Alto Adige on tour: proviamo a pensare come sarà il vino dell’era Covid-19
di Andrea GoriQuando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare e l’Alto Adige non si tira indietro per reagire al momento tremendo della ristorazione in pieno Covid-19. Serve comunicazione, servono prodotti adatti e serve fiducia nel futuro, quindi il Consorzio ha organizzato 8 eventi di assaggio seduto e guidato rivolti esclusivamente a operatori horeca per sensibilizzare sulla qualità della regione e la capacità di coprire le molte esigenze del cliente del vino oggi.
Vini semplici e diretti ma che nascondono complessità intriganti, con una componente importante di umami al palato che renda servizio al piatto che accompagnano senza sovrastare le preparazioni. Importante anche la longevità che faccia stare tranquillo il ristoratore di non vedere “scaduti” i vini bianchi dopo una sola stagione, quindi investimenti che rendono e che possono anche essere proposti a prezzi interessanti. In effetti abbiamo visto che la rassegna guidata dal bravissimo Eros Teboni ha portato diverse cose interessanti.
Pera, mela e gesso pepe e sale, bocca sontuosa ricca e potente, sorso serrato e umami, discreta lunghezza. 87
Spezia di pepe rosa e nero, glicine e rosa gialla, sorso semplice ma risoluto, lunghezza e saporosità ben distribuite per una varietà beniamina del pubblico che meriterebbe più considerazione anche dagli appassionati. 88
Felce di bosco, talco, ribes bianco, camemoro e uvaspina. Sorso che non stucca pur scolorendosi a fuoco nel ricordo. 92
Albicocche, fragole appena mature, senape, tocco vegetale ricco e pepato, sorso che esplode in frutta di bosco e tropicale, melograno e lamponi, lunghezza solo discreta ma impatto e naso stupendi e rigorosi. 91
Freddezza e dolcezza insieme, lytchee e sostanza, varietale al naso, kiwi giallo, ananas, acidità, lime. Esotico al sorso, 4,5 gr zucchero ma non si sentono nonostante sia in una zona che non aiuta ad esaltare la comunque bassa freschezza del vitigno. 91 (se come me vi piace il tocco dolce, altrimenti 88)
Esotico e agrumato, fresco e piccante, serrato floreale poi tiglio, senape, mela renetta. Struttura e sale ben integrati. 89
Ampio e solenne, incenso e floreale dolcissimo, note di burro, crosta di pane, lievito, vaniglia da legno, poi miele carrube, canfora e talco. Sorso splendido, umami rotondo ma floreale e arancio, germe di grano. Lunghissimo, sontuoso ma elegante sempre, occupa la scena e non la molla più. 96
Un’idea di schiava che sia importante e non solo da tutti i giorni è sempre difficile da immaginare ma Andrea Moser (l’enologo della cantina) ci lavora con impegno e costanza e, soprattutto, sensibilità tutta metal. Questa uscita speciale “Quintessenz” ha frutto e calore, ribes rosso e cassis, bocca con tocco di peperone crusco e pomodoro confit, tannino di spessore e tanto sale. Tocco amaricante accennato ma torna subito preciso su tanto frutto e opulenza sorrette da acidità favolosa. 94
Siamo nella zona Mazzon per i pinot nero più corposi e fruttati. Naso intenso di lampone e fragolina di bosco con acidità e maturità entrambe altissime, sorso dirompente e assoluto, teso e affilato stile rasoio con frutta che fluttua in un vortice sapido stupendo, burro nocciole mandorle, the nero e verde, tannino splendido, croccante e arrembante per tanti anni a venire. 95
Ti accoglie sereno e pacato attendendo nel bicchiere con quel suo fare sornione, note di miele e traccia esotica calda al naso tra ananas lytchee, frutto della passione, tanto che lo si aspetta dolcissimo in bocca ma è in realtà grazie al tempo in bottiglia secchissimo. Ha retrogusto ampio, dolce solo come idea e potenza perché l’atto aristotelico è secchezza, struttura, lunghezza, freschezza e sontuosità solenne. Annata calda ma territorio frena esagerazioni di beva. 96
1 Commento
Angelo D.
circa 4 anni fa - LinkAndrea!!!! E jà, un po' di editing prima di uscire un pezzo no? Daje che siamo su Intravino e non su Pippalippablog!!! :-)
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