Bibenda day 2019: cose buone dalla Puglia

Bibenda day 2019: cose buone dalla Puglia

di Antonio Tomacelli

Quando vuoi aggiornarti sulle annate dei grandi classiconi pugliesi, l’unica è partecipare all’annuale presentazione regionale di Bibenda, la guida vini della Fondazione Italiana Sommelier di Franco Maria Ricci. L’evento, ospitato come al solito da Borgo Egnazia, ha proposto in assaggio tutti i 27 vini premiati con i 5 grappoli, massimo riconoscimento della guida, con un buon numero di esordienti. Vi risparmio il listone completo e, col vostro permesso, segnalo solo i vini che mi sono piaciuti.

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Gran Cuvée XXI secolo 2012 – d’Araprì
Epernay confina a sud (molto a sud) col distretto di San Severo. Non si spiega altrimenti questo bicchiere che sa di primavera e biancospino, mango e ananas, fiori bianchi e cedro candito. La bolla è una crema vellutata, la persistenza da competizione. Mi arrendo senza condizioni. 94

Es, Primitivo igp 2016 – Gianfranco Fino 
La processione, le luminarie, la banda e il torrone. Ci sarebbe pure questo sapore di biscotto alle mandorle fresco di forno e una bocca pazzesca che sa di menta e cioccolato, la Puglia di mare e mirto che arriva dritto nell’anima ma il bicchiere è finito e la banda se ne va, suonando un “evviva il santo”. Che meraviglia! 95

17, Gioia del Colle Primitivo doc 2015 – Polvanera
Il bicchiere è colmo di buio e notte, fondente al 90% e amarene succose. Non siamo in pasticceria solo perché di dolce c’è solo un tannino aspro come la panna. Insomma, avete capito: è un 92 secco.

Amativo, Salento igt 2015 – Cantele
Mora di rovo piccola e dolce, di quelle che crescono sui muri a secco, odor di muschio e terra bagnata e bocca di mon cherì. Era da un po’ che non sentivo un vino di Cantele a questi livelli e l’eleganza salentina dei loro vini iniziava a mancarmi. Bentornati. 91

Pezza Morgana, Salice Salentino Riserva doc 2016 – Masseria Li Veli
Tema: il Salice Salentino. Svolgimento: il Salice salentino ha toni scuri di cacao al naso e in bocca ha un attacco appena dolce. Si distingue dagli altri vini per il gusto di ciliegia in confettura e liquirizia, quest’ultima dovuta alla malvasia nera che concorre nell’uvaggio. Quando è ben fatto, è persistente e ha tannini piccini piccini. Come questo che merita un bel 9(0).

Le Braci, Salento igt 2011 – Severino Garofano
Sovramaturo, sovraestratto e soprannaturale nel suo essere un Highlander sopravvissuto alle mode e ai cambiamenti di gusto. Carrube, fichi passiti e vincotto, opulento e ricco, appena dolce e con un corpo da sumo giapponese. O lo ami o lo odi. Io, per esempio, lo amo. 90

Visellio Primitivo Salento igt 2016 – Tenute Rubino
Un primitivo del salento che sa di precisione e prugna matura, eleganza e confettura di amarene. Stiloso quel tanto che non guasta. 90

Patriglione, Negroamaro Salento igp 2012 – Taurino
Avere una certa età ha i suoi vantaggi. Io, per esempio, ho conosciuto i profumi del mobile toilette di mia nonna, la cipria polverosa, lo sbuffo del borotalco e certi profumi di garofano e geranio che le donne di una volta spruzzavano per tutta la stanza. Il Patriglione ritorna in sé quando lo bevi, ed è subito negroamaro in coppola e gilet. 89

Cassio Dione, Primitivo di Manduria 2015 – Candido
Altro primitivo del Salento, quindi leggermente fuori zona: sarà un caso? Mentalmente mi faccio domande inutili mentre bevo (sì, bevo, tracanno, ingurgito senza ritegno) un succo di cioccolata e more succose potente e lungo, ché avesse l’eleganza del suo artefice sarebbero più di 90 punti. Ma va bene così. 89

Bocca di Lupo, Aglianico Castel del Monte doc 2014 – Tormaresca
Roccioso e squadrato come un castello in cima alla collina. Potente e scuro di cacao amaro e cassis ma il tannino è domo, piegato ai voleri dell’uomo. E trattandosi di aglianico, va bene così. 89

La Signora Primitivo Salento igt 2015 – Morella
Diverso, alieno, fuori centro e borderline come ogni vino biodinamico che si rispetti. Gaetano e Lisa piegano il primitivo ai loro voleri e ne fanno un vino succoso come una spremuta di arance rosse. Spinge, stuzzica e chiede cibo che sia all’altezza, tipo una teglia di parmigiana salentina. Intrigante. 88

Selvarossa Salice Salentino Riserva doc 2015 – Cantina Due Palme
Due i vini di questa cantina premiati da Bibenda, ma solo questo attizza narici e papille costringendole a funzionare come si deve. L’attacco in bocca è dolce, di rabarbaro e terra, sembra un digestivo ma poi le note di cacao lo riportano a più miti consigli. Di fronte a tanta veemenza, il tannino ha dato le dimissioni per lasciare il suo incarico a marasche e prugna. Esagerato come al solito. 88

Puer Apuliae, Castel del Monte Riserva 2013 – Rivera
Tiene botta il fanciullo di Puglia che un tempo fu energumeno delle Murge. Ora che profuma di garofani e fiori rossi, lamponi e ribes viaggia leggero ma bello elegante. In bocca è fresco, pimpante e pronto per l’agnello al forno della domenica. 88

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

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