E’ morto Giulio Gambelli e oggi siamo tutti più poveri

di Alessandro Morichetti

E’ morto Giulio Gambelli, “bicchierino” inimitabile e puro. Nessuno lo ha conosciuto meglio dell’allievo e fraterno amico Carlo Macchi: su Wine Surf lo ricorda così ed è un dovere riprenderne le parole. A noi piace immaginare questo uomo unico per il vino italiano insignito di una laurea honoris causa che nessuno gli ha mai conferito.

Ci ha lasciato l’ultima farfalla del sangiovese di Carlo Macchi
Oggi 3 gennaio 2012 alle 13.30 ci ha salutato per sempre il grande maestro del Sangiovese, Giulio Gambelli. Il suo fisico non ha retto all’ultima crisi di qualche giorno fa e, senza soffrire, se ne è andato. Questa è la notizia, nuda, scarna che purtroppo devo dare, ma qui finisce il mio compito da giornalista e da ora in poi parlerà solo una persona che poteva andare fiero della sua amicizia.

“Ciao giovane!” “Ciao vecchio!” Era questo il nostro saluto quotidiano, dove il giovane era ovviamente Giulio. Era uno scherzo ma neanche tanto, perché Gambelli era giovane dentro e questa giovinezza, quasi come un dono divino, la trasmetteva sempre ai suoi grandi vini. Era più di un maestro del Sangiovese, ne incarnava il carattere ruvido, scontroso, ma pronto ad aprirsi se si sapeva come prenderlo.

Era l’uomo che, a bordo di una serie infinita di R4, aveva insegnato a fare il vino a tutti i produttori di Montalcino ed a una buona fetta di quelli del Chianti Classico. Era un pezzo (grande) della storia degli ultimi 60 anni del vino toscano ma se glielo dicevi si metteva a ridere oppure sbuffava scocciato, perché non voleva sentirsi addosso il peso di una cosa che lui aveva fatto solo per passione e perché amava farla.

Giulio Gambelli amava fare il vino, vederlo nascere, capirlo sin dai primi assaggi, addirittura analizzandolo grazie a quell’insuperabile laboratorio che era il suo palato. Non sbagliava mai, ma lui non si sentiva per questo un genio, non voleva credere che quello che lui sentiva in un vino non lo potessero sentire anche gli altri. Per questo non è riuscito a crearsi “il discepolo” per antonomasia ma tanti enologi che, partendo da basi rigorosamente scientifiche non riuscivano mai ad arrivare al suo livello di genio autodidatta e non riuscivano quindi ad afferrare e fare proprio il “modo gambelliano” di trattare il Sangiovese.

Scusate ma mi mancano le parole e quindi mi rifaccio a quanto avevo a suo tempo scritto nell’introduzione alla sua biografia:

Avere avuto l’onore ed il privilegio di mettere su carta la vita del mio grande amico Giulio Gambelli è stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto. Non solo perché farlo parlare del passato é operazione che richiederebbe strumenti di tortura appositi, ma soprattutto perché, mano a mano che il libro prendeva forma, mi sono sentito come un entomologo che scopre l’ultimo esemplare di una rarissima e meravigliosa famiglia di farfalle. Da una parte c’è la gioia di poter ammirare la sua bellezza, dall’altra la paura di danneggiarla e la tristissima certezza che, purtroppo, dopo di lei non ce ne saranno altre. Giulio è questa farfalla: da oltre sessantacinque anni invece di volare crea vini che ti fanno sentire più leggero. Come una farfalla, che usa solo le sue ali per alzarsi in cielo, Giulio ha sempre e solo adoperato quello che madre natura gli metteva a disposizione. Come una farfalla che rimane sempre vicina al luogo dove è nata, Giulio non si è mai spinto oltre quelli che credeva i suoi confini, non si è mai proposto per interviste e per le luci della ribalta. Il suo linguaggio ed il suo modo di fare sono semplici e leggeri, quasi impalpabili, riassumibili nella parola eleganza. La stessa eleganza con cui sta attraversando la vita, cercando di lasciare un segno tramite i suoi amati vini. Il risultato è che questa farfalla è stata conosciuta ed ammirata solo da pochi fortunati.

