Champagne a confronto a EinProsit Grado 2018 – Parte 2, Blanc de Noirs

Champagne a confronto a EinProsit Grado 2018 – Parte 2, Blanc de Noirs

di Andrea Gori

Il pinot nero è da sempre anima, cuore e sostanza delle cuvée in Champagne, una regione storicamente rossa dove lo chardonnay è una divagazione recente in termini di poche decine di anni, se pensiamo alla storicità delle uve nere coltivate qui da millenni. Oggi il clima più caldo e le modalità di lavoro hanno portato molti produttori RM e non solo a indirizzarsi verso la tipologia Blanc de Noirs da noi ancora poca conosciuta, ma oggetto di un vero e proprio boom di etichette. Trovare eleganza e finezza insieme a sostanza e struttura, questa la sfida dei produttori che abbiamo coinvolto, produttori provenienti dalle zone classiche come la Montagne De Reims e dal grand cru de la Cotes des Bar ovvero Les Riceys, un village che ha dimostrato di meritare un posto speciale nel cuore degli appassionati. Ecco i vini assaggiati durante l’ultima edizione di EinProsit Grado, la versione estiva del celebre festival enogastronomico nato a Tarvisio.

Gustave Goussard, Cotes des Bar, Les Riceys – Purnoir
Una maison familiare condotta da Didier Goussard, enologo, e sua moglie Marie-Helene a Les Riceys, che portano avanti l’attività nella vigna di nonno Gustave e del padre Deny. Soci fin dall’inizio dell’Associazione TERRA VITIS Vignoble Champenoise, sempre attenti alla sostenibilità della loro produzione con vigneti raccolti vicini al fiume Laignes nella Cotes de Bar, la zona dove più di ogni altro è possibile sperimentare in Champagne. Questo vino nasce da solo uve di pinot nero con un sapiente assemblaggio che unisce i millesimi 2015, 2014 e 2013 senza dosaggio. Si presenta vinoso e fruttato, con un bel colore dorato che sfiora appena il rosa – velo di cipolla, e regala subito note di frutta gialla come la pesca della vigna e mirabelle, ma anche delicate di frutta di sottobosco, more e mirtilli, poi completati da una bella biscottosità e torrefazione. Bocca ampia ma sottile, con una bella composizione e alternanza di note corpose, fruttate, spaziatura piccante e pepata tra curry e ginger e un finale gastronomico, intrigante, che la bella acidità senza dosaggio rende ancora più accattivante.

Alain Reaut, Cotes des Bar, Courteron – Tradition
Siamo nella “famosa” Courteron, uno dei villaggi pionieri per tutta la Champagne per la biodinamica. È qui che Alain Reaut, figlio di viticoltori, intraprende la sua carriera di vigneron nel 1978, coltivando 11 ettari di vigneti a prevalenza pinot noir. Già nel 1992 Alain, ispirandosi all’esperienza dei vicini Flery, inizia la conversione all’agricoltura biodinamica. Tutti i suoi vini oggi sono certificati ECOCERT e DEMETER, ma non c’è bisogno di molti certificati per apprezzare la qualità e la cura dei suoi vini come dimostra questo “Tradition”: ottenuto da sole uve pinot noir, da due millesimi, dopo 20 mesi sui lieviti e dosato attorno agli 8 gr/lt. Un vino profondo ed espressivo già dal bel colore giallo carico, e riflessi rosati che aprono su note floreali di rosa inglese corredate da albicocca, mandarino, pompelmo rosa, melograno e mela rossa. Belle le sensazioni biscottate di crostata. Bocca con energia, sostanza e complessità, e un bellissimo e godereccio equilibrio complessivo su un finale di cacao, torrefazione e spezie che arricchiscono il frutto e ne allungano benissimo il finale: chiude delicato ma profondo con una nota di liquirizia appena amaricante che non disturba, anzi rilancia il quadro e la piacevolezza complessiva.

