Dubito sia amore ma Vinitaly 2012 strizza l’occhio ai produttori naturali di VinoVinoVino e VinNatur

di Alessandro Morichetti

“Caro vignaiolo, un gruppo di produttori di vini naturali e di territorio come te ha ritenuto importante entrare a presentare i propri vini dentro a Vinitaly”: inizia così la mail giunta nei giorni scorsi a tutti i produttori di vino che hanno partecipato alle 2 fiere VinoVinoVino (a Cerea) e VinNatur (a Villa Favorita) in concomitanza di Vinitaly 2011. E terzo polo fu: smaltita la sorpresa iniziale riguardo l’esatta identità del mittente “Il comitato organizzativo” (composto da Giuseppe Ferrua di Fabbrica di San Martino a nome di Renaissance des Appellations Italia, Elena Pantaleoni di La Stoppa, Silvio Messana di Montesecondo, Saverio Petrilli di Tenuta di Valgiano), le pedine dello scacchiere naturale italiano hanno iniziato a muoversi per capire la situazione.

I produttori di Renaissance Italia si smarcano quindi dalla fiera di Cerea cui hanno partecipato negli ultimi anni per tornare al Vinitaly. L’Ente Fiera ha reso disponibili 111 posti (pochi? troppi?) in uno spazio indipendente al 1° piano sopra l’ingresso principale al costo di 1200 euro + iva, cui si aggiungerebbero 100 euro per realizzare un ufficio stampa indipendente ed organizzare seminari. Per il comitato, i motivi della scelta sono presto detti: la guerra tra poveri separatisti del naturale non funziona, il Vinitaly di 4 giorni per soli operatori è una ghiotta occasione per raggiungere un pubblico più ampio di quanto non sia successo finora.

Due location non bastavano, ora sono tre. I primi rumors dicono che le associazione Vini Veri e VinNatur porteranno avanti come ogni anno le rispettive manifestazioni. Le iscrizioni a “Vini naturaly a Vinitaly” scadono il 31 luglio, il tempo stringe. Sul sito del Vinitaly leggo che le iscrizioni con tariffa agevolata scadono il 31 agosto, suppongo ci sia un mese ulteriore per giocare tutte le carte. Credo alla buona fede di tanti produttori coinvolti su tutti e 3 i fronti, vediamo come si svilupperanno le cose.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

77 Commenti

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Rinaldo Marcaccio

circa 13 anni fa - Link

Cerea e Villa Favorita saranno concomitanti anche quest'anno col Vinitaly?

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Vinitaly sarà da domenica 25 a mercoledì 28 marzo 2012. VinoVinoVino e Villa Favorita, nelle rispettive sedi, si svolgeranno da venerdì 24 a lunedì 26 marzo.

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Michela Pallonari

circa 13 anni fa - Link

non mi sorprende ...era già nell'aria la scorsa edizione.....

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zakk

circa 13 anni fa - Link

sperem

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Francesco De Franco

circa 13 anni fa - Link

Non molto tempo fa, mi sono affacciato nel mondo del vino naturale. Era il novembre del 2009 a "Parlano i Vignaioli". Sistemavo le mie prime le bottiglie sul banchetto e sudavo dall'emozione. Ho trovato un ambiente bellissimo, ho conosciuto donne e uomini con cui ho sentito immediatamente una forte empatia. L'esperienza positiva si è ripetuta il marzo successivo ad Agazzano. Poi è arrivato Aprile e Verona. E qualcuno mi chiese: "con chi stai? con il gruppo ViniVeri o con Maule?" Sembrava ci fosse una logica di esclusione "o di qua o di la" che rendeva impossibile la coesistenza. Secondo me una domanda insensata che non rispecchiava la realtà. Sapevo dell'esistenza delle due manifestazioni e non avevo mai percepito una frattura netta tra i vignaioli partecipanti. Infatti con diversi vignaioli più volte si è parlato di trovare il modo di fare un'unica manifestazone scegliendo magari una terza sede, neutra. Un'ipotesi questa che mi vedeva favorevole. Purtroppo la scelta di andare al Vinitaly va in tutt'altra direzione e, nonostante le dichiarazioni contenute nella comunicazione ricevuta in cui si auspica un superamento delle divisioni e "un terreno neutro dove ognuno possa presentarsi a raccontare la propria storia ed i propri vini" prevale è una logica dell'esclusione e di conseguenza dell'ulteriore divisione. Altro che "uniti dalla stessa visione di coltivare uva e fare vino" Al di là della mia personale convinzione che il Vinitaly non è il posto giusto per comunicare il vino naturale, è sufficiente considerare alcuni numeri per capire che quanto affermato dal comitato organizzatore non è nella pratica realizzabile. Facciamo un po' di conti: * I posti disponibili al Vinitaly sono 111 * I partecipanti italiani alle ultime due manifestazioni (VinoVinoVino e Vinatur) sono 215 * Gli aderenti a Reinassance partecipanti a Vino Vino Vino sono 24 (questi al Vinitaly hanno i posti assicurati perchè promotori) Restano liberi 87 posti per 191 produttori, senza considerare eventuali nuove aziende Chi entra? Chi resta fuori? Restano fuori sicuramente alcune aziende molto piccole che vivono solo con la produzione del vino e per le quali il costo è elevato, Restano fuori sicuramente i "noccioli duri" delle due manifestazioni. E gli altri? Se vorranno aderire saranno costretti "a diventare quasi concorrenti l’uno con l’altro, scatenando una guerra fra poveri, come se ci fosse da spartire chissà quale torta. Tutto questo non funziona" E allora, quale sarà il criterio di scelta? Proprio perchè vorrei ci fosse una reale l'opportunità per tutti a partecipare non aderisco a questa iniziativa, pur rispettando la scelta di chi lo farà. Inoltre, proprio perchè si va con un'identità frammentata e quindi debole penso che il movimento dei vini naturali possa essere fagocitato dalla macchina Vinitaly. Secondo me serve un atto di coraggio che rivendichi in modo forte la propria identità. Questa la mia proposta per il prossimo anno: A Dicembre a Piacenza si terrà il primo salone della FIVI. Allora perchè non unire le forze con la FIVI, a cui peraltro molti di noi sono già iscritti, e preparare una fiera lontana dal periodo Vinitaly in un luogo che: 1) Possa contenere tutti 2) Sia logisticamente più comodo rispetto a Verona (Milano o Roma) 3) Abbia dei costi più contenuti 4) Ci permetta di affermare con forza l'identità naturale, fuori dal circo Vinitaly Secondo me sarebbe un'opportunità per tutti e anche per la FIVI.

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francesco

circa 13 anni fa - Link

cari amici, ma se uno è troppo piccolo, se ne frega di partecipare al vinitaly che altro non è che una importante manifestazione commerciale e non il vertice mondiale dell'alimentazione! Vogliamo organizzare veramente una manifestazione in cui il mondo del naturale si incontra compatto, facciamolo, Angiolino a modo suo ci sta tentando. Cediamo(e io anche ci credo)che possa essere utile? e allora facciamolo, organizziamo dei veri seminari, che al vinitaly, con cento euro c.d., non mi sembra il luogo migliore...Ma mi sembra che avere la possibilità di andare al vinitaly con lo stile che crediamo, per venire incontro alle esigenze di tanti operatori con i quali comunque abbiamo da fare, è comunque una proposta valida. Speriamo di riuscire finalmente ad organizzarla questa riunione di tutti i vignaioli d'Italia grandi e piccoli, accomunati da un comune sentire, inequivocabile, vero. E allora rideremo di come andare al vinitaly!

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pasquale

circa 13 anni fa - Link

proprio un bel pensiero sig. De Franco: quelli che dicono facciamo un'altra fiera,siamo tutti amici, non condivido la scelta di andare al vinitaly, ma la rispetto sono i peggiori...fate delle scelte e basta con sta ipocrisia naturale

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salva

circa 13 anni fa - Link

Non condividere la scelta di andare al vinitaly e rispettarla mi sembra un pensiero abbastanza democratico, esprimere concetti di "cattiveria e ipocrisia" senza portare proposte serie e alternative è abbastanza inutile....

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vsr

circa 13 anni fa - Link

2) Sia logisticamente più comodo rispetto a Verona (Milano o Roma) ------------------------------------------ Mi perdoni ma mi deve spiegare quanto più comodo sia Milano rispetto a Verona ad esempio per un pugliese.Le faccio notare che a Verona c'è un aeroporto su cui volano diverse compagnie, ci sono i treni e ci sono due autostrade.Senza contare che a un'ora o poco più d'auto ci sono gli aeroporti di Bergamo, Treviso, Venezia e Bologna.

