Chi somministra alcol ai minori di 16 anni merita la galera

di Vittorio Manganelli

Premessa. Sono antiproibizionista e convengo con il rapporto della Commissione globale sulle politiche delle droghe, in cui si dice chiaramente che la lotta alla droga “è fallita”, con “conseguenze devastanti per la società e gli individui di tutto il mondo. (…) Le misure repressive dirette a produttori, trafficanti e consumatori di droga si sono dimostrate assolutamente negative”.

Il discorso cambia se è relativo ai consumatori che abbiano meno di 16 anni: visto che l’alcol (vino incluso) è assimilabile alla droga solo per qualche aspetto, credo che le misure repressive non abbiano senso per produttori e giovanissimi consumatori, mentre la galera ritengo sia ancora necessaria per i trafficanti e gli spacciatori, ossia per quei proprietari e dipendenti di bar, discoteche sotterranee o da spiaggia, birrerie, paninoteche, stand di fiere paesane, supermercati e negozi che continuano a servire alcol ai ragazzi. E la stessa galera dovrebbero avere tutti coloro che, a vario titolo, hanno il compito di far rispettare la legislazione vigente e fanno invece ogni sforzo per far finta di non vedere e non essere coinvolti in un compito che sarebbe per loro solo una seccatura, nel migliore dei casi.

Su La Stampa di Torino abbiamo letto a tutta pagina di un locale specializzato nello spaccio ai ragazzini di superalcolici a basso prezzo; ogni volta che passiamo al sabato sera davanti a una birreria vediamo giovanetti con i loro bravi boccali o con la bottiglietta in mano, nei bar gli intrugli a base di un qualche vino e coloranti vari, assieme a celeberrimi cocktail a base di rhum, sono spessissimo serviti a ragazze e ragazzi di quindici anni o giù di lì. E non c’è un sindaco, un magistrato, un vigile urbano, un carabiniere in borghese o in divisa, un messo comunale o un poliziotto che se ne accorga. Mai o quasi mai. Oppure può darsi che nessun membro di queste categorie veda quello che io osservo costantemente, nei bar della movida come nelle sagre dell’uva, in spiaggia come al lago.

Certo, il vino è solo una componente assolutamente minoritaria del disastro alcolico in cui sono sprofondati migliaia di ragazzi, ma non è un buon motivo per far finta di non vedere quello che succede davanti agli occhi di tutti. E non bisogna neanche generalizzare: a me stesso è successo di vedere (una sola volta in tutta la vita) un barista che si è rifiutato di dare un aperitivo alcolico a un tredicenne, come non escludo che qualcuno possa aver chiesto un documento per verificare l’età di un cliente che chiedeva il solito spritz, e puo’ addirittura darsi che qualche agente di pubblica sicurezza abbia richiamato all’ordine qualche spacciatore, però resto dell’idea che ognuno di noi dovrebbe, anche solo una volta al mese, prendere il telefonino e fare il 112, segnalando che si sta facendo del male a un ragazzo e che si sta contravvenendo all’art. 689 del codice penale, che vieta esplicitamente la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni (e anche su quest’età ci sarebbe molto da ridire).

Meglio una telefonata che la solita scrollata di spalle recriminando sulla fine dei valori e sul fallimento della famiglia e della scuola.

 

13 Commenti

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alessandro bocchetti

circa 12 anni fa - Link

se parliamo di vino... perchè qui di quello parliamo, vero? Il discorso si complica, noi con la barba bianca ricordiamo un mondo in cui il rapporto con il vino era familiare e casalingo, altro che droga. si passava dal battesimo laico, fatto dallo zio scapestrato, in fasce con una stilla di vino, ai brindisi delle feste con il vino cotto o le prime bollicine con i pantaloni corti e le ginocchia sbucciate, al goccio di acqua e vino ai pasti dopo aver visto Furia, sino al primo mezzo bicchiere con i primi peticelli... non mi sembra che questa sia droga e gli zii e parenti pusher "up to lexington" :D Siete sicuri che in quel rapporto con il vino non viaggiasse anche il suo linguaggio e un rapporto più sano e naturale? Gli adolescenti oggi il vino non lo pensano proprio, si massacrano direttamente di chupiti, purtroppo... ciao A

