Dal chilometro zero al chilometro diecimila
di Fiorenzo SartoreVa bene, abbiamo scherzato. Scordatevi il chilometro zero, il territorio, oppure il terroir, fate voi. Scordatevi il vino locale, l’uva autoctona e pure la sostenibilità e tutto il restante bagaglio pseudoecologico. The 8th Estate winery, la prima cantina urbana con sede a Hong Kong è arrivata giusto in tempo a sovvertire le poche certezze che ci cullano.
Non possiede vigneto, non vendemmia, ma ha tutto quel che serve: il winemaker. E vabbe’, ha pure la barricaia a Hong Kong. Come lavora? Facile. Il winemaker compra l’uva (ovviamente selezionatissima, il meglio del meglio) in Francia, la congela, la carica su una nave e la trasporta ad Hong Kong. E lì vinifica. Roba che per ogni bicchiere di vino squarci due metri quadri d’ozono. E poi, questo vino, com’è? Confesso, mai assaggiato. Posso solo indicarvi questo divertente filmato della Cnn. Verso la fine ignari assaggiatori esprimono tristi giudizi: “non mi piace molto… sembra chardonnay” oppure “… è cabernet californiano?”
Se questa è la concorrenza cinese, sembra perfino troppo bello. Nota di colore: pure il nome, 8th Estate, è inventato di sana pianta. Il numero otto in Cina porta fortuna.
2 Commenti
Giuseppe
circa 14 anni fa - LinkTemo che nessuno ne sentiva la mancanza...
RispondiTomaso Armento
circa 14 anni fa - LinkIo invece temo che questo sia solo l'inizio. Sigh.
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