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Giovanni Scarfone

circa 13 anni fa - Link

Condivido quanto scrive Francesco. Non credo che un luogo piuttosto che un altro sia il nocciolo del problema. Non credo che chi va al vinitaly sia un demonio e chi invece sceglie Cerea o Villa Favorita sia il prototipo del produttore serio e integerrimo. E' vero però che in una riunione svolta a Cerea quest'anno molti, Reinassance compresa, avevano proposto un confronto per un'eventuale unione con i colleghi di Villa Favorita. Proprio per dare un messaggio serio, di unità, a chi in queste manifestazioni credeva-crede. Magari si era pensato anche ad territorio neutro,Verona città compresa (non all'interno del Vinitaly) o anche a Cerea, visto che come spazi poteva ospitare tutti. Dove sono finiti questi buoni propositi. Che messaggio si vuole proporre mandando una mail in cui si hanno meno di 10 giorni per decidere, e trovare eventualmente i soldi, e in cui si propongono appena 111 posti a fronte dei 215 che si sono uniti negli ultimi anni nelle due manifestazioni "alternative". A me è sembrato più un segnale di ennesima spaccatura, che altro, e di questo sono molto rattristato.

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VinNatur

circa 13 anni fa - Link

Non è di certo amore (almeno non quello "a prima vista") per tre semplici motivi: - se con questa azione l'intento è di riunire i gruppi (almeno così ci è parso), si dovrebbero riunire a tempo debito i vari presidenti di associazioni, non tirare per la camicia i produttori a giochi fatti. Era meglio se si evitava di fare questa ulteriore confusione.. - è difficile pensare ad un ricompattamento a Vinitaly avendo uno spazio a disposizione di 111 posti; qui si farebbe solamente a gara di chi si iscrive prima ed ha i soldi per pagare, lasciando da parte i piccoli produttori, giustamente! - rimane poi il fatto che si và a creare pur sempre un "Ghetto" dei vini naturali all'interno di una megalopoli come Vinitaly, soprattutto in questo caso che lo spazio in questione è al primo piano dell'ingresso alla fiera, luogo fuori dagli spazi espositivi abituali! Commentate voi...

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Paolo Rusconi

circa 13 anni fa - Link

Gentile Vinnatur (Francesco o Angiolino non so), nell'ambiente dei vini naturali sanno tutti che Angiolino è stato ripetutamente contattato anno dopo anno sia da componenti di Viniveri che da componenti di Renaissance per l'organizzazione di un evento comune. Le due suddette associazioni a Cerea hanno invitato per tempo anche l'organizzatore di Villa Favorita e quindi l'occasione di ricompattamento c'è stata ed è esclusiva responsabilità del sig. Maule se non si è verificata. Oggi le cose sono diverse e una parte di quel gruppo entra a Vinitaly, cosa che non considero positivamente, ma cortesemente, sig. Vinnatur, non faccia finta di essere l'organizzatore disponibile a un incontro quando non è mai stato così per anni e anni. Avrà le sue buone ragioni e potrebbe esporre quelle invece di accusare gli altri di mancanza di spirito di collaborazione. Negli spazi (enormi) di Cerea avrebbe anche potuto continuare a guadagnare i soldi che le servono per portare avanti le "sue splendide cose" come dichiara nella sua pagina Facebook: "Noi rimaniamo gruppo indipendente. Questo ci permette di fare molte splendide cose che altrimenti sarebbero impossibili sviluppare!"

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Stefano Menti

circa 13 anni fa - Link

Ciao Paolo, mi aspettavo che tu ricevessi qualche risposta. Peccato.

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luca ferraro

circa 13 anni fa - Link

pure io ;)

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

io la sede neutra l'avevo trovata: Parma Fiere ma sti pipponi di intravino non hanno il coraggio di organizzare l'evento. sono solo chiacchere e tirabuscion

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

o forse sciusciabusciòn? :-)

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paolo

circa 13 anni fa - Link

Il terzo polo è un segno dei tempi.speriamo che non si presenti durante il vinitaly un vignaiolo biodinamico biologico super naturale con bombe al fertilizzante e armato fino ai denti... paolo,folletto25603 la terra trema

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Riccardo Francalancia Vivanti Siebzehner

circa 13 anni fa - Link

dal 2012 ci saranno: 4 gruppi: VinNatur; Vini Veri; Renaissance des Appellations-Italia; FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) 3 eventi: Villa Favorita; VinoVinoVino; Mercato dei Vini + lo spazio che Renaissance des Appellations-Italia, lasciando Cerea, prenderà al Vinitaly. Trovo piuttosto sensata la proposta del Sig. De Franco, specialmente per quanto riguarda il cambio di location e soprattutto di periodo dell'anno (tanto per ricordarlo Settembre, Dicembre, Gennaio e Febbraio sono mesi privi di eventi o quasi). C'è di drammatico che invece che migliorare ed unirsi ogni anno che passa sembra accadere il contrario. . .sembra di stare ancora nel 1200, quando ogni paesello se ne dava di santa ragione con quello confinante in un tutti contro tutti che non giovava quasi mai a nessuno . . .e che, vedo, s'è mantenuto insito nell'animo italiano fino ad oggi . .nonostante gli 800 anni (ottocento, mica brigidini!!) passati.

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Fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

In tutto il vinitaly esistono gli stands in condivisione. Due tre piccoli che si dividono uno spazio per contenere i costi e garantirsi la presenza. Non credo che questo sia contrario alla filosofia naturale. Ma a parte questo trovo ugualmente logico trovare una parte dei vini naturali dentro il vinitaly che avere una serie di manifestazioni sparse. O la manifestazione esterna e' una o va bene tutto anche un settore naturale dentro il vinitaly.

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

ho fatto un sogno. un incubo a dire il vero. ho sognato che Franco Ziliani sul suo blog "lemillebolleblog" recensiava il tavernello frizzante in bottiglia decantandone le lodi. fior di descrizione con tanto di voto (87) e sperticate lodi all'imprenditoria italica. durante l'incubo-sogno sudavo e avevo la tremarella. non crevo a quello che leggevo e disgustato tentavo la fuga in sud tirolo al riparo dalla tentazione di comprarne una bottiglia. per fortuna il mattino è arrivato e la frenesia di andare al lavoro mi ha fatto passare i brutti pensieri. un tavernello in vetro non è mai esistito e non esisterà mai. per fortuna.

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fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

esiste esiste: http://www.tavernello.it/vetro.asp ed esiste pure quello frizzante

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Riccardo Francalancia Vivanti Siebzehner

circa 13 anni fa - Link

http://www.youtube.com/watch?v=p85EKZqSAbE detavernellizzami questo !

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L'Opportunista

circa 13 anni fa - Link

Venite 3 giorni, a Firenze, alla Leopolda magari a inizio Marzo o verso metà Novembre...

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Marcello Pantani

circa 13 anni fa - Link

Allora i Vini Naturali al VinItaly, che c'è di male, ormai i produttori erano così tanti nelle altre due che ci si era un po' stancati, eppure entrambe continuavano ad infilarne dentro a più non posso, ovviamente per coprirne le spese, immaginiamo noi visitatori. Il VinItaly non fagociterà i produttori di Vini Naturali, anzi si rinfrescherà ed incasserà gioiosamente, vedi i costi di partecipazione. Cerea ne verrà certamente più danneggiata di VinNatur ma attenzione anche quest'ultima perderà è ovvio! Ormai da qualche anno i produttori si lamentavano perchè gli importatori erano sempre gli stessi e quindi i 111 che andranno al VinItaly aspetteranno a braccia a perte i vecchi importatori e quelli nuovi, statene certi! Del resto si può pensare male per questo? Un'azienda per continuare ad andare avanti ha necessità di crearsi una rete commerciale stabile, questi sono produttori che amano uscire ed avere i contatti con il pubblico ma vogliono concretizzare per poi potersene stare nelle loro aziende a fare il vino a curare la vigna! Non vogliono mica fare cento eventi inutili, uno buono, l'altro per amicizia, ma poi si torna a casa! Sarebbe stato bello se il terzo fosse stato il vecchio Critical ma manca quel personaggio e tanto roba! Io vado al Vin Italy quest'anno, non ci andavo da qualche anno, mi sento motivato. Maule si è gonfiato come un pallone negli ultimi anni e quindi sta per arrivare l'esplosione, come tutti i dittatori. Dall'altra parte Bea pare si sia montato sufficientemente la testa e poi Vini Veri non parla mai, solo silenzio e il niente, rappresentano diciamo il popolo italiano in questo momento ma magari ci può essere la rivoluzione, no che dico, quelli dormomo e dormono "veramente"!!! Attenzione ne ho ancora per Maule, potremmo cominciare a chiamarlo Silvio, nelle interviste ultime ho avvertito tutto il suo debole retroterra culturale e quindi gli rassomiglia molto! In quanto a tutti i produttori di vino naturale, non vi cambierà il posto che sceglierete, i vostri vini sono i più buoni di questo paese, il vostro rispetto per la natura e da insegnamento a tutti noi. Grazie e continuate a regalarci queste grandi bottiglie, lo so che molti di voi non le sopportano quelle figure ma ingoiano tutto per ovvie ragioni commerciali!

