Alla Città dell’Altra Economia di Roma sono stato a trovare i V.A.N., una festa del vino naturale

Alla Città dell’Altra Economia di Roma sono stato a trovare i V.A.N., una festa del vino naturale

di Andrea Troiani

Posizionato sulla sponda opposta del Tevere rispetto al più famoso Trastevere, Testaccio è uno degli storici quartieri popolari di Roma. Senza voler scomodare personaggi come Romeo Ottaviani, detto “Er più”, l’ultimo bullo di Trastevere, o i meno romantici protagonisti della banda della Magliana, possiamo dire che da sempre i due rioni si sono guardati con sospetto. Fino a qualche anno fa i rispettivi abitanti si rendevano protagonisti di risse che finivano spesso e volentieri con una coltellata. A Roma la chiamano la “puncicata”, la puntura in un italiano più comprensibile, perché è un colpo inflitto a parti non vitali, teso ad ammonire e non a ferire gravemente.

I testaccini con il coltello erano bravi, forse perché proprio nel cuore del quartiere c’era lo storico Mattatoio, e con le lame ci hanno lavorato per generazioni. Ma tutto cambia. Oggi, per fortuna, le “puncicate” sono sempre più rare e del mattatoio di Testaccio rimangono solo alcune strutture che riportano gli evidenti segni del tempo e che sono messe a disposizione per la attività culturali della città attraverso varie gestioni.

La Città dell’Altra Economia è una di queste, e a marzo ha ospitato il V.A.N. – Vignaioli Artigiani Naturali, una bella reunion di (appunto) vignaioli naturali. A “puncicare” a Testaccio non sono più le lame ma l’acetica e la volatile, pensavo tra me e me, camminando sul dissestato ma pittoresco percorso che introduce alle strutture della città dell’altra economia.

Il V.A.N. è un evento estremamente accogliente, niente grandi installazioni, nessun scintillante tastevin appeso al collo ma tanti vignaioli a raccontare il loro lavoro, la fatica e l’amore per la terra. I risultati sono sempre notevoli, non che tutti i vini siano eccellenti ma, come recita lo slogan dell’esposizione, qui si sta “sinceri dalle radici ai frutti”. Come sempre, con il rischio inevitabile di fare torto a molti, citerò, un po’ a piacere, un po’ a memoria, alcune delle belle bottiglie incontrate durante il mio girovagare curioso.

Da amante dello spumante, non posso che partire dalla produzione di rifermentati in bottiglia di Castello di Stefanago, bianco e rosé in bollicine vinose dalla provincia di Pavia. Il bel Rosso di Torgiano di Mani di Luna, La Cupa, rosso di frutto, avvolgente e piacevolmente lungo in persistenza. Il sagrantino di Montefalco naturale di Raina e i suoi tannini sciabolanti come dervishi del deserto. Notevoli, poi, le elegantissime etichette che vestono i vini sinceri di Deleléna (azienda Preggio), dal grechetto al sangiovese, da bere senza ritegno.
Poi il Rosso delle Macchie 2016, bel canaiolo de Il Vinco, azienda agricola in Montefiascone e il sorprendente pinot nero etneo Tiurema di Nunzio Puglisi.

Ma, oltre gli assaggi più o meno organizzati, V.A.N.  è soprattutto passione e opportunità di contatto diretto con chi la terra la lavora ed il vino lo vede nascere, potendo condividere successi ma anche esperimenti in attesa di giudizio. Una visita che vale ogni “puncicata”, aspettando la prossima vendemmia.

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Andrea Troiani

Nasce a Roma dove lavora a mangia grazie al marketing digitale e all'e-commerce (sia perché gli garantiscono bonifici periodici, sia perché fa la spesa online). Curioso da sempre, eno-curioso da un po', aspirante sommelier da meno.

1 Commento

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Nic Marsél

circa 6 anni fa - Link

Comunque sia, Emilio Falcione (in foto) è un grande!

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