Alcol all’estero: ora lo sappiamo, c’è chi sta peggio di noi

di Intravino

Avete presente le macchine che tengono in fresco il vino, controllano la temperatura, la conservazione e lo servono al cliente con tanto di card ricaricabile? Ecco, quelle macchine le fa Enomatic, il nostro Sponsor qui sopra. Se in Italia c’è ancora un po’ di difficoltà ad inserire il vino in un contesto meccanico (già, noi tendiamo ad amare pure i sommelier più pedanti pur di avere il rapporto umano), all’estero l’idea è piaciuta non poco e i nostri ingegnosi enotecari del Chianti si trovano ad oggi in affari con circa 70 paesi extra Stivale. Chiacchierando con il giovane Marco Baldini, responsabile del commerciale estero di Enomatic, ci siamo appassionati ai racconti su come il vino viene fruito fuori dall’Italia, e in particolare alle leggi che regolamentano il consumo di alcol negli altri paesi. In effetti, vendendo macchine che somministrano vino in modo autonomo, Marco si è dovuto scontrare con più di qualche legge bizzarra e il suo punto di vista è piuttosto interessante. Quello che segue è il suo racconto.

Soltanto alcuni paesi europei condividono la nostra stessa visione del vino e sono l’Italia, la Francia, la Spagna e la Germania. Qui il vino è parte integrante della vita comune, è un piacere goduto, non demonizzato. Ricordate, ad esempio, il sorso di vino che “fa buon sangue” che abbiamo quasi tutti assaggiato da bambini direttamente dal bicchiere del nonno? Ecco, fuori da questi quattro stati, per lo più, scordatevelo. In certi paesi, per quel sorso, arresterebbero il poro nonno e manderebbero noi al riformatorio, senza appello.

California
L’America è sicuramente il paese in cui ci siamo trovati di fronte le regole più strane che possiate immaginare. In California, ad esempio, il vino è trattato alla stessa stregua delle sigarette: oltre ogni immaginabile ghettizzazione. Nei negozi dove si vende il vino è annesso il “refugium peccatorum”, una zona riservata al consumo, debitamente recintata e indicata da un bel cartello grazie al quale chi si accinge a bere il suo bicchiere viene messo in guardia sui pericoli che presumibilmente ne deriveranno. Esattamente come funziona per le aree fumatori. Niente di meglio di un bel WARNING rosso per accompagnare un buon bicchiere di Cabernet.

Maryland
La ghettizzazione californiana è niente rispetto allo slalom legale del Maryland. In una contea di questo Stato sei autorizzato a bere solo 3 (tre) bicchieri di vino ad ogni ingresso, e non puoi bere due volte lo stesso. Il fatto è che il conto ricomincia ogni volta che varchi nuovamente la soglia del locale quindi, in pratica, dopo i tre bicchieri concessi basta uscire e rientrare per iniziare da capo. Come sapete, Enomatic vende macchine che permettono di servirsi da soli grazie all’utilizzo di una card. Per andare incontro alle leggi più severe di alcune contee, abbiamo dovuto ideare una wine card speciale che tiene conto del consumo alcolico secondo la legge vigente. Una volta raggiunta la dose permessa, la card non consente più di spillare vino finché l’alcool assunto non è stato assimilato dal corpo (ossia dopo almeno 3-4 ore).

Gentleman Club
La legge comunemente additata come la più assurda tra quelle legate al consumo alcolico, in ogni caso, è quella che vige nei Gentleman Club. In questi luoghi, l’uso o meno di alcool è legato alla nudità delle ragazze: se si spogliano completamente non è consentito bere alcolici. Se invece tengono la biancheria, puoi continuare ad alimentare la tua immaginazione con tutto l’alcool che riterrai necessario.

Olanda
Anche in alcuni paesi europei le leggi sugli alcolici presentano le loro contraddizioni: in Olanda, come in Norvegia e Svezia, non è possibile bere vino nei negozi dove lo si vende, per quanto assurdo possa sembrare. E lo pensano anche gli olandesi, visto che alcuni si stanno muovendo per far cambiare la legge e poter degustare (persino…) nelle enoteche.