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Tasso

circa 13 anni fa - Link

toh è arrivato il Feltri di turno! Bravo, visione perfetta!

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Alessandro Maule

circa 13 anni fa - Link

Carissimo Marcello, devi essere una persona molto interessante; dici cose davvero giustissime (non sto scherzando). Ti bruci solo un pò quando parli dell'Angiolino; non lo paragonerei a Silvio, si addice più a Benito (te lo dico io che lo conosco bene). Quanto al suo retroterra culturale, sai, ha solo la terza media, é figlio di contadini gambellaresi ed oltretutto non sa pronunciare bene l'italiano (noi 4 figlioli lo prendiamo sempre per il culo per questo). Non ha certo bisogno di essere difenso, ma voglio solo dirti che nonostante il suo essere dittatore, nonostante la sua ignoranza ha molte idee e sopratutto è aperto a quelle degli altri, quando sono costruttive e propositive. In questi anni, grazie all'università di enologia di Verona e all'istituto sperimentale per la viticoltura sostenibile di Panzano in Chianti (e anche grazie ai soldini di Villa Favorita)alcuni progetti stanno avverando. Chiedilo alle aziende di VinNatur, guarda nel sito. Di sicuro non tutti i produttori sono contenti, ma sono sempre stati liberi di lasciare l'associazione e aderire ad altre o fare l'indipendente. Le porte sono aperte per chi vuole entrare e per chi vuole uscire. VinNatur non si ferma alle chiacchiere di Vinitaly e dintorni (che balle, ognuno faccia ciò che vuole a sto punto!!)VinNatur va oltre. Come ultimo devo solo fare gli auguri a chi vuole andare a Vinitaly, non ci trovo niente di male. Il vino lo facciamo per venderlo, ci mancherebbe. Ognuno sceglie i canali di vendita che più crede giusti.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Al Vinitaly non si puo' vendere/acquistare. E' questo un aspetto così secondario per chi fa fatica a pagarsi uno stand?

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

l'alternativa Parma andava in questo senso. una manifestazione più consumer e meno business Poter vendere ed acquistare in loco la produzione porta dei vantaggi agli espositori e ai frequentatori.

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una tantum

circa 13 anni fa - Link

Appoggio l'Anonimo Parmigiano. Il modo migliore per far circolare di più questi vini particolari é di farli assaggiare ad un pubblico più vasto dandogli contemporaneamente la possibilità di acquistarli, in date che non si accavallino con quelle di altre manifestazioni.

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Marcello Pantani

circa 13 anni fa - Link

A Vinnatur e a Cerea si può acquistare e magari qualcuno riesce anche a coprire qualche spesa, questo bisognerebbe ce lo dicessero loro, ma non credo che la cosa faccia molto la differenza. Nei Critical Wine le spese erano ampliamente coperte e magari chissà, dopo tanti anni ci sarebbero arrivati anche degli importatori. Comunque io mi riferivo a reazioni commerciali serie mica alla vendita di una ventina di cartoni in fiera... che poi sinceramente venti cartoni per Vinnatur mi sembrano davvero molti, voi produttori che dite, li vendete? Comunque è un discorso senza senso, la cosa interessante sarebbe come ha detto Fabrizio sopra la condivisione degli stand... certo che se si potesse fare i posti diventerebbero con un solo gesto 222 e poi sì che sarebbero dolori per gli altri due eventi naturali!!!

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Alice

circa 13 anni fa - Link

... ^_^ ... immagino che a breve usciranno i nomi dei partecipanti ad ognuna e succederà il caos su internet... beh sarà divertente!!!

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L'Editeur

circa 13 anni fa - Link

Bravissimi, come al solito, a farsi del male da soli...

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Folletto25603

circa 13 anni fa - Link

a a Gennaio (2010) scrivevamo questo e oggi lo ribadiamo "...De La Terra Trema 2010 al Leoncavallo rimane soprattutto l’aver capito, più chiaramente, che il lavoro fatto negli anni sta portando i suoi frutti e che serve ancor più responsabilità e dedizione. Fuori gli speculatori del vino scalpitano irrequieti e i papponi della distribuzione cercano di aggrapparsi in ogni dove, complice un’economia impazzita. Non vogliamo soffermarci ancora sulle iniziative fieristiche commerciali, cosiddette naturali, che scimmiottano modi e parole d’ordine facili e abusate ma che si rivelano senza contenuti e lontane dagli interessi dei vignaioli, dei contadini e delle persone. Ci teniamo a distanza da questo tipo di scelta, bugiarda e ingorda, perché quanto noi mettiamo in gioco non è fetta di mercato, non qualche migliaio di bottiglie da vendere o giornalisti o addetti ai lavori da far campare. Vogliamo che accada qualcosa di diverso, vogliamo nuove strade per il mondo del vino e dell’agricoltura. Vogliamo che accada con i vignaioli, gli agricoltori, le esperienze e le migliaia di persone che seguono, alimentano e coproducono La Terra Trema. Questo allora è un augurio diffuso e accorato, è l’augurio di tracciare nuovi disegni e nuove mappe, è augurio che si sappia sfidare un mercato inumano e cieco, che si sappia essere dirompenti di fronte a culture svendute e piatte. Vogliamo favorire nuove forme di consumo e produzione, vogliamo che tutto questo si sviluppi in miriadi di tipologie, ambiti e luoghi diversi. Con la consapevolezza che agricoltura, green economy, biologico, naturale, km 0, slow food & slow wine, sviluppo sostenibile, nutrire il pianeta, solidale, ecologico, ambiente, ecosostenibile sono solo facili mantra che non basta recitare da soli per produrre progettualità, azioni e cambiamento." La Terra Trema http://www.laterratrema.org/2011/01/la-terra-trema-non-ce-problema/ laterratrema.org

