Da oggi la benzina è più cara del vino. Allegri però, lo vendiamo più delle auto

di Antonio Tomacelli

C’è grossa crisi (cit.) sui mercati finanziari, celosappiamo, ma, chissà perchè, il mio grado di eccitazione è prossimo allo zero. Capitemi: per uno come me che ha sempre sperperato allegramente tutti i suoi soldi in situazioni al limite della legalità, le parole spread, btp e default hanno un vago senso di déjà-vu molto, ma molto familiare. Insomma tutto più o meno già visto (do you remeber the 90’s?) compresa la minaccia di un altro governo tecnico abilitato a infilarmi le mani in tasca e, per carità, se non ha paura dei ragni, si accomodi pure.

Tra le peggiori notizie finanziarie che si accavallano c’è senz’altro il sorpasso del costo della benzina sul vino. Oh, sia chiaro, niente di trascendentale visto che a un euro e cinquanta ci compri giusto dell’ottimo Tavernello, ma la notizia ha un suo perverso fascino, considerando che in qualche parte del mondo il vino vale meno dell’acqua minerale. Certo, come carburante non sarebbe male, ma per muovermi ho bisogno di ben altro che un brick di vino cooperativo. Provate però a piazzare questa notiziuola vicina alle dichiarazioni del Presidente Coldiretti Marini e vedrete che la cosa si fa interessante: “All’estero quest’anno si vendono più cibo e vini che auto, moto e altre vetture”. Comecome? Non siamo più una potenza industriale devota al dio Agnelli? Pare proprio di no, visto che esportiamo  in vino e cibo una cifra pari a 7,1 miliardi di euro, mentre il comparto automobilistico è fermo a 6,6 miliardi. Sorpresi da tanta abbondanza? Fermi lì, il meglio deve ancora venire. Cosa esportiamo di più in Francia? Pensa te, formaggi e vino. In Inghilterra, invece, va forte la birra (la birra?) con un più 27% di esportazione e, noncisicrede, vendiamo un mare di grappa ai Russi (+76%). Insomma, questo default di paese va a rotoli ma riesce a vendere frigoriferi agli eschimesi e ghiaccioli ai pinguini. Intravedo il bisiness: riconvertiamo la Fiat e facciamone una cantina di lusso con John Elkann alla produzione e suo fratello Lapo al marketing. Marchionne? Alla mescita, come un oste qualunque.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

1 Commento

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carolina

circa 13 anni fa - Link

basta vedere il prezzo di vendita del prosecco doc.... altro che benza...

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