Cristal 2008, la perfezione dunque esiste
di Andrea GoriQualcuno potrebbe pensare che siamo troppo in vena di superlativi. D’altra parte, se c’è un dovere cui un critico non deve sottrarsi è proprio quello di riconoscere le meraviglie quando ti passano davanti. L’epifania della grandezza di Cristal 2008 è stata anche troppo anticipata e la gara a degustarlo e attribuirgli il punteggio perfetto è sembrata una liberazione per molti, quasi che fosse impossibile farlo con una tipologia (quella delle cuvée de prestige) dove i superlativi sono la norma, e la regola è sempre quella di attenderli un tempo indefinito in cantina perché il momento non è mai quello giusto. Se è vero per altri, lo dovrebbe essere a maggior ragione anche per Cristal, notoriamente lo Champagne che in assoluto tarda di più a manifestare la sua grandezza. Chi scrive ne è devoto cultore da sempre e potete anche fare la tara a molte delle parole che trovate in questo post, non toglierà nulla alla sua grandezza assoluta per una volta nitidamente intelligibile a chiunque abbia il dono di poter bere alcolici: non esiste persona al mondo che non sia destinata a rimanere stregata da questo vino, indipendentemente dai gusti, preferenze e preconcetti.
Secondo Jean Baptiste Lecaillon, con cui lo abbiamo assaggiato durante la festa dei 90 anni di Sagna, distributori da 30 anni in esclusiva degli Champagne Louis Roederer, “è stata un’annata classica con molta freschezza come 1996 e 1998 e in cui abbiamo potuto raccogliere con calma e molto più tardi del solito. Nel vino c’è la bellissima tessitura della maturità insieme alla chiara lucentezza dell’acidità unita alle note gessose più croccanti. Forse il più Cristal dei Cristal, un paradigma per quelli a venire. Si beve già benissimo oggi, è un ragazzo, ma può invecchiare 20-30 anni, ci ha messo 10 anni per aprirsi e non ci sono dubbi sulla sua longevità“.
Dicevamo della vendemmia. Si parte da quella, come abbiamo visto per tante altre cuvée, con una stagione clemente, equilibrata, fresca ma non rigida e con il giusto calore per la maturazione delle uve, soprattutto per il pinot nero. Quando sentite dire che in Champagne è “un’annata da chardonnay” preparatevi al peggio (come per la 2017). E siate pronti quando sentite invece parlar bene delle uve nere della regione. Primavera regolare e senza scosse, estate secca ma senza aridità, mai afoso. Un’annata che potremmo definire continentale, che porta uve al massimo grado di maturità senza al contempo scalfire l’acidità, elemento di cui lo stesso JBL si cura poco perché è davvero difficile che manchi a queste latitudini. Grande concentrazione della materia e delle sostanze nelle uve, ma le temperature complessivamente sotto la media hanno mantenuto una tensione esemplare che contribuisce a sottolineare la salinità e gessosità dell’insieme.
In questo quadro ideale di maturità si aggiunge l’elemento che secondo qualcuno spinge Cristal là dove le altre cuvée de prestige non sanno arrivare. La biodinamica (qui presente per il 40% delle uve) e la possibilità di scegliere uve da 250 ettari di proprietà permette a Roederer di far avanzare quella mezza ruota avanti la cuvée da cui nasce Cristal, e di porla ad un livello trascendente gli altri, dotato di profondità, intensità, magistrale nella sua completezza ossimorica perché mai prima si era assistito ad un vino con tale impressionante maturità e ricchezza, e con un contraltare acido altrettanto potente e squassante a dare un risultato paradossale di delicata tensione.
Venendo ai numeri, freddi ma non troppo, abbiamo un 60% di pinot nero e 40% di chardonnay da 36 vigneti di proprietà (di cui un 40%, come detto, condotto in biodinamica con tendenza a salire, che porterà Cristal 100% biodinamica dall’annata 2012) in sette grand cru ovvero Verzy, Verzenay, Beaumont e Ay per il pinot noir, e Mesnil, Avize e Cramant per lo chardonnay. Un 25% del vino è stato fermentato in legno e un 16% ha svolto malolattica per moderare l’altissima acidità. È stato assemblato nella primavera del 2009, ed è andato in bottiglia per quasi 10 anni, il tempo più lungo mai utilizzato per un Cristal. Primo degorgement a settembre 2017 con un dosaggio di 7,5 grammi per litro (anche se la maison preferisce attingere alla mitologia del numero 8 con 8 anni di bottiglia, 8 mesi di riposo dopo la sboccatura e 8 gr/lt di dosaggio).