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elena pantaleoni

circa 13 anni fa - Link

Cari colleghi, sono tra i promotori di questa iniziativa. Prima di tutto vorrei chiarire che la nostra è una proposta, non si è deciso niente e come ben scritto sulla lettera inviata ai produttori, la sala è opzionata fino a fine settembre. Si è voluto dare corpo, con una concreta proposta economica e di fattibilità, a numerose richieste giunte dai produttori, se ne parla da tempo, ma finchè qualcuno non prendeva appuntamento con i funzionari della fiera e non si aveva la loro disponibilità, rimanevano appunto solo parole. Riguardo i numeri di posti disponibili, abbiamo scelto di stare ragionevolmente bassi, perchè già si sapeva che Angiolino e il suo gruppo avrebbe preferito continuare con Villa Favorita, avendone parlato per anni e avendo scelto Cerea apposta, un luogo dove potessimo starci tutti senza mai esserci, e a me risulta che a Cerea, esclusi gli alimentari e molti stranieri in banchi unici di Velier e Les caves fossero presenti circa 110 produttori. Abbiamo scelto di non mettere i nostri nomi per evitare che la proposta avesse una paternità, lo abbiamo, mi sembrava, spiegato bene, ma vedo che ancora Francesco pensa che sia una manifestazione Renaissance, non la è, vorrebbe essere una manifestazione di tutti coloro che si sentono di partecipare. (io non faccio parte di Renaissance) Le motivazioni sono diverse, la più importante è che il nostro canale di vendita è esattamente lo stesso dei produttori non naturali, abbiamo tutti agenti e importatori che vendono di tutto, l'obiettivo è quello di essere sulle migliori carte dei vini e convincere della bontà dei nostri vini e delle nostre scelte il maggior numero di persone, per questo le manifestazioni collaterali si svolgono in concomitanza con il Vinitaly, per intercettare coloro che sono già a Verona e allora ci siamo detti, perchè non andare direttamente al Vinitaly, per rendere più agevole e meno complicato l'assaggio dei nostri vini. Da una ricerca fatta in modo non ufficiale, s'intende, quasi tutti i visitatori di Cerea sono anche a Vinitaly e allora perchè fargli pagare due biglietti, bè a Vinitaly gli importatori stranieri non pagano se si accreditano prima, a Cerea gli unici che non pagano sono i giornalisti, blogger etc, con tutto il rispetto.. Se si vuole vendere il vino naturale attraverso altri canali lo si dica, si possono organizzare e/o partecipare a saloni come fanno in Francia quasi ogni fine settimana, si saltano gli intermediari e si vende direttamente al privato, questa è una possibilità e allora non si va nè a Vinitaly nè a Cerea che è diventato un surrogato di Vinitaly. Mi sembra che organizzare i saloni dei vini naturali in concomitanza con la più grande fiera commerciale di settore italiana, l'anno prossimo oltretutto Cerea e Vin Natur gli stessi giorni, di sabato, domenica e lunedì, con gli organizzatori che impongono di scegliere tra una e l'altra e da anni continuano a litigare, dire di fare cultura e non commercio perchè il commercio è sporco e utilitaristico e dire che chi propone di andare al Vinitaly, da domenica a mercoledì, in uno spazio ben delimitato, tutti uguali con gli stessi tavolini vuole la spaccatura dei diversi gruppi sia quanto meno strano. Guardiamo i colleghi francesi, durante Vinexpo a Bordeaux ce ne saranno state 5 o 6 di manifestazioni collaterali di vini naturali ma nessuno si è scagliato dicendo che bisognava stare tutti insieme. Una precisazione, la data del 31 luglio è indicativa, impone una riflessione veloce su quello che si vuole fare, ma non è tassativa, siamo aperti tutti a un confronto vero su ciò che sia più utile e vantaggioso ma ognuno, a casa propria, con i propri vini, impegni, mercato, etc deve decidere in autonomia, questa è solo un'altra interessante opportunità. Un'ultima cosa, questo dibattito si sarebbe potuto fare tra noi, no? perchè metterlo in piazza e rendere ancora più facile il fraintendimento degli intenti e delle giuste osservazioni di chi ha ricevuto la mail? A disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti, un caro saluto elena

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zakk

circa 13 anni fa - Link

bene, brava, bis. Ogni anno vado a vinitaly per motivi di lavoro, gli stessi motivi che mi impediscono di passare da Cerea o da Villa Favorita perchè il core business (suona male vero?) sta al vinitaly. Chi si nasconde dietro al dito del "dobbiamo fare cultura", del "il commercio è sporco" è soltanto un ipocrita! Villa favorita, Cerea, Agazzano, Fornovo..... sono tutti eventi nati per vendere il vino, non per far vedere quanto si è duri e puri. Sono pronto a scommettere una bella bottiglia che se va in porto questa cosa del padiglione dedicato a Verona, sarà una vera ressa a discapito dei soliti produttori presenti a vinitaly. E dall'anno dopo lo spazio aumenterà per ovvi motivi. Entrare a vinitaly è come aprire una piccola crepa nella diga: in poco tempo i vini "naturali" o bio-stacippa travolgeranno tutto e tutti. Zakk

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VinNatur

circa 13 anni fa - Link

Ciao Elena, solo per rispondere all'ultima parte del tuo commento, se leggi bene quanto abbiamo scritto in questo post: "se con questa azione l’intento è di riunire i gruppi (almeno così ci è parso), si dovrebbero riunire a tempo debito i vari presidenti di associazioni, non tirare per la camicia i produttori a giochi fatti. Era meglio se si evitava di fare questa ulteriore confusione.." Ciò significa che una cosa più "saggia" poteva essere di riunire tutti i capigruppo a fine aprile e discutere all'ora sul da farsi. Non so quale produttore abbia divulgato questa comunicazione, scatenando il dibattito. Anche se non bisognerebbe guardare gli altri, siamo comunque d'accordo con te sul fatto che in Francia non esiste nessuna polemica attorno ai 5-6 satelliti di Vinexpo. Tutti fanno la loro fiera senza intralciare gli altri; probabbilmente qui in Italia le cose devono sempre essere più complicate. a nome di tutta l'associazione, Alessandro Maule

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Francesco Maule

circa 13 anni fa - Link

eh ale, un po' troppi apostrofi! allora. daccordo. :-) linko il mio commento un po' incazzoso su carta: http://www.carta.org/2011/07/il-terzo-polo-al-vinitaly/comment-page-1/#comment-1697

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silvana biasutti

circa 13 anni fa - Link

Allora d'accordo.

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Arianna Occhipinti

circa 13 anni fa - Link

Caro Alessandro, caro francesco, premetto che ho sempre stimato Vin Natur, il vostro lavoro, quello di Angiolino e voi lo sapete. Apprezzo anche la coerenza con cui portate avanti le cose, la ricerca in associazione e la volontà aperta di coinvolgere il maggior numero di persone. Ma in questo caso, siete sicuri che parlate sempre a nome dell'Associazione tutta? Siete sicuri di aver consultato tutti i produttori o è solo parola di pochi? A me risulta che molti, o meglio moltissimi dei produttori di Vin Natur, volessero riunirsi tutti insieme in una manifestazione comune e possibilmente anche al Vinitaly, lo stesso vale per per Cerea. Lo sento spesso con le mie orecchie. Mi risulta ancora (e adesso non mi rivolgo a voi) che il consorzio Vini Veri, si rivolge alle aziende solo ed esclusivamente quando servono adesioni per Cerea o simili. Mai vista un’apertura al dibattito seria, annuale, approfondimenti su temi che ci interessano. Nel succo questa è la questione. Soprattutto ci si ostina a volersi consultare durante i 3 giorni dei saloni, quando da sempre si sa che in quei 3 giorni, a stento si riescono ad assaggiare i vini, figuratevi se riusciamo a stare concentrati sul discorso. Io le più belle discussioni e confronti le ho fatte tra amici produttori, a tavola, a casa nostra, bevendo ridendo e scherzando, a volte anche con toni sostenuti e di confronto costruttivo, ma in un’altra atmosfera, sicuramente non fieristica. Non nascondiamoci dietro falsi idealismi che solo pochi alimentano. E con questo mi rivolgo a tutti, anche ai produttori che in questo momento non intervengono, o aspettano che qualcuno risponda per loro, dicendo alla fine Ecco! Ha ragione tizio o caio. Fatevi sentire, cosa ne pensate? Parlate. Non ho nemmeno apprezzato, e lo dico apertamente, il fatto che il consorzio Vini Veri abbia mandato, all’indomani dell’invio della lettera per il Vinitaly, il modulo di adesione a Cerea. Solitamente io l’ho sempre ricevuta a dicembre, come mai adesso a luglio e il giorno dopo? Sono dispetti tra bambini che reagiscono di istinto o siamo gente adulta e dotata di linguaggio? Sono convinta che l'80% dei produttori presenti ad entrambe le manifestazioni, sono lì per vendere, trovare dei contatti utili, io pure perché mai altrimenti fare il salone in quei giorni? E comunque lo reputo importante. Non voglio nemmeno una manifestazione in altri giorni a Parma o altrove. Mi piace fare i saloni per privati e vendere lì, ma per me i giorni a Verona sono importanti per incontrare in un sol colpo le persone che mi interessano, decidere se pur velocemente alcune cose, assaggiare insieme. Lavoro e basta. E per noi il lavoro è stare in vigna, fare il vino e VENDERLO. Non è una brutta parola. Rendiamocene conto tutti. I discorsi sul capitalismo che incombe all'indomani di "Semplicemente UVA". Ma di che state parlando?! non vi sembra di esagerare un po'? Se non stiamo in vigna, non facciamo il vino, ma anche se non lo vendiamo non possiamo farlo. La cultura dei vini naturali e dei nostri territori, la diffondiamo con le nostre bottiglie, non è e non deve essere una lotta a chi sta più a casa o in vigna o a chi invece si mette dietro un tavolo per vendere. Spero che i temi diventino altri col tempo. Un caro saluto arianna

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zakk

circa 13 anni fa - Link

bene brava bis!!!!! soltanto una cosa trovo imprecisa: quell'80% è un po' riduttivo.

