i commentatori pseudo amanti del vino che nemmeno di quello sanno ma per tali si spacciano, quando la birra esisteva voi personaggi da bassa osteria ancora dovevate essere pensati, buoni solfiti e addensanti !

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Giovanni Petriliggieri

circa 12 anni fa - Link

Beh certo che se il piglio, la suscettibilità e l'intransigenza dei nuovi pinguini brassicoli saranno quelli dimostrati nei commenti appena letti, dovremo stare attenti a non fiatare quando nei ristoranti chiederemo la carta delle birre.

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antonio tomacelli

circa 12 anni fa - Link

E dopo Bibenda 7 mi aspetto Birrenda 8 :-)

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Augusto Colombini

circa 12 anni fa - Link

Io invece voglio stappare una Moretti del 1988 che ho conservato per le migliori occasioni... Grande annata il 1988 per Moretti!

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

E'scaduta già da svariati anni eh.

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squingi

circa 12 anni fa - Link

http://www.youtube.com/watch?v=tD74AQKwW1Y

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Antonio Tomacelli

circa 12 anni fa - Link

Vediamo di chiarirci un po' le idee tutti quanti. Quando ho letto il post di Eater mi ha colpito, in particolare, un passaggio che ho riportato, quello in cui si parlava del processo di "vinificazione della birra" In America è in atto una rivoluzione necessaria ma temuta: l'esplosione delle birre artigianali in questi ultimi anni ha complicato il lavoro a parecchia gente e la birra si è affacciata nelle wine-list da loro prima ancora che da noi. Se SR avesse letto il post avrebbe capito quanto astio nutrono i produttori di birra artigianale nei confronti dei sommelier. Molto spesso le birre vengono inserite nelle carte solo perchè molto simili al vino e questo per i birrai è frustrante. Vogliono però a tutti i costi entrare in un mercato, l'alta ristorazione, che fa gola per volumi e prestigio ed è per questo che stanno promuovendo i corsi da Cicerone. Loro hanno capito che la dignità di un prodotto passa necessariamente da li: non si possono servire patatine fritte per tutta la vita, serve qualcosa di diverso e il corso da Cicerone serve proprio a questo. Quando ho scritto questo post sapevo che avrei toccato un nervo scoperto e, volutamente, l'ho fatto ma se esiste un luogo in cui gli enostrippati scrivono e si incontrano, questo è proprio Intravino. Ho amabilmente sfottuto per primi noi ma nessuno lo ha VOLUTO notare. Per comodità, ovvio. Il nervo scoperto però è ancora lì ed è valido in America come in Italia: siete bravissimi e conoscete trecentomila birre ma se qualcuno vi chiede quale abbinare a un piatto di Heinz Beck la scena si fa tristemente muta. La verità è che un sommelier come Marco Reitano vi farebbe un sacco comodo ma temete l'istituzionalità del ruolo con tutti gli annessi e connessi: non volete vinificare la birra, insomma. Risolvete al più presto questa contraddizione invece di prendervela con me: io sollevo soltanto questioni e, qualche volta, le statistiche.

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squingi

circa 12 anni fa - Link

Panzone, il rutto sopra è pure troppo per te, ti eleva.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

E tu saresti uno dei divulgatori italiani di riferimento? Ah beh, state freschi allora. Un'altra uscita così e te ne torni da dove sei venuto, con buona pace di tutti.

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SR

circa 12 anni fa - Link

ma tu davvero pensi di poter rifilare questo ammasso di fregnacce a chi ti legge? i birrai americani frustrati dalle carte dei vini ma che sgomitano per entrare nei tristellati... la dignità che passa dalle mani di un chef... ma fammi il piacere... gli americani hanno capito che con le birre in botte ci fanno dei ricarichi allucinanti, ben superiori a quelli che possono realizzare con una APA. stesso discorso si potrebbe fare - se avessi la grazia di informarti invece di millantare - per gli stili belgi. sondano tutti i canali per piazzarle che offre il mercato, di cui gli stellati sono sicuramente uno sputo rispetto ai tanti gastropub birrari che trovi negli States e SOPRATTUTTO rispetto a pub e beershop. se la menano talmente tanto che il più famoso produttore di birre acide passate in botte degli States nel suo locale vende pizza al trancio... il nervo scoperto è tutto tuo: il luogo di predilezione era, è e resterà sempre e comunque il pub. se vado da Heinz Beck ordino vino così sei contento anche te