Regno Unito
In UK invece era illegale vendere bicchieri di vino inferiori a 120 ml, legge pensata per evitare le frodi, più semplici per le piccole quantità. Uso il passato perché da quest’anno – dopo una lunga battglia portata avanti da una cordata di nostri clienti capeggiati da Wonder Bar di Selfirideges, si è riusciti a far cambiare questa normativa che finalmente consente di offrire degustazioni di vino senza rischiare la chiusura del locale a causa delle troppo piccole quantità nel bicchiere.

Cina
Nei luoghi dove invece l’uso del vino è assolutamente nuovo e lontano dalle tradizioni, come la Cina, il problema è diverso. A fronte ad una legislazione molto permissiva, vi è invece una bassissima tolleranza al vino. Le donne (e spesso anche gli uomini) cinesi sono ancora quasi completamente intolleranti all’alcol e dopo un bicchiere diventano facilmente rosse in viso. Che lo crediate o no, qui il consumo del vino è più che altro un problema estetico, trovandoci in un paese dove i canoni di bellezza richiedono una pelle chiara come la porcellana.

Così conclude Marco Baldini:
“Dopo dieci anni di esperienza nel settore, una cosa ci è chiara: dove più si cerca di imprigionare, nascondere, demonizzare il vino o l’alcool in generale, nascono i problemi più gravi e l’uso si trasforma in abuso, ben lontano dal piacere e dal gusto che il bere bene può regalare”.

Siamo tutti d’accordo? E quali altre bizzarre interazioni avete incontrato tra uomo e alcol nel vostro continuo (ne siamo certi) e curioso girovagare?

[Immagine: installazione Enomatic a Seul].

17 Commenti

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

Ricordo ancora quando, residente in UK, organizzai un pranzo con due amici di Praga, due americani e due Scozzesi... Quando, a fronte della loro quinta pinta, mi azzardai a versarmi il secondo bicchiere di rosso, mi hanno trattato come un alcolizzato chiedendomi se avessi problemi...

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

ma al Wonder Bar c'è ancora lo Cheval blanc al bicchiere? quando lo vidi non ci potevo credere! e riguardo al Gentlemen club non ho capito cosa si intende per nudità, se una si toglie solo il reggiseno è nuda o no?!?

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

topless, mezzo bicchiere mi sa :)

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Olimarox

circa 12 anni fa - Link

Gori, questi aggeggi mi hanno sempre affascinato. Mi lascia perplesso l'azoto. Tu li usi? Controindicazioni? La domanda vale anche per chi ne sapesse di più. Grazie

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

controindicazioni nessuna in particolare soprattutto sugli ultimi modelli. Non sono così elementari e facilissimi da gestire come sembra ma se uno pensa quanta fatica si fa ad addestrare il personale di sala a mescere il vino, convengono tantissimo! L'azoto di per sè è la cosa più inerte del mondo e dato che lo respiriamo nell'aria quasi al 70% direi che è certamente meglio dell'ossigeno per il vino

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Federico

circa 12 anni fa - Link

Negli alimeti in genere l'uso dell'azoto per "conservare" senza modificare l'alimento è ormai molto diffuso. A volte in miscela con altri gas simili. Mi pare lo chiamino ATM (atmosfera modificata) o ATP (atmosfera protetta/protettiva). Non dovrebbe modificare le caratteristiche dell'alimento nel breve periodo e l'assenza di ossigeno blocca/rallenta le ossidazioni e inibisce la proliferazione batterica (quando aerobica). Tutte le volte che mangiate qualcosa inbustata, dove la busta sembra "gonfia" di aria, è probabile sia in ATM. Per esperienza personale frequento un winebar che fa uso di queste macchine e non ho mai notato grandi "problemi", anzi mi sembrano ottime "preservatrici", ma non sono neanche fornito di sufficiente esperienza per un giudizio oggettivo.

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Zakk

circa 12 anni fa - Link

All'inizio ero affascinato da questi marchingegni, ma poi, sentiti i cosi ho maturato l'opinione che siano poco utili, soprattutto se l'uso che ne fa chi li compra è poco furbo. Infatti dalle mie parti mi capita spesso, per non dir sempre, di vedere queste macchine usate con vini da pochi euro. È evidente che chi l'ha acquistata non ha idea di cosa significhi la parola "ammortizzare". Sono aggeggi che costano, e con il bicchiere di lugana o di marzemino non si ripaga mai l'investimento. Forse vivo in zona sfogata io, ma se non si capisce che l'enomatic serve per sbicchierare vini importanti allora non è sfiga, ma incapacità, e se si hanno le capacità probabilmente non serve l'enomatic.