Guy de Forez, Cotes des Bar, Les Riceys – Le pinot noir
Un bravo vigneron della Aube, Francis, che insieme alla moglie Sylvie ha la fortuna di giocare nel migliore campo della zona: Les Riceys, un vero grand cru in pectore per il pinot nero. Dal 1990 attento alla sostenibilità e sempre impegnato nel produrre vini rispettosi dell’ambiente e del territorio. Questo “le pinot noir” gioca a scompaginare quello che pensiamo di questa tipologia, una cuvée 100% pinot noir da vecchie vigne che unisce i ricchi e caldi millesimi 2010 e 2009 senza l’apporto della malolattica, e senza dosaggio: risulta in un vino molto particolare, estremo e forte, non adatto a tutti. Se il naso ha dolcezze di rosa, tè, melograno e pasticceria corredati da pompelmo rosa e agrumi dolci, in bocca è spiazzante con note di liquirizia, oliva, bergamotto, acciuga quasi, per via della sapidità e acidità, con palato che trova pochi appigli ma che piacerà senz’altro agli amanti della durezza nello Champagne. Un vino che mette in luce come anche nella Aube si possano ottenere prodotti affilati ed energici, che hanno una loro bella presenza a tavola e in molte situazioni di abbinamento dove le durezze possano essere mitigate dal piatto.

Fresnet-Juillet, Montagne de Reims, Verzy – Cuvée Vincent
Siamo a Verzy, con Vincent Fresnet che prosegue l’opera intrapresa dal nonno che, dopo la seconda guerra mondiale, comincia a lavorare in proprio un parte delle magnifiche uve grand cru a disposizione dal village di Verzy e quella da Bisseul (piantate a chardonnay), più altre uve oggi acquistate con cura sulla Montagne de Reims. Questa Cuvée Vincent è un 100% pinot nero che mette davvero in evidenza le qualità di un maestro del vitigno (di cui sono già celebri e molto apprezzati i suoi rosati), ma anche la capacità straordinaria di Verzy di produrre Champagne vinosi, ricchi ma sempre elegantissimi. Questa cuvée è un millesimato non dichiarato 2010, con azzeccato dosaggio di 8 g/lt, e già al primo naso e al primo sguardo nel bicchiere è sontuoso e magnifico, restituendo aromi di frutta di bosco, more, fragole e mirtilli, con zenzero e note piccanti piacevoli e quasi balsamiche. Una bella energia e ricchezza che caratterizzano anche l’assaggio, che occupa manu militari il palato con irruenza, sempre smorzata da freschezza impressionante e note saline intriganti che alleggeriscono il bel carico di frutto. Vino gourmand ma anche un perfetto esempio di quanto ci si può spingere sulla vinosità oggi in Champagne, senza perdere di vista freschezza ed eleganza.

Guy de Forez, Cotes des Bar, Les Riceys – Millésime 2012
Sulla maison abbiamo già scritto sopra: Francis oggi ha raggiunto una vera maestria nel gestire le sue cuvée e quando arriva il grande millesimo è raro che sbagli, come dimostra questo 100% pinot nero senza malolattica e con un bel dosaggio 9 g/l che ne costruisce bene l’equilibrio. Colore quasi da rosato provenzale, confetto e vaniglia, mandorla, floreale mediterraneo, lavanda quasi dolce ma mai stucchevole. Note di ciliegia, amarena, mirto, alloro, fragole mature, balsamico, frutta rossa, agrumato, zenzero, peperoncino, bellissimo davvero: seducente nella sua dolcezza lieve. Complessità grande e sfaccettata che si conferma in bocca, dove è un grande vino e non solo grande Champagne. Mantiene tutta la bellezza del naso con bella forza, acidità, angoli presenti ma smussati e bella profondità che fa intravedere la sua grandezza, che ha bisogno di alcuni anni ancora per essere al top, ma già oggi mostra materia bellissima e potenzialità da grandissimo.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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