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Francesco

circa 12 anni fa - Link

Io non sono per niente d'accordo! adesso mi sembra eccessivo fare del proibizionismo esagerato per qualsiasi cosa sia leggermente fuori dalla norma. Mi spiego meglio: mi sembra eccessivo mandare in galera un barista o un ristoratore per aver dato una birra (e che sia chiaro UNA!) ad un ragazzino che vuole farsi una birretta. Una birra piccola non credo sia un'arma micidiale! Chi di noi non si è fatto una o più birrette o un bicchiere di vino l'estate al mare con gli amici, o un bombardino o un vin brulè in montagna con gli amichetti?!?!?! E' ovvio che poi i ragazzini potrebbero comprare birra o vino in locali diversi ed eccolo lì che si ubriacano, ma la legge sul tasso alcoolico per i minorenni dovrebbe essere corretta ad un livello minore rispetto a quello degli adulti. Questo vuol dire che si, bisogna evitare che i ragazzini (ma anche gli adulti) si ubriachino, ma non bisogna nemmeno arrivare agli eccessi, ricordatevi le vostre vacanze al mare alla loro età, o le vostre uscite la sera con gli amici, alle feste, ecc ecc. Io una birra con gli amici me la facevo, una sigaretta, un bicchiere di vino, poi (come tutto del resto) sta a noi capire che non dobbiamo eccedere. Si, è vero che stiamo parlando di ragazzini, ma bisogna educarli all'interno delle nostre mura in merito a ciò!

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Max Cochetti

circa 12 anni fa - Link

La prima volta che ho assaggiato vino penso sia stato con mio zio nella sua cantina a 6 anni. Un bicchiere in plastica pieno di schiuma di gutturnio. Con mia madre che ci ha beccato e ne ha detto di tutti i colori a mio zio :) Ma se ho un locale pubblico e vendo (ripeto VENDO) alcol(sotto qualsiasi forma) ad un minorenne sono un c..one e se non merito la galera almeno merito la chiusura del locale per un paio di giorni. Distinguiamo un rapporto educativo fatto da genitori/parenti, da un rapporto commerciale.

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Durthu

circa 12 anni fa - Link

Pienamente d'accordo. In Inghilterra, dove comunque i problemi con l'alcol non mancano, il controllo sulla vendita ai minori funziona piuttosto bene. Anche perche' se ti beccano a vendere alcol a un minore, ti tolgono la lincenza per la vendita di alcolici. Che se hai un pub, e' una bella botta. E le amministrazioni comunali hanno la possibilita' di "arruolare" dei minori per mandarli a testare gli esercizi commerciali con licenza. E lo fanno (provato personalmente). Il problema e' che poi i ragazzini trovano altri modi per procurarsi da bere: e qui purtroppo c'e' poco da controllare, e molto da educare.

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Francesco

circa 12 anni fa - Link

è vero, io da ragazzino in Inghilterra mi facevo comprare gli alcolici dal primo tizio che entrava in enoteca e gli pagavo una birra. il venditore era salvo e io facevo come con gli spacciatori di droga dietro il vicolo il passaggio di mano delle bottiglie! In inghilterra ci sono tante leggi proibizioniste su fumo ed alcol, ma tant'è che tutti i ragazzini inglesi appena possono si massacrano proprio con alcoolici e fumo (Dal principino Harry in giù nella scala gerarchica!!).

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Carlo Cleri

circa 12 anni fa - Link

Penso che la filosofia del VERO bevitore andrebbe insegnata nelle scuole. Nei programmi di tutte gli istituti superiori andrebbe inserito un piccolo corso di degustazione, mirante a far capire il senso e il piacere moderato di un vino o di un buona birra, così come ora si fa solo negli istituti alberghieri. Molti non saranno d'accordo ma personalmente penso che sarebbe il metodo più efficace aiutare i ragazzi ad avere un corretto rapporto con le bevande alcoliche, evitando gli eccessi sopra descritti.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Mi autodenuncio; ho dato alcol a un minore, mettermi in galera. E, dato che il minore è veramente piccolo (mio figlio), buttate pure via le chiavi perchè a Natale gli ho fatto bere un sorsino di moscato. Oppure buttate un articolo che non fa notare a sufficienza la differenza tra uso e abuso, tra vino e superalcolici, tra una educazione civilissima ad un uso millenario che fa parte della nostra civiltà e un comportamento criminale. Tra l'altro chi ha scritto si proclama antiproibizionista, ma non è molto consequenziale sulla eterogenesi dei fini e dimentica che la prima (ed unica dimostratamente funzionante) cura preventiva dell'alcolismo è una sana educazione all'uso del vino, che nella nostra cultura si è sempre iniziata nell'infanzia. Tantissimi italiani sono stati avvicinati ad un uso consapevole dalle fette di pane, zucchero e vino o dal dito bagnato di Asti toccato sulle labbra; volete criminalizzare questi gesti di affetto? In America e nel nord Europa i benintenzionati (San Giovese ci scampi dai portatori di virtù!) hanno demonizzato l'uso dell'alcol, e ora affogano negli alcolizzati mentre nel mio paesino sperduto dove si sommistrano fettone di pane e vino e a tavola ci sono le bottiglie di rosso di alcolizzati non ce n'é; quale modello preferisce lo scrittore dell'articolo? PS mia madre, mia nonna e non so quante generazioni di mie ave bevevano vino durante la gravidanza, senza esagerare bensintende, e che io sappia nessuno ne è mai uscito minorato. Ragazzi, Savonarola era un rompiballe mostruoso ma in confronto a questi politically correct di ora era un cioccolatino.

