Clos Lanson, il giardino privato dello chardonnay a Reims

Clos Lanson, il giardino privato dello chardonnay a Reims

di Andrea Gori

Immaginatevi di essere proprietari di uno scrigno, con dentro alcuni tra i più favolosi vigneti-tesoro della Champagne. Meravigliosi ettari di grand cru in ogni zona cruciale della regione, una solida reputazione e mercati fedeli come quello inglese. Immaginatevi anche di essere comprati, depredati di questi tesori e vedervi portar via tutto nel giro di 175 giorni, fino a ritrovarvi con un grande marchio e poco altro.

Se nel 2006 foste stati nei panni di Philippe Baijot, co-presidente del Gruppo BCC insieme a Bruno Paillard, quando decise di acquistare Lanson da LVMH, la prima cosa che avreste fatto sarebbe stato proprio quella di guardare fuori dalla finestra e affondare lo sguardo nell’unico vigneto inalienabile della maison. Un clos risalente a centinaia di anni fa, che ha visto incoronare i re di Francia nella cattedrale di Reims e che da allora non ha mai smesso di dare frutti speciali. Un vigneto oggi costituito da due sezioni, di cui una piantata nel 1962 e una nel 1985, sempre e comunque a chardonnay, l’uva più preziosa di tutta la Champagne.

Come ogni clos, le condizioni di crescita e maturazione delle uve sono speciali: giace su una collinetta appena accennata, ha un microclima più caldo di 2-3 gradi rispetto a vigneti vicini poco fuori città, ed è costantemente tra i primi a maturare ed essere vendemmiato. Il suolo è formato da gesso molto profondo e spesso, del tipo in cui sono scavate le famose gallerie di stoccaggio per le bottiglie (e quelle di Lanson sono proprio qui sotto), e ha un drenaggio perfetto per l’acqua. Cresce qui uno chardonnay molto particolare, oggi addirittura condotto in biodinamica, che nel 2006 raggiunse una maturità mai vista prima. Fu deciso, visto anche la coincidenza con l’acquisizione della maison, di creare una cuvée dalla produzione limitatissima, anziché destinare quelle uve ai millesimati di casa (la Noble Cuvée, di cui abbiamo da poco assaggiato la splendida 2002 e il Gold Label, sul mercato con l’ottima 2006).

botti

Le cure dedicate a questo vino furono subito tantissime e si decise, pur mantenendo la classica vinificazione senza malolattica marchio di fabbrica per Lanson, di vinificarlo in legno. Una parte in botti di Borgogna Grand Cru e una parte in botti ottenute con il legno della foresta di Argonne. Quasi 10 anni sui lieviti e dosaggio non fisso ma sempre attorno ai 3 grammi per litro, un extra-brut ai limiti del pas dosé visto che la grande maturità delle uve non necessita di compensare l’acidità con lo zucchero. Produzione totale di 6-8000 bottiglie ogni anno, non di più.

In compagnia di Olivier de La Giraudière e dallo chef de cave Hervé Dantan abbiamo assaggiato in una piovosa serata milanese il Clos 2006, attualmente sul mercato a circa 250 € in enoteca, e con gli assaggi di altre annate abbiamo intravisto alcuni scorci di futuro, con i prossimi millesimi attualmente in affinamento: 2008, 2009 (il prossimo ad uscire) e 2014.

Clos Lanson 2014 (in anteprima) non dosato
Annata fresca e basse temperature: bizzoso e scattante ma rivela sorprendenti note di cipria, vaniglia, mughetto, biancospino e finocchietto, gesso e note iodate, tanta sapidità e roccia, agrumi lime e pompelmo. La bocca è contratta e nervosa, ma sotto la burrasca di freschezza fa intravedere bella materia e grande carattere. La lunghezza non manca, e riesce ad essere piacevole nonostante si dovrà aspettare almeno fino al 2020. 93-95

Clos Lanson 2009 non dosato
Annata da grandi contrasti in Champagne, ma calda e ideale per alcune tipologie come questo, già con naso intrigante e completo, dal floreale e fruttato di mirabelle e pesca gialla, rafano anice e finocchio. Bocca che scopre canditi e miele di agrumi, miele di tiglio, di nuovo vaniglia e pompelmo rosa. Finale carnoso sexy e deciso. 92-94

Clos Lanson 2008 non dosato
Annata grandissima affilata, fresca e con equilibrio particolare: nasce complesso, rifinito e opulento, con tanto frutto dolce, biancospino, rosa bulgara, menta timo e pepe rosa. Bollicina finissima e cremosa con equilibrio speciale e sottile tra lama d’acciaio e succo, finale lunghissimo dominato dagli agrumi, appena toccato da miele e da confetto e mandorle. 95-97

Clos Lanson 2006 (bottiglia numero 2013 di 7870) 3 gr/lt
Annata calda e generosa dagli esiti contrastanti, ma qui al suo meglio per opulenza e fascino: dorato e splendente, naso di confetto, mandorle e confettura di agrumi, arancio candito, zenzero e pepe bianco, ricco fin quasi ad essere sfacciato. Date le caratteristiche dell’annata è semplicemente perfetto nel ricrearla nel bicchiere, un vero giardino delle meraviglie che gioca a lungo con il palato titillando ogni papilla. 95

clos-lanson

[Immagini: Lanson.com]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

2 Commenti

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amedeo

circa 7 anni fa - Link

Andrea grazie, con te ho sempre soddisfazione, sto riempiendo un carnet con i riconoscimenti più mirabolanti e tu mi offri delle chicche inestimabili, tipo "rosa bulgara" e "mirabelle" Magnifico!

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Andrea Gori

circa 7 anni fa - Link

Grazie Amedeo, l'importante non sono tanto i profumi quanto che i vini ti piacciano!! alla prossima

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