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Giuseppe

circa 13 anni fa - Link

occhipinti insopportabile

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Lido Vannucchi

circa 13 anni fa - Link

Concordo molto con Arianna, e in duplice veste, sia di Fotografo di enogastronomia, sia da gestore di enoteca, rivendico il mio tempo, non ho più voglia di passare ore in autostrada e stradette di periferia edulcorate di ottimi profumi animali, per raggiungere 3 manifestazioni e poter degustare i vini esposti, credo che la mossa di Renaissance di varcare le porte di Vinitaly, lasciando aperte le iscrizioni a tutti coloro, che avranno voglia di emularli, sia molto intelligente, credo sia la soluzione per poter riunire in ambiante neutro le due associazioni "Vin Natur- Viniveri" nei prossimi anni. Giustamente il vino si va a Verona per acquistarlo per degustarlo, per parlarne e non per contrapporre, stili e modi. Il vino si fa in Vigna, si fa in cantina, e si fa al Mercato, Possibilmente il mercato deve essere comodo ed accessibile al maggior numero di persone. un pensiero Libero Lido Vannucchi

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stefano amerighi

circa 13 anni fa - Link

cari produttori presenti in questo post, conconcordo con elena pantaleoni, "Un’ultima cosa, questo dibattito si sarebbe potuto fare tra noi, no? perchè metterlo in piazza e rendere ancora più facile il fraintendimento degli intenti e delle giuste osservazioni di chi ha ricevuto la mail?".... ecco allora perchè non parlarne???... io non faccio parte di vinnatur, di viniveri di reinassance... sono un come si dice "indipendente"... perchè non è stata fatta una bella assemblea pubblicA???? una sorta di COSTITUENTE.... magari non se ne faceva nulla, magari si faceva qualcosa di meglio... s'è preferito il FARE, il contarsi, la prova di forza. Io lo rispetto, rispetto chi si è dato da fare per cercare di superare i dualismi, ma non mi sembra questa la strada.. penso a chi come Cappellano ed Angiolino e gli altri della prima ora, hanno rotto gli schemi in un momento nel quale c'era tutto da perdere, hanno lasciato vinitaly in contrasto con un modo di vendere il vino troppo simile ai saloni che vendono mattonelle o macchine o motociclette, hanno fatto come si dice l'aventino e facendo questo hanno dato a noi "nuovi" parvenue del naturale la possibilità di incontrarci, conoscerci e almeno per me di crecere. Adesso si parla di tornare a Verona, ma perchè non con un assemblea pubblica, pubblicizzata e dalla quale poi si poteva staccare lo stesso piccolo (o grande) gruppo, ma partendo da una costituente aperta a tutti e dico TUTTI i partecipanti alle varie manifestazioni. Qui mi interrompo perchè non è luogo da dibattiti. E siamo fuori tempo massimo ormai. personalmente ancora non voglio pensare a cosa farò, ci sono amici in tutte e tre le manifestazioni e l'idea di non stare insieme a qualcuno di questi mi causa tanto dolore. saluti stefano

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maurizio silvestri

circa 13 anni fa - Link

Stefano, credo che i tuoi dubbi siano condivisi da tanti altri produttori naturali che si trovano nella scomoda condizione di dover comunque fare una scelta disaggregante e dolorosa. Credo che al tuo posto anche io mi sentirei esattamente come te. Disorientato. Da osservatore esterno posso solo dire che tre eventi in quattro giorni non sono frequentabili, se non in maniera sommaria o molto mirata, oltre a essere obiettivamente molto scomodo dal punto di vista logistico. Va da sé che qualcuno avrà meno visite e contatti e da questo punto di vista forse saranno avvantaggiati coloro che andranno al vinitaly. Forse. Ma forse rimpiangeranno l’atmosfera confortevole, umana, spontanea di cerea e villa favorita e non lavoreranno altrettanto bene. Senza tener conto di rivalità e conflitti che possono generarsi e provocare “rappresaglie” future. Però alla fine dei conti una scelta (anche quella di non fare nulla), per quanto difficile, rimane pur sempre un privilegio e fa parte di un processo di crescita sia individuale che collettiva per tutto il movimento. E forse è necessario questo passaggio di ulteriore frammentazione per arrivare domani alla formazione di un gruppo magari più piccolo, però più consapevole e coeso.

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Lido Vannucchi

circa 13 anni fa - Link

Scusa Stefano ma non capisco, il contrasto di vendere il vino a cui si sono contrapposti, il Nobile Cappellano ed il Nobile Angiolino, tu come vendi il tuo vino, ed altri come te come lo vendono, io che lo compro mica tanta differenza ci trovo, sai che spesso, chi vende i tuoi vini o quelli di tanti amici comuni, manco sa, che fai un vino Naturale o bio o Biodinamico, troppe volte non sa neppure cosa ci sta dentro quella bottiglia, eccetto Cave, Velier, e pochi altri è terreno bruciato, mi fa pure a me tanto dolore sapervi disuniti, detto da uno che Vi segue da sempre e per "sempre" spero in una assemblea chiarificatrice, ma in questi anni perchè Villa Favorita e Cerea, troppa amicizia fa bene ma a volte distoglie l'attenzione dai problemi veri, non potete pretendere divisioni classiste ma amiche, facciamo i bimbi grandi e riuniamoci, con lungimiranza, e amicizia reale, con affetto Lido.

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stefano amerighi

circa 13 anni fa - Link

concordo con il tuo intervento, e aspetto anche io per sempre le assemblee chiarificatrici!!!:_)

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Marco

circa 13 anni fa - Link

Tutti i naturali al VinItaly, forza, raggiungete i 222 posti perchè così il costo sarà uguale alle altre ma non ci saranno esclusi e si ricomincia insieme alla grande! Poi se Maule e ViniVeri vogliono riunirsi da qualche parte sono liberissimi. Questi movimenti non devono avere leader!

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Marco

circa 13 anni fa - Link

Vini Veri? Cucù! C'è qualcuno da quelle parti? Sveglia!

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Francesco Maule

circa 13 anni fa - Link

In 300 naturali al Vinitaly poi i piccoli, giovani, nuovi come Stefano chi li caga? Come facciamo a dire ai nuovi biologici e biodinamici che per moda o per mercato che serve dell'altro e non possono far parte del movimento? comunque 111 posti non vi sembrano pochi? L'animo commerciale qui mi sembra un po' troppo trasbordante e quello di cui abbiamo bisogno e' piu' ricerca per fare vini piu' buoni, poi chi li compra si svegliera' e comprera'! A chi si e' trovato le strade spianate per le fiere in villa dai "pionieri" auguro buona fortuna al vinitaly, se non ci son mai stati.

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Francesco, non riesco a seguirti sulla riflessione quantitativa: 111 posti sono pochi e 300 sono troppi? E pensi che Amerighi venga scoperto e assaggiato solo nella piccola fiera? Dove, certo, tecnicamente è più facile ma, insomma, non sarei così pessimista. Animo commerciale trasbordante, ne sei proprio sicuro? Petrilli e altri non sono esattamente l'idea che ho in testa di produttori market oriented. Senza dubbio tanta ricerca puo' servire ma i dubbi sollevati da Arianna Occhipinti rimangono nitidi: in Vini Veri, dibattito interno e formalizzato non pervenuto, fretta di azione quantomeno "sospetta". Tra voi di VinNatur, poi, le posizioni sono molto più articolate di quanto non sembri dando un'occhiata superficiale, e la cosa non mi sorprende. Perché, secondo te/voi?