Oggi l’ultima farfalla del Sangiovese è venuta a mancare e da oggi siamo tutti più poveri.

Ciao Giulio, che la terra ti sia lieve.

I funerali si svolgeranno giovedì 5 gennaio alle ore 15 presso la Chiesa Collegiata di Poggibonsi.

Carlo Macchi

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

16 Commenti

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Simone Maglioni

circa 12 anni fa - Link

:-(

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Lido Vannucchi

circa 12 anni fa - Link

il più grande interprete del Sangiovese, un Toscano Doc, il mondo del vino è orfano del maestro del vino e maestro di vita. Ciao Giulio, vola in alto come hai fatto volare il sangiovese. Lido.

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Gionni Bonistalli

circa 12 anni fa - Link

Un grande che se ne va... Tutti noi saremo un pò più poveri da oggi... Mi permetto di suggerire questo video...

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Grazie Gionni, hai fatto benissimo. Una musica struggente a incorniciare 10 minuti commoventi e bellissimi in ricordo di Giulio Gambelli e dei suoi occhi vispi.

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Gionni Bonistalli

circa 12 anni fa - Link

Gli occhi sono lo specchio dell'anima.... Segnalo anche questa richiesta fatta su fb da Martino Manetti, forse dall'unico erede di Giulio Gambelli:

Vorrei che stasera tutti aprissero una bottiglia di Giulio Gambelli, per ringraziarlo.

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Roberto Giuliani

circa 12 anni fa - Link

c'ero anche io quel giorno, ricordo molto bene la fatica che fece Gentili a farlo parlare, con un filo di voce. Eppure, il solo fatto che ci fosse Giulio presente, sembrava infondere a tutti quei vini una marcia in più...

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Luke

circa 12 anni fa - Link

Grazie per tutte le emozioni che ci hai regalato. Non resta che aspettare la nascita di un altro benefattore come te. Ciao. L

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Marco Carminati

circa 12 anni fa - Link

Grazie di tutto.

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attoadivenire

circa 12 anni fa - Link

Persone come Gambelli possono morire nel corpo ma non nell'anima. Non ho mai avuto l'onore di conoscerlo, ma rimarrà dentro di me quello che sono riuscito a comprendere da articoli e video e soprattutto i suoi vini, Umiltà-passione-amore e profondo rispetto per il vino.

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Alessandro Fiore

circa 12 anni fa - Link

Indimenticabile! Un caro saluto. Alessandro

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Se ne è andato con discrezione, coerente con se stesso. Un signore ed un grande tecnico.

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Giovanni Marletta

circa 12 anni fa - Link

Ho avuto la fortuna di incontrare Giulio Gambelli durante la mia parentesi montalcinese durata sette anni. Lo incontravo annualmente, quando con gli amici del Consorzio del Brunello visitava le cantine per verificare lo "stato dell´arte" di quel gran vino di cui era maestro integro e modestissimo. Ció che mi impressionava ogni anno di piú era come facesse a ricordare cio´che aveva commentato l´anno precedente con esattezza imppressionante, senza avere mai un riferimento scritto! Mi piace pensare che riuscisse cosi´bene perché amava davvero quel vino, il suo vino! E di quello, come delle altre sue grandi qualitá umane, ne rimarra´ un bellissimo ricordo!

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angelo bertacchini

circa 12 anni fa - Link

Lo stesso giorno qualche anno prima è nato il mio primo genito..., giorno di tristezza e felicità infinite. Che la pace sia con lui.

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Montigiano

circa 12 anni fa - Link

Vi racconterò una storia: Di mestiere vemdo il vino. Ormai diversi ann fa cercavo un Chianti Classico come dicevo io: di quelli "veri" che mi ricordavo d'aver bevuto quando ero ragazzino alle festa di Greve. Cercai per mesi, poi preso dalla disperazione mi feci coraggio e chiesi ad un amico comune di organizzarmi un incontro privato con il signor Giulio. Mi ricevette e fu gentilissimo: bevemmo molte bottiglie che avevo portato per spiegargli che tipo di vino cercavo. Parlava a monosillabi e sopratutto a gesti. Poi mi fece un nome, uno solo. Contattai la cantina: i vini erano perfetti e puri sangiovesi! Ciao Signor Giulio ti sono eternamente grato

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