Chianti Classico Collection 2010 | Note di…colore
di Francesca CiancioAlla fine della rassegna Chianti Classico Collection 2010, un premio lo assegnerei al direttore della fotografia, o – detto alla carlona – tecnico delle luci. L’illuminazione della Stazione Leopolda di Firenze è magnifica. Siderale ma non fredda, perfetta per le degustazioni e per la couperose che affiora sulle guance di tutti dopo centinaia di assaggi. L’aria è un po’ mistica, da cattedrale del vino. E una certa atmosfera parca aleggiava ovunque, anche nelle parole del presidente del Consorzio, Marco Pallanti. Il produttore del Castello di Ama ha fatto l’impossibile per non pronunciare la parola crisi. “Deve essere un 2010 all’insegna della fiducia”, ha detto ad apertura dei lavori. L’iniezione di ottimismo inizia da qui: eliminare quelle cinque lettere dal vocabolario chiantigiano. Speriamo che serva.
Mesto anche il buffet. Eliminata la sportula innovativa di qualche anno addietro e anche il più classico dei lunch al tavolo del 2009, quest’anno si è optato per panini e sandwich, un po’ da festa liceale insomma. Andrebbe però fatto notare al catering che salmone e olio tartufato non sono il masssimo per nasi e palati da vino. Contravvenendo all’invito di Pallanti, i giornalisti del settore parlano eccome di crisi. Anche della propria, o meglio, della scure che sta falcidiando centinaia e centinaia di posti di lavoro nel mondo della comunicazione. E allora anche alla Leopolda hai la sensazione di uno scollamento tra il dentro e il fuori.
IN: chi scrive, chi fotografa, chi filma mentre le bottiglie fanno su e giù.
OUT: giornalisti a spasso e vino che non si vende.
Però c’è chi non si arrende. I media tradizionali sono in crisi? E allora divento un reporter web 2.0. Ecco Carlo Macchi, munito di videocamera ed etilometro, alle prese con i produttori di Chianti dopo la cena di gala. Parentesi da dissaporata: cena così così, sale a go go in tutti i piatti. I commensali sono tanti, quindi il rischio è calcolato in queste occasioni. Ma allora – è questa è una proposta – non sarebbe meglio tanti piccoli “sfizi” toscani da mangiare all’impiedi – lardo, finocchiona, trippa, lampredotto etc… ?
Nel video che segue, la responsabile Marketing e Comunicazione del Consorzio Vini Chianti Classico, Silvia Fiorentini, presenta le altre cartoline illustrate.
1 Commento
Andrea Pagliantini
circa 14 anni fa - LinkCrisi? Siamo col culo per terra e nessuno ha il coraggio di affermarlo?
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