5 miti del vino che oggi possiamo finalmente demolire
di Fiorenzo SartoreQuando arrivi ad un punto fermo e pensi di poter disporre di qualche tipo di regola generale, quello è il momento perfetto per smontare le certezze. Funziona sia come elemento di provocazione, che come auto affermazione. Quando demolisci una grammatica, cioè, non fai altro che riscriverne un’altra, la tua in questo caso. Se va bene, è un bel colpo. Se va male, mezz’ora dopo arriva un altro scrittore di grammatiche e tu ti ritrovi sovrascritto – ma fino ad allora è un gran bel modo di passare il tempo.
Tanto per fare qualche esempio, ecco cosa demolirei io, oggi.
1. Alle degustazioni non si va profumati.
Bah, parliamone. A me ‘sta cosa pare discutibile: soprattutto d’estate, non usare detergenti e deodoranti non significa raggiungere le sale della degu in condizioni aromatiche neutre, significa semmai diffondere un altro tipo di aroma – il tuo personale. Ora, ammesso che io abbia piacere di spargere i miei formidabili feromoni, è possibile che il mio vicino di assaggio la pensi diversamente. Quindi non c’è niente di male ad avere un odore gradevole. Poi, già che siamo in fase provocazioni, un bravo assaggiatore sa distinguere il mio virile musk dalle note di fiori di campo del bianco che ha nel bicchiere.
2. Il vino si serve nel bicchiere adatto, cioè il calice.
A Genova c’è questo luogo di piaceri proibiti che si trova nel centro storico, un luogo dove noi peccatori ci nascondiamo nell’ombra, facciamo la fila e aspettiamo pazienti il nostro turno. Come avrete capito, sto parlando di una paninoteca (usa ancora ‘sto termine?) dove assieme ai panini ultrabuoni si beve vino. Al Gran Ristoro, così si chiama, il vino si serve nei tradizionali gotti, bicchieri tozzi e bassi. Ogni volta che bevo a quel modo provo una rassicurante, confortevole sensazione di relax. Quindi insomma, se il dannato calice alto con lo stelo deve essere una liturgia, anche no. E poi ci sarebbe questa faccenda dell’analisi olfattiva sopravvalutata, che sì, è una nuova grammatica.
3. Il tappo a vite toglie tutta la poesia.
Attenzione: questo è proprio vero. Ed è esattamente per questo che il tappo a vite va bene, anzi benissimo: quale genere di poesia toglie al vino il tappo a vite? E chi l’ha detto che si tratti di una buona poesia? C’è in giro una quantità di poesia del vino insopportabile, del resto l’ha detto pure Emanuele. Al diavolo la poesia. E la liturgia. Di nuovo. (Quindi questo punto potevo anche titolarlo “il tappo di sughero è poetico” ma mi pareva già tremendo).
4. Le guide del vino sono morte.
Se le guide del vino sono morte abbiamo un grosso problema di zombie da queste parti, visto che c’è pieno di non-morti che circolano indisturbati, roba che affascinerebbe pure George Romero. Il numero delle guide del vino pare altissimo e tra cinque minuti verosimilmente ne pubblicheranno un’altra. E devo dirvi, in tutta sincerità, che “le guide del vino sono morte” è una delle mie frasi preferite, però a un certo punto uno deve anche guardarsi attorno e riconoscere che forse, ecco, le cose non stanno esattamente in quel modo. Succede di sbagliarsi, eh? Pure a me, per dire.
5. I blog del vino sono morti.
Le blogzine del vino (una a caso) invece stanno benone.
11 Commenti
Nelle Nuvole
circa 7 anni fa - LinkImpeccabili i punti 2,3,4,5. Il Punto 1 non mi trova d'accordo, c'è un modo ideale di presenziare alle degustazioni che si può sintetizzare in "Né puzza, né odore". ci sono tanti deodoranti neutri in circolazione, basta informarsi.
RispondiVinocondiviso
circa 7 anni fa - LinkIo invece sono in disaccordo solo con il punto 2. Bevo quasi malvoletieri vino in un bicchiere non adatto.
Rispondiamadio ruggeri
circa 7 anni fa - LinkPunti 4 e 5, attenzione, parliamone. Se sei parte in causa (come te Fiorenzo del resto) il discorso funziona, c'è un tornaconto no? E non intendo meramente economico. Ma se non collabori con guide o non scrivi su blog, il discorso può cambiare. Forse le guide non saranno morte, però cominciano a non sentirsi tanto bene. E se demolizione deve essere, allora cominciamo a picconare i punteggi.
RispondiGiampi Giacobbo
circa 7 anni fa - LinkMa dai anche a Zena usate il Gotto? Pensavo fosse solo veneto. Quindi i genovesi a Venezia non hanno portato solo distruzione e morte ma anche i gotti. Vedi che anche le invasioni portano qualcosa di buono :-)
RispondiSalvatore Agusta
circa 7 anni fa - LinkNon concordo con il punto uno poiché può essere interpretato in modo fuorviante.
RispondiAlle degustazioni si va puliti e possibilmente dopo aver usato un buon deodorante neutro formato stick.
Non si usano profumi di alcun genere poiché possono disturbare le persone sedute al nostro fianco.
Mi riferisco principalmente alle donne e agli uomini che adorano farsi la doccia con il loro profumo. Questo è indice di scarsa attenzione e a mio avviso di amatorialità.
Di nuovo, il che non vuol dire che non potete usare un deodorante che non sia troppo invasivo nei confronti delle persone che vi siederanno vicino. Ovviamente questa è la mia opinione e come tale va presa.
david
circa 7 anni fa - LinkPunto 5: da mò che sono morti i blog sul vino!..pure questo alla fin fine..parla veramente di vino?..no perché a leggere gli articoli sembra più un rotocalco di moda e costume: insomma polo e Tag Heuer..con in mano un flute di Champagne inarrivabile per noi poveri mortali senza accrediti. P.s. a riprova, menzionatemi 2 blog (decenti) vinosi "attivi".
RispondiFederico
circa 7 anni fa - LinkBhè, si vede che i rotocalchi di moda e costume piacciono anche a te 😁
Rispondiclaudia donegaglia
circa 7 anni fa - Link@david Intravino che domande !!!!!
Rispondisergio
circa 7 anni fa - Link@ David A me sembra che Intravino per un lungo periodo sia stato più trasgressivo e innovativo degli altri wine blog. Ora mi sembra uno dei più conservatori e la sua trasgressività è soltanto superficiale.
Rispondidavid
circa 7 anni fa - LinkDunque, consigli su altri lidi meno "fighetti" e modaioli?
Rispondirampavia
circa 7 anni fa - LinkSul punto 1 evitiamo le degustazioni estive e laviamoci spesso.; Sul punto 2 Riedel è in fase di riflessione. Pare che stia preparando una nuova linea di bicchieri chiamata "gotti mit uns": Sul punto 3 preferisco il tappo avito.
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