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Lido Vannucchi

circa 13 anni fa - Link

Francesco indubbiamente bisogna saper dire cosa distingue una bottiglia "bio biod" fatta col cuore da una fatta x moda, va detto e va detto bene e va fatto capire, ma divisi con manifesti diversi si rischia la confusione e si rischia l'intrusione, di vari personaggi modaioli. Ciao lido

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Gianpaolo Giacobbo

circa 13 anni fa - Link

Ombra delle Mura 4 ever

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Davide Cocco

circa 13 anni fa - Link

Completamente d'accordo :) davide

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L'Editeur

circa 13 anni fa - Link

Mah confesso che non capisco proprio. Per abitudine vorrei tacere ché non posso ragionare da vignaiolo visto che vignaiolo non sono e dei vignaioli probabilmente non conosco tutti i problemi (mi pare in questo caso prevalentemente commerciali), ma riconosco una deriva autolesionistica tipicamente italica, tra l'altro ipotizzata già da tempo. Già si faceva difficoltà a capire perché due saloni. Ora il ritorno a Vinitaly non farà altro che generare ulteriore confusione e divisione. Come spesso accade il particolare prende il sopravvento sull'universale e la miopia par essere una malattia endemica

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Remo

circa 13 anni fa - Link

Qui mi sembra che troppi si sono calati nella parte dei duri e puri, come in un gioco di ruolo o in una recita a soggetto. La fiera del vino contadino di quelli che l'immagine non ha importanza. E il vinitaly come luogo di perdizione. Ma c'è ancora chi ci crede sul serio? Anche alle strade spianate dai pionieri? Va bene le mode e le filosofie ma poi il vino si fa per venderlo. Mi complimento con Arianna Occhipinti, persona evidentemente vera che è capace di guardare la realtà senza le lenti dell'ideologia e quoto: "il lavoro è stare in vigna, fare il vino e VENDERLO" "non deve essere una lotta a chi sta più a casa o in vigna o a chi invece si mette dietro un tavolo per vendere". Infine un fatto: Vinitaly è più divertente e finalmente si potrà far base nella città di romeo e giulietta senza spendere più di benzina che di vino...

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L'Editeur

circa 13 anni fa - Link

"ma poi il vino si fa per venderlo". Non fa una piega. Mi domando solo se per venderlo si debba andare dove lo vendono tutti, dove tutti si stanno indirizzando ad un biologico/naturale/duroepuro/industriale/motifregoio e lo comunicheranno con gnocche/feste/pr/sghei, dove tutti ritornano dicendo chebordello/maipiù/delirio/comesiamocatudiinbasso/sibevedimerda/iononcitornopiù, dove per distinguersi bisognerà probabilmente avere almeno 3 di questi elementi: - Miss Italia nuda allo stand - Zaia nudo allo stand (vestito non fa notizia) - un vino strepitoso al costo di 1,20 euro finiti a bottiglia - lo stesso budget del gruppo LVMH

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Stefano Menti

circa 13 anni fa - Link

Ricordo se non sbaglio l'anno, che nel 2002 un gruppo di produttori naturali avevano uno stand collettivo a Vinitaly. L'anno dopo hanno fatto Villa Favorita (che non era ancora VinNatur), e allora mi venne riferito che l'avevano fatto sia per poca visibilità all'interno della grande fiera veronese, sia per ragione di costi, troppo alti a Verona.

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Giancarlo Baron

circa 13 anni fa - Link

Sinceramente dover selezionare i vini per la mia enoteca nel caos del vinitaly non mi alletta.....preferisco di gran lunga frequentare fiere satellite come vinnatur o vini veri.

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arianna occhipinti

circa 13 anni fa - Link

Mi sembra che si sia confusa la volontà di unirsi con quella di scindersi. Non credo che i produttori, che si sono animati per organizzare al Vinitaly, avevano questo intento. I pionieri sono coloro che mettono la faccia nelle associazioni e che la compongono sin dall'inizio, ma l'associazione sussiste perchè è formata da tanti che vanno considerati uni uguali agli altri. La selezione la farei a priori, non quando sono già dentro. I 111 posti non so se sono tanti o pochi. Spero che diventino di più il prossimo anno sicuramente per inglobare tutti, come si pensa di fare da ormai 7 anni circa o più. Sappiamo bene, che le scissioni sin dal primo salone si sono create per litigi fra pochissimi...chi dice prime donne, o perché eccessivamente protezionistici nei confronti della propria associazione, ma in fondo i veri motivi quali sono stati????? C’è qualcosa che rimanda alla produzione, alla coltivazione, al vino o litigi e basta? Lo spiegate per favore a tutti?!!! Sto cercando un po’ di spronarvi al confronto. Non sto picchettando nessuno. Francesco, quando scrivi "A chi si e’ trovato le strade spianate per le fiere in villa dai “pionieri” auguro buona fortuna al Vinitaly, se non ci son mai stati", vorrei dirti che non tutti sono figli di produttori e non tutti di pionieri. Io che ho cominciato nel 2004 come molti altri giovani, e prima ancora ho avuto la fortuna di incontrare amici produttori che mi aprissero la testa mentre ancora studiavo enologia, abbiamo sempre guardato i pionieri con ammirazione e rispetto, voglia di approfondimento, cercando di apprendere il più possibile e poi filtrando ogni singola nozione per agire nel nostro territorio nel miglior modo possibile. Credo che tutti abbiano cominciato, chi prima chi dopo, osservando i pionieri di un tempo o semplicemente guardando il padre e perchè figli di agricoltori. Nessuno ha sfruttato nessuno almeno tra quelli che conosco più da vicino e che stimo. Non la vedrei da questo punto di vista la cosa. Quindi avete anche qualcosa da dire a Radikon, che dallo scorso anno è al Vinitaly? o agli altri che sono lì già da un po’? E lui era un “pioniere”. Avete da dire su i suoi vini o sulla sua scelta di essere lì? Perché per me questo è importante ed è su queste cose che dobbiamo argomentare. Il Vino, il modo con cui lo si fa, dove si piantano i vigneti etc, se è mai possibile che da noi in c.da Pettineo, stanno facendo un impianto privato di 50 ha di fotovoltaico togliendo terre al Frappato tra le più belle (apro e chiudo parentesi).Questi sono gli argomenti. Non dove stare e di certo non voglio essere criticata se vado al Vinitaly o dall’altro lato. Se non vi piacciono i vini e se cambiano nel momento in cui si entra al Vinitaly, Ne possiamo parlare… Ognuno le decisioni deve prenderle privatamente e con estrema libertà, cercando di portare avanti i propri obbiettivi. E i nostri mi sembrano tutti comuni. Ho sempre criticato le posizioni di alcuni produttori convenzionali che si mettono sul primo gradino del podio, per i quali fare vino o vendere un’altra bevanda è la stessa cosa. Non è il caso adesso di metterci sul podio noi.

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Stefano Menti

circa 13 anni fa - Link

Concordo con quanto scritto da Lei Arianna. Mi sembra che le associazioni, nonostante i loro manifesti riportino l'apertura e la condivisione, non siano poi così tanto aperte al dialogo, neppure con chi la pensa e la vede alla stesso loro modo.

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L'Editeur

circa 13 anni fa - Link

Rispondo ad Arianna Occhipinti con il punto di vista di chi vede alcune cose dall'esterno e non sa, probabilmente, molte cose dall'interno (come penso sia per il 99% dei frequentatori dei vari saloni che non solo non sanno, ma non gliene frega neanche nulla di non sapere). Non ho mai capito le divisioni tra i due saloni e non capisco quindi questo che è, nei fatti, uno scindersi, anche se non lo è dichiaratamente nelle intenzioni. Mi ha sempre stupito questa italica virtù di non riuscire mai ad essere "sistema", ma perseguire sempre dei "distinguo" anche sostanziali che però, pur magari fatti con l'obiettivo di rafforzare anche condivisibili idee, finiscono sempre e comunque per indebolire complessivamente i vari soggetti. Da esterno mi pare che l'immagine veicolata sia quella di un "movimento" (che piaccia o meno chiamarlo così o sentirsi parte di esso) in affanno che invece di sfruttare le caratteristiche proprie per continuare a differenziarsi (non a isolarsi), cede alle sirene di un mercato generalista con la convinzione di poter ribaltare il tavolo (e per vendere l'immagine conta almeno quanto la sostanza) Credo che sia assolutamente normale nutrire dubbi su quanto avviene. Certo è che se l'anno prossimo ci saranno 3 manifestazioni 3 sui vini naturali in contemporanea a Vinitaly, molti potrebbero gravemente ammalarsi di orchiclastia

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Francesco Maule

circa 13 anni fa - Link

Che e' l'orchiclastia? Spero non venga a nessuno perche' ha un nome davvero brutto, comunque caro Editeur (e' una malattia anche questo editeur?) anch'io la penso un po' come te. Scusami Arianna ma non so che altro dire, ne parleremo con calma a qualche fiera, che dici? Certo si poteva fare il tutto in maniera diversa, le storie vecchie son storie vecchie e il futuro vedremo che ci riserva. Spero che vi vada bene al Vinitaly, che se ne parli ancora molto basta che si parli di vini naturali, che vada bene a Vini Veri e che vada bene a VinNatur. Vorrei chiamarmi fuori perche' son si' figlio di, ma in e per VinNatur davvero posso fare poco. Ciao

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L'Editeur

circa 13 anni fa - Link

Orchiclasta ("rompicojoni") In greco antico "ορχεις" significa "testicolo" mentre la forma "κλαω" significa "io rompo". Se gli iconoclasti sono coloro che, rifuggendo la potenziale deriva idolatrica delle immagini sacre, tentarono di bandirle (distruggendole) dalla esperienza religiosa, fra gli orchiclasti vengono annoverati tutti coloro che in un modo o nell'altro sono maestri nell'arte di "rompere i coglioni". Orchiclastia, invece, è il sostantivo che descrive lo stato in cui si trova chi subisce l'azione degli orchiclasti (i.e. «l'orchiclastia regnava in quella conferenza..») mentre con l'aggettivo orchiclastico si può identificare qualunque attore di orchiclastia (i.e. «la conferenza è stata davvero orchiclastica..!) grazie a http://davidecappelli.typepad.com/blog/2009/05/kalos-scagazzon.html Per quanto riguarda l'Editeur è malattia anch'essa, purtroppo incurabile...

