I vini bianchi di Campania Stories 2019 (un parziale report)
di Antonio TomacelliIl mare a picco, i gabbiani sfrontati e i limoni appesi sul nulla. L’azzurro e il bianco, il giallo e il bianco, la paura di cadere e la voglia di volare su quel sogno che chiamano Costiera. Ci sono tornato per la rassegna enologica Campania Stories 2019 e questo è il primo dei parziali report, dettati dal caso, dalla fortuna e da quel poco che so di fiano, greco e falanghina.
Frenesia, Rossovermiglio – Falanghina del Sannio Spumante
Festoso, floreale e semplice come un prato a primavera. Se non siete tagliati per i prati primaverili va bene lo stesso. Finale succoso. 83
Ripa Bassa, Villa Raiano – VSQ
Il naso è timido, contratto, ma la bolla è puntuta e rinfrescante, molto gastronomica. 85
Pietrafumante, Casa Setaro – Caprettone Spumante Metodo Classico
Alla quarta ho smesso di contare le varietà di agrumi della costiera che mi tornavano al naso e poi in bocca. Ho già detto agrumato? 84
Coda di Volpe, Fattoria La Rivolta – Sannio Igt Coda di Volpe 2018
Troppo giovane per esprimere profumi complessi ma abbastanza per dimostrare classe e potenza al palato. Agrumi e frutta bianca, sul finale anche nettarina pulita. Lungo, largo e sostanzioso. 90
Core Bianco, Montevetrano – Igt Campania 2017
Origano, rosmarino e poi erba falciata e menta. Molto mediterraneo in bocca, fine e rigoroso. 89
Grecomusc’, Contrade di Taurasi – Igt Campania 2016
Un filo deludente ma lo si avverte contratto, chiuso e quasi acerbo. Da risentire, forse.
Munazei Bianco, Casa Setaro – Dop Lacryma Christi del Vesuvio 2018
Note balsamiche di resina, ramo spezzato, mallo di noce fresco, poi mandorle e una bocca che gira sui toni del pompelmo, cedro, susina e poi di nuovo resina. Una favola. 90
Territorio de’ Matroni, Cantina Matrone – Dop Lacryma Christi del Vesuvio 2016
Al naso muto e sordo fa da contraltare una bocca tropicale di ananas e mango spruzzati di lime che parla, eccome se parla! 85 e che il tempo ci aiuti a migliorare i profumi.
Fiorduva, Marisa Cuomo – Doc Costa d’Amalfi Furore Bianco 2017
La pallida ombra della 2016: annata infelice? Molto meglio il Furore Bianco assaggiato altrove qualche giorno prima. 83
Vigna Caracci, Villa Matilde – DOP Falerno del Massico bianco 2015
Floreale di ginestra poi resinoso e balsamico. Il bicchiere gira come una giostra colorata aumentando il piacere. Frutto maturo giallo e godurioso. 88
Falanghina del Sannio 2018, Mustilli
Se esistesse un “primo giorno di scuola della falanghina”, in cattedra ci metterebbero Mustilli e questa bottiglia. Rosmarino, balsamico di timo e mentuccia, poi un po’ di frutta e tanta materia. Vino didattico, da insegnare a scuola. 91
Vigna Segreta, Mustilli – Dop Falanghina del Sannio 2017
Cesto profumato di frutta bianca e susine, nettarina e pera. Scorre via che è un piacere e si fa ricordare a lungo. 88
Falanghina, Agnanum – Dop Campi Flegrei 2017
Limoni, cedro e pompelmo più tutto l’erbario e la mineralità dei campi flegrei, ma una falanghina Agnanum del 2017 è qualcosa che sta tra l’asilo nido e i Pokemon: troppo giovane davvero. Meglio tornare fra una decina d’anni ma se proprio non riuscite a resistere, peggio per voi, berrete “solo” un vino buonissimo. 90
Colle Imperatrice, Astroni – Falanghina Dop Campi Flegrei 2017
Il cratere degli Astroni in bicchiere: rosmarino, timo, foglie di limone e poi quella nota di tufo e zolfo che si attacca al cervello e non molla. In bocca è pieno, sapido e saporito, da manuale. 89
Vigna Astroni, Astroni – Dop Campi Flegrei 2016
Come sopra ma ancora più asciutta, agrumata e fresca: sontuosamente falanghina. 92
Kratos, Luigi Maffini – Dop Cilento Fiano 2017
Il mango acerbo, lo iodio del mare, un cesto di arance e limoni. Sembra la ricetta del piacere, vero? 90
Valmezzana, Albamarina – Dop Cilento Fiano
Naso incipriato e floreale bianco, un filo appena di ossidazione e bocca di frutta gialla matura. Gastronomico. 88
Polveri della Scarrupata, Nanni Copè – Fiano Igp Terre del Volturno Bianco
Si distingue subito il gesso, poi i fiori bianchi e quelli di pesco, la susina dolce. La bocca è piena, gustosa, dal frutto giallo saporito di ananas e e percoca. Più che un vino è un bacio in bocca. 92
Fiano di Avellino Dop 2018, Villa Raiano
Profuma di confetti mandorlati, di cipria e fiori di biancospino. In bocca è saporito, fresco di frutta tropicale e cedro candito. Ha un equilibrio e un’eleganza pazzeschi. Ho svuotato il bicchiere mugolando di piacere. 95
Fiano di Avellino Dop 2018, Colli di Lapio
Sa di pesca e limone, ha profumi tropicali di mango, ananas e papaya. Un fiano potente, massiccio e largo che chiama cibo di mare. Il dramma è che in degustazione hai solo “sostitutivi del pane”. 90
Gaudium, I Capitani – Fiano di Avellino Dop 2018
