Dall’Ais ai Ris: come cambia la degustazione dopo la mappatura genetica dei profumi

di Enrico Nera

Brutte notizie per chi spara note a vanvera solo per fare il fico con gli amici o la bonazza di turno! Ancora peggio andrà ai professionisti della degustazione. Durante il corso dell’Associazione Italiana Sommelier, il relatore (omissis) sentì in modo chiaro in un vino una elegante nota di giaggiolo. La prima cosa che mi venne in mente, lo giuro, fu: “ma che minchia è il giaggiolo?”. Contento lui contenti tutti e, vivaddio, si campa benissimo senza avere la certezza di quella percezione olfattiva. E invece adesso cambia tutto! Oggi una tale affermazione sarebbe impugnabile dal consorzio di tutela del vino in questione che, con l’ausilio dei RIS di Parma, potrebbe querelare il degustatore: “mi dispiace, caro sommelier da quattro soldi, hai detto una cosa non vera, nel nostro vino non c’è nessuna molecola capace di rilasciare il profumo di giaggiolo!”

Sentite cosa dice il direttore di AssoEnologi, Giuseppe Martelli, in chiusura dell’articolo “Vino: il Dna dei vitigni, arma in più contro le contraffazioni:

Grazie al lavoro degli enologi italiani sono state mappate 350 diverse molecole riconducibili a specifiche sensazioni del vino. In sostanza, se in un calice si riscontra un sentore di mora o di ribes, occorrerà poi ritrovare nell’analisi chimica la molecola corrispondente. Un passo in più per ridurre gli aspetti soggettivi nella valutazione di un vino, rafforzando la veridicità di quanto riportato in etichetta.

Da oggi, dunque, il sommelier non potà andare oltre quanto riportato sulla bottiglia dai produttori. Basta con le note di cane bagnato, cacca di cavallo e quant’altro, tutto quello che percepisci con il tuo bel nasone deve essere dimostrato portando la prova regina, l’evidenza scientifica. La molecola o c’è per tutti oppure non c’è per nessuno. Quindi il futuro sarà questo: l’azienda indica le molecole riscontrate nel vino e a quali profumi corrisponde e il sommelier  non deve far altro che leggere l’etichetta e magari buttare a mare il suo preziosissimo naso!

Se queste sono “innovazioni tecnologiche”, io mi butto volentieri a sinistra, altroché! Vuoi mettere la libertà di ritrovare nel vino i profumi chiusi nella propria memoria senza che qualcuno lo accusi di essere sotto l’effetto di allucinogeni?

22 Commenti

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

"Vuoi mettere la libertà di ritrovare nel vino i profumi chiusi nella propria memoria senza che qualcuno lo accusi di essere sotto l’effetto di allucinogeni?". Nella bottiglia c'e' anche il vino, ma c'e' soprattutto il sogno. Se l'AssoEnologi vuol toglierci il sogno, alla prossima ci togliera' anche il vino. Fate fuori l'AssoEnologi prima che faccia troppo danno!

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Sara Montemaggi

circa 13 anni fa - Link

Ma che gran cagata. Se questo è il sistema anti frode a sem a post. E poi nei tagli cosa fanno gli odori dei vari vitigni? Si sommano tra di loro come le bollette a fine mese o si fondono in un tutt'uno come un friggione? L'assoenologi,che sarà fatta di gente onesta e meno onesta come tutte le categorie, pensasse a mettere meno roba chimica nei vini, a evitare scorciatoie e a denunciare le cantine che hanno uve e vini "strani". Ma che roba...!

