6 Champagne nella mezzina: le degustazioni al tempo del covid19

6 Champagne nella mezzina: le degustazioni al tempo del covid19

di Sabrina Somigli

La mia prima degustazione on line. Impressioni e sensazioni.

L’occasione mi viene dal Bureau de Champagne Italia, che organizzava una edizione speciale della Académie du Champagne. Mi iscrivo. Inizio col botto.

Prima impressione: la consegna dei campioni. Organizzazione top, consegna dei campioni a casa con monitoraggio continuo e ben due telefonate del corriere; non male come inizio. Nel kit recapitato c’erano tovagliette di degustazione, quaderno per gli appunti, la spilla del Bureau, due pubblicazioni a tema e sei mezze bottiglie di Champagne. Il Bureau dava anche l’opportunità di seguire il seminario in due acquistando un solo kit. Idea più che apprezzabile.

Confesso di non aver mai né trattato in carta, né bevuto Champagne nella mezza bottiglia, il perché è semplice: 375 ml non è il formato adatto per bere champagne. È troppo poco, tutto qui. Tuttavia la mezza bottiglia è formato utile per questo tipo di occasioni formative, in cui si è soli a degustare: quantità sufficiente e a prezzo abbordabile. E potrebbe diventare un formato di tendenza e di utilità per tutte le tipologie di vino se le costrizioni e l’isolamento forzato continuano.

Seconda impressione: l’apertura della scatola. Non sottovalutate l’effetto sorpresa della mistery box vinosa. Adrenalina pura che sembra d’esser tornati bambini a scartare il regalo. Le etichette selezionate per il seminario non erano state indicate a priori: ne estraggo una dopo l’altra, per un totale di 6 sorprese.  Tutti prodotti conosciuti, 5 su 6 già assaggiati: il fattore sorpresa si rivela godimento a metà.

Storco un po’ il naso e mi sovvengo di essere di una antipatia ai limiti del tollerabile; dietro la smorfia non c’è in gioco solo il mio gusto personale, ma anche una certa dose di fighettismo, che può scadere in mia superficialità. L’ho detto. E comunque, aspettarsi la mezza bottiglia del récoltant minuscolo era da coglioni perché semplicemente molti di loro non imbottigliano quel formato.

Terzo pensiero: bere lo stesso vino con qualcuno che non sta seduto davanti a te. Sensazione strana lì per lì, ma l’impressione generale è positiva. Funziona per ciò per cui è pensato: didattica, aggiornamento, formazione. Sei lì per imparare, l’essere solo seduto al tavolo della cucina o del salotto può favorire la concentrazione. A meno che non ci sia il ragù di cinghiale a sobbollire, funziona.

Quarta considerazione: i 3 seminari tenuti da Pierre Naviaux, Chef de projet Developpement DurableSylvie Collard, Responsable du Service Vin e Bernardo Conticelli, ambasciatore dello Champagne per l’Italia nel 2015, hanno aperto la discussione, mettendo in luce aspetti anche tecnici molto interessanti e talora provocatori. Insomma non mi ha sopraffatto l’istinto assai frequente del “si d’accordo ma ora assaggiamo”.

Gli Champagne in degustazione:

Deutz Brut Classic: frutta gialla, tra albicocca e pesca, pompelmo rosa e cenni di frutta secca; sorso composto e pulito, che manca un po’ di polpa e di allungo sul finale, ma che dà soddisfazione nella freschezza e nella sapidità accennata; non impegna e mi piace perché immediato senza orpelli.

Joseph Perrier Cuvée Royale Brut: delicato e floreale, odora di sambuco, di muschio bianco e talco mentolato, tocco di gesso e di agrume, un naso sussurrato e decisamente intrigante. In bocca vince la freschezza con una bollicina stuzzicante per un sorso leggiadro che richiede un altro bicchiere immediatamente.