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Marco

circa 13 anni fa - Link

Finalmente Francesco ha avuto il buon senso di non scrivere più c....te perchè stava facendo davvero del male all'immagine di suo Padre er dittator dei Vini Naturali. Vorrei citare Newton che me lo ha fatto venire in menta Arianna, con la quale concordo in pieno: "Se ho visto più lontano è perchè stavo sulle spalle di giganti". La ricerca può togliere delle imperfezioni ai vini ma solo agli occhi di chi le vede come imperfezioni e questo è un messaggio per la Famiglia che ha ereditato l'evento di Villa Favorita!

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Francesco Maule

circa 13 anni fa - Link

dovremo trovarci marco. sei criptico. @ l'editeur. secondo me la traduzione rompjcoioni non e' cosi' esatta e dotta come il resto dell'intervento!

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Pasquale

circa 13 anni fa - Link

cara Arianna, mi piace il fatto che riesci(perdona se di do del tu)ad essere schietta e generosa nel tuo intervenire ma non condivido e lo trovo quantomeno ingenuo non capire che le reponsabilità-legami ecc. di un impianto privato di 50 ha di fotovoltaico togliendo terre al Frappato sono da legare ad un'economia impazzita e ad un mercato inumano ( come dicono e spiegano bene gli animatori della terra trema ) di cui il sistema vinitaly è un ottimo analizzatore e esempio poi il lavoro, le scelte, i mostri, i figli o non figli, investimenti milionari con la foglia di fico naturale-bio di qua e di là... e le etichette ecc...che ognuno vada per la sua strada...semini e raccolga un po' quello che vuole e che gli spetta

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zakk

circa 13 anni fa - Link

ma c'è ancora qualcuno che vede il vinitaly come una bolgia? Nel 2011? Ma voi al vinitaly ci andate organizzati, pianificati o rimbalzate da uno stand all'altro con la funzione random inserita? Se si sa dove andare e cosa assaggiare per poi prendere decisioni per le proprie enoteche e i propri ristoranti la bolgia non la si vede neanche, semplicemente vi scivola addosso. Personalmente (faccio l'agente) so bene dove sono le aziende che rappresento, mi informo su dove sono quelle che mi piacerebbe acquisire per la stagione successiva e con un telefonino si "teleguidano" i clienti. Ci vuole tanto? A dimenticavo, magari qualche appuntamento lo si può prendere anche prima del vinitaly così se anche c'è bolgia un tavolino lo si trova quasi sempre disponibile. Per Stefano Menti: dal 2002 al 2012 futuro ci sono giusto 10 anni. Un periodo di tempo nel quale , meritoriamente, i vini naturali o bio-qualcosa hanno raggiunto la giusta fama, per cui vedrai che se questa cosa si farà sarà un successo: li si che ci sarà la vera bolgia.

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Marco

circa 13 anni fa - Link

La penso anche io come zakk!!! Sono un bevitore di vini naturali e quest'anno andrò al VinItaly.

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L'Editeur

circa 13 anni fa - Link

Si, perché lo è. Detto ciò, nella bolgia è anche possibile viverci o fare ottimi affari. De gustibus

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Giuseppe Ferrua

circa 13 anni fa - Link

Carissimi si rincorre un topo di paglia.. Leggere queste pagine di blog mi genera molta ansia, ti pongono in posizione di attesa come aspettassi qualcuno con il verbo, si percepisce da parte di molti la ricerca di una intimità che dovrebbe rassicurare. Quello che mi rimane è il vuoto, è tutto un giochino che non funziona. Scherzi a parte sono anch'io quì a scrivere, la verità è che non sono pratico dei blog e se seguo tutti i vostri interventi è perchè ne sono in buona parte responsabile come portavoce di Renaissance. Ebbene si, Renaissance ha deciso di andare al Vinitaly, Renaissance era stufa di bussare alla porta di qualcuno che non vuole sentire, che delle "riunificazioni" non gliene importa nulla perchè quello che conta è avere tanti iscritti alla propria manifestazione (Cerea e Vinnatur) e in fondo tirare su soldi per ungere bene la propria macchina. Renaissance ha deciso di liberarsi e di andare verso la libera piazza, consapevole della necessità che solo quel confronto può essere attuale rispetto alla crescita del mondo del vino naturale e di tutto quello che significa.Come mai si perdono i riferimenti importanti che sono la realtà delle piccole aziende, del quotidiano sopravvivere dell'agricoltura, di cosa significa fare agricoltura pulita, di quanto sia difficile fare un anno il contadino e si può aprire su questo una infinita lista di argomenti..E' proprio così difficile arrivare a Verona con questo bagaglio? E questa è già la mia prima domanda. In questa discussione si cerca la collocazione quando qui si sta parlando semplicemete di motivazione, ragazzi sveglia. Sono molto d'accordo con il pragmatismo di Arianna, indubbiamente lo ha imparato lavorando la terra e lo apprezzo molto. La manifestazione dentro il Vinitaly non ha un limite di partecipanti (sarà solo questione di chiederne di più) e non vede l'identità del vino naturale dietro un gruppo ma vedrà solo le facce dei produttori e dei loro vini e questo è il gruppo. Chi pensa che l'industria fagociti il vino naturale facendolo entrare nel Vinitaly sta facendo un brutto sogno. Il vino naturale è fatto oggi da gente più matura di venti anni fa e, ricordiamoci sempre, che la prova del nove sta nelle capacità del vino. Oggi chi si avvicina come consumatore al vino naturale è una persona più evoluta e questo viene continuamente sottovalutato, senza un po' di fiducia è impossibile crescere, senza dimenticare che buona regola è essere sempre padroni delle proprie azioni. Dipenderà da noi produttori la buona riuscita della manifestazione al Vinitaly. Questi sono semplicemente i propositi, non c'è da fare grandi voli pindarici. E mi rivolgo agli amici produttori, portate le vostre migliori bottiglie che semplicemente tanta gente ci sta aspettando. Agli amici che vorranno rimanere dove sono non ho nulla da biasimare, ho molta stima per queste persone e difficilmente la potrò perdere, fanno il mio stesso lavoro, sono personalmente molto affezionato a tanti di loro e amo profondamente i loro vini. Vi lascio con tante domande in sospeso alle quali, con solamente del buon senso, avrete risposte più che soddisfacenti che nasceranno da voi stessi. Un caro saluto, Giuseppe Ferrua Fabbrica di San Martino del comitato organizzativo