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Colonna

circa 12 anni fa - Link

Ok Antonio, ma con questa disamina non fai niente altro che confermare che hai un concetto e una visione del mondo della birra assolutamente non attuale... "In America è in atto una rivoluzione necessaria ma temuta"... credo che tu non sappia minimamente cosa è accaduto e cosa sta accadendo birrariamente negli States, come del resto il buon Ricci ha cercato di spiegarti qui sotto. Dico "credo" perchè dalle tue parole emerge con certezza che tu non abbia assolutamente le idee chiare a tal proposito. Il discorso è estremamente più ampio, come di ampio respiro e adattabile a tutto è il mercato della birra. A me non frega nulla di abbinare la birra a un piatto di Beck, ma di certo non mi infastidisco con chi cerca di farlo, pur rimanendo della mia idea popolare sulla birra. Probabilmente perchè la differenza sostanziale tra il mondo del vino e quello della birra e che la birra si può permettere un ben più ampio e versatile mercato, dai punkabbestia ai pinguini e ai gastrofighetti...Cosa che forse il mondo del vino ha perso. Quel che si chiede è una giusta informazione, un parlare e scrivere con coscienza e conoscenza, e qui Antonio ti contesto, perchè hai dimostrato di non avere nulla di tutto questo. Discutiamone al pub, discutine con chi la birra la vive, ma non puoi evitare critiche se piazzi sti pensieri banali e privi di cognizione sull'argomento su un blog seguitissimo (come dice l'acido amico Bruce, un "opinion maker"). Quindi non te la prendere, pensa a me che posso scrivere solo di birra e di Lazio, se approdo in altri lidi verrei disintegrato da chi ne sa più di me...Tristezza mia... Comunque leggendo i commenti vari, leggendo di Ricci e Bruce dipinti come "pinguini della birra", viene da sorridere e (concordando col Morichetti) rimanere sorpresi da quanti preconcetti e ignoranza esistano ancora sul mondo brassicolo...A Scattidigusto ti ripeto, è bastato trovare un appassionato dell'ultima ora (anche dell'ultimo minuto) per essere decisamente più competente e autorevole di voi sull'argomento :-)) Se non si conosce l'argomento, non potete nemmeno arrivarci a capire DOVE Bruce e Ricci vi contestano. Senza polemica, non è un pensiero, è un dato di fatto.

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SR

circa 12 anni fa - Link

Manuele, io penso che alla fine la questione sia psicanalitica e vecchia come il mondo: c'è un certo tipo di mondo del vino (a mio parere estremamente minoritario) ben sintetizzato dal pensiero di Tomacelli che sa che in fondo, nonostante tutti gli sforzi di essere smart, di essere irrimediabilmente snob e un po' per autoassolvere sé stesso proietta su mondi che non conosce le proprie frustrazioni io non mi permetto di giudicare un mondo che conosco poco, e qualche bottiglia di Barolo la stappo, qualche cantina la visito e il naso a qualche incontro di vino ogni tanto ce lo metto. e il vino, per inciso, mi piace molto, perché solo un cretino può vedere una battaglia fra due piaceri, io preferisco godere di entrambi qua abbiamo persone che su un blog seguitissimo (e questa è una cosa GRAVISSIMA) raccontano fandonie su un ambiente che neppure si premurano di esplorare un minimo o che traggono conclusioni su un mercato lontano migliaia di km che conosciamo a malapena io e te partendo da un articolo di un blog e applicando gli schemi del mondo del vino che poco hanno a che fare con quello della birra. e poi, mentre ti punzecchiano per alimentare flames e contatti facendo le verginelle, cercano pure di venirtela ad insegnare... poi, ciliegina, vengono a dare del birrofighetto A ME, che come sai passo con disinvoltura dal fare a pugni con un birraio a berci dopo 5 min una birra al Macche assieme :D

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Antonio Tomacelli

circa 12 anni fa - Link

Sarà come dici tu, Ricci, ma la frase "People are worried about the wine-ification of beer" non è mia.

