Al rogo | La grande distribuzione è il male assoluto?

di Antonio Tomacelli

La Grande Distribuzione Organizzata, per gli amici semplicemente GDO, è il male assoluto per tutti i produtori di vino. A dirlo non sono io, figuriamoci, per me il male assoluto è ancora l’Uomo Nero, ma il vicepresidente nazionale di Coldiretti Massimo Gargano, che si è esibito durante un convegno a Roma, organizzato dalla Associazione Enologi Enotecnici italiani. “Alla grande distribuzione non interessa la qualità e impone il suo prezzo, un prezzo devastante per il produttore” ha detto Gargano e ha puntato il ditino contro i consorzi, colpevoli di “intelligenza con il nemico” e siccome bisogna essere sempre belli costruttivi ha proposto pure un bel decalogo del tipo “Cose fondamentali da fare per salvare il vino italiano” che meritano almeno un copiaincolla:

Cambiare la filiera, combattendo la grande distribuzione; modificare i rapporti dentro la filiera; risolvere il problema di una cooperazione frazionata e competitiva e rivolta ad una competizione al ribasso; accorciare la distanza della filiera, grazie a iniziative come quella del km 0; puntare sui territori, sul valore delle tradizioni, della cultura, dell’ambiente, sul turismo.

Dite la verità: puzzano di talebano lontano un miglio, vero? Voglio dire: io sarei pure d’accordo su alcune proposte ma una terza via non esiste per quelli della Coldiretti? La GDO sarà anche il diavolo in persona ma col demonio ogni tanto un patto lo devi fare, d’altronde per un produttore è più facile credere agli alieni che affidarsi a enoteche e ristoranti per smaltire le scorte di bottiglie. Certo, la GDO non è il posto che un enofighetto perbene frequenterebbe, ma qualche passo in aavanti l’ha fatto e qualcosa di buono in giro c’è: basta cercarla.

La Coop, per dire, ha una bella scelta di vini locali e in qualche città anche un’enoteca fatta-a-modino. Io stesso ravanando sul sito della Esselunga ho stanato bottiglie da verticale che stendono. Anche l’Auchan ha una sezione dedicata da non disprezzare e i prezzi in genere sono convenienti. Come dite? La GDO strozza i produttori a colpi di promozioni e sconti impossibili? Sono d’accordo, ma trovatemi qualcun altro che paga cash e puntuale come un ipermercato di questi tempi e poi ne riparliamo. Insomma, voglio capire: questa Grande Distribuzione Organizzata va messa subito al rogo o è meglio usare la legna per un bel barbecue?

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

14 Commenti

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Ottimo e intelligente post, sono molto curiosa di leggere i commenti degli habitués di Intravino, spero che siano tanti perché l'argomento é molto interessante.

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bacillus

circa 14 anni fa - Link

Per una volta, Antonio, concordo con te, parola per parola. Sbagliato demonizzare la GDO. E' il caso, piuttosto, che i produttori escogitino formule per confrontarsi con essa da posizioni un po' più robuste. Come? Boh...

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francesca

circa 14 anni fa - Link

Io una proposta ce l'avrei: abolire la Coldiretti e il suo sciocchezzaio giornaliero e qualunquistico. Si alla GDO, come dimostrano alcuni buoni casi di lavoro nei territori (Esselunga, Eatitaly e qualche Coop),si alle reti d'impresa per rendere più forte il vino Italiano.

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Caro Antonio, sarà il caldo afoso che impone una prolungata siesta, ma siamo riamsti Io Mammate e Tu...Sinceramente mi aspettavo un'energica discussione su un argomento che interessa tutti noi coinvolti nel mondo del vino, a parte forse qualche produttore di nicchia che vende poche migliaia di bottiglie e riesce a camparci. La GDO non è un nemico da combattere ma una realtà sottocasa. Lo è per chi il vino lo produce in quantità madio/alte e a tutti i livelli di prezzo. Per continuare a farlo deve venderlo e trattare con i buyers di questi colossi, ognuno con regole diverse che possono andare dalla marchetta legalizzata alla busta passata nel parcheggio, per favorire la posizione sugli scaffali. Per fortuna non é sempre cos^, la maggior parte sono persone oneste e competenti che però devono far girare volumi e fatturati. Come riuscire ad evitare prezzi strozzini? E' meno difficile se l'azienda produttrice ha le spalle economicamente robuste e un marchio già consolidato che crea interesse nell'abituale cliente del supermercato. Secondo me è anche meno difficile se il suddetto responsabile acquisti é una persona seria che ha una visione più a lungo termine e quindi vuole creare un rapporto duraturo con quella particolare azienda. Il cliente abituale è contento di vedere le stesse etichette in vendita stagione dopo stagione. Un'altra posizione seria e non impossibile da ottenere è il limite del prezzo di vendita oltre il quale non si può scendere. Questo per non rovinare il mercato ai piccoli dettaglianti, cioé alle enoteche. Qualche euro in più non fa la differenza se il servizio offerto dall'enoteca é molto più personalizzato ed esperto. E' comunque un bel problema, soprattutto ripeto per quelle aziende che non sono abbastanza grandi per avere una posizione di forza o per creare una seconda linea aposta per la GDO, o abbastanza piccole per distribuire il vino attraverso canali più specialistici. Un bel problema che va accettato come parte della nostra vita consumistica. Fare finta di eliminarlo considerando solo il lato negativo della GDO é stupido. Mi sembra che le parole di Massimo Gargano siano aria fritta, si può far pagare una tassa ogni volta che qualcuno si riempie la bocca inutilmente con termini come territorio, filiera, ecc.?