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Franklin

circa 13 anni fa - Link

"E poi nei tagli cosa fanno gli odori dei vari vitigni? Si sommano tra di loro come le bollette a fine mese o si fondono in un tutt’uno come un friggione?" Ah ah, ben detto! Ma lo stesso problema c'è anche con i vini da monovitigno... La misura ti potrà certamente dire che cosa c'è dentro e quanto ce n'è, ma ti può dire, la misura, quanto si sente, e se i diversi sentori si sommano, si sottraggono o si moltiplicano? Le mappature e le rilevazioni sono certamente utilissime, e le correlazioni con le percezioni interessantissime, ma non confondiamoci sui fondamentali: quei riconoscimenti, in etichetta o altrove, non servono a identificare le componenti del prodotto - per quello in effetti sembrerebbe meglio fare la misura tout-court - ma l'effetto del totale sull'apparato percettivo di un essere umano (di questo si dovrebbe parlare, credo, anche perché le scimmie e i cani si può immaginare che farebbero tutt'altri vini, potessero e volessero farli per sé) e la cosa più ragionevole per conoscere tale effetto parrebbe, come s'è sempre fatto, farlo provare a un individuo della specie. O no? (Quando costruiranno un robot assaggiatore sarà un'altra storia, ma anche lì... bisognerà che lo facciano bene il robot, e chi deciderà se il robot sa assaggiare o no? E su quali basi?) Mi pare che l'eventuale applicabilità di queste scoperte sia alquanto limitata: tutt'al più si potranno sollevare dei dubbi su certi descrittori, se siamo tutti d'accordo che quelli hanno correlazioni molto strette... Ma ve l'immaginate la scena: lo scienziato fa la misura, gli coprono il risultato e gli fanno assaggiare il vino, poi tirano fuori il foglietto... Eh no, hai sbagliato, e anche tu hai sentito quello che non ci doveva essere. Come si fa? Bisogna inventare un nuovo tipo di degustazione cieca: quella con le misure coperte?

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armando trecaffé

circa 13 anni fa - Link

Grande Enrico...molto bello questo primo post... complimenti ma come sai o sono un cultore del cane bagnato....e quindi prendero' col lanciafiamme la sede dell'Assoenologi...

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Manilo

circa 13 anni fa - Link

A3C ma er cane bagnato su quale vitigno lo senti, me manca, è simile allo stallatico.... che poi cit. è un difetto.

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armando trecaffé

circa 13 anni fa - Link

il cane bagnato, alias cavallo sudato sta nei pinot nero di Germania e Lussemburgo e a volte di Alsazia non c'enra nulla con lo stallatico... il cane è un animale nobile mica una vacca...

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Enrico Nera

circa 13 anni fa - Link

Si Armando sei proprio tu l'ispiratore del "cane bagnato"...;)

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Manilo

circa 13 anni fa - Link

Da oggi mi metto alla ricerca di Pinot neri Germanici o di Alsazia....A3C voglio i nomi, sperando che Francesco abbia qualcosa, secondo te su Franz Haas lo sentirò sto cane bagnato, a casa ho un Dobberman, stasera lo zuppo e poi sento (: ti stzimo fratello.

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enrico togni viticoltore di montagna

circa 13 anni fa - Link

una volta delle amiche mi hanno detto che ad un corso di degustazione il relatore ha trovato bel vino il sentore di bile di furetto o un animale del genere, ora non ricordo proprio bene, che mi dicono essere usato in profumeria per non so quali motivi. Avete presente la mitica scena di tre uomini e una gamba, quella dello zoccolo di gnu e della vertebra di moffetta!? ma io dico, chi c...o conosce quel sentore, ma che mente malata va a sentire che odore ha la bile del furetto, non so nemmeno dove sia la mia di bile, figuriamoci se so che odore ha. come direbbe Mughini "MADDAI"!

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Se e' per questo, il Gino nazionale una volta sentì (e lo scrisse, suscitando un vespaio) profumo di sperma in uno Champagne... Con la nuova macchina per la mappatura genetica dei profumi, tanto cara a Martelli, riusciranno a dimostrare che qualche cantiniere francese si faceva una pippa prima del degorgement, oppure Veronelli era un po' fuori di testa?

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Uainmeicher

circa 13 anni fa - Link

Penso tu ti riferisca al sentore di zibetto.In effetti è un sentore (puzzo)molto caratteristico e contenuto anche tra le boccette dimostrative del "nez du vin".

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Sara Montemaggi

circa 13 anni fa - Link

quale numero?, nel mio nez du vin non cessta lo zibetto,

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Uainmeicher

circa 13 anni fa - Link

Non te lo saprei dire.Anni fa mi fu prestata la confezione, mi pare che fosse in quella dei vini rossi e quell'odore mi rimase fortemente impresso nella memoria e a quanto pare anche a quel relatore. In effetti più o meno era un forte odore di...merda.