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SR

circa 12 anni fa - Link

ma tu costruisci tutta la tua scienza birraria da una frase estrapolata da un articolo? anche in Italia siamo preoccupati dalla vinificazione della birra (che secondo me sta subendo una battuta d'arresto), che c'entra col discorso? ad esempio: mi sai citare la percentuale di vendita di birra d'alta fascia rispetto al volume totale di craft beer negli USA per appurare se questa cosa è vera? questo sarebbe fare informazione e dare un servizio ai lettori

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Stefano, santo cielo, nessuno costruisce scienza su una frase ma Antonio rilevava nel post un trend, che alla fine confermi anche tu essere rilevante anche in Italia. Poi te ne esci che non c'entra col discorso. Ma che cavolo! Il dato che chiedi io non lo so, so che l'artigianale in Italia sta crescendo dall'1% su cui si attestava e ne sono ben felice. E qui, pur saltuariamente, abbiamo cercato di fare informazione, con Marco Pion e non solo. Per questo trovo fastidiose e fuori luogo certe uscite verbali. Che con la competenza non hanno proprio nulla a che fare.

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SR

circa 12 anni fa - Link

insomma, confermi quanto detto da me e Colonna: posto sconclusionato con riuscito tentativo di flame come detto 26 post fa: niente di male, basta saperlo chiaramente ps: il problema del posizionamento vinicolo della birra non è la fighetteria, di cui non frega niente a nessuno, ma il prezzo doppio che ti chiedono. non c'è talebano del luppolo, come li chiamate voi, in Italia che vede di buon occhio questa cosa. cioè esattamente IL CONTRARIO di quello che afferma il vostro articolo ps2: un sommelier può benissimo, senza nessuna guerra fratricida, occuparsi di birra, partendo anche da un training eccellente. bastano due cose: STUDIO e AMORE per il prodotto, non visione conflittuale e succube. cioè esattamente IL CONTRARIO di quello che afferma il vostro articolo bah, direi di finirla qua, sempre se sei d'accordo

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Non confermo la tua conclusione ma pazienza. ps: NESSUNO vede di buon occhio i prezzi alti della birra e la fighetteria era evidentemente una provocazione, o almeno così l'ho intesa io prima che ci fossero commenti. ps2: sono il primo a dirti, per esperienza, che un sommelier possa avvicinarsi alla birra, esattamente con curiosità e amore. Ancora: l'articolo non afferma NESSUN contrario ma che spesso si arrivi alla birra "deviati" dal vino è un rischio cui una certa didattica americana sta cercando di sopperire. Finiamola qui, però puoi pure convenire con me che est modus in rebus e se siete così consapevoli che questo sia un posto trafficato - seppur orribile e pieno di gente cinica - magari da appassionati potreste moderare i toni. Non gli argomenti, i toni. E la cosa non è collaterale ma sostanziale, fidati.

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Antonio Tomacelli

circa 12 anni fa - Link

Ti cito: "un sommelier può benissimo, senza nessuna guerra fratricida, occuparsi di birra, partendo anche da un training eccellente. bastano due cose: STUDIO e AMORE per il prodotto, non visione conflittuale e succube. cioè esattamente IL CONTRARIO di quello che afferma il vostro articolo" E invece, pensa te, in America li accusano di avere una visione sulla birra parziale e sbilanciata ed è per questo che nascono i corsi di Cicerone: questo è un fatto mentre la tua è una semplice opinione. Fattene una ragione

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SR

circa 12 anni fa - Link

Tomacelli, ma tu in un ristorante a NY o in un gastropub a San Francisco a mangiare e bere birra ci sei mai stato? che altrimenti sono chiacchiere al vento fattene una ragione