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Roberto Bosticco

circa 14 anni fa - Link

commento velocissimo. concordo praticamente su tutto, salvo che il prezzo conveniente per il consumatore è frutto di trattativa veramente feroce con il produttore; sicurezza del pagamento si, ma tempi lunghi, prezzi tiratissimi e ammenicoli vari (sell in, sell out, scaffale e via balzellando). morale: se non produci tante bottiglie e ne dai tantine in gdo non ti tornano i conti. oppure sei super brand e detti tu le regole. in mezzo è complicato.

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Giovanni Romito

circa 14 anni fa - Link

Ma perchè i ristoratori e gli alberghi sono lì per filantropia e pensano solo al bene del produttore contro ogni tornaconto personale??? siamo nel mercato perdindirindina e stiamoci con tranquillità e raziocinio senza agitare bandiere anti-uno o anti-l'altro

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

Che succede Antonio, un post sensato e misurato, e non ideologico? Sara' il caldo, boh. Sara quel che sara, ma mi trovo anche io a concordare con te, volersi costruire dei nemici puo' far comodo, ed e' nello stile demagogico ed ipocrita della Coldiretti, che non perde occasione per far sparate per andare sulla stampa. Lottare contro la GDO e' inutile, per un produttore poi non e' mica obbligatorio lavorarci, se uno riesce a crearsi altri canali di vendita. Chi ci lavora professionalmente, ed ha una struttura che glielo consente, ci sono anche soddisfazioni economiche. La Coop inoltre assorbe una fetta importantissima dei vini prodotti dalle cantine cooperative, senza la quale probabilmente non sarebbe sostenibili. Io per es. non ci lavoro, ma non per un punto ideologico, semplicemente perche' non sono l'azienda adatta per loro e viceversa.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Gisto per la cronaca "Sono d’accordo, ma trovatemi qualcun altro che paga cash e puntuale come un ipermercato di questi tempi e poi ne riparliamo"... sei proprio sicurissimissimissimo? io per la cronaca pago tutto in anticipo come altri colleghi, non siamo la stragrande maggioranza ma esistiamo... insomma tanto per non generalizzare. Detto questo non ho nulla contro la GDO anche perchè se un produttore non gradisce quel canale di vendita non se ne serve punto e basta. Per quanto riguarda il contratto a prezzo minimo imposto dall'azienda, è un'idea, andrebbe sviluppata. Certo è triste vedere Copie commissioni ufficiali in cui un KRug non astucciato costa 125 euro + iva (150.00) e poi trovarlo sugli scaffali a 128.00

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Francesco "...io per la cronaca pago tutto in anticipo come altri colleghi..." dopo una dichiarazione del genere dovresti avere la fila davanti alla tua enoteca, come le baby-sitter del vecchio film di Mary Poppins! A Roma poi, troppo bello per essere vero! Lo-renzo, capisco il tuo punto di vista ma non lo condivido in pieno. Tanti ristoranti vendono vino al bicchiere, su cui tra l'altro ci fanno anche un bel ricarico. Molti produttori poi da tempo offrono la mezza bottiglia e non si tratta solo di vino scarso da Autogrill. E' vero che con le vacche magre che corrono i vini anche di buona qualità si comprano sempre più spesso alla GDO, ma c'é sempre una classe medio/alta che ama mangiare al ristorante con regolarità, anche per motivi di lavoro, e che preferisce comprarsi in enoteca qualche bottiglia di pregio invece di un nuovo gioco della Play Station (se è maschio), o un altra crema antirughe (se é femmina) o l'IPhone di ultima generazione (unisex). Infine, parli di ottusità di tipo nazista, ma anche la tua voglia di pulizia etnica nelle categorie giornalisti-enologi-venditori-rappresentanti non mi sembra tanto democratica.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

non devi fare altro che informarti

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

;-)

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Grazie del faccino sorridente, ne ho proprio bisogno stammattina. E grazie anche per i commenti sempre puntuali e impegnati su tutti gli argomenti trattati da Intravino.

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Lo-renzo

circa 14 anni fa - Link

Io, da vinificatore, lo trovo un gran mare di caxxxte. I miei dati (vendo alla GDO e non me ne vergogno) dicono il contrario. In che modo la GDO ammazza la qualità? L'educazione enologica dev'essere del cliente e la qualità del prodotto. Dobbiamo accettare la realtà: la vendita ai ristoranti è finita. La gente il vino non lo compra più per tanti, spesso giusti motivi. Tipo: i ristoratori tirano al risparmio ma si rifiutano di vendere a bicchiere; quando si è in due non ci si vergogna più di chiedere solo acqua perché ci si rende conto che le alternative sono ubriacarsi o lasciare mezza bottiglia. E la prima non mi pare praticabile sempre, anche solo per motivi automobilistici. E allora cosa dobbiamo fare, tenerci tutto in cantina? Questa è stupida ostinazione che puzza di mummia. La verità è che la prima cosa che deve cambiare nel mondo del vino italiano è l'ingombrante presenza di dinosauri in tutti i campi: giornalisti, enologi, venditori, rappresentanti. Giusto accorciare la filiera, non c'è niente di meglio del rapporto diretto col cliente (magari!), ma queste mi sembrano posizioni che sfiorano un'ottusità di tipo nazista.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Scusa ma che bisogno di incaXXarsi così? Vendi alla GDO? bene. Sei Felice? doppiamente bene. Vuoi vendere al clienbte diretto? provaci e magari raccogli ancor più soddisfazioni di quante pensi.

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