E la montagna partorì: ecco i 3×100 vini della guida Espresso 2017

E la montagna partorì: ecco i 3×100 vini della guida Espresso 2017

di Andrea Gori

Finalmente in edicola la guida più amata dagli appassionati di vini alternativi, che negli anni è stata una vera e propria miniera di chicche e vini scoperti e consegnati alla fama e gloria. Ma quello era il passato, e oggi c’è la nuova attesa incarnazione della Guida a cura di Andrea Grignaffini e Antonio Paolini a coordinare un gruppo di degustatori stimati e, in tantissimi casi, amici della redazione di Intravino quindi siete comunque avvertiti. Non c’è la prevista discontinuità grafica e ideale perché si parla apertamente di sedicesima edizione – e non della prima di un nuovo corso. Mentre all’interno la guida si rivela completamente diversa per impaginazione e struttura delle schede dei vini. Ci sono le descrizioni dei 300 vini premiati asciutte e interessanti, e le schede delle aziende con un solo vino per azienda. In generale prevale l’attenzione alla denominazione e ai migliori vini del territorio più che le singole aziende.

Similmente alla Guida essenziale ai vini d’Italia di DoctorWine, viene abbandonata la pretesa di completezza e di copertura del territorio italiano, ma si parla di selezione per gli appassionati e curiosi, meno per chi è già esperto o addetto ai lavori. L’altro cardine della rivoluzione sono le tre mega classifiche dedicate ai 100 vini da bere subito, ovvero “vini importanti ed eccellenti, che si possono stappare con piacere già dal giorno di uscita della Guida”, i “100 vini da conservare”, cioè “quelli destinati ad affinarsi e migliorare nel tempo” ed infine i “100 vini da comprare, per l’ottimo rapporto tra la qualità intrinseca e il prezzo sul mercato”. Un modo di tenere insieme i criteri dei Tre Bicchieri e altri riconoscimenti per i primi due “100”, più una dose di “vini quotidiani”. Non mancano le classifiche per le 120 DOC più importanti suddivise per regione, con tanto di cartina ben fatta ad illustrare.

Non ci sono state fornite liste in formato testo per cui dovrete accontentarvi delle foto dai siti collegati al gruppo.

Per quanto riguarda i vini da bere subito sui primi 10, a parte alcuni casi, ci sono molte aziende classiche e tanti beniamini della guida da tempo, a sottolineare quanto il bel lavoro fatto da Rizzari e Gentili negli scorsi anni non è stato per fortuna rinnegato. Anche se siamo sicuri che un Franciacorta da 300 e passa euro al terzo posto non lo avrebbero mai messo… Bella la presenza del Sud e del Centro Italia.

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Sui vini da conservare svetta un Taurasi e non può che allargare il cuore per questa altalenante denominazione. Poi, uno scontro al vertici tra Piemonte e Toscana, che vede prevalere il 2011 del Barolo sulla Riserva 2010 di Montalcino, scelta che animerà interessanti dibattiti. Sempre da tradizione espressica Bolgheri molto più in basso in questa classifica, e sparute presenze amaroniche. Piccola rivalutazione dell’Etna, bianchi in tono minore ma c’è da dire che non c’erano annate grandissime in esame per i nostri bianchi migliori.

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Sul rapporto qualità prezzo (100 vini da comprare) è stato fatto davvero un lavoro interessante, andando a scoprire outsider non coperti da altre guide (per ora) o non posti in così tanta evidenza. A parte il numero uno Ridolfi, ex cantiniere di Poggio di Sotto, è di nuovo il Piemonte a dettar legge, con centro italia e Sicilia a dimostrarsi fonti di grandi vini da poter bere tutti i giorni.

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Ed ecco anche il colophon completo dei collaboratori: Antonio Paolini, Antonio Di Spirito, Aldo Fiordelli, Alessio Pietrobattista, Elio Ghisalberti, Andrea Grignaffini, Maurizio Valeriani, Alessandra Piubello, Davide Scapin, Sabatino Sorrentino Sommelier, Erika Mantovan, Daniele Moroni, Gianmarco Nulli Gennari, Giuseppe Picconi, Stefano Ronconi, Marco Scandogliero, Paolo Valentini, Guido Ramini.

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Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

18 Commenti

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Montosoli

circa 7 anni fa - Link

Ottimo...grazie !

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GIANNI

circa 7 anni fa - Link

Buongiorno, sicuramente questa guida è meno sfacciata di quella di Cernilli.

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amedeo

circa 7 anni fa - Link

GIANNI, abbiamo capito che Cernilli non ti è simpatico, ma è un problema tuo, non intasare il post con commenti che non hanno nulla a che vedere con l'argomento. E poi che significa quel "meno sfacciata"? Dai, ti invito a fare uno straccio di ragionamento.

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Marco

circa 7 anni fa - Link

Poteva essere decisamente peggio. I vini con rapporto qualità prezzo elevato sono abbastanza azzeccati, almeno per quella decina che conosco.

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jack vincennes

circa 7 anni fa - Link

non si capisce a quale pubblico sia rivolta questa guida tale è la confusione tra industriali veri, vigneron veri e presunti, piccoli e grandi produttori. Probabilmente siamo alle solite, il pubblico di riferimento sono solo i produttori!!! Un'altra occasione persa per fare qualcosa di veramente caratterizzato e che non voglia per forza piacere a tutti col rischio, anzi la sicurezza, di piacere a pochi.

