Dall’Università alla vigna dei Medici, il futuro di Villa Montepaldi
di Andrea GoriDi rapporti pubblico/privati torbidi è piena la cronaca dei giornali e in tempi in cui Atlantia viene considerata affidabile per farci volare ma non per farci guidare le nostre auto, è un sollievo assistere alla rinascita in termini imprenditoriali di Villa Montepaldi. Un vecchia storia medicea (qui le vigne furono piantate da Lorenzo il Magnifico in persona) con una villa splendida nel Chianti Classico subito sopra Cerbaia, da tempo adibita a palestra per generazioni di enologi e agronomi toscani che insieme ai loro professori hanno imparato qui a sfemminellare e vinificare con precisione, team Soldera compreso.
Laboratorio attivo e importante per ricerche sui lieviti e altre pratiche (in arrivo in autunno i risultati di una sperimentazione in parallelo tra lieviti autoctoni selezionati e selvatici) rimane l’unico esempio in italia di azienda agricola universitaria condotta da una società commerciale e questo vuol dire che deve sostentarsi praticamente senza finanziamenti pubblici (contrariamente a quanto accade con altre aziende più famose come San Michele all’Adige).
L’arrivo di Simone Toccafondi come amministratore e di Emiliano Falsini in cantina (che proprio qui ha studiato laureandosi nel 1999 insieme ad altri colleghi ora protagonisti del vino italiano, ai tempi in cui gli iscritti erano una trentina e non 150 come oggi) nonchè di Nicola Menditto come direttore tecnico e di Giovanni Battistelli al commerciale, ha imposto una sterzata che ha messo fine all’andamento qualitativo delle bottiglie quantomeno alternante delle ultime vendemmie.
Dalla 2012 in poi, come abbiamo potuto assaggiare nei bicchieri, la progressione è notevole ma soprattutto interessante perchè consente di mettere a fuoco un sangiovese ricco e potente, completamente in controtendenza con quanto oggi gli appassionati ricercano nei bicchieri di questa DOCG. Quello di San Casciano è un Chianti Classico rotondo e polposo che non punta su sottigliezza e sapidità ma su carattere pieno e godereccio. La sfida di cercare freschezza tensione ed eleganza qui (siamo tra i 150 e i 200 mt slm) è di quelle toste, ma i mezzi messi in campo, la ricerca su cloni e, soprattutto, pratiche agronomiche potrebbe permettere risultati sorprendenti e qualcosa già si intravede.
Particolare bianco toscano in una terra dove al massimo ci si concede lo chardonnay, è vino figlio delle uve di due terrazze piantate a cavalcapoggio, una terrazza con un clone friulano (che da più frutto all’aroma) e una con un clone francese (più floreale). Questo 2018 ha note di sambuco intenso e sensazioni tropicaleggianti, note di glicine e menta, saporito e scattante, salmastro e verticale dal finale non banale di frutta a polpa bianca e tocchi balsamici. 87
Spinge su agrumi e note tropicali, sapido, speziato con note dolci anche in bocca, chiude piacevole e ruffiano, intenso. 86
Ciliegie, amarene, lamponi, croccantezza e freschezza poi note dolci di confettura e lamponi. Agile e sbarazzino ben fatto, con un rapporto qualità/prezzo interessante. 85
Riposa in vasche di cemento per 12 mesi, scuro e intenso, ricco, polposo e carnoso, massiccio e fruttato ma non agilissimo. In effetti il tannino mantiene qualche tocco verdastro che però fa gioco nel ridurre il carico di potenza. 86
Riposa in vasche di cemento per 12 mesi, sa di lamponi, fragole, resine e sapidità che incalza bene, arancio rosso intrigante, tannino piacevole e tanto ritmo. Frutto e viole che tornano nel finale. 88
Cupo e denso, ampio, carnoso con amarene visciola e senape, bocca di spessore, alcol e sensazioni ricche anche se si fa fatica a proseguire nella bevuta. 84
Nero, scuro e massiccio, note dolci e pepate, sandalo, carrube, mallo di noce. Bocca con tannino carnoso e pesante che affatica a tratti, nonostante una bella definizione aromatica. 87
Scuro, fitto, porpora e viola, poi liquirizia. Naso di lamponi, susine mature e pepe. Sorso tannico speziato con rugosità ma bella polpa e ritmo da grande sangiovese, frenato da alcol. 87
Viole, iris e lamponi in confettura, amarene e prugne, note di arancia sanguinella, olive menta. Tannino bello sferzante e giovane, ma ha eleganza e prospettiva da grande Classico. 92
Da malvasia e trebbiano per quasi un decennio in caratello, è ambra liquida intrigante ma fresco di zenzero, agrumi canditi, miele di corbezzolo e carrube. Bocca con volatile che fa il suo lavoro per animare il sorso e finale dove emerge curiosa e piacevolissima la sapidità. 90
Da pochissimo in bottiglia in anteprima ma comunque capace di ammaliare non tanto per la sua densità che, anzi, è piuttosto scorrevole, ma per i bellissimi rimandi alla carrube, al miele di tiglio, al sandalo, amarena, olive in tapenade, mirtillo in confettura e toni di bergamotto nel finale ancora da distendersi 91+
3 Commenti
Marco
circa 5 anni fa - LinkNel prossimo autunno mi piacerebbe visitare Villa Montepaldi. Buon Lavoro
RispondiAndrea Gori
circa 5 anni fa - Linkvale senz'altro il viaggio!
RispondiRoberta
circa 5 anni fa - LinkGentile Marco, sarà un piacere averla da noi. Ci faccia sapere quando vuole venirci a trovare e saremo lieti di farle conoscere la nostra realtà. Grazie ancora ed un saluto. Villa Montepaldi
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