Chianti | Torna di moda il Governo all’uso toscano: ne sentivate la mancanza?

di Andrea Gori

Il mondo del vino è parecchio strano: ci metti anni per svecchiare e migliorare le pratiche in cantine e poi zac!, arriva qualcuno che recupera tutto in nome della tradizione, dell’uso antico e, ciliegina sulla torta, degli onnipresenti nonni. Questa volta tocca a Melini (gruppo GIV), forse, l’unico nome in zona Chianti che può permettersi un’operazione del genere facendo vino più o meno dal 1700. Gli concediamo, dunque, il ritorno alla bottiglia a campana, simile al fiasco degli anni che furono, e la rispolverata del termine governo all’uso toscano che si studia anche nei testi dei sommelier AIS. Salvo poi dimenticarlo sotto la voce “ripasso come in Valpolicella”.
E allora vai con “la riscoperta di un affascinante metodo tradizionale, basato sulla lenta rifermentazione del vino appena svinato con uve appassite, parte in vigna e parte in fruttaio“, un metodo usato per arrotondare e rinfrescare vinelli di un sangiovese un poco anemico ma che oggi assume significati quasi opposti. Non ci sono più problemi ad avere un sangiovese corposo, ricco, coloratissimo, semmai ci sono a renderlo leggero, delicato, fresco e bevibile a secchi.

Oltre al Governo, Melini un’altra etichetta, il Chianti DOCG base al quale vengono aggiunti chicchi interi di uva al vino appena svinato “per conferire maggiore morbidezza ed esaltarne gli aromi varietali”. Il lancio di questi vini va di pari passo al lancio di un sito web molto sociale dove postare le proprie idee e le proprie immagini sul Chianti, operazione che ricorda da vicino qualcosa fatto a Vinitaly in video e l’applicazione Wine Emotions su Facebook, ovvero raccontare il vino non con parole ma con tutto il resto (musica, video, foto, ricordi, persone).

Tutto chiaro, no? Si vuole svecchiare l’immagine di questo vino e riproporlo ai giovani, visto che si tratta di prodotti disponibili solo nei supermercati e per di più con prezzo “premium”, che in GDO significa poco sotto i 5 euro per il Chianti e qualcosa meno di 8 per il Governo. Inutile dirlo, lo abbiamo assaggiato:

Melini Chianti DOCG Governo All’uso Toscano 2011
Scuro ma trasparente come te l’aspetti, naso di marasca e tabacco con note di lamponi in confettura e liquirizia. In bocca è fresco, compatto e decisamente strutturato. È ferroso, sapido e non manca un tannino misurato, vispo ma abbordabile. Il finale ha discreta persistenza tutta giocata sui toni della frutta, moderno e antico allo stesso tempo: manca giusto una sbavatura rustica naturale ma ha un suo stile radical-chic che puó far tendenza. p 84

Reinterpretare il classico e la tradizione con occhi e tecniche moderne è un mantra che ci sentiamo ripetere un po’ da tutti, dal produttore biodinamico all’industriale con il medesimo obiettivo: far riscoprire la piacevolezza del bere piuttosto che il suo lato glamour e di status symbol. Dal nostro punto di vista ci sembrano azioni complementari e meritorie entrambe se la qualità nel bicchiere rimane alta. La domanda semmai è un’altra, ovvero se operazioni del genere aumentano la curiosità nei confronti del vino come prodotto umano e agricolo o semplicemente lanciano nuove mode.

Ma a pensarci bene è un problema anche della biodinamica e naturalità dei vini in genere…

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

9 Commenti

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

Beh, Visto da un Romano, Melini npon "buca" proprio.... giusto in gdo o nei ristoranti dai prezzi mooooooooolto contenuti. Magari potrebbe essere più curiosa l'esperienza mai abbandonata di Castellare http://www.castellare.it/ita/governo.html in ogni modo credo di avere abbastanzaa chianti sul groppone per potermi sbilanciare quel tanto che basta ad affermare come la bevibilità non abbia bisogno in quelle terre di questi "ritorno al passato". Trovo in generale furbesco questo ritorno alle "buone cose di una volta".... non sarà che stanno fottendo i vini ....... (ormai non so più come chiamarli) con le loro armi?

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

L'esperienza di Castellare però si presenta come IGT e assomiglia più all'idea del Torgaio di Ruffino... Comunque ti ripeto, Melini non sta provando a proporlo ad enoteche o ristoranti ma solo GDO e lì potrebbe avere delle chances come vino da belle occasioni , considera che dovrebbe uscire sotto gli 8 euro

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

hai ragione Andrea, castellare è i.g.t. mi colpisce la tecnica comunicativa utilizzata, le parole prese in prestito a molti produttori: "Un racconto antico narrato con parole nuove. Melini firma il Chianti Governo all’Uso Toscano, nato dalla riscoperta di un affascinante metodo tradizionale......Una pratica ricca di storia e di territorio....un vino dal carattere autentico..." le parole chiave messe a inizio di ogni periodo periodo e un'azienda che credo da sola fatturi più di tutti i vini XZKYJWH messi assieme. Fossi al posto del gruppo dei suddetti comincerei a sentire uno strana percezione di vasellina. E aspetta che questo giochetto lo usano gli STRABIG poi ne riparliamo. Detto tutto ciò mi scappa un sorriso di semi ammirazione e una considerazione molto romanesca: "Mort..ci loro, anvedi che para..li!"

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

Tanti il governo toscano lo continuano a fare da sempre o a seconda dell'annata e non dimentichiamo che il governo è la malolattica e una freschezza di profumi persi da troppa muscolatura. In un articolo di Terre del Vino sembrava che il governo l'avesse inventato la Melini o qualcuno uscito da scenza della comunicazione. http://www.terredelvino.net/it/articolo/melini-torna-sul-mercato-il-chianti-governo-alluso-toscano

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

Melini: dal Governo tecnico alla tecnica del Governo. File under: neorusticismo

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Roberto

circa 12 anni fa - Link

Il mondo del vino è parecchio strano: ci metti anni per svecchiare e migliorare le pratiche in cantine e poi zac!, arriva qualcuno che recupera tutto in nome della tradizione, dell’uso antico e, ciliegina sulla torta, degli onnipresenti nonni. però quando l'ha fatto Gravner recuperando le anfore... apriti cielo che genio!

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

mai piaciuto Gravner e mai piaciuto davvero nessun vino che esca da un'anfora...mi sa hai sbagliato persona

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Roberto

circa 12 anni fa - Link

parlavo in generale

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Francesco

circa 10 anni fa - Link

Magari prima di (s)parlare bisognerebbe prima assaggiarlo... o siamo tutti nati imparati?

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