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david

circa 7 anni fa - Link

" In generale prevale l’attenzione alla denominazione e ai migliori vini del territorio più che le singole aziende." Bene, un'altra guida per i bevitori dell'ultima ora che vogliono sapere in 2 paginette scarse COSA SI DEVE BERE e QUANDO LO SI DEVE BERE. Ma per piacere!...basta con 'ste classifiche, io voglio conoscere chi il vino lo fa e dove lo fa. Una "guida" a questo dovrebbe servire: giro l'italia e ovunque vado ho dei punti di riferimento, degli indirizzi..non una stupida classifica "svuota frigo" e scaffali! Vabbè, 20 euri risparmiati.

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sergio

circa 7 anni fa - Link

Vi ricordate di Rizzari e Gentili? Vi ricordate come(il modo) Vizzari li silurò? Vi ricordate dei post scritti sulla vicenda su questo blog? E allora come interpretare questa frase del post? : "Guida a cura di Andrea Grignaffini e Antonio Paolini a coordinare un gruppo di degustatori stimati e, in tantissimi casi, amici della redazione di Intravino "

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Alessandro Morichetti

circa 7 anni fa - Link

Io non ci vedo niente da interpretare, sai? Andrea ha scritto il vero: guida curata da due che si conoscono con l'aiuto di altri che più o meno si conoscono pure loro. Poi analizzeremo con calma, vorremo mica perderci il divertimento di un Barbaresco da 600 euro (fatto a 100m in linea d'aria da dove ti scrivo) in cima alla lista dei vini da bere subito? :-)

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Luca

circa 7 anni fa - Link

Ho notato che nella lista dei 100 vini da conservare compare anche qualche spumante metodo classico. Quando io,ormai vent'anni fa..., ho fatto il corso AIS mi è stato spiegato che gli spumanti andrebbero bevuti il prima possibile dopo la sboccatura ( e proprio per questo le cantine "più serie" la riportano in etichetta). Qualcuno mi sa, seriamente, spiegare questa incongruenza? Negli anni sono cambiate le linee guida da seguire? Ringrazio chiunque vorrà rispondermi e auguro un buon weekend a tutti!

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Gianni

circa 7 anni fa - Link

Caro Amedeo visto che fai l avvocato del diavolo intanto la parola "sfacciata" x chi ne capisce di vino, !Come devo dire che la guida di Cernilli è costruita solo x il mercato dei potenti!!!!Guarda che la gente non è cretina.Queste guide hanno solo questo scopo.Farinetti,Gaia,Antinori,Frescobaldi,Allegrini,e la maggior parte delle aziende che stanno sulla costa toscana sono le stesse che continuano a essere premiate dagli anni 90.È chiaro che x chi le prende in mano x la prima volta "Le guide" senza conoscere il passato all' apparenza pare tutto meraviglioso!!Ma poi ancora i punteggi!!Che vergogna.

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amedeo

circa 7 anni fa - Link

Io non faccio l'avvocato di nessuno, tantomeno di Cernilli, che credo sappia difendersi (e bene) da solo. Constato solo un livore fuori luogo, frutto di argomentazioni troppo deboli. Tutto qui.

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cernilli

circa 7 anni fa - Link

Lasci perdere, fatica sprecata. Grazie per il tentativo di riportare al ragionamento e a un'analisi concreta dei fatti. Suggerisco solo di dare un'occhiata ai nostri premi speciali.

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Gianni

circa 7 anni fa - Link

Intendevo: x chi capisce di vino, sa cosa voglio dire!!!!!

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Gianni

circa 7 anni fa - Link

In merito al Barbaresco da 600euro dei Roagna "I Paglieri", non per difendere la guida però è un 2007.Chi si ricorda l'annata domanda.Io si. Annata calda non come la 2003 però abbastanza calda, con la conseguenza di avere in cantina vini maturi più del solito e più immediati ma molto piacevoli da bere nel breve medio termine.Quindi credo che quel Barbaresco di 9 anni che non sono pochi, con quella annata calda si possa bere bene anche adesso.Naturalmente questo in teoria, perchè non l'ho ancora provato. Credo che i vini prima di essere stappati, vanno sempre prima assaggiati nelle varie occasioni!!

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Gianni

circa 7 anni fa - Link

Salve, Amedeo riguardo le argomentazioni "deboli"ho letto i vs post.Non si capisce assolutamente nulla di quello che scrivete.Perché non siete dettati dalla passione.Ma dall'obbligo di scrivere qualcosa forse per lavoro.Quello scritto sopra sul Barolo dei Roagna mi sembra una considerazione su quel vino logica.Saluti.

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gp

circa 7 anni fa - Link

Il mantra di tutte le nuove guide, o di quelle che cambiano gestione come in questo caso, è quello di rivolgersi a appassionati e curiosi, meno a chi è già esperto o addetto ai lavori. In questo caso non mi sembra che ci siamo, dato che l'organizzazione della terza parte (per regione) è basata sulle denominazioni, che sono una cosa molto tecnica, riprendendo l'impostazione originaria delle due prime annate di questa guida (2002-2003), che opportunamente era poi stata abbandonata. Oltretutto allora l'elenco delle denominazioni era esauriente o quasi, mentre ora è arbitrario, con omissioni difficili da capire (per esempio in Piemonte mancano Barbera d'Asti e Langhe Nebbiolo...). Quindi il neofita può farsi un'idea sbagliata del panorama delle denominazioni, così come riceve un'immagine molto parziale nella seconda parte sulle aziende, davvero troppo risicata (meno di 300!) e schematica, dove può sembrare che la maggior parte produca esclusivamente il vino che è stato incluso nei "magnifici 300", mentre non è così.

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gp

circa 7 anni fa - Link

(inoltre un neofita che legge “Chianti Classico – vitigni: Sangiovese” magari ci crede, mentre questa denominazione non prevede l'obbligo di purezza varietale, a differenza del Brunello)

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paolo

circa 7 anni fa - Link

che delusione!! era una guida interessante..era.. soliti vini ma senza punteggi. ..

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