Bye Bye 2020: 14 giovani sommelier ti dimenticano con questi vini

Bye Bye 2020: 14 giovani sommelier ti dimenticano con questi vini

di Redazione

Bello, vero, questo 2020? Mai come quest’anno la locuzione “bere per dimenticare” si sta rivelando più che necessaria e quando il gioco si fa duro i duri entrano in gioco! Eccovi i consigli di 14 giovani sommelier dalla bottiglia facile e “scaldacuore”. Di quelle che dimentichi i brutti momenti e ti prepari a un 2021 radioso e vaccinato. Auguri a tutti!

Marko Fon Malvazija Selezione 80 (2018) Carso Sloveno Forget everything. Powerful abstract of fruits, wide range of emotions, blowing minerals. Such a wide range of emotions goes through memories in the back, i think just about Marko and his wine! Alen Audic, Ristorante Hiša Franko – Kobarid, Slovenia

Il vino che scelgo per dimenticare il 2020 è il Lessona 2014 di Proprietà Sperino un grande vino del nostro territorio. Un nebbiolo di grande qualità e di sopraffina eleganza che nasce da un terreno di origine marina sabbioso arricchito da sedimenti di antichi ghiacciai. Profumi di viola e geranio, petalo di rosa, ribes, ginepro, pepe e anice ed un ricordo di tabacco. Un vino che ad ogni sorso regala nuove note. Un vino che, se non avete mai bevuto, nel 2021 vi regalerà un sorso del nostro Piemonte. Elisa Bellavia, Costardi Bros. – Vercelli

Non consiglierò un vino confortevole ma anzi, un vino che quando lo si beve non ti fa pensare nient’altro che a quello che stai bevendo! Che ti fa passare i 15 minuti più belli del 2021 e che va rigorosamente bevuto in 2! Te e la bottiglia.. il vino di cui sto parlando è lo Chardonnay di Pierre Overnoy azienda che dal 2001 è in mano ad Emmanuel Houillon. Penso che sia proprio quello di cui avremmo bisogno per iniziare un nuovo anno con la speranza che possa essere migliore di quello che stiamo vivendo. Matteo Bressan, la Peca – Longo (Vi)

Nell’anno della CO2 dentro la mascherina, siamo fedeli alla linea e scegliamo anche di berla nella sua versione migliore. E allora Clos D’Ambonnay 2002 di Krug è la bottiglia giusta per non dimenticare completamente questo 2020. Ultimo Champagne nato in casa Krug e alla quinta uscita con la vendemmia 2002, Clos D’Ambonnay è l’espressione di una piccola vigna custodita da un muretto in pietra di Pinot Noir nel cuore del villaggio di Ambonnay. Dopo dodici lunghi anni di lenta rifermentazione nelle profonde cantine di Krug, nel calice brilla di un colore oro antico e regala un bouquet di profumi seducenti: agrumi canditi, note di spezie pungenti, tocchi fumé sapientemente spalmati su una fetta di pan brioche tostata. La bocca è tanto cremosa quanto sottile, con tocchi di sale che regalano vibrazioni al palato. Il ricordo gusto-olfattivo è interminabile al contrario della bottiglia che è già vuota. Alfredo Buonanno, Kresios – Telese (Bn)

Il mio suggerimento sul vino da bere a capodanno e quello di bere un vino del proprio territorio , con una storia dietro , che ci ricordi una persona o un ricordo piacevole. Io penso berrò un dolcetto di Domenico Clerico, il dolcetto spesso viene dimenticato ma rimane a mio avviso un vino di grande piacevolezza e beva che nella sua semplicità riesce sempre a farmi stare bene. Quanto al produttore, Domenico è uno delle grandi persone del mondo del vino che ricordo sempre com stima e che porterò sempre nel cuore. Cin cin. Giampiero Cordero, Ristorante Il Centro – Priocca (Cn)

Sono da sempre un grande estimatore di vini bianchi, sfegatato sostenitore della mia terra ed appassionato promotore dell’artigianato del vino, quello più autentico e tradizionale. Tra i tanti amici produttori e vini che mi hanno emozionato nel 2020, un vino su tutti mi ha riempito il cuore di gioia e di orgoglio, dimostrando che anche in Puglia è possibile vivere grandi ed inaspettate esperienze “in bianco”. “Un mese e mezzo” è frutto della mente e delle braccia dei coniugi Gaetano Morella e Lisa Gilbee from Manduria. Due il cui profilo è da sempre stato bassissimo ma le cui prestazioni altissime, senza mai sottrarsi alle sperimentazioni più spinte. Una vigna i cui alberelli sono tanto vecchi e tradizionali da non poterli nè tracciare con sicurezza nè tantomeno menzionarli in etichetta, e permettetemi: se il vino è buono, chissenefrega degli uvaggi e delle percentuali (Champagne docet). Un solo cru famigliare. Pressatura con torchio tradizionale a leva, macerazione sulle bucce per 45 giorni (un mese e mezzo) e fermentazione in cemento, alla “maniera antica”, nessun altro segreto. Da qui nasce la mia emozione nel riscoprire nel calice così tanta autenticità, genuinità, intensità nei profumi, morbidezza ed avvolgenza, freschezza che fà ben sperare in un futuro ancora migliore ma soprattutto tanta tanta “sostanza”, ….il migliore auspicio, insomma, per un nuovo anno che finalmente sta per cominciare, da condividere (senza ansie) con le persone che più amiamo! Brindo a voi. Giuseppe Cupertino, Borgo Egnazia – Savelletri (Br)