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Alessandro Bocchetti

circa 12 anni fa - Link

Mi autodenuncio... Anche io ho battezzato col vino i miei figli, prima mia nipote... Preparo la borsa? :D Cmq basta andare a campo dei fiori la sera per vedere gli adolescenti bere di tutto, tranne vino... Ragazzi cresciuti senza fiasco in tavola, magari con la coca cola... Ciao A

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Paolo

circa 12 anni fa - Link

Non credo si debba essere cosi' apocalittici. Il testo dell'articolo riguarda chiaramente la somministrazione, l'attivita' commerciale. In casa tutti noi abbiamo ricevuto l'assaggio, ci hanno insegnato bene o male i sapori del vino, siamo venuti su con i gusti dell'infanzia bene o male assortiti, ma e' un'altra cosa. Che nell'attivita' commerciale vi sia un limite di eta' per la vendita di alcolici, di qualunque tipo, non mi sembra cosi' strampalato. La casa e' giustamente il luogo dell'educazione, dove si suppone che l'equilibrio e la misura dei genitori/nonni sia orientato _anche_ a insegnare la differenza tra il giusto e l'eccessivo, il buono e il troppo. Altra cosa rispetto alla vendita a banco

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

L'articolo parla di feste e locali pubblici e non di famiglie, ma il punto non cambia di granché. Pretendere che un volontario della festa del tortello vada in galera perché ha servito un bicchiere di rosso a un minorenne mi sembra comunque un abominio. O no?

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Se un/a sedicenne se ne va in giro la seta o la notte a sbronzarsi o a farsi di qualsiasi cosa, la denuncia dovrebbe riferirsi ai genitori che non se ne preoccupano. Il gestore di attività commerciali ha delle responsabilità diverse, e per me è sacrosanto che venga punito per aver fatto finta di nulla. Ma sono i genitori a meritarsi almeno un predicozzo, per quello che vale. Sono sostanzialmente d'accordo con gli over forty e anche fifty che hanno commentato prima di me. Ai nostri tempi era tutt'altra roba. Adesso è già difficile mangiare almeno una volta al giorno tutti insieme, figurarsi educare i figli ad una sana alimentazione, in cui il vino compare in dosi moderate. Quando si inzeppano i ragazzi di merendine e bevande al té naturali come un seno al silicone è inutile poi meravigliarsi che considerino l'alcol una trasgressione e ci si buttino a pesce appena possibile.

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Angelo

circa 10 anni fa - Link

Trovo allucinante questo articolo, galera a chi somministra vino ai minorenni? Sarei d'accordo se uno lo fa sapendo che quello difronte è minorenni, ma vi invito tutti a mettervi nei panni di chi sta dalla parte dal bancone, non sempre è facile riconoscere il 15 enne dal 17enne. Molto spesso sono gli stessi ragazzi che cercano di mettere in difficoltà l'esercente sfruttando la stanchezza dopo una dura giornata di lavoro e quindi con meno riflessi pronti sull'argomento, siamo tutti umani in questo mondo. Credo che bisognerebbe usare toni diversi e valutare caso per caso, trovo stupido e banale parlare di galera, secondo me dovrebbe andare in galera chi ha scritto questo articolo. Saluti

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simone

circa 7 anni fa - Link

Ma siamo impazziti?????? In prigione chi vende alcool ai minori di anni 16???? Gia il fatto per me l'eta la dovrebbero abbassare ai 14 anni, e bisognerebbe insegnare ai giovani che l'alcol non è fatto per ubriacarsi ma per degustarselo, così come per il sigaro

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