Bignami | 5 cose essenziali da sapere sul vino biologico

di Antonio Tomacelli

C’era da aspettarselo: il parlamento europeo si comporta come Ponzio Pilato e se ne lava le mani. “Respinta la proposta di certificazione del vino biologico” almeno fino a che le grandi lobby non si metteranno d’accordo. E i piccoli produttori in attesa? Loro  già sopportano il paradosso di certificare un prodotto “esente” da pesticidi, mentre chi si diverte con la scatola del piccolo chimico se la ride e ringrazia: per legge non deve specificare un cavolo. Insomma quello che dovrebbe essere la regola diventa l’eccezione ma noi, testardi, proviamo a spiegare a quei fannulloni di Bruxelles cinque piccole cose sul vino biologico, sperando nella nuova legge. Vaddasé che il Bignamino vale per tutti: siamo o no in periodo di esami?

1. Il vino biologico ancora non esiste o, meglio, esiste ma non è certificabile. In etichetta puoi dichiarare solo “vino proveniente da uve biologiche” anche se usi zero solfiti e niente chimica lungo tutta la filiera. Molte cantine sarebbero già pronte e proprio per armonizzare le leggi internazionali (in America il vino bio esiste eccome) i produttori europei ne avevano chiesto la certificabilità: è andata a finire come sappiamo.

2. Alcuni dei più grandi vini del mondo sono biologici e questo perchè i produttori sono convinti che le uve bio siano migliori. Se non siete d’accordo telefonate direttamente a Madame Leroy, proprietaria dei migliori Cru di Francia. Il numero è +33 (0)380212110, telefonare ore pasti. Eviterete così di ammorbare il blog con statistiche e numeri.

3. Biologico non vuol dire sostenibile (e poco inquinante). Se la cantina viaggia a energie alternative è meglio, ma non sempre succede. Occhio anche ai trattori: se hanno più di trent’anni girate al largo.

4. Dopo aver pagato la certificazione a caro prezzo, molti produttori non dichiarano in etichetta la coltivazione bio. Non lo fanno perchè colpiti da improvvisa schizofrenia, sia chiaro, ma solo perchè troppa gente è convinta che il vino bio sia peggiore del convenzionale. Questo ci porta direttamente al punto numero cinque, ovvero:

5. Alcuni vini biologici sono terribili a bersi. Esattamente come tanti vini convenzionali.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

12 Commenti

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Fabio Cagnetti

circa 14 anni fa - Link

il punto 4 è in rapida estinzione, anzi direi ormai praticamente estinto. Era vero, anzi verissimo, nel lustro passato, ma oggi l'identificarsi come azienda bio* fa guadagnare, mai perdere, fette di mercato. Piuttosto, ci sono numerosi produttori che, pur avendo tutti i requisiti per farsi certificare, si rifiutano di farlo, vuoi perché non gli interessa, vuoi perché contrari al principio secondo cui si paga il soggetto che deve certificarti, vuoi perché, con l'unanime eccezione di Demeter, tali soggetti sono considerati poco seri.

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Maria Gioia

circa 14 anni fa - Link

La proposta del disciplinare di produzione del vino biologico, comprendeva tutto quanto ammesso, o quasi, in un vino convenzionale. La mancata approvazione non mi sembra perciò una grande perdita.

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bacillus

circa 14 anni fa - Link

"Loro già sopportano il paradosso di certificare un prodotto esente da pesticidi". Un attimo. Già il fatto che ci sia un produttore che si autocertifica è cosa mai sentita. Ma poi, per il biologico (mi si corregga se sbaglio), la certificazione è di "processo" non certo di prodotto. Quindi nessun produttore biologico vende vino certificato "esente" da pesticidi.

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Quindi, posto che solo le uve sono a garanzia biologica (senza pesticidi), i produttori spuzzano veleno direttamente in cantina? I pesticidi sono vietati comunque. L'unica differenza tra certificazione parziale e totale la fanno i solfiti

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bacillus

circa 14 anni fa - Link

Mi spiego meglio. La produzione di vino da uve biologiche non prevede che, prima dell'immissione in commercio, ogni bottiglia di vino sia corredata da un certificato, emesso da un ente preposto (e terzo), in cui si certifichi appunto che il vino è esente da pesticidi. Chi produce vino da uve biologiche può solo esibire un certificato, emesso da un ente certificatore, che attesta il fatto che in quell'azienda, per produrre quel vino, si è adottato il metodo biologico. La differenza non è da poco.

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Alessandro Fenino

circa 14 anni fa - Link

La certificazione del biologico attesta che non ci sono pesticidi nel vino, perchè certifica che hai fatto tutto quello che dovevi fare per non averli (non li hai messi tu e hai predisposto i confini a rischio per non riceverli dai confinanti). Tra l'altro l'organismo di controllo può prelevare dei campioni (di vino, di foglie, di uva) per verificare l'assenza di pesticidi e se litrova rischi seriamente di perdere la certificazione. Infine, le aziende più scrupolose si tengono monitorate con analisi annue per verificare di non avere inquinamenti ed eventualmente correre ai ripari: prova a chiedere queste analisi ai produttori e vedrai che molti te le forniranno.

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Hai dimenticato i controlli dei Nas che, in caso di prodotto biologico, comina pesanti multe quando trova pesticidi nel vino. Ah, ci sarebbero pure i controlli alle frontiere: l'America, per esempio, usa ormai il Bioterrorism Act come forma di protezionismo nei confronti dei produttori americani. Se trovano "tracce" di qualcosa, ti rispediscono il pallet a casa. Bella la vita del piccolo chimico, eh Bacillus? :-)

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corrado dottori

circa 14 anni fa - Link

Gentilissimo Bacillus, da parecchio tempo insisti in gratuite provocazioni contro chi produce vino biologico, biodinamico, naturale, ecc. Mi pare che finora nessun produttore abbia risposto, evitando così di dare importanza a frasi spesso davvero pesanti. Che sia giunto il momento di smettere di insultarci? Hai le tue idee, le abbiamo colte, nessun problema. Nel tuo vigneto puoi dare tutto il round up che vuoi ed in cantina tutta la gomma arabica che ti serve. Se avvertissi i tuoi consumatori faresti una buona cosa, ma tant'è... Accontentati. Così come noi ci accontentiamo dei nostri riti voodoo.

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bacillus

circa 14 anni fa - Link

E' possibile avere il link della proposta che è stata bocciata? Almeno possiamo renderci conto un po' meglio dell'oggetto del contendere.

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Maria Gioia

circa 14 anni fa - Link

http://www.ifoam.org/about_ifoam/around_world/eu_group-new/workareas/regulation/revision/pdf/COM_draft_wine_EN_04.2010_rev1new.pdf

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bacillus

circa 14 anni fa - Link

Grazie. Quel link è il punto di partenza...

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