Un vino che mi faccia dimenticare il 2020? ZeroTre di Luca Palmieri, promotore di un modo contadino di intendere la viticoltura. Malvasia bianca in purezza realizzata con il supporto di Francesco Mazzone. Espressione genuina ed alternativa, affinamento sulle fecce fini, nessuna filtrazione, sincerità olfattiva e schiettezza al palato. ZeroTre indica il mese di nascita del suo primo genito (Alessandro) e la stima e l’affetto che lega me e Luca sono reali. Famiglia ed amicizia saranno quei moventi che torneranno a far riscaldare il cuore. Prosit. Saverio Di Gennaro, Quintessenza Ristorante – Trani (Bat)

Mi è piaciuto molto “Il Ritrovo” nell’annata 2009, vino prodotto dall’azienda agricola biologica “La Casa di Bricciano”. L’aspetto visivo è bellissimo,un rosso di un colore davvero profondo e impenetrabile. Al naso è un esplosione di frutti rossi molto maturi e bellissima spaziatura dolce. In bocca lo considero personalmente un piccolo capolavoro di complessità eleganza e facilità di beva, seguite nonostante tutto da un grado alcolico molto moderato. Io mi diverto molto a farlo partire a temperature di servizio come quello di un pinot nero servito d’estate, per apprezzarne l’evoluzione al tavolo! Stefano Dreoni, Le Tre Virtù – Località Lucigliano (Fi)

Champagne, senza alcun dubbio. Che sia per un momento speciale o in un giorno normale, goduto tra amici, con le persone più care o in beata solitudine…. lo champagne è il comfort-wine per eccellenza! Che possa essere il vino da bere nel 2020 e nel 2021, che possa essere il vino da bere sempre! Questo maledetto 2020 non va dimenticato, lo ricorderemo quando tutto sarà finito e ne celebreremo l’addio: io lo farò con L’Initial di Anselme Selosse. Per un nuovo inizio, che arrivi presto e che sia emozionante, libero, luminoso: come un grande champagne! Emanuele Izzo, Piazzetta Milù – Castellammare di Stabia (Na)

In questo strano 2020, ho avuto modo di godermi a pieno le bottiglie che ho stappato, i ritmi sono stati totalmente diversi dal solito e, per rimanere in linea anche con la sobrietà del momento, mi vengono in mente i caratteri Langaroli, persone di attesa e pacatezza, di riflessione, di lavoro, di sacrificio, che fanno parlare il vino. Uno tra questi è proprio il Nebbiolo di Giuseppe Cortese, che con quest’uva, dal Langhe al Rabajà, è sempre un bel raggio di sole da accogliere in casa, da tenersi con sé e lasciarsi scaldare, a partire dalla lucentezza per arrivare al suo puro ed elegante carattere che esprime al naso e al gusto. Walter Meccia, Four Seasons – Firenze

Un vino che mi riporta ad un momento di convivialità e spensieratezza è legato a un incontro, quello con Silvana e Cora. Siamo a Prepotto, dove in quattro amici bussiamo alla loro porta e veniamo subito riscaldati dal loro sorriso … si entra nella loro intimità e si respira aria di casa e pura accoglienza. Il ricordo è quello della condivisione e dell’amicizia davanti a un bicchiere di Sacrisassi Rosso de Le Due Terre!!. Sorso intenso, rustico ma elegante, dal colore brillante e dal forte carattere identificativo con il territorio. Lego quel ricordo a questo periodo di limitazioni, con l’augurio di tornare ad abbracciare chi vogliamo. Manuele Menghini, Lido 84 – Gardone Riviera (Bs)

Quando sono triste o pensieroso, quando mi sento un po’ giù e demotivato, cerco le cure di un abbraccio, sincero, lungo, profondo, per tornare a sorridere e vedere il mondo, di nuovo bello, con occhi felici. Un nuovo anno lo costruirei partendo da qui, da abbraccio. Lo farei con un bicchiere, o meglio due, di Verdugo 2015. Un merlot in purezza proveniente da una vigna piantata dalla famiglia Masiero, a Trissino, in provincia di Vicenza. La famiglia Masiero, guidata solo in apparenza da papà Franco, è una delle cantine piú progressive che abbia visitato. Da qualche anno l’artefice dei vini è Giulia, sostenuta nella gestione dell’azienda da mamma Francesca, e dall’energia ed il talento di Monica, la sorella minore. Nel bicchiere, Verdugo é un vino generoso, scarico, ma di struttura, lungo, lunghissimo, eppure sempre di grande eleganza. Un vino croccante che si lascia scoprire sorso dopo sorso, dove col tempo, alle iniziali note affumicate, si aggiungono quelle speziate del tartufo, per poi lasciare spazio alla frutta, alle rose, alla cannella. In bocca é soffice, potente e delicato, maturo ma mai eccessivo. Un vino che è difficile raccontare, ma che, come i più grandi abbracci, senza l’utilizzo delle parole, ti arriva dritto al cuore. Alessandro Perricone, Relae – Copenaghen

