Cos d’Estournel e quel tocco di Oriente lungo due secoli

Cos d’Estournel e quel tocco di Oriente lungo due secoli

di Andrea Gori

La figura di Louis Gaspard d’Estournel che nel 1838 investe nel mercato indiano puntando ai gusti degli ufficiali britannici di stanza nella più grande colonia inglese in terra d’Asia è una scuola di marketing che andrebbe studiata a fondo. Ma è solo una delle affascinanti storie che si raccontano ogni giorno a Cos d’Estournel, senza tema lo Chateau più spettacolare da visitare a Bordeaux.  Qui il vino diventa quasi una divinità induista con le sue palme, le pagode, i giardini, le sculture, i suoi elefanti e le sue torri così originali nel panorama continentale. Del Maharajah di Saint-Estèphe racconto le gesta sul numero (Luglio-Agosto) in edicola di Spirito DiVino ma la visita ha compreso tanti assaggi e sensazioni che la carta non è riuscita a contenere del tutto.

Grazie all’ospitalità di Michel Reybier, l’attuale proprietario imprenditore alberghiero, e la disponibilità ad aprire bottiglie di Dominique Arangoïts, direttore tecnico, siamo andati in profondità per assaggiare e cercare di svelare il mistero del fascino e della qualità ancora in crescita di questa tenuta, un vero mosaico di influenze e di sfumature (molto ben leggibili dal video infografico di Pierre Le Hong) che cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc e petit verdot sanno leggere e restituire con eleganza e fermezza nell’affascinante, opulento e voluttuoso grand vin ma anche nel vibrante setoso e seducente second vin Les Pagodes de Cos nato nel 1994. 

Gli assaggi si sono svolti nella più sontuosa e tecnica sala di degustazione in cui siamo mai stati accolti, perfettamente insonorizzata e isolata dal resto del mondo con un sistema di ricircolo dell’aria che permette ore di assaggio senza che si saturi la stanza. Il sistema di rifrazione acustica con materiali nanotecnologici ed elettronica ANR (active noise reduction) creano una atmosfera sospesa nel tempo  e nello spazio che mette ogni degustatore in grado di decifrare e lasciarsi sedurre dai vini in una sorta di bolla sensoriale, una esperienza straniante ma capace di ridefinire gli standard delle modalità di assaggio del resto di una carriera di degustatore.

Di scena la 2018,  annata che si preannuncia superba nata da grandi contrasti meteo con un inverno freddo e umido e una estate lunga calda e secca che partita con un ritardo di sviluppo a giugno è arrivata ad essere quasi precoce.

Goulée by COS d’Estournel 2018  
Generoso e quasi immediatamente godibile con , decisamente rotondo ricco, profondo di contrasti e piccantezza, caramella mou, eucalipto, senape e frutta di bosco, bocca arcigna ma anche piacevole con fichi zenzero e ampiezza salina. 88

Pagode de COS  2018
È  intenso, fragrante, piccante, sapido e lunghissimo, dalla scura piacevolezza, dotato di un tannino che piace e disseta. Finale di roiboos, vaniglia, mandorle e bacche di goji. 93

COS d’Estournel 2018
Tripudio elegante di pepe, cassis, menta e amarene, potenza e stile, scuro e carico, opulento ed esotico, ma di grazia e stile fermo e ricercato, una complessità di tannini stupendi e sontuosi, splendido e roccioso. 98+

Cos d’Estournel Grand Vin 2018
Fitto di biancospino, anice, melone bianco e finocchio, poi menta e bocca croccante con prospettiva notevole, un vino che unisce le sensazioni iodate del mare con la potenza del suolo di Cos. 92

Pagodes de Cos blanc 2018
Sapido, salino, floreale soffice ed erbe aromatiche. Finale vegetale e veloce, grazioso e fresco. 89

Goulée by COS d’Estournel 2014
Caramello, cola, crosticina d’arista, sottobosco di felci e humus, bocca con frutto pimpante e nitido, tracce di calore ma piacevole nonostante il vegetale che si avverte

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Pagode by COS 2014
Floreale di lavanda, pepe e senape, tabacco e rosa canina, tannino polveroso ma che traccia bene la via della piacevolezza immediata in bocca. 90

Cos d’Estournel 2014 blanc
Dorato, pesca, arancio di Ribera, senape e confettura di agrumi, polposo, saporitissimo e luminoso, energia e acidità, sale, gesso e canditi, vaniglia e finale splendido. 93

COS d’Estournel 2014
Solenne e arioso dai toni di sandalo, bergamotto, china e sedano, poi goji, dattero e tannino fine su corpo snello che appaga, struttura ìagile, lunghezza ancora poco definibile ma intrigante e seduttivo, molto femminile. 94

COS d’Estournel 2005
Rosso porpora vitale su cenni granata, ha piccantezza e note di prugna, olive e frutta sotto spirito, poi tabacco dominicano, ginepro, carrube, noci e miele, balsamico goudron e tartufo. Ha tocchi di Porto per via del merlot molto maturo dell’annata, un tannino gustoso ancora saporito con residuo enorme di energia e potenza, su traccia di calore che lo protende a lungo sul bordo del godimento. Rigido e dolce, struggente e passionale, enorme classe e solarità oscura. 97

COS d’Estournel 2003
Selvatico e umbratile sulle prime, poi si distende e ti accoglie in un gorgo di spezia orientale. Originale, balsamico di timo e ginepro poi ambra, mirra, cardamomo e datteri .Tannino passionale arrotondato che risente del calore dell’annata ma lotta con fierezza, affascinante affresco in toni seppia. 95

 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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