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Antonio Tomacelli

circa 12 anni fa - Link

Forse, Emanuele, stiamo parlando di due cose diverse. Non esiste "un" mercato della birra come non esiste un solo mercato del vino. Anche noi di Intravino ci eccitiamo per le 10,000 bottiglie del piccolo biodinamico ma. alla fine, "il" mercato lo fa Giordano che fattura 130 milioni di euro per telefono. Trasferendo il discorso sulla birra potrei dirti che tu non sei popolare perchè nel tempo che ci metti a vendere una birra artigianale l'Heineken ne ha vendute 10.000 industriali. Spillare ogni sera qualche migliaio di birre buone in tutta Roma non fa di te il "mercato" della birra. Ciò detto, io non sottovaluterei l'articolo di Eater, che non è proprio uno SdG in salsa americana. Se in America (e in Gran Bretagna) i corsi esistono e funzionano ci sarà un perchè ed è questa esigenza che mi incuriosisce. Tu sei così sicuro che tutti, ma proprio tutti i produttori non ambiscano a un salto di qualità e che non sentano il bisogno di nuove figure che sappiano comunicare meglio con la clientela? In ultimo: ho fatto l'esempio di Beck per dare meglio l'idea ma, in America, il grosso dei Ciceroni lavora per i grandi pub da diecimila etichette: sei così sicuro che basti uno spillatore e due camerieri per mandare avanti certe "baracche"? Alzare lo sguardo dal proprio orizzonte è utile nel vino come nella birra e una frase tra "cugini" può essere interpretata senza astio, altrimenti si finisce come Schigi: un bel rutto e via.

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SR

circa 12 anni fa - Link

se avessi la bontà di informarti - ahimè devo ripetermi come un disco rotto - sapresti che in Italia l'Università della Birra porta avanti questa roboante novità americana da 20 anni in pratica fornisce buone competenze tecniche per chi ha piacere di impararle e per gli altri che desiderano aprire un pub con qualche cognizione in più o (ma qua forse il gioco non vale la candela) lavorarci se poi vuoi fare il Manuele Colonna allora ci vuole un po' più di olio di gomito

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Tu consideri l'Università della Birra di Franco Re un corso professionalizzante tipo quelli di cui si parla nel post originario, associato addirittura ai Master Sommelier? Ricordo un libro di qualche anno fa, firmato da Franco Re: aveva in copertina 5 bottiglie tra cui Dreher, Heineken e Birra Moretti.

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SR

circa 12 anni fa - Link

non lo so perchè non l'ho mai frequentato ma conosco un paio di persone che l'hanno fatto e potrebbero mangiare in testa al 95% degli appassionati talebani di birra. il fatto che Franco Re sia foraggiato dalle multinazionali non vuol dire che non conosca il mondo della birra da quando tu ciucciavi il latte e non sappia insegnare le basi della produzione, della degustazione, del servizio, della spillatura, cioè esattamente quello che uno si aspetterebbe da un corso professionalizzante cioè esattamente questo: http://www.cicerone.org/images/Syllabus/master%20syllabus%20v1.2.pdf gli americani semplicemente fiutano gli affari e fanno le cose 100 volte meglio degli altri, e hanno anche un mercato 500 volte più grande se poi sfrucugli su google scoprirai che oltre oltre ai corsi di Cicerone in USA ne troverai altri altrettanto qualificanti incentrati più sulla degustazione, oppure sulle tecnologia di produzione e non ti credere che chi li frequenta campi poi di birra seduto su una cattedra, manco in USA...

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SR

circa 12 anni fa - Link

ps: Michael Jackson stravedeva per la Moretti Rossa. diamo del pirla anche a lui?

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Ti ho fatto una domanda, possiamo anche discutere senza denti avvelenati. Non conosco Franco Re ma viene da osservare - correggimi se sbaglio - che non ha innescato un trend significativo come quello da cui siamo partiti. Ricordo anche io le stelle (tre?) di MJ alla Moretti Rossa. La comprai appositamente, rimanendo perplesso. Ora vengo a casa tua e vediamo quante ne tieni nel frigo, scomodare sua Santità per le ns beghe di cortile è una tecnica orribile :-D. Io credo che il parallelismo birra-vino faccia bene ad entrambi per addrizzare il tiro, specie a chi lavora a contatto col pubblico. Al locale in cui lavoravo, un'osteria, a momenti vendevo più roba Interbrau (ohimé, già sopra la media locale) che vini al calice. Credo che i due mercati abbiamo ampi margini di sovrapposizione e il confronto aiuta. Deponendo l'ascia, i ditini puntati e le saccenze varie.