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Sara Montemaggi

circa 13 anni fa - Link

Sono andata a vedere visto che, al contrario di te, io amo la precisione. Non è meglio essere prudenti quando una cosa non la si sa per certa? Lista degli aromi Le Nez du Vin: limone-pompelmo-arancia-ananas-banana-litchi-melone-moscato-mela-pera-mela cotogna-fragola-lampone-ribes rosso-ribes nero-mirtillo-mora-ciliegia-albicocca-pesca-mandorla(nocciolo)-prugna secca-noce-biancospino-acacia-tiglio-miele-rosa-violetta-peperone verde-fungo-tartufo-lievito-cedro-pino-liquirizia-germoglio di ribes nero-fieno falciato-timo-vaniglia-cannella-chiodi di garofano-pepe-zafferano-cuoio-muschio-burro-pane tostato-mandorla tostata-nocciola tostata-caramello-caffè-ciocccolato fondente-affumicato per un totale di 54 aromi. Poi ci sono i difetti, te li elenco con la relativa molecola: 1)vegetale (trans-2-esenale) 2)mela stramatura (acetaldeide (etanale)) 3)aceto (acido acetico) 4)colla (acetato di etile) 5)liscivia (acido decanoico) 6)zolfo (so2) 7)uova marce(h2s) 8)cipolla (etantiolo (mercaptano)) 9)cavolfiore( dimetil solfuro) 10)cavallo( 4-etil-fencolo) 11)terroso-muffa( 2-etil-fencolo) 12)tappo(tricoloro-anisolo Te però non sei wine-maker, questo è certo! Ciao

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armando trecaffé

circa 13 anni fa - Link

estiquassi.. t'ha distrutto winemaker

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Mi rifiuto di ridurre a 54 campioni d'aroma cio' che puo' sentire il nostro olfatto (il naso e' solo un camino), cioe' perlomeno 20.000 riconoscibilissimi altri aromi ed odori. Qualcuno anzi ha scritto che scientificamente sarebbero 400.000 combinazioni o giu' di lì, se ricordo bene. I gusti, invece, rimangono quattro: salato, dolce, amaro, acido. E poi, signori miei, c'e' anche il sesto senso delle donne... Vade retro, marchingegno!

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Uainmeicher

circa 13 anni fa - Link

Ciao Sara, senti, sono passati 18anni da quando mi furono prestate le due confezioni: una dei profumi del vino rosso e l'altra del vino bianco.Mi risulta comunque che queste confezioni sono state prodotte in varie versioni con un numero variabile di campioni.L'odore di zibetto mi incuriosì perchè era davvero repellente ma a quanto pare viene usato dai profumieri nell'assemblaggio di essenze complesse.Interessante perchè dimostra che se c'è chi volontariamente utilizza un simile odore allora certi sentori ritenuti difetti potrebbero avere delle funzioni quasi insospettabili nel carattere nei vini e pertanto non devono esserne necessariamente privi, almeno in certe concentrazioni.

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Angelo

circa 13 anni fa - Link

"Un passo in più per ridurre gli aspetti soggettivi nella valutazione di un vino, rafforzando la veridicità di quanto riportato in etichetta". Che figata! :-(

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VITTORIO MERLO

circa 13 anni fa - Link

Leggete bene le dichiarazioni di Martelli. Non dice affatto che sarà l'unico strumento per scovare le frodi ma sefatecon attenzione l'intero articolo, sarà un aiuto assieme alle tracce genomiche. Inoltre non c'è nulla da scandalizzarsi . Infatti è risaputo che ogni varietà presenta un preciso quadro aromatico, determinato da determinate sostanze chimiche volatili. Inoltre è dimostrato scientificamente che ogni sostanza volatile è associabile ad un determinato aroma, è scienza.

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Fabrizio

circa 13 anni fa - Link

"è risaputo che ogni varietà presenta un preciso quadro aromatico". E il ruolo giocato dai lieviti? E ... http://www.enartis.com/ita/index.cfm?mode=home

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Franklin

circa 13 anni fa - Link

E le uve neutre? E la maturazione? E altri fattori al "contorno"? Un Muller-Thurgau dell'Alto Adige e uno della Sicilia danno gli stessi sentori? E com'è che tutti s'arrovellano a precisare, quando parlano ad esempio del Sauvignon Blanc, che di qui viene così e di là viene cosà? Quanto alle correlazioni sostanze-aromi anche fossero state mappate completamente, sarà proprio la stessa cosa prendere le sostanze pure e metterle in mezzo a n altre cose? Ma su questo i commenti eran già stati fatti... Ciò detto comunque ben vengano le analisi scientifiche (e ci mancherebbe altro), basta chiarire i limiti delle conclusioni che uno può tirare dai risultati...

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carlo colombo

circa 13 anni fa - Link

Ma gli enologi italiani non hanno niente da fare?Cosa me ne frega del sentore di capra tibetana in fregola,voglio un vino ben fatto,elegante,bevibile e possibilmente fatto con uve e non con intrugli demenziali.at salut

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