Kullaberg non è un vino dell’Ikea
di Giorgio MichielettoDici Solaris e pensi alla fantascienza. Dici vino svedese e pensi… di nuovo alla fantascienza. Assaggi un Solaris svedese e rimani in silenzio per qualche secondo perché pensi subito che cosa rispondere a chi ti chiederà: “Com’è un vino svedese?”. Innanzitutto esiste. E anche il fatto di poterlo assaggiare è di per sé un’emozione.
Abbiamo incontrato Immelen 2017 della cantina Kullabergs Vingard nell’angolo dedicato a Piwi International durante il banco di degustazione sui vitigni Piwi organizzato da Associazione Italiana Sommelier Milano: in occasione della rassegna Enozioni sono stati chiamati a raccolta una ventina di produttori del nord appassionati ambasciatori di questi “ultra-vini” che nascono da vitigni ibridi super resistenti agli attacchi dei funghi e alle malattie.
Super-bio, li chiama qualcuno, perché in vigna non serve alcun tipo di trattamento; oltre il biologico e la biodinamica. L’alieno svedese è un vino di “montagna” e di mare. La cantina si trova nel sud ovest del paese, circa 100 chilometri a nord di Malmo, sulla penisola di Kullaberg. Avete già sentito questo nome? Forse siete stati all’Ikea per cercare una sedia da ufficio, uno sgabello o una scrivania dallo stile industriale.
Linea Kullaberg, acciaio e pino.
In questa striscia di terra, riserva naturale, la massima altitudine è di 200 metri, ma siamo nel profono nord; le vigne di Kullabergs Vingard distano un chilometro dal mare. Dieci ettari in tutto, solo vitigni Piwi. Immelen è Solaris in purezza da viti di 12 anni: nel 2017 – ci fanno sapere – poche ore di sole e moltissima pioggia. Raccolta in ottobre, otto mesi in acciaio, poi due terzi del vino per due mesi in botti di rovere austriaco. 12,5 %.
Grande bouquet di fiori bianchi, sambuco, mela verde, melone bianco, frutta croccante, limone, salvia, fieno e burro. Profumi erbacei complessi: acidità tagliante e bella sapidità. Chiude su ricordi di nocciola. Sul sito della cantina il prezzo indicato è 449 corone svedesi, circa 43 euro.
Com’è un vino svedese? Esiste ed emoziona. Come alcuni assaggi Piwi italiani. In ordine sparso: tutti i vini di Thomas Niedermayr; Aromatta 2017 di Villa Persani, uno dei blend Piwi più equilibrati; Rukh 2017, orange in anfora di Nove Lune (bronner e johanniter al 50%); Vin de la Neu 2016 di Nicola Biasi, johanniter in purezza, “distillato” d’eleganza dalla Val di Non.
3 Commenti
Stefano Cinelli Colombini
circa 5 anni fa - LinkSi, bella la Svezia, bello il bouquet, gli aromi e bello il racconto, ma il vino è bono o non è bono? Se è bono, quanto è bono? In fondo è solo quello che interessa: che il vino si posso fare molto a nord (e, ormai, quasi ovunque) non è una novità, ma sarebbe interessante se fosse scappato fuori qualcosa di competitivo.
RispondiGiorgio
circa 5 anni fa - LinkCiao Stefano! A mio giudizio lo è. L'ho assaggiato senza aspettative, spinto da banale (ma non tanto) curiosità ed è stata una bella sorpresa.
RispondiAndrea Gori
circa 5 anni fa - Linkassaggiato un Solaris tempo fa, sempre svedese, in Sicilia. Sinceramente, prezzo a parte, un vino denso ricco con suggestioni sapide e iodate che stuzzicano la fantasia.
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