Vinacciolo di Luna senza solfiti 2018 di Terra della Luna
Un’azienda dei colli di Luni (SP), uve vermentino in purezza, metodo ancestrale quindi rifermentato naturale in bottiglia senza lieviti aggiunti. Grand bel naso vivace, mela, frutta bianca e sentori di eucalipto, in bocca piacevolissime le bollicine, richiama continuamente la beva! Come piace definirlo a me con Alessandro il titolare dell’azienda una spremuta d’uva buona per ogni occasione! Andrea Salvatori, Bistrot – Forte dei Marmi (Lu)

Vi lascio il vino che mi ha espresso in quest’anno così difficile , delle belle emozioni liquide, Conasbrancas di Fedellos Do Couto, un concentrato di freschezza e frutto al pari passo con ricchezza e sapidità. La dona Blanca si spalleggia con altre quattro uve per gioire di questo Bianco Galiziano. Abbinato o meno si continua a bere, scalcia e ci si perde per la bella complessità di profumi. A poco a poco ci si dimenticata del 2020, giuro! Alessia Taffarel, Contraste – Milano

22 Commenti

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Alfio

circa 3 anni fa - Link

Dopo il clos d'ambonnay ho temuto che consigliassero il Musigny di Roumier, il Tba di Egon Muller, il Cros parantoux di Jayer... meno male

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...cosa hai contro a ciò che citi? PS: ...aggiungi il Montrachet di Domaine Leflaive e la Cuvee Cathelin di Chave...

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Eb2323

circa 3 anni fa - Link

Per un sobrio 2021 io stappero' Richbourg Domaine Leroy 1996....scherzo! Con i punti fragola di esselunga quest'anno c'è il Mgn di Bollinger! Io ho già in fresco quello!non èuno scherzo.....

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Sancho P

circa 3 anni fa - Link

Alla Esselunga, il Barolo Serralunga di Giovanni Rosso a 19,90. Presi due cartoni.

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Gaetano

circa 3 anni fa - Link

Io l'ho trovato un tantino "sotto tono". Complice l'annata in vendita (2014)? E cosa ci fa Giovanni Rosso all'Esselunga?

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Patrick Jane

circa 3 anni fa - Link

Négoce

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Sancho P

circa 3 anni fa - Link

Non lo so. Alla Esselunga è stata in vendita la 2016. Al prezzo che dicevo. Credo che G.R. faccia uscire circa 50mila bottiglie di Barolo Serralunga. Non pochissime.

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Capex

circa 3 anni fa - Link

Nello stesso supermercato Tassinaia a 20 eurini

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Nelle Nuvole

circa 3 anni fa - Link

L'aspetto più interessante di questo post è anticipato dalla parola "giovani" nel titolo. Le scelte di alcuni di loro possono essere considerate eccessivamente di nicchia e tendenti alla New Wave dei vini spontanei, le scelte di un paio d'altri possono forse essere tacciate di francobismo (snobismo francese), ma sicuramente nessuna di esse è ovvia e scontata.

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Kalosartipos

circa 3 anni fa - Link

Clos d'Ambonnay per la serie "ti piace vincere facile" e solo per i più facoltosi. Pure io Champagne, ma mi limiterò all'Extra Brut di Nicolas Maillart.

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

....che tristezza, Kalos... È vero che non tutti possono permettersi Clos D' Ambonnay , ma almeno un Collection...

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Kalosartipos

circa 3 anni fa - Link

Fuori budget pure il Collection, Marco..

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curioso

circa 3 anni fa - Link

ma perchè dovrebbero interessarci i vini che ci consiglia qualcuno? hahah

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Alfio

circa 3 anni fa - Link

Altrimenti, come faresti a sapere che uno champagne da 2500 euro sia buono.

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

....appunto, perché lasciare nel dubbio chi non l' ha bevuto? L' incertezza uccide, meglio qualche conferma in più...non capisco , però, perché assassinare un Clos D'Ambonnay 2002: bastava buttarsi sulla 95 o 96 oppure un semplice 1998...

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Adele

circa 3 anni fa - Link

Oppure, per "limitare" la spesa, un ottimo Clos du Mesnil ...

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...concordo senza riserve. Giovane, però. Sto realizzando dalle ultime aperture una non eccessiva longevità...

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