Duval Leroy Fleur de Champagne 1erC: ricco tra mela golden, ananas, cenni piccanti di zenzero e quella parte che mi piace tanto dello chardonnay quando si esprime burroso netto, in questo caso butterscotch goloso. Bolla finissima, ha acidità importante nonostante la ricchezza un po’ ammiccante e la generosità evidente. Era dei 6 campioni quello che non conoscevo ed è stato un bell’incontro

Perrier-Jouët Grand Brut: acacia, mela verde e pesca bianca, cenni di pepe bianco e leggero ammandorlato che poi si ritrova anche al gusto. Piacevole leggerezza al sorso, con freschezza vibrante e buona persistenza su toni di frutta secca. 75 kcal per 100ml come recita la retroetichetta. Soltanto, aggiungo io? Da bere serenamente

Pommery Brut Apanage: naso più esuberante degli altri, con attacco marino molto spinto che poi lascia piccoli frutti rossi accennati, ribes, note speziate, in particolare la noce moscata. Il sorso qui si fa largo, di impronta vinosa e con cenni di affumicato. La bollicina cremosa e finissima ha la capacità di elevare il sorso a dispetto di ogni pregiudizio iniziale. Con le mie scuse.

Barnaut Grande Réserve GC: Barnaut mi piace ed ecco una nuova conferma. Succo di mela, sidro, speziatura dolce, foglie di tè, amaretto lieve. Olfatto che rivela maturità che a me piace. In bocca ha struttura, è saporito grazie a una marcata sapidità e si aggrappa al palato quasi fosse vino fermo. Sposateci una carbonara.

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Sabrina Somigli

Chiantigiana di nascita, microbiologa di formazione, poi sommelier e ristoratrice per vocazione. Raccolgo erbe spontanee e non è colpa della laurea in scienze agrarie; amo il vermouth liscio e il brodo caldo ma non per questo so sferruzzare a maglia. Mi sono appassionata al vino più o meno vent'anni fa, quando lavoravo in Tasmania; ci rido ancora pure io, tranquilli. Credo nel bevi e lascia bere e raccontane se vuoi, ma sii breve.

13 Commenti

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Lanegano

circa 3 anni fa - Link

Bello stile. Snello, esaustivo, divertente. Well done, girl.

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sabrina somigli

circa 3 anni fa - Link

ti ringrazio @Lanegano

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Giacomo Caciolli

circa 3 anni fa - Link

Un piacere leggerti...e buone feste

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DiegoB

circa 3 anni fa - Link

Ottima descrizione di un piacevolissimo evento, soprattutto visti i tempi. Condivido quasi tutto anche se ho patito particolarmente il seminario di Conticelli, più gratuito che provocatorio. Duval Leroy e Barnaut stupefacenti

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Massimiliano

circa 3 anni fa - Link

Complimenti per l’articolo Piacevole e fine come lo champagne Bravissima

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Beonerosso

circa 3 anni fa - Link

Ma prima di assaggiare vini,di quale sostanza abusate?Gli assaggi descritti nel vostro blog son tutti dei deliri da semi incompetenti che credono di essere semidei,termini astrusi e considerazioni inutili.

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sabrina somigli

circa 3 anni fa - Link

quella mattina ho abusato di grissini e focaccia all'olio. Touchée

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Bubazzo

circa 3 anni fa - Link

Un po' di rispetto per favore. L'autrice è stata simpatica e il trafiletto l'ho letto d'un botto.

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Gaetano Grillo

circa 3 anni fa - Link

Veramente interessante, vorrei provarci anch'io anche se non lo ho fatto mai....

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sabrina somigli

circa 3 anni fa - Link

ero diffidente anche io perchè pensavo questo tipo di degustazioni a casa come dei surrogati. Invece sono alternative valide

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

Quanto costa lo scherzo?

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sabrina somigli

circa 3 anni fa - Link

130 per un kit valido per due persone

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

Ben, pensavo di più. Ho speso di più con aspettative maggiori restando deluso. Anche se si trattava di un altro tipo di Acadèmie.

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