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SR

circa 12 anni fa - Link

la risposta è - mi pareva chiaro - : presumo di sì, anche se non l'ho frequentato. poi se vuoi competenze avanzate devi sbatterti di tuo perché se fai un corso AIS esci per caso che sei Jancis Robinson dopo il diplomino? te invece il Cicerone l'hai frequentato per poter dire che è così superiore? Franco Re - adesso mi tocca pure difenderlo - ha predicato nel deserto birrario degli anni 80, scusa se è poco. non ha di sicuro portato una rivoluzione, ma i locali di suoi allievi sono più di quelli che pensi e se credi che Cicerone stia portando una rivoluzione birraria forse è il caso che ti pigli un volo per San Francisco e vai a vedere che cosa è successo negli ultimi 20 ANNI... la rivoluzione l'hanno fatta altri, pur senza mettere in discussione il valore di Daniels tu lavoravi in un'osteria. Tomacelli blaterava di sdoganamento per l'alta ristorazione. decidetevi...

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

A chi guardava Teo Musso negli anni '90 cercando nuovi mercati della birra e un nuovo posizionamento? Musso è stato l'Angelo Gaja della birra, l'ha messa nello scaffale in alto, allo stesso prezzo di vini che non valgono un terzo, molto spesso. Con pro e contro del discorso. E' un argomento interessante questo? Sei sicuro di avere la risposta giusta? Tutti si lamentano del prezzo alto della birra poi però corriamo dietro a tutti i nuovi microbirrifici con nessuna economia di scala. Delle due l'una, non credi? Sarà mica che crescono proprio in virtù della possibilità di spuntare un prezzo alto? Senza valere, molto spesso, un decimo della qualità di una Anchor qualsiasi. Io parlavo di sommelier e versatilità da osteria, altro luogo in cui la birra sta benissimo. Non di istituzionalizzazione e valore simbolico dell'alta ristorazione. Certo che se mischi i piani poi il ragionamento ne risente. Palmieri che alla Francescana serve Beltaine è una notizia: poi ognuno può vederla buona o cattiva ma, se permetti, è una notizia interessante di cui parlare. Anche Antonio sbaglia tono a volte ma smettila di chiedere le credenziali come uno sceriffo, perché proprio non serve a nulla e il post avrebbe potuto prendere tutt'altra piega fin dall'inizio.

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SR

circa 12 anni fa - Link

Teo non è la birra italiana e il suo modello non è l'unico e credo nemmeno molto attuale. Teo è Teo, credo modelli vincenti contemporanei possano essere quello di Brewfist, del Lambrate, del Birrificio Italiano o credi che Sierra Nevada e New Belgium (quest'ultima fa anche eccellenti birre di alta fascia) siano diventati dei piccoli colossi inseguendo gli stellati? sei abbastanza intelligente da capire che le strade sono due: prezzi abbordabili e grandi produzioni con abbattimento dei costi fissi, prezzi esosi con piccole produzioni. per chiedere prezzi esosi ti devi specializzare in una nicchia, reale (botti, frutta, ecc.) o ideale (fuffa della serie "ma il luppolo costa un casino") secondo te i craft americani che crescono di bestia e fanno 8% del mercato vedono la ristorazione come un piccolo tassello, magari strategico, o come l'essenza del proprio sviluppo? a Vinnie Cilurzo o Tomme Arthur rosicano come delle bestie per i sommelier del vino e vogliono entrare nei tristellati o se ne fottono visto che non hanno birra da vendere manco per la loro città e le birre speciali che rilasciano vengono polverizzate da un beershop qualsiasi in poche ore a prezzi allucinanti? prova a dire a Bottura di chiamare Vinnie Cilurzo e chiedergli se gli manda un paio di bancali di Consacration e senti quante pernacchie gli fa a me Palmieri ha proposto con la Beltaine alle castagne un abbinamento improbabile che alcuni formaggi (non ricordo quali). ho rispedito la birra al mittente e mi son fatto portare un vino

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Stefano, nessuno pensa che l'alta ristorazione sia il mercato privilegiato della birra, non scherzamo. Un ragionamento è in che misura quel mercato quantitativamente insignificante ma qualitativamente di alto livello possa, semmai, innescare effetti-traino positivi (o negativi). E non mi pare per niente scemo. Avere sommelier che ti suggeriscono un nuovo percorso, ma non uno in tutta Italia intendo. Altro ragionamento interessante quello sui prezzi: le birre di Leonardo costano meno nel passaggio dal vecchio al nuovo impianto? Credi che sia un obiettivo per qualcuno arrivare a certe economie di scala per poi abbassare i prezzi smarcandosi significativamente dalla concorrenza? Wayan di Baladin, ad Alba, sta in GDO a 10 euro se non di più. Troppo potremmo rifletterci sù: costa meno all'Open di Cinzano, a momenti, dove una Tipopils a dieci euro è uno degli affari più grossi che un uomo possa fare uscendo la sera con gli amici.

