Buonissimo, il Vinho Verde di Quinta da Palmirinha

Buonissimo, il Vinho Verde di Quinta da Palmirinha

di Jacopo Cossater

Il nome mi diceva qualcosa, lo avevo già sentito ma proprio non riuscivo a ricordare in che situazione, in quale contesto.

Mi riferisco al Vinho Verde 2016 di Quinta da Palmirinha, bianco che appena assaggiato mi ha subito colpito per personalità: un bicchiere molto diverso dai tanti Vinho Verde che avevo bevuto nei giorni precedenti, in Portogallo. Vini tanto corretti quanto per certi versi poco entusiasmanti, sempre caratterizzati da una spiccata freschezza ma non poi così dinamici, così incisivi. Questo aveva proprio una marcia in più: prima di tutto un maggior peso specifico, la sensazione di avere a che fare con un bianco ricco di materia ma non tedioso, che anzi invitava a tornare in continuazione sul bicchiere. Poi una bellissima solidità del frutto, sensazione che affiancata a una brillante florealità si traduceva in un piacevole allungo gustativo impreziosito da bei richiami di arachide e mandorla. Insomma un gran vino, tanto strutturato quanto goloso non senza la giusta articolazione.

Vinho Verde

Cercando un po’ su Google mentre avevo ancora il vino nel bicchiere ho scoperto che il produttore, Fernando Paiva, 74 anni, è stato uno dei pionieri della biodinamica portoghese: certificato biologico dall’inizio, dal 2001, ha iniziato poco dopo a interessarsi ai principi steineriani arrivando a una conversione completa nel 2007 (ancora oggi è una delle pochissime cantine certificate Demeter del Paese). Ex professore di storia, ha ereditato 3,5 ettari di vigneto dai suoi genitori, in parte a Bouça Chã e in parte a Amarante. La cantina si trova appena fuori il centro abitato di Lixa, nel nord-ovest del Portogallo, nello stesso distretto della città di Porto e della zona in cui nascono i suoi vini più celebri, la valle del fiume Douro. Un bianco prodotto solo a partire da uve di loureiro (insieme all’alvarinho la varietà a bacca bianca più rilevante della zona), vinificato e lasciato maturare per poco meno di un anno in sole vasche di acciaio prima di una sosta di circa 6 mesi in bottiglia. Un vino che spiazza anche per il prezzo: difficile trovarlo a scaffale, in enoteca, sopra agli 8 euro. Soprattutto un vino che mi ha fatto guardare alla denominazione con occhi nuovi, se da una parte mi ero divertito ad assaggiare un gran numero di rossi portoghesi la mia esperienza con i bianchi si era limitata a poche e sparute bottiglie, mai così trascinanti.

Ah, alla fine mi sono ricordato: avevo assaggiato i vini di Fernando Paiva a Londra, a RAW 2015. Ne avevo anche scritto qui su Intravino. Sigh.

[immagine: Publico]

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

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