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Andrea Kihlgren

circa 13 anni fa - Link

Caro Beppe, credo sia giustificabile qualunque strada che individualmente si senta di dover percorrere, come mi sembra sia il caso tuo, per le ragioni che hai ben spiegato. E l'unità è sempre un ideale bellissimo da inseguire, ma non sempre attuabile, e non sempre facile sarà, negli allargamenti, mantenere la credibilità e l'onestà di intenti dei partecipanti. Sono perplesso sul Vinitaly come sede, ma semplicemente e soltanto come farei una scelta rispetto ad un albergo, preferendo un alberghetto con un'aria respirabile ad una grande struttura alberghiera di 14 piani con 8 ascensori dove si vanti una cucina internazionale. E' una questione di congenialità. Ed oltre a ciò, mi chiedo se ha senso poi, una volta entrati "nella piazza", ulteriormente differenziarsi negli spazi, col rischio di autocrearsi un ghetto. Non è forse più semplice la scelta di Radikon? A Villa Favorita mi sono trovato bene in questi anni, ma naturalmente senza concepire una qualche differenza rispetto ad altre organizzazioni e ad altre sedi, immaginando idealmente che anche là avvenisse lo stesso lavoro, come se vi fosse un ideale spazio comune che già tutti ci riunisse. E del resto non poche sono le occasioni di intrecci e di condivisioni incrociate, che avverano queste sensazioni ideali. Quanto alla specificità del lavoro di ricerca di Vinnatur, che apprezzo nello sforzo che lo anima, devo francamente dire che al momento mi pare un po' improvvisato, con i vari esperti che si succedono, ma apprezzabile come intento, mentre trovo encomiabili i risultati organizzativi di Angiolino e di coloro che lo affiancano a Villa Favorita, dove ho intenzione di rimanere. Ho maggiore fiducia e aspettative nel lavoro di ricerca che ognuno di noi compie ogni giorno nell'attuare il proprio lavoro osservando, correggendo gli errori, affrancandosi dagli sviamenti che un'agronomia impazzita e un'enologia fuori di testa ha compiuto nei passati decenni. Questi intenti ci accomunano e nessun salone può creare differenze rispetto a questa aspirazione che mi pare nobilissima, di coltivare la nostra vigna senza assassinare le api, e ad offire il nostro vino nella sua integrità rispetto al frutto da cui proviene. Queste cose sono la nostra unità, ovunque le si testimoni, e gli scambi che fra noi possono derivarne sono cosa preziosa a cui non vorrei mai rinunciare. Poi ci sono le attenzioni o le preoccupazioni commerciali, che meritano il nostro impegno, nella giusta misura in cui è richiesto. Ognuno di noi deve poter trovare la strada che gli si confà. Ti abbraccio. E a tutti un affettuoso saluto. Andrea Kihlgren

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Remo

circa 13 anni fa - Link

Noto che la discussione continua priva di un "Grande Assente" cioè il Gruppo Vini Veri, è un atteggiamento che onestamente è difficile da capire. Altezzosità? mancanza di argomenti? disinteresse? mah. Mi è piaciuto l'intervento di Giuseppe Ferrua perché mi sembra ha colto l'essenza della questione ed è uno dei pochiche riesce a non indossare i panni del "personaggio" preferendo un ragionamento franco e sensato. Mi si permetteranno certamente due piccole riflessioni (o contributi alla discussione): a) Mi compiaccio che qualcuno condivida: il Vinitaly NON E' UNA BOLGIA a patto di organizzarsi e pianificare b)Vinnatur ha organizzato un evento a Zurigo in un posto che si chiama World Trade Center a quanto ho capito invitado tutti o quasi, allora non capisco bene dove sia il loro problema nel proporsi tutti insieme

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

A tale proposito, riporto qui il commento inserito da Augusto Cappellano nel post di Marco Arturi che ho linkato:

Ciao Marco, ecco finalmente il tormentone che sarà il leit motiv per i prossimi mesi! Riusciranno i nostri eroi a riunificarsi sotto un unico tetto? figurarsi! tutta colpa di Vini Veri! no, invece è tutta colpa di Angiolino, anzi forse è colpa del gruppo mascherato del Vinitaly! o forse colpa di tutti, colpiti dal peccato originale (e se il frutto proibito raccolto da Eva fosse un grappolo ovviamente senza sistemici?)? E se invece di parlare di pochi giorni (manco una settimana) si parlasse di vino e di produttori e della loro filosofia? Certo è curioso vedere come si muovono i diversi gruppi, le separazioni, le riunificazioni. E’ una Beautiful del vino, ove non so chi sia Ridge e anzi preferisco non saperlo. In Principio era Vini Veri (forse un attimo calcata, ma in quanto Cappellano sento di potermela concedere), poi Angiolino decise di abbandonare il gruppo poiché “mi hanno legato le mani” (ipse dixit su Intravino) perché 3 consiglieri ed un Presidente è una pluralità eccessiva e mica si riesce a lavorare bene se ci sono persone che portano il loro contributo di idee (Villa Favorita è nata col gruppo Vini Veri, che l’ha concessa senza discutere ad Angiolino, ricordalo Francesco). In giro ne sento un altra: Vini Veri non fa nulla! è una banda Bassotti che si ritrova solo per Cerea ed il resto dell’anno tutti in vacanza! Il nostro più grande difetto è la nostra incapacità di pubblicizzarci. Ma questo è il lato che mi piace della mia strampalata associazione: la genuinità. Noi siamo come quelli che fanno beneficenza e non lo dicono (ed in effetti la facciamo veramente! ops, sono appena caduto in contraddizione…), non come le star che lo pubblicano ai quattro venti. Perché? perché crediamo in questo, crediamo in un etica del fare il vino ed in un altrettanto importante etica nel venderlo. Ecco perché la nostra associazione NON è una distribuzione, ecco perché non siamo vincolati a grandi distributori che decidono per noi che fare e come farlo (mitico “lo stage diving lasciamolo a Bono Vox” di Scanzi a questo proposito). Che altro dire? In bocca al lupo a chi andrà al Vinitaly, ma soprattutto, ben più importante, buon lavoro e buona vendemmia a tutti.

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Lido Vannucchi

circa 13 anni fa - Link

Grandissimo Beppe, intervento chiarificatore, e lungimirante, bravo, condivido in pieno. Ciao Lido un'abbraccio.

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stefano amerighi

circa 13 anni fa - Link

bravo ferrua per le belle parole, brava arianna, bravo francesco e naturalmente ottimo Augusto, che dire bravi tutti!! a questo punto oguno dalla sua collocazione che sia dentro o fuori il vinitaly faccia del proprio meglio nel proporre un sistema agricolo che vada oltre le bottiglie che produce ma che in futuro, se saremo bravi a comunicarlo, potrebbe diventare una reale alternativa agricola all'attuale modo di produzione agricola. Il vino alla fine spero che serva per questo, per far capire che si può fare delle buone produzioni senza troppa (o nessuna) chimica con dei prezzi competitivi. Prima di tutto le persone che parteciperanno ai tre saloni sono agricoltori quindi più di sapere chi verrà premiato dal mercato spero che le nostre aziende siano un esempio agricolo per le altre. Per il resto un indicazione ai vari organizzatori, spero non siate rigidi con la data del 31 luglio, perchè per me che son venuto a sapere di questa cosa da appena una settimana è stato una settimana di dubbi, amarezze, speranze...me ce ne vorra un altra per riprendermi:-)

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Angelina

circa 11 anni fa - Link

Io vorrei dire un mio piccloo commento sull'intervento di Barbieri.Fermo restando che i discorsi sull'Italietta sono odiosi, c'e8 da dire che quelli che hanno notato le somiglianze e sollevato il caso non sono gli stessi che, nei commenti di molti blog, hanno iniziato a lanciare invettive generalizzate. Usare i secondi per sminuire i primi non sarebbe giusto (so che Barbieri non lo ha fatto, ha diviso anche il suo intervento in parti distinte, ma il rischio comunque e8 che questo messaggio passi).A parte questo, giustissimo dire che non e8 possibile la conoscenza totale di tutte le opere e tutti gli autori. Ma qui non stiamo parlando di Yasuhiro Nightow o di Koshi Rikdo, ma di Miyazaki, che conosciamo tutti, e di Naruto, che e8 una delle serie pif9 lette oggi, e tra l'altro e8 edita dalla Planet Manga: ovvio che i supervisori Panini non possano conoscere tutto, ma almeno le serie pif9 famose pubblicate da loro non mi sembra chiedere troppo. Non solo, ma proprio perche9 l' omaggio a Miyazaki era dichiarato, si sapeva quali opere avere bene in mente, per verificare che non si travalicassero i limiti del tributo.Spero di non essere sembrato troppo polemico, anche perche9 la nota polemica me la riservavo per la coda: non penso sia giusto chiedere ai critici se conoscano tanti altri autori famosi, nel momento in cui questi critici hanno gie0 dimostrato maggiore acume degli addetti ai lavori. Certo, decine di persone online con un bagaglio di conoscenza manga probabilmente sono facilitate nel trovare i plagi, ma proprio questo dovrebbe far pensare che forse i criteri tradizionali di supervisione sono superati, se non sono in grado di garantire una accuratezza soddisfacente per i lettori (e con questo non critico i supervisori, sia chiaro! sarebbe come criticare gli artigiani dopo l'introduzione dei macchinari, nemmeno fosse una loro colpa ).

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