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Luca Cravanzola

circa 12 anni fa - Link

L'azoto assolutamente è un gas inerte e che riduce al minimo le ossidazioni. Nessun tipo di rischio, alterazione, cambiamento etc etc da parte del vino (in questo caso) In tutti i casi non si puo' pretendere di tenere aperta 20 giorni una bottiglia di Monfortino (magari con 10-15 anni sulle spalle) In tutti i casi, dite quello che volete, se le bt passano i 5-6 giorni, non c'è azoto che tenga. Sono pronto a confermare/smentire la mia tesi sul campo se enomatic mi manda una 4 becchi e un assortimento completo DRC!! ;)

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Marco Baldini

circa 12 anni fa - Link

Come gas si posso usare sia Azoto che Argon. Tecnicamente l'Argon, che ha un costo leggermente superiore rispetto all'Azoto, ha migliori performance. Questo perché ha un peso specifico maggiore e quindi tende ad adagiarsi sulla superficie del vino proteggendolo dall'ossidazione, ma si parla sempre di lievi differenze. I Francesi, che adorano differenziarsi in tutto, piace usare una miscela di Azoto e CO2. Noi, per controllare i livelli di preservazione dei nostri sistemi, ci siamo sempre affidati ai laboratori di analisi del Chianti Classico. I nostri sistemi elite sono certificati per una preservazione sino a quattro settimane. Certo le analisi di laboratorio si riferiscono a “paramenti” chimici, quali acidità volatile, PH, SO2 ed altri, non posso negare che i nasi di sommelier possono essere apparecchi ben più difficili da accontentare!

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Olimarox

circa 12 anni fa - Link

Gentile Marco Baldini, una curiosità: quali sono i costi di tali macchine? Diciamo da quattro o da otto. Grazie per l'attenzione

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Olimarox

circa 12 anni fa - Link

P.S.:Scusate l'ingoranza chimica, ma non ci sono interazioni e controindicazioni nel caso di vini mossi?

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Marco Baldini

circa 12 anni fa - Link

I prezzi variano molto a seconda delle caratteristiche dei modelli. Per maggiori informazioni la prego di contattarmi alla mia email m.baldini@enomatic.it. Per i vini mossi abbiamo una sistema apposito, chiamato Flute, in grado di conservare spumanti e champagne sino a due settimane dall'apertura. Resto a sua disposizione.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Pensa te se questa geniale invenzione uscisse dalle enoteche e entrasse in quelle decine di migliaia di bar dove gli italiani mangiano tutti i giorni, permettendogli di riappropriarsi dell'usanza (civilissima) del buon bicchiere di vino a tavola. Alla fin fine un ottimo Chianti o una Barbera gli costerebbe quanto una tazza di caffè, e sai quanto sarebbe più sano di quegli intrugli pestilenziali che bevono come aperitivo!

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Marco Baldini

circa 12 anni fa - Link

enomatic è già presente in moltissimi bar e wine bar a giro per il mondo! E' curioso sapere che a Greve in Chianti (dove abbiamo la nostra sede) enomatic si trova persino alla casa del Popolo, se passa di li vedrà che sbicchierano anche il Batàr, per la gioia di clienti (e gestori)!

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Che squallore. Quale tristezza, farsi servire un buon bicchiere da una macchina. In effetti gli unici a sentire il bisogno di di questi distributori sono coloro che li manifatturano e li vendono. Sappiamo che il mercato ha bisogno di essere di tanto in tanto stimolato con delle novita'; ma questa mi sembra un po' inutile, brutta e costosa. E poi in mano a gente senza scrupoli e' un ottimo mezzo per perpetrare l'imbroglio.

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Marossi

circa 12 anni fa - Link

Bruttarella sì, costosa non lo so, inutile neanche un po'.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Ah, vedo con piacere che hai ripreso le vecchie spoglie; ben tornato.

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