Soggettività e oggettività. “Naturali”, ovviamente
di Alessandro MorichettiTra i wine blog su cui investirei e che leggo sempre volentieri c’è Tipicamente, sebbene a crederci a corrente alternata siano gli stessi autori, De Cristofaro Paolo, Carrus Giuseppe e Boco Antonio tra gli altri. Dal borsino di fine anno pubblicato stamattina da P.D.C., tra le altre cose personali e divertenti, troviamo un felice spunto che recita esattamente così:
In mezzo a tanta necessaria soggettività, è oggettivo che certi vini concepiti con una certa filosofia si scolano e si digeriscono dieci volte più velocemente di certi altri concepiti con certi altri approcci. Però per favore, trovatelo voi un nome, una definizione, un titolo, agli uni e agli altri perché io non sono capace.
Diciamo che mi associo, fino a nuovo ordine. Democristianamente, e un po’ “naturalmente”.
11 Commenti
Antonio Boco
circa 11 anni fa - LinkCorrente alterna? Noi produciamo energia con un criceto e una ruota, altroché. PS: ovviamente, per non far sentire troppo inadatto il PDC, non potrò certo essere io a trovare il nome a quelle categorie...
RispondiAngelo D.
circa 11 anni fa - Link"sebbene a crederci a corrente alternata siano gli stessi autori, De Cristofaro Paolo, Carrus Giuseppe e Boco Antonio tra gli altri". Ale, se la qualità di quello che passa di là rimane di quello spessore che ben venga. Certe volte ti porta a far pace col web. Senza offesa naturalmente!
RispondiAlessandro Morichetti
circa 11 anni fa - Link"Senza offesa" è la parte offensiva, ovviamente :-). Il senso è che produrre buoni contenuti e valorizzarli sempre troppo poco non ha senso. Hai un blog che aggiorni frequentissimamente, ne leggi non so quanti e ancora te ne esci con "ti porta a far pace col web"???? Che, come ogni spazio, ha tanta merda e tante robe buone. Con un minimo di skill ci sarebbe solo da trascurare e non leggere la merda e concentrarsi solo sulle robe buone. Grazie a dio il palinsensto te lo crei tu quindi se ci trovi ancora troppa merda qualcosa non va. Intravino, per esempio (e senza offesa, nè) :-P.
RispondiAngelo D.
circa 11 anni fa - LinkNon ti scaldare e ciucciami il calzino, bello. Di quello che passano di là mi basta la qualità e la puntualità degli scritti, ma soprattutto il tempo - porcamiseriaccia - di goderti lo spartito. Della merda che passa invece altrove non me ne può fregar di meno perché la mia spending review l'ho già messa in atto. Di quella che ci passate voi faccio ancora in tempo a sentirne l'odore; conto i primi dieci commenti, a meno che non si ricomincia a sparare a zero su questo o quel giornalista... Che poi mica è sempre così necessario commentare... :-)
RispondiAlessandro Morichetti
circa 11 anni fa - LinkOggi infatti ce l'hanno tutti con un vignaiolo bello e dannato, per dire ;-).
RispondiAngelo D.
circa 11 anni fa - LinkSe, il fenomeno che aspettavamo tutti.
Rispondigianpaolo
circa 11 anni fa - LinkCe l'ho io la definzione definitiva; rullo di tamburi, pronti? l'aggettivo e': "buoni".
RispondiAlessandro Morichetti
circa 11 anni fa - LinkBuuuuu, scartato, sempliciotto, buu buuuuuu. Qui si tenta di definire il concetto di "buono". Un vino tecnicamente ineccepibile, manipolato eppur irriconoscibile è buono? Un vino impreciso, poco manipolato eppur riconoscibile è buono? Un vino "pulito", poco manipolato e riconoscibile è buono? Un vino esente da difetti per tutto l'arco costituzionale, poco manipolato e riconoscibile è ottimo. Senza poi addentrarsi nella definizione di "difetto" :-D.
Rispondigianpaolo
circa 11 anni fa - LinkCaro babbaleo, per te e' buono un vino che non riesci a bere? No. Poi come e' fatto a me mi importa poco, ma di fatto quelli tecnicamente ineccepibili, ecc. ecc., non li bevo perche' non li trovo buoni. Come vedi la definizione di "buono" e' molto piu' precisa e coerente di quello che puo' sembrare, e l'unica che val la pena di prendere in considerazione, per me.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 11 anni fa - LinkNaaaaa, menti sapendo di mentire. Di vini tecnicamente ineccepibili ma poco riconoscibili non solo è pieno il mondo ma ne bevi come ne bevo io. E magari pensi che siano dovuti al terroir bla bla bla, come lo penso io. Stiamo parlando di gusto ma anche di filosofia e antropologia. E poi proprio tu produtore mi insegni che quello che trovi buono oggi non è quello che trovavi buono ieri, anzi che oggi produci cose diverse perché quelle di ieri non ti piacciono come un tempo e non le bevevi più. Fior di enologi appena sentono vini con caratteristiche ignote al manuale hanno il pelo dritto, la questione non è semplice, esattamente come la definizione del concetto di vino "buono".
RispondiGianpaolo
circa 11 anni fa - LinkEsattamente, perché non si può oggettivamente definire la qualità di un vino, dato che la mia idea di qualità è diversa da quella di tuo cugino, e oltretutto cambia nel tempo. Però io ce l'ho bene in mentre cosa vuol dire buono per me in questo momento storico, e anche cosa vuol dire buono per qualche scribacchino di cui mi posso fidare, e tanto basta. Anzi, questo è il massimo che puoi fare. Per questo motivo è giusto quello che dice Speller a proposito del sistema di valutazione dei vini, cioè che non puoi scomporre il vino in pezzi, valutarne il valore separatamente,e poi fare la somma dei voti, ma che il valore si nella tua mentre in maniera complessiva, e poi dai il voto. Per me non è buono un vino che è difficile a bersi, che non comunica qualcosa del posto e/o della persona che lo ha fatto, che ha la volatile troppo alta, che puzza, che è corto, ecc. ecc. sicuramente per me è indifferente cosa c'è scritto sull'etichetta, e come lo fatto.
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