Champagne Louis Roederer Cristal 2008. Tensione floreale e dolcezza ben dosata di agrumi, tiglio, robinia, frangipane, biancospino poi tanto talco, gesso e iodio a realizzare un modo sottilissimo e dirompente a maniera propria di essere “minerale”, poi la componente fruttata fitta e nitida di mandarino, mirabelle, confettura di ribes bianco, fragole, arancio del Gargano, tropicale tra mango e papaya, frutta di bosco, ribes rosso, lamponi e zenzero ad dare sottigliezza energica e una pulsazione sotterranea con toni leggermente affumicati. In bocca è immensamente giovane, ma la sua grandezza si avverte ad ogni sorso, ricco e scatenante golosità e godimento con quel suo essere dolcemente agrumato e ricco di polpa, sempre bilanciato e rischiarato dalla luce e dalla croccantezza dell’acidità ben dosata, mai troppo affilata ma anche senza una sbavatura nella mollezza. Si protende nel palato con una tenerezza da ragazzo e la saggezza di un profondo conoscitore dell’animo umano. Siamo fortunati a goderci un altro bicchiere lasciandolo scaldare un poco: non una sbavatura, non un cedimento, non un ripensamento di grandezza. Un capolavoro 50% natura e 50% uomo che alza l’asticella per sempre. 100/100
Neal Adams definisce così un vino perfetto: un vino che non è solo complesso ma anche profondo, ti coinvolge non solo in una euforia sensoriale ma ti trasporta in un nirvana spirituale dove nessun’altra bevanda potrà portarti, un vino che sia in grado di ridefinire ogni nozione precedente sfidando la logica e rompendo le regole, ergendosi a riferimento per gli anni a venire. Una definizione che qui calza a pennello, niente sarà più lo stesso dopo #Cristal2008, la perfezione per il momento è davvero qui. Per una volta, sentiamoci tutti fortunati di poterne godere senza dover impazzire per procurarsene una bottiglia ed essere felici.
13 Commenti
Montosoli
circa 6 anni fa - LinkGrazie Andrea ! E questa la corrente annata in vendita adesso...?
RispondiAndrea Gori
circa 6 anni fa - Linksi, è appena uscita e già disponibile in enoteche fisiche e online, ma non fatene incetta, eh!
RispondiStefano
circa 6 anni fa - LinkE il rosé 2008 come sarà?
RispondiAndrea Gori
circa 6 anni fa - Linksarà spaziale...purtroppo anche nel prezzo
RispondiRadici
circa 6 anni fa - LinkSul Cristal Rosé 2008 Galloni ci è andato cauto.. solo 99+/100. (Mentre il Cristal gli deve aver fatto un po' schifo.. 97/100 mi pare...)
Rispondivinogosi
circa 6 anni fa - Link..."poi la componente fruttata fitta ....fragole, ribes rosso, lamponi " ... anch'io ho bevuto l'altro ieri Lavaux Saint Jacques 2012 di Pacalet (bello fresco) e mi rivedo esattamente nella descrizione ... PS: ... scherzo , Andrea . Cristal mi piace tanto "maturo" , ma mò mi attrezzo per pernderne qualche boccia (come faccio incetta di tutti gli Sciampi del 2008 ... annata niente male...)
RispondiAndrea Gori
circa 6 anni fa - Linkè una mia fissa ma le note "rosse" negli champagne si sentono eccome...mi piacciono da morire! Non come in un Borgogna ma giusto appena accennate...
RispondiAlessandro
circa 6 anni fa - LinkPremetto che,personalmente come metodi classici o sumanti vari,per me esiste solo schampagne,il resto solo vini a fermentazione naturale,detto ciò non facciamo diventare come al solito un grande schampagne,(che io non potrò mai permettermi di bere)una cosa ridicola,con sentori di,fragole,arancia chissa perché quella del gargano e poi gesso,talco,affumicato,croccante,rubinia(acacia) e ragazzo,ecco a chi mi racconta un vino in questi termini,"la rubinia gliela farei assaggiare leggermente sul groppone"
RispondiAndrea Gori
circa 6 anni fa - LinkAlessandro certi vini invitano più alla poesia di altri. L'arancio del Gargano ha profumi molto diversi da un tarocco e da un arancio sanguinella e mi piaceva sottolinearlo. Le descrizioni servono per sottolinearne la complessità , non devono piacere a tutti ma a chi spende 200 euro per una bottiglia di vino certe sfumature piace sottolinearle eccome.
RispondiVinogodi
circa 6 anni fa - Link... . effettivamente , per descrivere Clos du Mesnil , Clos D'Ambonnay , P3 Di Dom , Vieilles Vignes Francaises di Bollinger oppure il P2 Rosé che costano allegramente oltre il millino , dovremmo prendere spunto oppure fare dei copia incolla direttamente da Leopardi o Pascoli ... PS: ho provato a cercarlo , ma ancora i miei pusher personali (enoteche di fiducia) non hanno ancora ricevuto il CRistal 2008 ... che lo tengano infrattato?
RispondiAndrea Gori
circa 6 anni fa - Linka me è arrivato settimana scorsa ma in effetti confermo che c'è una corsa all'accaparramento... ti toccherà comprarlo da Morichetti alla fine!
RispondiMotown
circa 6 anni fa - LinkDomanda: biodinamico al 40%, ma ha senso? Se la biodinamica, come dicono, é una filosofia e non una tecnica, allora o la fai oppure no. Che senso ha applicarla parzialmente? Sarebbe come dire: sono vegano, ma solo al 40%. O sbaglio?
RispondiAndrea Gori
circa 6 anni fa - LinkLa fiducia nella biodinamica è totale ma in questo caso si intende al 40% perchè i vigneti di Roederer non sono tutti ancora convertiti in biodinamica. Tra i vigneti da cui Lecaillon sceglie le uve per Cristal bianco siamo per ora al 40% di conversione ma in pochi anni si arriverà al 100% come accade per il rosè. L'idea di JBL è convertirne il più possibile ma non credo che sarà mai possibile gestire in champagne 220 ettari tutti in biodinamica. Ma se qualcuno dovesse riuscirci sarebbero senz'altro loro.
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