Strano naso ossidativo, sa di foglie di tabacco fresche e toni vegetali. In bocca si percepisce il frutto anche se torna, un po’ invadente, il tabacco. 84
Montelapio, Tenute di Pietrafusa – Fiano di Avellino Dop 2018
Erbe aromatiche, timo limonato e rosmarino. In bocca è agrumato, semplice. 83
Fiano di Avellino Dop 2017, Pietracupa
La percoca nel vino senza neanche metterci la percoca e poi ginestra e tutto il bendidio che un fiano può dare. Vino erotico, occhio alle endorfine: potrebbero sfuggirvi di mano. 92
Vigna Rotole, Di Prisco – Dop Irpinia Fiano 2017
Austero e silenzioso, non dà confidenza e il primo approccio, con l’olfatto, sa di boiserie e ossidato leggero. In bocca è meno ostile, ha frutto ed eleganza, vuole cibo. Gastronomico. 88
Ape, Petilia – Dop Fiano di Avellino 2016
Il naso ti rituffa nella torta paradiso, quella fatta col lievito pan degli angeli, dolce e fine di pasticceria. Bocca tropicale, spadroneggia il mango ma è bello assai ed è piacevole da roteare nel bicchiere per sentirlo vivere. Sa di cose buone e amate. 91
Alimata, Villa Raiano – Dop Fiano di Avellino 2016
Gesso e iodio, minerale e agrumato di limoni e cedro. Ha una spinta pazzesca, sbraccia e si fa largo nel cervello e alla fine l’unica cosa che vuoi è un abbinamento a due acciughe fritte e un calamaro. Indomito. 90
Contrada Sant’Aniello, Vigne Guadagno – Dop Fiano di Avellino 2015
Classico fiano conscio dei suoi superpoteri. Vola sulle note agrumate, vira sulle erbe aromatiche e atterra su un campo di erba bagnata. Ha potenza e misura. 89
Dop Greco di Tufo 2018, Villa Raiano
Pesca e mandorla, confetti e bouquet di fiori gialli che se chiudi gli occhi sei accanto alla sposa! Nel bicchiere c’è una passeggiata in limonaia masticando cedro candito e strusciando fronn’e’limon’. Non è di questo mondo (vinicolo). 95
Dop Greco di Tufo 2018, Antica Hirpinia
Tanta mandorla e albicocca secca con tutto il nocciolo, meno floreale del campione precedente ma di un nulla. In bocca ha frutto, potenza e acidità e, per ricordarci che stiamo peccando, è lungo come una quaresima. Ma molto più piacevole. 92
Vigna Cutizzi, Feudi di San Gregorio Dop Greco di Tufo 2018
Al naso è promettente, ha cenni di floreale e pesca piacevoli. Peccato che al palato sia un po’ seduto e senza freschezza. 81
Serum, I Capitani – Dop Greco di Tufo 2018
Sa di babà e rhum, pasticceria napoletana ricca e assortita tra cui si distingue l’alchermes della zuppa inglese. Bocca che è una spremuta di cassata siciliana tra mandorle e scorze di arancio candite. Manca giusto lo zucchero, ma quello è un bonus, non un difetto. 90
Alexandros, Colli di Lapio – Dop Greco di Tufo 2018
Ha carattere da centurione e potenza da legionario. Eppure è anche affilato e minerale come nessuno. L’acidità è una scossa al cervello difficile da dimenticare. Gladiatore. 91
Vigna Cicogna, Benito Ferrara – Dop Greco di Tufo 2017
Ancora mandorle e albicocche secche ma con quella punta di iodio e sale che spiazza. Sa di ginestre e primavera che non vuol lasciare il passo all’estate e si allunga fino all’inizio del mare e dei primi tuffi. Meraviglioso. 96
Terrantica, I Favati – Dop Greco di Tufo 2017
Cipria e borotalco, agrumi canditi e cassata sicula, caldo e rassicurante come un muro di tufo giallo che si inerpica sul cielo del sud. 90
Dop Greco di Tufo 2017, Vigne Guadagno
Albicocca secca, dolce al naso, poi mandorla e qualche ciuffo di erba aromatica a rendere elegante un profilo intagliato nella pietra. Al palato ha grazia, pompelmo e zagare appena sfiorite. Da bere in silenzio. 91
Miniere, Cantine dell’Angelo – Dop Greco di Tufo 2017
La miniera dell’Angelo è un posto pieno di luce e fiori di primavera, profonda e profumata di scorze d’arancio e mandarino. In bocca è dolce ma solo per un attimo, quanto basta per ringraziare gli dei per un vino così. 91
4 Commenti
Opus One
circa 5 anni fa - LinkUn disclaimer che attesti l'assenza di conflitto di interessi dell'autore con , tipo, Villa Raiano lo mettiamo...? ;-D Grazie della panoramica, molto interessante.
RispondiAntonio Tomacelli
circa 5 anni fa - LinkSe li conoscessi lo farei molto volentieri :)
Rispondimariazzo
circa 5 anni fa - Linkwow vedo che Villa Raiano spacca sempre di più. Ho scoperto per caso questa cantina, che si trova a pochi chilometri dal paese dei miei suoceri e senza sapere dei vari premi vinti, sono andato alla cieca. Ho trovato formidabili i fiano alimata e 22. Ma anche il campi taurasini è fenomenale: da ignorante lo paragonerei ad un rosso di montalcino come il taurasi sta al brunello. Tutte le volte che vada giù passo a fare incetta di bottiglie :D
RispondiFranco
circa 5 anni fa - LinkOttima cantina. Ottimi fiano e spettacolo anche il greco. Questi sono bianchi italiani significativi...
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