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SR

circa 12 anni fa - Link

su questo siamo d'accordo ma siamo abbastanza lontani rispetto a dove era partito il discorso e la polemica sui prezzi di Borgo non ti so aiutare perché non le incrocio molto, sul resto delle domande retoriche, come sai, sono uno dei miei cavalli di battaglia da anni e anni... resta il fatto che senza impianti di grosso calibro prezzi bassi non riesci a farne, se poi sei partito lontano e hai una rete commerciale consolidata e raddoppi, chi te lo fa fare se non hai concorrenza e vendi lo stesso? il progetto più interessante per scardinare questo paradigma al momento è Brewfist: prezzi abbordabili (deh, non regalati eh!), 1 anno di vita con 30hl di sala cottura e cantina in fase di allargamento, e stanno sempre sott'acqua per soddisfare le richieste. infatti stanno sulle croste a molti. paradigma Sierra Nevava, altro che Beer Cicerone...

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Bruce

circa 12 anni fa - Link

Insomma ora il punto è divenuto il prezzo della birra artigianale in Italia (e pure su questa discussione ci sono centinaia di pagine consultabili via web)??? Che vi sia necessità di maggiore formazione ed informazione mi sta bene, che possa usufruire di percorsi professionalizzanti pure. Che chi lavora in questo ambito non sappia fare un abbinamento come sostenuto da Tomacelli mi fa al più sorridere, come il fatto che serva un certificato per poterne proporre uno. Leggo tutti gli anni recensioni di sommelier e critici enogastronomici in cui di danno grappoli/bicchieri/chiocciole etc. a vini come il Fontana Candida, dove va a finire tutta la loro professionalità in quelle occasioni??? Vogliamo parlare della vinificazione della birra in Italia (avvallata da vostri colleghi che elogiano la "territorialità" della birra artigianale Italiana, quando un concetto come quello di "territorialità" si può adattare solo ad alcune realtà birraie, per ragioni storiche, ma non di sicuro a quella Italiana) e del fatto che non sia raro trovare Birre artigianali in una qualunque degustazione di vino?? Tuttavia di tutti questi argomenti quanti erano contenuti nell'articolo? Due righe?

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Giuseppe Rosati

circa 12 anni fa - Link

Giusto x puntualizzare: il tipo in foto nell'articolo non e' mr Rynolds ma Garrett Oliver titolare della Brooklyl Brewery di Ny e mio amico........

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SR

circa 12 anni fa - Link

nonché autore di un libro sugli abbinamenti birra-cibo, nella mia infinità bontà ho presunto che fosse lì per quello (certo, magari dirlo...)

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Filippo Garavaglia

circa 12 anni fa - Link

articoli del genere lasciateli a studio aperto per piacere, almeno li farciscono di culi e sotto una certa ottica si possono anche salvare.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Ora tu vuoi dirmi di aver letto tutti i commenti??? Naaa, non ci credo. Ce n'è anche uno in cui con Ricci ci diamo i bacini, alla fine :D.

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Tyrser

circa 12 anni fa - Link

Eccomi. Premetto che Il Ricci lo leggo una riga sì e due no, sempre, che il Colonna non l'ho letto perchè ha ragione a priori e che il Morichetti, vabbè, è il Morichetti... Mi permetto solo di aggiungere che Ray Daniels è l'autore di uno dei testi fondamentali per l'homebrewing, da poco tradotto in italiano da MoBI http://www.progettaregrandibirre.it/ E' uno che quando l'ho visto fare il check in in hotel insieme a me a Denver mi sono emozionato. Ciò detto cura questo progetto che si prefigge di certificare esperti di birra "a livelli": dal base (per intenderci formare personale di sala su nozioni fondamentali) ai master. Tra i master ne cito due che conosco: Dr. Bill, "direttore" del bistrot di Stone e persona con una cultura birraria inquietante e Mirella Amato: di lei Kuaska dice "è meglio di me". E' gente che ne sa e che evangelizza. Col pezzo di carta.

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sabor

circa 12 anni fa - Link

Ma SR è quello de "The Dark side of the Beer", dove si autointervistava?

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